Corea del Sud, dopo il caos legato alla legge marziale possibile voto su impeachment Yoon

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Sei partiti di opposizione hanno depositato una mozione per la messa in stato d'accusa del presidente: votazione è ritenuta "possibile già entro la fine della settimana". Yoon Suk-yeol aveva dichiarato la legge marziale per poi fare marcia indietro poche ore dopo di fronte alle proteste di piazza e all'opposizione unanime del Parlamento. Maggioranza e opposizioni hanno chiesto dimissioni, i sindacati hanno annunciato lo sciopero generale fino a che non le presenterà. Migliaia di manifestanti a Seul

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Ancora caos in Corea del Sud, con il presidente Yoon Suk-yeol che prima ha dichiarato la legge marziale (COS’È) per poi fare marcia indietro poche ore dopo di fronte alle proteste di piazza e all'opposizione unanime del Parlamento. Oltre che, probabilmente, alle pressioni dell'alleato americano. La Corea del Sud era ripiombata nell'atmosfera sinistra dei militari per le strade quando Yoon, in un sorprendente e inatteso discorso serale alla nazione, aveva proclamato la legge d'emergenza accusando proprio il Parlamento, controllato dalle opposizioni, di simpatizzare con il Nord comunista e di paralizzare volutamente l'azione del governo. Maggioranza e opposizioni hanno chiesto le dimissioni del presidente, mentre i collaboratori di Yoon hanno già offerto le loro: i sindacati hanno annunciato lo sciopero generale fino a che non le presenterà. Chiedono le dimissioni del presidente anche migliaia di dimostranti che sono scesi in strada a Seul: dopo il raduno in piazza Gwanghwamun, gridando slogan e agitando cartelli, in molti si sono diretti verso il palazzo presidenziale. La manifestazione davanti al palazzo si è poi dispersa senza violenza. Presidiato ancora dai manifestanti il Parlamento. E intanto, sei partiti di opposizione hanno deciso di accelerare il passo per la messa in stato d'accusa del presidente e hanno depositato una mozione di impeachment in Parlamento: la sua votazione è ritenuta "possibile già entro la fine della settimana".

La mozione di impeachment

Come riportano i media di Seul, la mozione di impeachment depositata fa aumentare le pressioni su Yoon, tra le spinte a fare un passo indietro volontario e quelle per costringerlo a dimettersi. Mettere sotto accusa il presidente richiede il sostegno di due terzi del Parlamento, 200 sui 300 deputati totali, e poi il supporto di almeno sei giudici della Corte costituzionale. I democratici e gli altri piccoli partiti di opposizione insieme hanno 192 seggi: ma quando il Parlamento ha respinto la legge marziale di Yoon con la votazione unanime dei 190 presenti, circa 10 voti sono arrivati dal People Power Party. Qualora finisse sotto accusa, Yoon verrebbe privato dei suoi poteri fino al responso sul suo destino da parte della Corte costituzionale. La mozione dovrebbe essere messa ai voti già venerdì 6 dicembre, ha riferito il deputato del partito Democratico Kim Yong-min, ma è anche possibile uno slittamento al 7 dicembre.

Le motivazioni

Nella mozione di impeachment presentata dai partiti dell'opposizione si legge che il presidente Yoon Suk-yeol ha violato la Costituzione dichiarando la legge marziale nel tentativo di eludere un'inchiesta nei suoi confronti. Yoon "ha violato gravemente e ampiamente la Costituzione e la legge", si legge nella mozione. E ancora: l'imposizione della legge marziale è stata "motivata non da preoccupazioni per la sicurezza nazionale ma dall'intento di eludere le indagini sulle accuse di rilievo penale che coinvolgono il presidente Yoon e la sua famiglia".

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La richiesta di dimissioni

Da più parti, comunque, è arrivata la richiesta di dimissioni del presidente, con maggioranza e opposizione che hanno trovato un'inedita unità d'intenti. Il People Power Party, al potere in Corea del Sud ma senza una maggioranza in Parlamento, e il partito Democratico, che invece controlla l'Assemblea nazionale con le altre opposizioni, si sono infatti ritrovati uniti nella richiesta di dimissioni del presidente Yoon Suk-yeol. Dopo il voto parlamentare congiunto per bloccare la mossa presidenziale e la successiva dichiarazione di revoca approvata intorno alle 4.30 locali (20.30 di martedì in Italia) durante una riunione di gabinetto, le forze politiche hanno chiesto a Yoon di fare il passo indietro. "La dichiarazione di legge marziale del presidente Yoon Suk-yeol è stata una chiara violazione della Costituzione. Non ha rispettato alcun requisito per dichiararla", ha reso noto il partito Democratico in una nota, aggiungendo che "si è trattato di un grave atto di ribellione e fornisce una base perfetta per il suo impeachment". Anche il People Power Party ha chiesto le dimissioni del presidente, dopo che il suo leader Han Dong-hun ha sollecitato Yoon a spiegare una decisione di cui non era a conoscenza. Ha chiesto anche di licenziare il ministro della Difesa Kim Yong-hyun, ritenuto il suggeritore della improvvida mossa.

La riunione

Kim Yong-hyun si è scusato "per aver causato la pubblica preoccupazione", si è assunto "la responsabilità dei disordini provocati dalla legge marziale di emergenza" e ha offerto le sue dimissioni. Il partito Democratico ha promosso una mozione per metterlo sotto accusa. Il premier sudcoreano Han Duck-soo, dopo le voci secondo cui altri ministri sarebbero pronti a dimettersi, ha chiesto "a tutti i componenti del governo di adempiere ai propri doveri e alle proprie responsabilità per il benessere della nazione e della sua gente". Han Duck-soo e i leader del People Power Party (Han Dong-hoon e Choo Kyung-ho) si sono riuniti presso l'Ufficio presidenziale, probabilmente in un incontro con il presidente Yoon Suk-yeol, per discutere le misure da adottare. 

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Resiste la Borsa di Seul

Intanto, la Borsa di Seul resiste all'impatto dello shock della legge marziale dichiarata nella tarda serata di martedì dal presidente Yoon Suk-yeol e rimossa nella notte dopo circa sei ore: l'indice Kospi ha chiuso cedendo l'1,44%, a 2.464 punti, risollevandosi dal minimo intraday a -2,3%. La tenuta è stata aiutata dalle misure d'emergenza varate dal ministero delle Finanze sulla "liquidità illimitata" per stabilizzare i mercati e dalla Banca centrale (BoK), soprattutto a difesa della valuta. Il won contro il dollaro ha perso circa l'1%, attestandosi a quota 1.410.

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