Manovra, più difficile andare in pensione in anticipo

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Dall'anno prossimo ci sarà Quota 104, che richiede almeno 63 anni d'età, anziché 62 come ora, e 41 di contributi. E aumenta il requisito anagrafico anche per l'Ape sociale e Opzione donna. Arriva, poi, la possibilità di riscattare i contributi a rate per chi ha buchi nei versamenti Inps

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Diventa più stretta la strada per tagliare in anticipo il traguardo della pensione.  Con la manovra arriva infatti un giro di vite sui meccanismi che permettono di lasciare il posto prima dei 67 anni di età, che rimane la regola generale.

Quota 104, penalizzazioni sull'assegno

Da gennaio – secondo la bozza della legge di Bilancio – ci sarà Quota 104, cioè serviranno almeno 63 anni di età e 41 anni di contributi. Un anno in più al lavoro, ma non finisce qui, perché ci saranno penalizzazioni nell’assegno per chi sceglie questa via. Previsto un premio (il bonus Maroni) per chi, pur avendo i requisiti, rimane al suo posto, che però dovrebbe ammontare a poche decine di euro al mese.

Finestre d'uscita più lunghe

Si allungano poi le finestre di uscita una volta chiesta Quota 104, cioè la data di effettiva pensione (sei mesi nel privato, nove per i dipendenti pubblici).

Stretta anche i per lavoratori svantaggiati

Sempre con l’obiettivo di contenere la spesa previdenziale, e rinviando a data da destinarsi riforme radicali, si allunga l’età per utilizzare l’Ape Sociale (ecco com'è ora). Serviranno minimo 63 anni e cinque mesi a chi svolge mestieri usuranti o è invalido o disoccupato, restando fermo il numero di contributi necessari (36 anni, 30 per i disoccupati).

Opzione Donna, un anno in più

Sale, da 60 a 61 anni, l’età per le lavoratrici che vogliono sfruttare Opzione Donna (adesso funziona così), riservata a situazioni di grave disagio, con la possibilità di andare via prima se si hanno figli (un anno in meno per un figlio, due anni dal secondo in poi). 

Riscatto per coprire i buchi

Arriva poi una possibilità in più per chi non ha abbastanza versamenti per andare in pensione, perché – per esempio – è rimasto senza un posto per alcuni periodi. Chi ha iniziato a lavorare dal 1996 potrà infatti pagare i contributi mancanti, coprendo così i buchi accumulati, riscattando a rate fino a un massimo di cinque anni e potendo, così, andare in pensione prima. La misura sembra ricalcare quella per la laurea, ma non è ancora chiaro quanto verrebbe a costare.

Soglia più alta, pensione più lontana

Sempre per chi ha iniziato la carriera nella seconda metà degli Anni Novanta, diventa più difficile andare in pensione a 64 anni d’età e con 20 di contributi: aumenta a circa 1.700 euro (da 1.400) l’assegno minimo che bisogna aver maturato per poter sfruttare l’anticipo.

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