L'imbarcazione è stata noleggiata nel 2016 da Sos Méditerranée, per i soccorsi nel Mediterraneo con Msf. In giugno è stata 9 giorni a largo con 629 persone a bordo per il veto all'attracco del governo italiano. A novembre il sequestro per smaltimento illecito di rifiuti
Simbolo dello scontro tra Paesi europei sulla gestione della crisi migratoria nel mar Mediterraneo, la nave Aquarius, su cui opera l’Organizzazione non governativa internazionale Sos Méditerranée in collaborazione con Medici senza Frontiere, è stata più volte protagonista di contenziosi giuridici e polemiche politiche che hanno raggiunto il loro apice nel giugno del 2018, quando l’Italia si è rifiutata di aprire i propri porti per accogliere i 629 migranti a bordo, che sono stati infine portati in Spagna. Il 20 novembre 2018 è stata sequestrata nel porto di Marsiglia per smaltimento illecito di rifiuti.
2016: l’inizio dell’attività di salvataggio in mare
Varata nel 1976 per essere utilizzata come nave oceanografica e mezzo di controllo dell'attività di pesca, la nave è stata noleggiata dal febbraio 2016 dall'organizzazione umanitaria Sos Méditerranée per compiere operazioni di ricerca e soccorso (SAR) dei migranti nel mar Mediterraneo. Durante le missioni coordinate dal centro italiano di soccorso di Roma, Aquarius, di stanza in Sicilia, ha pattugliato le acque intorno a Lampedusa e vicino alla costa libica. Nel 2016, la nave aveva già prestato soccorso a più di 10mila persone in mare (GLI OBBLIGHI SUI SALVATAGGI IN MARE).
Giugno 2018: lo scontro europeo e l'accoglienza a Valencia
Nel giugno 2018 la nave è stata coinvolta in una delle vicende più discusse a livello europeo (FOTO). L’imbarcazione, dopo aver recuperato 629 migranti a largo della Libia, tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e sette donne incinte, non ha ricevuto l’autorizzazione da parte del governo italiano all’attracco. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva chiesto a Malta di farsi carico della nave aprendo i propri porti per lo sbarco. Ne è nato un caso diplomatico che ha coinvolto anche Francia e Spagna. Dopo nove giorni in mare, il 17 giugno i migranti sono arrivati al porto di Valencia accolti dal governo spagnolo presieduto da Pedro Sanchez. Nel frattempo, alcuni di loro erano stati trasbordati sulla nave Dattilo della Guardia Costiera italiana che aveva seguito le operazioni.
Agosto 2018: nuovo caso, sbarco a Malta
Ad agosto 2018 un nuovo braccio di ferro che ha coinvolto diversi Paesi europei: 141 migranti, dopo esser stati soccorsi in mare il 10 agosto, sono rimasti a bordo della nave per sei giorni, fino a quando la Aquarius non è sbarcata nel porto di La Valletta, a Malta, ed è stato raggiunto un accordo di smistamento in cinque Stati: Germania, Francia, Lussemburgo, Portogallo e Spagna. “Restiamo molto preoccupati per l'attuale situazione nel Mediterraneo e il futuro dell'azione umanitaria in mare", aveva scritto in quell'occasione Sos Méditerranée.
Il ritiro della bandiera di Gibilterra e di Panama
Fino al 20 agosto 2018 la nave ha battuto bandiera di Gibilterra, che ha deciso però di ritirare la licenza dopo aver chiesto all’ong di abbandonare l’attività di salvataggio in mare. A quel punto l’equipaggio si è rivolto a Panama, che ha concesso la bandiera. Dal momento che risultava già registrata una nave Aquarius, ha modificato il suo nome in Aquarius 2. Il 22 settembre, però, le autorità panamensi hanno informato ufficialmente la Jasmund Shipping, proprietaria della nave, dell'esclusione della stessa dal proprio registro navale su richiesta delle autorità italiane (che hanno negato), avviando il giorno seguente le procedure per la cancellazione dell'Aquarius 2 dal proprio ente di classificazione.
La nave ferma a Marsiglia e il sequestro
Il 25 settembre 2018 nuova odissea, con la Aquarius che ha fatto sbarcare nel porto di Marsiglia 58 migranti, ripartiti tra Francia, Spagna, Portogallo e Germania. La nave è rimasta bloccata da allora nel porto francese per risolvere il grattacapo amministrativo seguito alla decisione di Panama di revocarle la bandiera. Il 20 novembre, poi, è stata posta sotto sequestro per smaltimento illecito di rifiuti: l’accusa della Procura di Catania è di aver scaricato in maniera indifferenziata nei porti italiani rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, accumulati durante le attività di salvataggio in mare. Sono 24 gli indagati a vario titolo, tra cui alcuni membri di Msf.