Manovra, da pignoramento a pensioni: le novità nella bozza e le tensioni nella maggioranza
Sulla legge di Bilancio il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di una "una miriade di commenti su bozze più o meno autorizzate, anzi non autorizzate, che circolano sui media”. Salvini: "Stiamo leggendo cose prive di fondamento". Le indiscrezioni continuano però a emergere. E portano a dissapori anche interni alla stessa maggioranza. Meloni sui pignoramenti: "Non se ne parla"
- C’è tensione intorno alla Manovra. Da un lato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di una "una miriade di commenti su bozze più o meno autorizzate, anzi non autorizzate, che circolano sui media” su vari provvedimenti di bilancio. Dall’altro le indiscrezioni continuano però a emergere. E portano a dissapori anche interni alla stessa maggioranza
- “Discuteremo ampiamente delle proposte del governo quando verranno codificate correttamente", ha detto Giorgetti rispondendo in question time al Senato. Più duro il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini: "Sono contento di questa Manovra di cui stiamo leggendo di ogni sui giornali, dalle pensioni al pignoramento dei conti correnti al tema stipendi, cose prive di qualsiasi fondamento”
- La bocciatura alla norma sul prelievo dai conti correnti è già arrivata dalla premier Meloni: "Non se ne parla, questa norma non passa", avrebbe detto visionando la bozza, superata dal primo momento in cui l'ha vista. La premier su Facebook ha ulteriormente chiarito: "Nella legge di bilancio NON C'È la misura che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate. Consiglio di non inseguire i sentito dire o documenti non ufficiali"
- Proprio le indiscrezioni legate a una norma che permetterebbe al Fisco di vedere quanti soldi sono disponibili sul conto di un contribuente, per poi procedere eventualmente a pignoramento telematico, hanno agitato anche le file della Lega. "Io non sono a favore di mettere le mani nei conti correnti della gente, ma vediamo cosa ci sarà scritto nella Manovra. Non penso si vada in quella direzione", ha detto il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa (in foto)
- E ancora: "Questa cosa dove sta scritta? C'è il testo della legge di bilancio? No, ci sono voci che si rincorrono, vediamo il testo. Secondo me andare a fare i prelievi forzosi nei conti correnti non è nei nostri valori e nei nostri principi. Salvini parla di pace fiscale...", ha aggiunto Crippa parlando in Transatlantico alla Camera. Insomma, non sembrerebbe esserci nulla di deciso
- Fonti di Palazzo Chigi hanno precisato che una misura che "consentirebbe all'Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate è totalmente priva di fondamento". La manovra "si limita a prevedere la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per efficientare strumenti già esistenti" usati "per il recupero d'importi" di "cartelle esattoriali per le quali il contribuente non ha presentato ricorso e non ha ottenuto una sospensione giudiziale"
- Un altro tema caldo di discussione è quello delle pensioni. Sempre Crippa ha detto che "l'obiettivo è il superamento della legge Fornero”. Poi ha precisato: “Ci si arriva per step, ma uno step bisogna farlo e quindi già in questa legge di bilancio bisogna che il centrodestra faccia vedere che sulle pensioni si interviene nella direzione che ha detto in campagna elettorale". E ha aggiunto: "In queste ore si sta lavorando per chiudere il testo in modo tale che poi risponda al programma del centrodestra"
- Il vicepremier Salvini non sarebbe contento della norma che porterebbe una stretta sul pensionamento anticipato con penalizzazioni dell'importo fino al 4% per chi esce con Quota 104. Così sembrava però che il governo avesse deciso l’ultima volta che si era riunito in Cdm per discutere della Manovra. “Viene da credere che in quel momento stesse dormendo beatamente”, hanno affermato in una nota i senatori del M5S Orfeo Mazzella, Barbara Guidolin ed Elisa Pirro
- Anche al di là di Quota 104, continuano a filtrare notizie su quanto previsto nelle bozze della Legge di Bilancio in tema pensionistico. Spunta ad esempio l'ipotesi di un ritorno al 2027 per l'adeguamento delle speranze di vita. Salta quindi la norma che anticipava alla fine del 2024 (dalla fine del 2026) il periodo nel quale non sono previsti adeguamenti alla speranza di vita per chi va in pensione a prescindere dall'età una volta raggiunti 42 anni e 10 mesi di contributi
- E ancora, secondo un’altra indiscrezione, per chi è interamente nel sistema contributivo (quindi non ha contributi previdenziali versati prima del 1996) l'anticipo della pensione di 3 anni rispetto all'età di vecchiaia (a 64 invece che a 67) sarà possibile solo se si è maturato un importo di pensione di almeno 3 volte l'assegno sociale (503 euro) se si è uomini, 2,8 se si è madri di un figlio e 2,6 se si è madri di due o più figli
- Il trattamento di pensione anticipata sarebbe riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a cinque volte il trattamento minimo per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto all'età di vecchiaia. La norma in vigore prevede per l'anticipo un importo di pensione maturato di almeno 2,8 volte l'assegno sociale (1.408 euro), mentre la prima bozza per il 2024 prevedeva che fosse di almeno 3,3 volte l'assegno sociale
- Dovrebbe arrivare anche un nuovo periodo di cassa integrazione straordinaria, fino alla fine del 2024, per le imprese di interesse strategico nazionale in riorganizzazione con più di mille dipendenti
- Quelle con meno dipendenti - che abbiano "in corso piani di riorganizzazione aziendale non ancora completati per la complessità degli stessi" - avranno la possibilità di chiedere, in deroga alle norme in vigore, "un ulteriore periodo di cassa integrazione salariale straordinaria fino al 31 dicembre 2024 al fine di salvaguardare il livello occupazionale e il patrimonio delle competenze dell'azienda"
- Si andrebbe poi verso una stretta ancora più dura sul tax credit per il cinema. Stando alle ultime ipotesi circolate, l'agevolazione sarebbe al 40% ma verrebbe prevista la possibilità di prevedere aliquote diverse o "escludere l'accesso al credito d'imposta" nei confronti delle imprese non indipendenti o imprese non europee. Spunta anche un taglio di 50 milioni al Fondo per il cinema e l'audiovisivo: lo stanziamento massimo passa da 750 a 700 milioni di euro annui
- Un’altra novità che emerge sarebbe un tetto di 50mila euro per i Btp che si potranno escludere dal calcolo dell'Isee