Viene introdotta in un Paese quando si trova in guerra, ma non solo: può entrare in vigore anche in caso di calamità naturali o di tentativi di colpo di stato. Solitamente la sua applicazione comporta la sospensione di alcuni diritti fondamentali e l'amministrazione della giustizia ordinaria passa ai tribunali militari
La legge marziale è quell’insieme di norme che si applicano in un Paese nel caso questo entri in guerra o per altre esigenze eccezionali di ordine pubblico. È in pratica una sorta di ordinamento giuridico separato che prende il posto di quello normalmente vigente. Tra le conseguenze più importanti c’è la sospensione di alcune leggi ordinarie in vigore in uno Stato e il controllo della normale amministrazione della giustizia che passa ai tribunali militari. Il nome, come si può facilmente intuire, deriva da Marte, antico dio della guerra. L'esempio più recente di applicazione della legge marziale riguarda la Corea del Sud, dove il presidente Yoon Suk-yeol ha dichiarato di averla attivata per proteggere il Paese dalle "forze comuniste". Poche ore dopo però il Parlamento - controllato dalle opposizioni - ha approvato all'unanimità lo stop e in seguito il governo l'ha revocata. Negli scorsi anni la legge è scattata anche in Myanmar, dopo l’insorgere di proteste successive al colpo di stato militare che ha destituito Aung San Suu Kyi.
Quando si applica
La legge marziale può essere introdotta quando lo Stato si trova in guerra, ma non solo: altri stati di emergenza possono portare alla sua introduzione, come una catastrofe naturale o un tentativo di rivoluzione, o ancora come reazione ad un colpo di Stato interno.
Cosa prevede la legge marziale
Le norme previste dalla legge marziale sostanzialmente variano di Paese in Paese, ma si possono delineare dei tratti comuni. Solitamente l’entrata in vigore della legge marziale sospende molte delle norme che vigono normalmente in tempo di pace. L’applicazione della legge marziale comporta la sospensione, per motivi di ordine pubblico e di sicurezza nazionale, di alcuni diritti fondamentali, come per esempio quello alla libera circolazione o alla riservatezza. In alcuni Stati, l’entrata in vigore della legge marziale comporta addirittura l’inasprimento delle pene previste per i reati e, talvolta, anche l’applicazione della pena di morte.
Leggi anche
La Birmania prima del golpe nelle foto di Agnese Garrone
I tribunali militari
La legge marziale comporta anche dei cambiamenti molto importanti anche per quanto riguarda la giustizia: solitamente con la sua entrata in vigore i tribunali militari prendono il controllo della normale amministrazione della giustizia, estendendo la loro giurisdizione anche alle materie che, normalmente, spetterebbero alla giurisdizione ordinaria.
I precedenti nella storia
Nel corso della storia la legge marziale è stata applicata frequentemente durante le due guerre mondiali, e riguardava principalmente disertori, renitenti alla leva e spie, con l’istituzione di corti marziali apposite. Più recentemente, l’abbiamo vista in Polonia tra il 1981 e il 1983, quando il governo comunista la istituì nel tentativo di schiacciare l'opposizione guidata dal movimento di Solidarnosc, in Cina durante le proteste di Piazza Tienanmen, nel 1989, e nel 2014 in Thailandia dopo il colpo di stato militare. Nel 2018 la legge marziale è stata introdotta in Ucraina durante le tensioni con la Russia nello stretto di Kerch ed è durata un mese. Poi è stata reintrodotta nel giorno dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022, ed è ancora in vigore. Nel 2020 era stata la volta del Nagorno-Karabakh, l’area contesa tra Azerbaigian e Armenia: la legge marziale è stata introdotta durante il conflitto da entrambi i Paesi.
Vedi anche
Corea del Sud, lo scontro nel Paese tra democrazia e legge marziale
La Corea del Sud
Nella giornata di martedì 3 dicembre 2024 il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha dichiarato la legge marziale d’emergenza, sostenendone la necessità contro le “forze comuniste”. Tuttavia, poche ore dopo il Parlamento – comandato dalle opposizioni – ha approvato all’unanimità lo stop. L’Assemblea nazionale ha quindi votato una risoluzione per chiederne l’abolizione. Anche la maggioranza si è schierata contro questa decisione: Han Dong-hoon, il capo del People Power Party al potere a Seul, l’ha definita "sbagliata". Il governo ha in seguito approvato la revoca. Yoon Suk-yeol, in un discorso trasmesso in diretta televisiva alla nazione, aveva detto di aver attivato la misura “per salvaguardare una Corea del Sud liberale dalle minacce poste dalle forze comuniste della Corea del Nord e per eliminare gli elementi anti-Stato”. In segno di protesta centinaia di persone si erano radunate vicino al Parlamento sudcoreano.
Leggi anche
Corea del Sud, caos legge marziale: possibile voto su impeachment Yoon
Myanmar
In Myanmar la legge marziale è scattata invece nel 2021, dopo l’insorgere di proteste successive al colpo di stato militare che ha destituito Aung San Suu Kyi. Inizialmente limitata alla capitale Rangoon, nel 2023 è stata estesa in 37 comuni, in otto delle 14 regioni e stati del Paese. Undici delle municipalità si trovano nella regione di Sagaing e sette nello stato di Chin, aree nel Nord-Ovest sedi di aspri combattimenti tra l'Esercito e i guerriglieri affiliati alle Forze di Difesa del Popolo (Pdf) e i loro alleati delle milizie delle minoranze etniche. Il numero dei comuni sottoposti a questa misura è andato via via crescendo nel tempo: al momento sono 61.