Migranti, arrivata a Palermo la "nave dei bambini": a bordo 241 minori

Cronaca
Migranti sul ponte della nave Aquarius in una foto d'archivio (Getty)

Più di 600 le persone salvate dalla nave Aquarius di Sos Mediterranee con sette operazioni di soccorso in 36 ore nel Canale di Sicilia. La presidente dell'organizzazione umanitaria in Italia: "Ragazzi con segni di percosse"

È approdata al porto di Palermo la nave Aquarius dell'organizzazione umanitaria Sos Mediterranee, con a bordo 606 migranti soccorsi in questi giorni nel Canale di Sicilia e nelle acque internazionali al largo di Tripoli. Circa un terzo, 241, sono minori. La nave è stata accolta dalla task force coordinata dalla prefettura del capoluogo siciliano. I profughi provengono da Siria, Egitto, Mali, Costa d'Avorio, Guinea Bissau, Sudan, Marocco, Somalia, Eritrea, Senegal, Camerun, Nigeria, Liberia, Etiopia, Algeria, Ghana, Benin, Gambia, Yemen.

Sos Mediterranee: sette operazioni di soccorso in meno di 36 ore

La nave Aquarius ha svolto in meno di 36 ore sette operazioni di soccorso. "Alla Aquarius sono stati chiesti cinque salvataggi e due trasferimenti, prima a Est di Tripoli, poi a Ovest, poi di nuovo a Est", ha spiegato Madeleine Habib, coordinatrice delle attività Search and Rescue di Sos Mediterranee. "Grazie alla professionalità delle squadre dei soccorritori e alle condizioni metereologiche clementi, le operazioni di salvataggio si sono svolte senza problemi. Tutte le persone che si trovavano in serio pericolo su imbarcazioni di fortuna in mare aperto, ora sono al sicuro a bordo della Aquarius", ha concluso Habib.

"Ragazzi con evidenti segni di percosse"

La presidente di Sos Mediterranee Italia, Valeria Calandra, ha commentato la situazione ai microfoni di Sky TG24: "I minori sono tanti perché molte persone affidano i propri figli a chi prende il barcone pur di sapere che sono vivi e fuori dal circolo vizioso delle violenze e delle sevizie". E le prove, spiega Calandra, "le abbiamo viste a bordo oggi: minori con evidenti segni di percosse, un ragazzo con un proiettile nella coscia, donne talmente sotto choc che non hanno detto nemmeno una parola in 48 ore. Tanti bambini che sono inconsapevoli vista l'età, ma hanno uno sguardo tra la paura e l’angoscia per quello che li aspetta".

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