
Il 18 gennaio 2017 120mila tonnellate di neve distrussero il resort di Farindola, sul versante pescarese del Gran Sasso. Sopravvissero 11 persone delle 40 che si trovavano nella struttura, anche a causa dei ritardi nei soccorsi. Il 23 febbraio 2023 nel processo di primo grado vengono condannati 5 imputati, per altri 25 arriva invece l'assoluzione. Il 14 febbraio 2024 la sentenza d'appello: 22 assoluzioni e 8 condanne. La Cassazione, il 3 dicembre 2024, conferma 3 condanne e dispone un Appello bis per altri imputati

LA TRAGEDIA DI RIGOPIANO
- Sono passati 8 anni dalla tragedia di Rigopiano, dalla valanga che quel 18 gennaio 2017 sulla montagna abruzzese travolse il resort di Farindola (Pescara), lasciando senza vita sotto le macerie 29 persone. I sopravvissuti sono 11. Dopo la sentenza di primo grado nel 2023, il 14 febbraio 2024 è arrivata quella d'appello e infine il 3 dicembre 2024 quella della Cassazione (che ha disposto per alcuni imputati un Appello bis). Ecco le tappe della vicenda

LA VALANGA
- Sono le 16:41:59 del 18 gennaio 2017 quando, a seguito di alcune scosse sismiche, dal Monte Siella si stacca una valanga di 120mila tonnellate che scende a valle e alle 16:43:20 colpisce l'Hotel Rigopiano. Nella struttura ci sono 40 persone: 28 clienti, tra cui quattro bambini, e 12 membri dello staff

L'ALLARME
- In quei giorni l’Abruzzo è nella morsa del maltempo, con nevicate senza precedenti che hanno causato disagi e blackout in diverse zone. Alle 17.08 del 18 gennaio, Giampiero Parete, un cuoco in vacanza che si è salvato perché si trova nel parcheggio, lancia l'allarme al 118: dice che l'albergo è crollato a causa di una valanga

LE TELEFONATE
- Due minuti dopo la prefettura chiama l'albergo, ma nessuno risponde. Poi viene contattato il direttore dell'hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, che dice di essere a Pescara e di non sapere nulla

LE TELEFONATE/2
- Alle 18.03 Parete chiama il suo titolare Quintino Marcella, che contatta più volte il 112 e il 113. Alle 18.08 e alle 18.20 Marcella parla in due occasioni con la prefettura di Pescara, ma in entrambi i casi la funzionaria considera la richiesta d'aiuto come un falso allarme

I SOCCORSI
- Solo alle 18.57 un volontario della Protezione civile crede alle parole di Marcella. Le squadre del Soccorso alpino partono con le ciaspole e gli sci, ma raggiungono l’hotel Rigopiano solo all'alba del 19 gennaio. Poi arriva la colonna dei soccorritori, dietro le turbine che hanno lavorato tutta la notte per pulire e liberare la strada

I SOPRAVVISSUTI
- Due persone, che si trovavano fuori dall’hotel, vengono subito tratte in salvo: sono Parete e il tuttofare dell’hotel Fabio Salzetta. Il 20 gennaio i vigili del fuoco estraggono vivi 5 superstiti: la moglie e i due figli di Parete - Adriana Vranceanu, Gianfilippo e Ludovica - e altri due bambini, Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo. Successivamente vengono trovati altri quattro superstiti: Vincenzo Forti, Francesca Bronzi, Giorgia Galassi e Giampaolo Matrone, quest'ultimo rimasto intrappolato sotto la neve per 62 ore

LE VITTIME
- Le operazioni di recupero terminano il 25 gennaio, esattamente una settimana dopo la slavina. Il bilancio ufficiale è di 29 morti e 11 sopravvissuti

IL PROCESSO DI PRIMO GRADO
- Dei 30 imputati sono 29 quelli che hanno scelto il rito abbreviato nel processo: rappresentanti della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara, della Prefettura di Pescara e del Comune di Farindola, alcuni rappresentanti dell'albergo distrutto e 7 prefettizi accusati di depistaggio in un fascicolo poi riunito al procedimento madre

LE RICHIESTE DI CONDANNA
- Queste le richieste di condanna dei procuratori di Pescara Giuseppe Bellelli, Andrea Papalia e Anna Benigni: per l'ex Prefetto Francesco Provolo 12 anni, per i dirigenti della Prefettura Leonardo Bianco 8 anni, Ida De Cesaris 9 anni. Per il sindaco Ilario Lacchetta sono stati chiesti 11 anni e 4 mesi come per il dirigente comunale Enrico Colangeli; per i dirigenti della Provincia di Pescara Paolo D'Incecco e Maurio Di Blasio 10 anni, mentre per l'ex presidente Antonio Di Marco la richiesta è stata di 6 anni

LE RICHIESTE DI CONDANNA/2
- Come riporta Ansa, per i dirigenti regionali Carlo Giovani, Pierluigi Caputi, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio, Carlo Visca le richieste sono di 5 anni, 7 per Vincenzo Antenucci. Per gli ex sindaci del Comune di Farindola Massimiliano Giancaterino e Antonio De Vico 6 anni, per Bruno Di Tommaso gestore dell'hotel 7 anni e 8 mesi; pene di 4 anni per il geologo Luciano Sbaraglia, 4 anni anche per i dirigenti provinciali Giulio Honorati, 3 per Tino Chiappino, 2 per Andrea Marrone, poi un anno per il tecnico Giuseppe Gatto

ACCUSE E RSPONSABILITÀ
- L'accusa si è focalizzata sulle responsabilità dei dirigenti comunali e provinciali nella gestione dell'emergenza e della viabilità sconvolta per il grave maltempo di quei giorni, e sui permessi urbanistici: l'hotel era stato realizzato in una zona notoriamente esposta a valanghe e di conseguenza avrebbe dovuto essere chiuso e la strada sgomberata. Scandagliata anche l'attività della Regione Abruzzo per la mancata realizzazione e approvazione della Carta Valanghe

LA SENTENZA DI PRIMO GRADO
- Il 23 febbraio 2023 arriva la sentenza di primo grado: sono 25 gli assolti e cinque i condannati. Fra le assoluzioni, anche quelle dell'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, e dell'ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco. Condannato, invece, a 2 anni e 8 mesi, il sindaco di Farindola (Pescara), Ilario Lacchetta. In aula scoppia la rabbia dei familiari delle vittime: "Vergogna, vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo"

LA SENTENZA D’APPELLO
- Il 14 febbraio 2024 arriva la sentenza di secondo grado della Corte d'Appello dell'Aquila: 8 condanne e 22 assoluzioni. Condannati Francesco Provolo, ex prefetto di Pescara, Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola, e Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura di Pescara: tutti e tre erano stati assolti in primo grado. Confermate le condanne al sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, ai dirigenti della Provincia Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, al tecnico Giuseppe Gatto, all'ex gestore dell'hotel Bruno Di Tommaso

LA CASSAZIONE
- Il 3 dicembre 2024 la Cassazione ha resto definitiva la condanna per l'ex prefetto di Pescara (1 anno 8 mesi), quella per l'ex gestore dell'hotel (6 mesi) e del capo di gabinetto della Prefettura (senza l'aggravante). Nuovo processo di Appello, invece, per l'ex sindaco di Farindola e altri sei dirigenti della Regione Abruzzo all'epoca dei fatti, precedentemente assolti. Appello bis anche per i due dirigenti provinciali e il tecnico del Comune all'epoca dei fatti