Riforma costituzionale, con il premierato deve cambiare la legge elettorale. Le ipotesi
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Il Cdm ha approvato all’unanimità il disegno di legge costituzionale. Tra le principali novità ci sono l'elezione diretta del premier, una misura "anti-ribaltone" e l’addio ai senatori a vita. Ora, però, c’è da pensare a come la legge elettorale debba essere cambiata per adattarsi alla riforma: il Rosatellum, infatti, non dà la sicurezza matematica che il presidente del Consiglio eletto direttamente abbia la maggioranza parlamentare del 55%. Tra premi, soglie e meccanismi: ecco i nodi su cui si discute
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- Venerdì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il disegno di legge costituzionale. “La madre di tutte le riforme”, l’ha definita la premier Giorgia Meloni. Tra le principali novità ci sono l'elezione diretta del presidente del Consiglio, una misura "anti-ribaltone" e l’addio ai senatori a vita. Ora, però, c’è da pensare a come la legge elettorale debba essere cambiata per adattarsi alla riforma
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- L’attuale sistema elettorale è il Rosatellum: dovrà essere cambiato perché non dà la sicurezza matematica che il presidente del Consiglio eletto direttamente abbia la maggioranza parlamentare del 55%, prevista dal ddl del governo
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- La riforma, infatti, prevede un premio di maggioranza assegnato su base nazionale, che garantisce il 55% dei seggi a chi ottiene più voti. Meloni ha spiegato che nel ddl non si è voluto affrontare né la questione del ballottaggio né quella del premio di maggioranza perché di questo si dovrà occupare il Parlamento, anche riscrivendo la legge elettorale
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- “Si affida alla legge elettorale la determinazione di un sistema” con "un premio assegnato su base nazionale che assicuri al partito o alla coalizione dei partiti collegati al premier la maggioranza dei seggi parlamentari - ha detto anche la ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati -. Sto lavorando per mettere a terra la riforma della legge elettorale. È chiaro che serve una legge da adattare alla nuova forma di governo. Ci sarà un'ampia consultazione. Ci sarà l'individuazione di una soglia, il 55 rimane un'ipotesi minima, potremmo anche superarla”
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- Per ora sulla futura legge elettorale ci sono una certezza e diverse incognite. La certezza è che il Rosatellum dovrà essere cambiato con un nuovo sistema elettorale. Una delle incognite, invece, riguarda il meccanismo in base al quale nel nuovo sistema sarà assegnato il premio di maggioranza previsto dalla riforma. Altra incognita: il sistema per selezionare i parlamentari. Le soluzioni possono essere diverse, ma anche le problematiche che si portano dietro
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- La futura legge elettorale dovrà avere una soglia minima, superata la quale scatta il premio. Ma qui si apre il primo quesito: visto che il modello pensato dal governo prevede un’elezione diretta del premier a cui è collegata una maggioranza, secondo alcuni costituzionalisti la soglia minima dovrebbe essere del 50%, come il sistema per eleggere il sindaco o come il sistema presidenziale francese. Senza la maggioranza assoluta, aggiungono, si dovrebbe andare al ballottaggio
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- Nella maggioranza, secondo quanto è emerso, si ragiona su soglie più basse. Ad esempio quella del 40% che era stata inserita nell’Italicum, la legge elettorale bocciata dalla Corte costituzionale nel 2017 (ma per altre questioni) e quindi mai utilizzata
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- Dato che il governo ha deciso di mantenere il bicameralismo, c'è anche la possibilità (evidenziata dalla sentenza della Corte del 2017) che per Senato e Camera si abbiano due risultati diversi, ad esempio che in una la soglia sia superata da una coalizione e nell'altro solo sfiorata. In ogni caso il ballottaggio (sempre in base alla sentenza del 2017) dovrà essere aperto, cioè con possibilità di aggregazione tra il primo e secondo turno, per evitare un eccesso di disproporzionalità nell'assegnazione del premio
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- Un rompicapo che appassiona i matematici, poi, è l'algoritmo con cui “calare” a livello circoscrizionale il premio di maggioranza nazionale assegnato alla coalizione vincente e quindi ai diversi suoi partiti. L'algoritmo del Rosatellum, in 8 passaggi subordinati l'uno all'altro, ha scricchiolato con il taglio dei parlamentari, specie per il Senato, dove gli eletti sono solo 200
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- Altro grande tema è il meccanismo di selezione dei parlamentari, cioè il meccanismo con cui gli elettori scelgono chi mandare a Montecitorio e Palazzo Madama. Un sistema classico, usato nei comuni per l'elezione diretta dei sindaci, è avere delle liste proporzionali nelle 28 circoscrizioni elettorali, con le preferenze. Ma è un sistema poco amato dai leader, perché non garantisce di far eleggere i propri fedelissimi
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- Un altro sistema può essere quello di assegnare l'85% dei seggi in collegi uninominali e il restante 15% con il premio. Questo metodo può essere ulteriormente declinato attraverso collegi plurinominali, in cui si eleggono 3 o 4 parlamentari, quindi con listini bloccati. È il sistema adottato dall'Italicum e dalla parte proporzionale del Rosatellum. È, inoltre, il sistema più apprezzato dai leader di partito perché hanno maggiori certezze di portare i fedelissimi in Parlamento