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"America Contro", Sky TG24 racconta la polarizzazione della società Usa

Mondo

Il programma va in onda dal 9 gennaio ogni seconda domenica del mese alle 19.30, ed è disponibile On Demand e sul nostro sito. Guida il pubblico attraverso una conoscenza più approfondita e dettagliata della società americana e delle profonde spaccature da cui è segnata, in un lungo viaggio che si è concluso a novembre, quando negli Stati Uniti si sono tenute le elezioni di midterm per il rinnovo del Congresso. Domenica 20 novembre l'ultima puntata

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6 gennaio 2021: il mondo assiste sbigottito alle proteste di Capitol Hill. Nel Paese in cui nel 1776 è nata la prima democrazia della storia moderna, la sede del Congresso viene presa d’assalto da manifestanti violenti. Ma è stato davvero un evento così sorprendente? Oppure gli Stati Uniti mostrano da tempo i segni di una pericolosissima frattura sociale e di una spiccata contrapposizione politica? Sky TG24 lo racconta con “America Contro”, un nuovo programma in onda dal 9 gennaio ogni seconda domenica del mese alle 19.30, disponibile On Demand e sul sito skytg24.it. Un ciclo che accompagna il pubblico di Sky TG24 attraverso una conoscenza più approfondita e dettagliata della società Usa e delle profonde spaccature da cui è segnata, in un lungo viaggio che si è concluso a novembre, quando negli Stati Uniti si sono tenute le elezioni di midterm per il rinnovo del Congresso.

Il racconto di "America Contro"

Ideato, curato e condotto da Federico Leoni, “America Contro” spiega le origini e gli effetti dell'estrema polarizzazione politica e sociale in atto negli Usa, un Paese che non era così diviso dai tempi della Guerra di Secessione. Con l’ausilio di grafiche in realtà aumentata d’impatto, reportage dagli Stati Uniti, contributi originali e soprattutto le interviste ad alcuni dei più importanti studiosi, politologi, sociologi e giornalisti internazionali, il programma cerca di capire quali saranno i possibili sviluppi di questo fenomeno, che, secondo alcuni accreditati pensatori e autorevoli testate degli Usa, non esclude nemmeno le ipotesi, per quanto poco concrete, di una nuova Guerra Civile o di una divisione tra Stati Repubblicani e Stati Democratici. 

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La prima puntata

Ospiti della prima puntata sono l’intellettuale e linguista Noam Chomsky e Lorenzo Vidino, Direttore del Program on Extremism della George Washington University. Inoltre un'intervista a Jason Miller, ex portavoce di Donald Trump, realizzata da Marco Congiu, corrispondente dagli Usa per Sky TG24. Al centro del dibattito i principali temi su cui in questo momento gli americani si dividono: dall’aborto al razzismo, il gun control e il diritto di voto, fino al fenomeno della cancel culture.

approfondimento

Chomsky a Sky Tg24: in Usa prodromi di una guerra civile. VIDEO

La seconda puntata

Nel Novecento gli Usa hanno insegnato al mondo il concetto di Politically Correct. Oggi nella società americana il dibattito sulle discriminazioni ruota in toni molto accesi intorno all’ideologia Woke, nata come presa di coscienza e consapevolezza dei problemi sociali legati a razzismo e sessismo, ma che nel tempo ha manifestato anche distorsioni censorie, e la Cancel Culture, quel fenomeno che non solo porta al boicottaggio di personaggi pubblici e aziende, ma spesso guarda al passato, criticando e attaccando statue e simboli storici oggi considerati divisivi o inappropriati. Sono questi i temi al centro della seconda puntata di “America Contro”. Gli ospiti sono il giornalista, scrittore e saggista Michael Wolff e Batya Ungar-Sargon, giornalista e saggista, Deputy Opinion Editor di Newsweek. Inoltre, c’è un reportage dalla Virginia realizzato da Marco Congiu, corrispondente dagli Usa per Sky TG24.

La terza puntata

La guerra in Ucraina sconvolge l’Europa, e negli Stati Uniti diventa un ulteriore pretesto di scontro politico. Gli americani sono piuttosto compatti nel condannare Mosca, ma si dividono sulle conseguenze economiche della crisi. Il caro energia si fa sentire infatti anche negli Stati Uniti e i repubblicani attaccano il presidente Biden soprattutto su questo fronte: invece di chiedere il petrolio a Venezuela e Arabia Saudita, dicono, avrebbe dovuto farlo produrre alle nostre compagnie. Secondo i democratici le aziende americane stanno sfruttando i prezzi alti per fare profitto dopo anni difficili, invece di usare i soldi per investire in un aumento di produzione. Le difficoltà di questi giorni, poi, costituiscono per i conservatori il pretesto perfetto per affondare il piano di Biden sul clima, già in difficoltà. Un pieno di benzina più gravoso è il classico elemento che può pesare nelle scelte degli elettori alle urne, e le elezioni per il parziale rinnovo del Congresso sono il prossimo novembre. Se lo scontro fra democratici e repubblicani non è una novità, un po’ più sorprendente è il fatto che la guerra in Ucraina sia calata come un colpo d’ascia ad approfondire la ferita tra le due anime del partito repubblicano: i più moderati si scagliano contro i trumpiani, rei di aver difeso Putin soprattutto nelle prime fasi della crisi. Il presidente Biden non è riuscito a evitare la guerra nonostante l’ottimo lavoro dell’intelligence americana, ma sembra ora piuttosto padrone della situazione, e con un certo sangue freddo ha evitato finora l’escalation. Ad America Contro, con la Senior Editor del New Statesman Emily Tamkin, il punto su come la guerra in Ucraina sta influendo sulla rissosa politica americana.  

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La quarta puntata

Poco più di due anni fa l’inizio della pandemia ha cambiato il volto del mondo, portando i Paesi ad adottare misure da tempi di guerra, dalla chiusura dei confini ai lockdown. Oggi la fase più acuta sembra alle spalle, il Covid allenta la sua morsa, ma l’impatto del virus, e le conseguenze che ne sono derivate, si faranno sentire a lungo. Soprattutto negli Usa, dove ora la vera malattia da combattere appare essere quella della disinformazione. Negli Stati Uniti le misure di restrizione adottate sono state divisive, le fantasie di complotto hanno trovato terreno fertile per diffondersi a macchia d’olio, e l’infodemia sta pericolosamente intrecciando il suo cammino con la crisi in Ucraina.  Sono questi i temi al centro della quarta puntata di America Contro, con ospiti il giornalista e premio Pulitzer Lawrence Wright – autore, tra gli altri, del libro "L'anno della peste" –, e Allen Frances, professore emerito presso il Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali della Duke University School of Medicine di Durham (Carolina del Nord).

La quinta puntata

L'Oklahoma, a guida repubblicana, lo ha proibito quasi del tutto approvando un disegno di legge che vieta in qualsiasi momento, tranne nei casi che possano salvare la vita di una donna incinta in un'emergenza medica, l’interruzione della gravidanza. L'Assemblea Generale del Maryland, al contrario, ha detto sì ad una misura per facilitarlo, revocando il divieto per infermieri professionisti, ostetriche e assistenti medici, di eseguirlo. Negli Stati Uniti è in corso una silenziosa rivoluzione sul fronte dell’aborto, che sta dividendo il Paese in Stati intenti a rimuovere ogni ostacolo alla sua disponibilità e altri che proteggono la vita, ben più di quello che i precedenti federali hanno permesso finora. Il fronte “pro choice”, tuttavia, appare sempre più in trappola. Non sembra infatti esserci il modo per bloccare la decisione della Corte Suprema - dal 2020 con una schiacciante maggioranza conservatrice (6 a 3) - che a breve potrebbe cancellare il diritto di aborto a livello federale. In settimana, inoltre, la tensione in merito è aumentata a causa della pubblicazione da parte del sito ‘Politico’ del parere preliminare della stessa Corte Suprema: quasi 100 pagine che smontano la sentenza Roe contro Wade, dal 1973 caposaldo del diritto all’aborto negli Usa. È questo il tema al centro della quinta puntata di “America Contro”, con ospite la giurista Mary Ziegler, docente di storia del diritto alla Florida State University, ed autrice, tra gli altri, del libro "Abortion and the Law in America: Roe v. Wade to the Present".

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La sesta puntata

Il presidente Joe Biden aveva annunciato che in ambito di immigrazione le cose sarebbero cambiate dal 23 maggio 2022, con l’eliminazione del famigerato “Titolo 42” di Donald Trump, l’ordinanza che mirava a fermare la diffusione del Covid-19 e che ha consentito alle autorità di espellere celermente i migranti ai confini con gli Stati Uniti. Ma la battaglia legale con i Repubblicani è appena iniziata, tanto che una nuova sentenza emessa da un giudice della Louisiana ha sospeso ogni cambiamento bloccando la riforma avanzata dal presidente. Ancora una volta, dunque, negli Stati Uniti l’immigrazione continua a essere fra gli argomenti più divisivi e nonostante la presa di posizione della Casa Bianca, anche tra i democratici c’è chi non approva. È questo il tema al centro del sesto appuntamento con “America Contro”. Ospite della puntata è lo scrittore Don Winslow, fra gli autori americani contemporanei più rappresentativi.

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La settima puntata

Dopo le recenti sparatorie a Buffalo, Uvalde e Highlind Park si riaccende il dibattito pubblico statunitense sul tema del “gun control”. Un Paese martoriato da stragi di massa sempre più frequenti (una al mese negli ultimi tre mesi) che non riesce a fronteggiare la diffusione dilagante di armi sul territorio. Sono infatti più di 400 milioni le armi presenti sul suolo americano, a fronte di circa 330 milioni di cittadini. A preoccupare è soprattutto la circolazione di fucili d’assalto semi-automatici, armi che sembrano venire incontro alle deliranti esigenze degli stragisti perché funzionali ad aprire il fuoco in luoghi affollati con lo scopo di fare più vittime possibili. Uvalde ha in qualche modo riacceso i riflettori sul tema, spingendo il Congresso a varare un pacchetto di norme bipartisan con lo scopo di limitare la possibilità di acquisto, ma si tratta di misure molto timide, ben lontane da una reale soluzione del problema. È questo il tema al centro del settimo appuntamento con “America Contro”. Ospite della puntata Jennifer Mascia, giornalista della piattaforma di monitoraggio di gun violence TheTrace.org.

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L’ottava puntata

Nel ventunesimo anniversario degli attacchi al World Trade Center, il nuovo appuntamento con “America Contro”, in onda domenica 11 settembre, conduce un’analisi sulle imminenti elezioni di mid-term. In occasione del parziale rinnovo del Congresso i repubblicani si affacciano al voto con la speranza di recuperare più terreno possibile, forti di un dato storico che vede sempre il Presidente in carica ridimensionato nei seggi (con le uniche eccezioni, in anni recenti, del 1998 e del 2002). Il voto riguarda l'intera Camera dei Rappresentanti e circa un terzo del Senato, dove la maggioranza democratica è più esile ma in cui la gran parte dei seggi coinvolti nelle elezioni è tendenzialmente più vicina al centro-sinistra. In questo fragile equilibrio, Biden è tornato competitivo e proverà a tamponare una vittoria repubblicana che fino a qualche mese fa appariva scontata, forte dei successi ottenuti negli ultimi mesi che lo hanno parzialmente riabilitato agli occhi dell’elettorato, su tutti: il calo dei prezzi dei carburanti, l’aumento dell’occupazione e l’uccisione di Al Zawahiri. Lo scenario in cui avverrà lo scontro ha sfumature inedite che sembrano anticipare le elezioni del 2024 e sicuramente richiamano alle presidenziali del 2020, dato che Trump è rimasto saldamente al centro della scena. Nelle ultime settimane, infatti, si è assistito ad un drastico cambio di rotta che ha messo nuovamente al centro del dibattito pubblico il pericolo dei “semi-fascisti trumpiani”, sospinto da una serie di contingenze, come la sentenza sull’aborto emessa dalla Corte Suprema a maggioranza repubblicana, che sembra aver riacceso l’elettorato democratico, specialmente quello più giovane. Le elezioni di midterm dell'8 novembre, quindi, non saranno solo un referendum sul presidente, come spesso accade, ma anche - paradossalmente - sul suo predecessore. La puntata sulle elezioni di midterm ha come ospite Gunner Ramer, Direttore Politico dei Republicans for the Rule of Law.

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La nona puntata

Manca meno di un mese alle elezioni di mid-term previste per l’8 novembre. Nella puntata di domenica 9 ottobre l'ospite d'eccezione è stato lo scrittore e saggista William T. Vollmann, che offre il suo sguardo per comprendere al meglio gli equilibri politici alla vigilia di una sfida cruciale e dagli esiti ancora incerti. Lo scenario più probabile vede i democratici perdere il controllo della Camera mantenendo quello del Senato, un risultato più che accettabile per i Dem, anche alla luce di un dato storico che vede il partito del presidente in carica uscire quasi sempre ridimensionato dalle elezioni di medio termine e visto anche che, fino a pochi mesi fa, i pronostici per Biden apparivano ben più severi. Intanto, il clima è sempre tesissimo, con molti candidati vicini a Donald Trump che corrono su posizioni radicali e scambi d'accuse dai toni molto accesi, sintomo della sempre più evidente polarizzazione che la società statunitense sta attraversando. Sui temi in campagna elettorale democratici giocano la carta della difesa dell’aborto, dopo la sentenza che ha scosso il paese e ridestato un elettorato che pareva assopito. Dall’altro alto ci si aggrappa ad inflazione, immigrazione e lotta alla criminalità, i punti cardine dell'agenda di un Donald Trump sempre più impantanato nei problemi giudiziari, che continua ad arringare le piazze e a flirtare con i complottisti di QAnon.

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La decima puntata

“America Contro” ritorna con un ultimo appuntamento al termine delle elezioni di mid-term, tenutesi lo scorso 8 novembre. I sondaggi annunciavano una valanga rossa, invece l'affermazione dei repubblicani alle elezioni di metà mandato è stata molto più contenuta del previsto. Considerando che, storicamente, queste elezioni avevano sempre punito il presidente in carica, per Biden una sconfitta contenuta assomiglia molto a una vittoria. Sorrisi tra i dem, ma la sua candidatura nel 2024 non è scontata. Biden avrà infatti 82 anni: troppi, dicono in molti. Confermata, invece, la candidatura di Donald Trump, che scende nuovamente in campo nonostante l'establishment repubblicano gli addossi la colpa per l'esito del mid-term. La base conservatrice sembra ancora al suo fianco, ma contro Trump si mobilitano i vertici del partito e alcuni possibili candidati alternativi. In primo piano soprattutto Ron De Santis, governatore della Florida rieletto con una maggioranza molto ampia. Tutto questo sarà al centro dell’ultimo appuntamento dello speciale ideato, curato e condotto da Federico Leoni. La puntata sulle elezioni di mid-term andrà in onda domenica 20 novembre alle 19.30 (e in replica alle 22.30), disponibile On Demand e sul sito skytg24.it.

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Un'apposita sezione sul sito di Sky TG24

I temi trattati in “America Contro” trovano spazio anche sul nostro sito, dov'è presente un’apposita sezione dedicata con approfondimenti e contenuti extra. Inoltre tutte le puntate sono disponibili anche tra i podcast di Sky TG24, fruibili sul sito e sulle principali piattaforme di podcasting.

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