Il “Sì” ha trionfato al referendum per il taglio dei parlamentari, mentre per le regionali il centrosinistra tiene e si riconferma anche in Toscana e Puglia. Nel centrodestra il partito che esce più rafforzato dalla tornata alle urne è Fratelli d’Italia
Alle elezioni del 20 e 21 settembre i cittadini sono stati chiamati a esprimersi al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e, in alcuni territori, per le Regionali, le amministrative e le suppletive. Al referendum ha tronfato il "Sì", mentre per quanto riguarda il rinnovo di presidente e consiglio regionale, il centrosinistra mantiene le sue aree riconfermandosi in Toscana e Puglia (anche se perde le Marche), nel centrodestra il partito che esce più rafforzato dalle urne è Fratelli d'Italia. Questa è l'analisi dei risultati presentata da Youtrend (SPECIALE ELEZIONI).
L'analisi sul referendum
Al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, i "Sì" hanno sfiorato il 70% confermando i precedenti sondaggi. Se si guarda la partecipazione al voto, quella finale ha superato il 53%, ma c'è da fare una distinzione tra le Regioni in cui si è votato anche per il rinnovo di presidente e consiglio che hanno raggiunto il 63,8% contro il 48,2% delle altre. Youtrend segnala che senza la concomitanza tra le due consultazioni elettorali, probabilmente non si sarebbe arrivati al 50%. Per quanto riguarda la distribuzione geografica del voto dalla mappa provinciale del voto al Sì, si nota per esempio, come gli elettori favorevoli al taglio dei parlamentari siano molto più numerosi al Sud, dove in molte province i Sì hanno sfiorato o superato l’80%, rispetto al Centro e al Nord. Una dinamica che ricorderebbe il consenso al Movimento 5 Stelle in occasione delle Politiche del 2018. Il Sì prevale comunque quasi ovunque, da Nord a Sud. Sfumature interessanti si ritroverebbero dentro i singoli comuni come Roma, Milano, Napoli e Torino. In tutte queste città emergerebbero differenze tra centro e periferia, con il No che andrebbe meglio della media soltanto nei quartieri più centrali e benestanti.
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L'analisi del voto alle Regionali
Escludendo la Valle D'Aosta, che ha regole a sé, in base ai risultati delle restanti 6 Regioni i cui cittadini hanno dovuto votare per eleggere un nuovo presidente, si può parlare di pareggio tra centrosinistra e centrodestra. Toscana, Campania e Puglia restano rosse, Veneto, Liguria e Marche vedono prevalere la coalizione di centrodestra. In Veneto il successo di Zaia è stato ampio con la riconferma per il terzo mandato consecutivo che ha sfiorato il 75% dei consensi, mentre la sua lista, da sola, ha ottenuto il 46%. Si è riconfermato anche il governatore uscente della Liguria, Giovanni Toti, con il 56% dei voti. La sua lista "Cambiamo!" è stata la più votata con quasi il 23%. Come le elezioni regionali in Umbria circa un anno fa, anche in Liguria si è rivelato fallimentare l’esperimento di una coalizione pre-elettorale tra Pd e M5s. Al centrodestra è andata anche un'altra "regione rossa", ossia le Marche dove è stato eletto il candidato di FDI Francesco Acquaroli che era stato sconfitto 5 anni fa e questa volta ha vinto sfiorando il 50% e con oltre 10 punti di vantaggio sul candidato di centrosinistra Maurizio Mangialardi. Nel caso delle Marche a ottenere un buon risultato è stata la Lega, che ha superato il 22%, ma il primo partito della Regione è il Pd, con il 25,1%. Riguardo alla Toscana, l'elezione del candidato Pd Eugenio Giani (CHI È) non era scontata, ma alla fine il politico è riuscito a staccare di 8 punti la giovane sfidante leghista Susanna Ceccardi. Youtrend segnala che la vittoria di Giani è così ampia che l’apporto di Italia Viva, circa il 4,5% nella Regione di Matteo Renzi, risulta non essere stato decisivo per l’esito finale. Un altro stravincitore alle elezioni regionali è stato Vincenzo De Luca in Campania con circa il 68% con cui ha distaccato nettamente l’avversario Stefano Caldoro, candidato di un centrodestra. Nella Regione il M5S, con Valeria Ciarambino, non ha oltrepassato il 12% in un territorio che sarebbe tra i più favorevoli per i grillini. In Puglia si è riconfermato Michele Emiliano con oltre 8 punti su Raffaele Fitto, dopo un lungo testa a testa. A favore di Emiliano ci sarebbe stato un finale di campagna elettorale particolarmente riuscito e soprattutto l’elevato numero di liste che lo sostenevano, 15 contro le 5 dell'avversario di centrodestra.
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Le Regionali e l'effetto Coronavirus
A eccezione delle Marche, nella sfida alle elezioni regionali avrebbe avuto un ampio ruolo il cosiddetto “effetto Covid”, con i presidenti uscenti tutti rieletti. Zaia, De Luca e Toti sono stati, nei mesi dall'inizio della pandemia, per i loro cittadini un riferimento importante di cui gli elettori hanno tenuto conto al momento del voto. La prova è il consenso raggiunto dalle loro liste personali che hanno tolto voti ai partiti “tradizionali”, ma rafforzando la coalizione e blindando il risultato. Per quanto riguarda lo stato di salute delle forze politiche si può fare una sola considerazione, ossia che il M5S risulta essere poco competitivo in occasione delle elezioni regionali, dove, sottolinea Youtrend, "il formato elettorale, basato sulle coalizioni e il maggioritario a turno unico che esalta la competizione tra i candidati delle due coalizioni principali, tende a schiacciare i candidati – spesso poco conosciuti, e con l’unica lista in loro supporto – del Movimento".