Gaza, Netanyahu: 'Ci sono opportunità di pace, presto fase 2'. Herzog a New York. LIVE
Netanyahu ha riferito che si aprono “opportunità di pace” e che Israele è vicino alla fine della prima fase dell'operazione su Gaza, pronto a passare alla seconda per disarmare Hamas. In conferenza stampa con Merz a Gerusalemme, ha precisato: “Ne discuterò con Trump entro la fine del mese”. Ma sullo Stato palestinese, emergono divergenze: “Lo scopo di uno Stato palestinese è distruggere l'unico e solo Stato ebraico”, ha detto Netanyahu
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Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha riferito che si aprono “opportunità di pace” e che Israele è vicino alla fine della prima fase dell'operazione su Gaza, pronto a passare alla seconda per disarmare Hamas. In conferenza stampa con il cancelliere tedesco Friedrich Merz a Gerusalemme, ha precisato: “Ne discuterò con Trump entro la fine del mese. Otterremo il disarmo di Hamas e smilitarizzeremo Gaza”. Netanyahu ha aggiunto che non lascerà la politica nemmeno in caso di grazia nel suo processo e ha ribadito di essere in "disaccordo" con il cancelliere tedesco sulla creazione di uno Stato palestinese. "L'obiettivo di istituire uno Stato palestinese è distruggere lo Stato ebraico", ha detto Netanyahu, rilanciato dai media israeliani, "avevano uno Stato e hanno cercato di distruggere Israele da esso". "Un accordo di pace è stato formulato grazie a Trump e dobbiamo attuare la seconda fase del piano di pace. Una pace duratura è possibile", ha detto Merz.
Stati Uniti, Israele e Qatar terranno un incontro trilaterale a New York per ricostruire le relazioni dopo il fallito attacco israeliano a Doha, hanno detto ad Axios due fonti a conoscenza dei dettagli.
Gli approfondimenti:
- Piano di pace per Gaza: il testo integrale dell'accordo
- Da Oslo a Sharm el Sheik, i piani di pace degli ultimi decenni
- Chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas
- Dagli ostaggi rilasciati alle vittime, i numeri della guerra
- Quali Paesi riconoscono lo Stato palestinese e quali sono contrari. LA MAPPA
- Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
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Hamas: pronti a discutere congelamento o deposito per armi
Hamas si dice pronto a discutere di "congelare o immagazzinare" il suo arsenale di armi come parte del cessate il fuoco con Israele, afferma un alto funzionario, proponendo una possibile formula per risolvere una delle questioni più spinose dell'accordo mediato dagli Stati Uniti. Lo scrive Times of Israel Bassem Naim, membro dell'ufficio politico di Hamas, parla mentre le parti si preparano a passare alla seconda e più complessa fase dell'accordo. "Siamo aperti ad adottare un approccio globale per evitare ulteriori escalation o ulteriori scontri o esplosioni", ha dichiarato Naim all'Associated Press nella capitale del Qatar, Doha.
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025.
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Vai al contenutoIsraele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni
Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.
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Vai al contenutoStriscia di Gaza, le foto di un matrimonio di massa tra le macerie
Donne in abito tradizionale e uomini con un completo elegante: così 54 coppie sono convolate a nozze a Khan Younis, tra le macerie della Striscia. Un timido segnale di normalità in uno scenario di guerra e devastazione.. "Nonostante tutto ciò che è accaduto, inizieremo una nuova vita", ha detto uno di loro. Centinaia le persone che hanno assistito alla cerimonia.
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Vai al contenutoDagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza
Il giorno dopo la firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori hanno lavorato alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile. Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?
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Vai al contenutoGaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas
Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?
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Vai al contenutoMertz incontra Netanyahu, fase due della pace più difficile. VIDEO
Mertz incontra Netanyahu, fase due della pace più difficile | Video Sky - Sky TG24
Vai al contenutoMedia: a New York trilaterale Usa-Israele-Qatar
Stati Uniti, Israele e Qatar terranno un incontro trilaterale a New York per ricostruire le relazioni dopo il fallito attacco israeliano a Doha, hanno detto ad Axios due fonti a conoscenza dei dettagli. Questo e' l'incontro di piu' alto livello tra i due Paesi dopo l'accordo per porre fine alla guerra a Gaza, per il quale il Qatar ha svolto un ruolo chiave come mediatore. Si svolge mentre l'amministrazione Trump si prepara ad annunciare che il processo di pace a Gaza sta entrando in una nuova fase. Il capo dello spionaggio del Mossad, David Barnea, rappresentera' Israele e partecipera' anche un alto funzionario del Qatar, secondo due fonti a conoscenza della questione.Netanyahu ha già dichiarato che, in questo contesto, intende sollevare le questioni relative al sostegno del Qatar alla Fratellanza Musulmana, all'ostilità verso Israele nelle trasmissioni di Al Jazeera (finanziata dal Qatar) e al presunto sostegno del Qatar ai sentimenti anti-israeliani nei campus universitari statunitensi. Ciononostante, è probabile che l'incontro trilaterale si concentrerà in gran parte sull'attuazione dell'accordo di pace di Gaza, in particolare sul disarmo di Hamas e su altre questioni delicate nella transizione alla seconda fase dell'accordo.
Axios: "Incontro a fra Usa, Qatar e Israele a New York"
Stati Uniti, Qatar e Israele si stanno incontrando a New York per cercare di ricostruire i rapporti dopo il raid israeliano a Doha. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali l'inviato Steve Witkoff sta ospitando l'incontro, al quale partecipano il capo del Mossad David Barnea e un funzionario del Qatar.
Capo Idf: "Linea gialla nuovo confine, pronti a guerra a sorpresa"
"La Linea Gialla" a Gaza "e' un nuovo confine: una linea di difesa avanzata per le comunita' e una linea di attacco". Lo ha detto il Capo di Stato Maggiore delle IDF, Herzi Halevi, secondo i media israeliani. "Le IDF si stanno preparando per uno scenario di guerra a sorpresa, questo e' uno dei pilastri del piano pluriennale". Halevi, riportano i media israeliani, ha condotto un sopralluogo e una valutazione della situazione nella Striscia di Gaza, insieme al Capo del comando meridionale, Yaniv Ashur, e ad altri comandanti, e ha dichiarato ai soldati della riserva che "stiamo lavorando per rimuovere le minacce in tutti gli ambiti". La fase due dell'accordo di cessate il fuoco prevede il ritiro delle IDF dalla Linea Gialla a Gaza.
Axios: "Usa preparano vertice fra al-Sisi e Netanyahu"
La Casa Bianca e' pronta a mediare un vertice tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che non si parlano da prima della guerra di Gaza, Lo scrive in esclusiva Axios citando un funzionario statunitense e una fonte israeliana informata. Ma prima, secondo i funzionari statunitensi, Netanyahu deve approvare un accordo strategico sul gas con l'Egitto e adottare altre misure per convincere Sisi a incontrarsi. Gli Stati Uniti stanno cercando di disgelare le relazioni tra Israele e i paesi arabi attraverso la diplomazia economica. "Si tratta di una grande opportunita' per Israele. La vendita di gas all'Egitto creera' interdipendenza, avvicinera' i due Paesi, creera' una pace piu' pacifica e impedira' la guerra", ha dichiarato un funzionario statunitense ad Axios. Gli Stati Uniti stanno prendendo in considerazione iniziative simili incentrate sugli incentivi economici in settori come la tecnologia e l'energia tra Israele e paesi arabi come Libano, Siria e Arabia Saudita. L'obiettivo e' quello di far uscire Israele dal tunnel diplomaticamente, stabilire un nuovo modello di interazione tra Israele e il mondo arabo e rimettere in carreggiata gli Accordi di Abramo. In recenti conversazioni, Jared Kushner, consigliere e genero del presidente Trump, ha detto a Netanyahu che dopo la guerra Israele deve dimostrare ai paesi della regione di avere molto di piu' da offrire di un semplice programma negativo.
Funzionario Hamas: "Pronti a 'congelare' arsenale a Gaza"
L'alto funzionario di Hamas, Bassem Naim, ha dichiarato in un'intervista all'agenzia di stampa AP che l'organizzazione e' pronta a discutere il "congelamento o lo stoccaggio" del suo arsenale di armi. Lo riportano i media israeliani. Al vertice di Doha, a Naim e' stato chiesto se l'attacco del 7 ottobre fosse stato un errore, l'esponente di Hamas ha affermato che "si e' trattato di un'azione difensiva". Ha aggiunto che Hamas mantiene "il diritto di resistere", ma ha chiarito che l'organizzazione sarebbe pronta a deporre le armi come parte di un processo che porti alla creazione di uno Stato palestinese.
Idf: "Rete segreta di cambio valute gestita da Hamas nel cuore della Turchia"
L'esercito israeliano e il servizio di sicurezza Shin Bet hanno scoperto una "rete segreta di cambio valute gestita da Hamas nel cuore della Turchia" che opera "sotto la direzione iraniana" ed è composta da cittadini di Gaza residenti in Turchia, che "sfruttano l'infrastruttura finanziaria del Paese per scopi terroristici". A dichiararlo è stato il portavoce per l'arabo delle IDF, Avichay Adraee, secondo il quale "i cambiavalute di Gaza operano in piena collaborazione con il regime iraniano, trasferendo centinaia di milioni di dollari direttamente all'organizzazione terroristica Hamas e ai suoi vertici". A riferirne è il quotidiano israeliano 'Ha'aretz'.
Il Sottosegretario Tripodi all'apertura del Doha Forum
Il Sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Maria Tripodi, ha partecipato su delega del ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, all'apertura del Doha Forum, piattaforma globale fondata nel 2000 per rafforzare il dialogo sulle maggiori sfide internazionali. Lo si selle in un comunicato della Farnesina. Ad arricchire l'edizione del Forum 2025, si apprende dalla nota, anche "una sessione speciale dedicata al dialogo Italia-Qatar nel corso della quale Tripodi è intervenuta per riaffermare l'impegno dell'Italia a favore della stabilità internazionale e il ruolo chiave della diplomazia". "Di fronte ai conflitti in corso a Gaza e in Ucraina, 'giustizia' significa proteggere i civili, tutelare il diritto internazionale, ristabilire sicurezza e promuovere soluzioni politiche sostenibili", ha dichiarato Tripodi. Il Sottosegretario ha inoltre sottolineato l'impegno italiano per la ricostruzione di Gaza, ricordando lo stanziamento di 60 milioni di euro per settori chiave come la sanità, la sicurezza, le infrastrutture, l'assistenza alimentare e il rafforzamento delle istituzioni, oltre alla disponibilità a condividere l'esperienza italiana nella formazione della polizia palestinese. Tripodi ha poi approfondito i principali dossier internazionali e bilaterali con il ministro di Stato agli Affari Esteri Al-Khulaifi, con il quale è emerso allineamento sulle questioni regionali e il riconoscimento del ruolo di Doha nei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. La missione si è svolta infatti nel quadro del rafforzamento delle relazioni politiche, economiche e culturali tra Italia e Qatar, partner strategico per la sicurezza energetica italiana e protagonista di un interscambio commerciale che nei primi otto mesi del 2025 ha raggiunto i 3,1 miliardi di euro. Nell'incontro con la sceicca Al-Mayassa, presidente di Qatar Museums, Tripodi ha discusso le prospettive della cooperazione culturale, a partire dalla Dichiarazione d'intenti firmata a Roma nell'ottobre 2024. Sono stati infine affrontati temi quali l'Anno della Cultura Qatar-Italia 2028, l'avvio dei corsi di italiano presso la Acs International School, la collaborazione universitaria e i progressi della Missione archeologica italiana ad Al Zubarah.
Capo Idf: "La Linea Gialla a Gaza è il nuovo confine"
Il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano, Eyal Zamir, in visita nella Striscia di Gaza ha dichiarato che la Linea Gialla che segna il punto oltre il quale si è ritirato l'Idf "è un nuovo confine: una linea di difesa avanzata e una linea di attacco". "Non dobbiamo abbassare la guardia. Dobbiamo essere preparati in tutti gli ambiti e mantenere prontezza e attenzione. L'Idf si sta preparando per scenari di attacco a sorpresa: questo è uno dei pilastri del prossimo piano pluriennale", ha detto Zamir. Il piano Trump per Gaza prevede che l'Idf si ritiri ulteriormente dalla Linea Gialla verso il confine israeliano, in parallelo con il disarmo di Hamas.
Politico: "Da Russia a Venezuela, sono 5 i consiglieri di Trump"
Un ristretto numero di cinque consiglieri guida la politica estera dell'era Donald Trump: dalla Russia alla guerra a Gaza passando per il possibile attacco al Venezuela, il club ristretto di occupa di tutti i dossier aperti, riservando un accesso illimitato al presidente e la possibilità di decidere con velocità. I cinque su cui Trump fa affidamento - riporta Politico - sono l'inviato Steve Witkoff, il segretario di Stato Marco Rubio, il vicepresidente JD Vance, il capo dello staff Susie Wiles e il capo del Pentagono Pete Hegseth. Su richiesta di Witkoff al gruppo si è aggiunto Jared Kushner, chiamato per le trattative di pace a Gaza e rimasto per quelle in corso per l'Ucraina. All'interno del ristretto gruppo non ci sono gerarchie, se non il fatto che il capo è Trump.
Scala, protesta piazza: "Non siamo complici genocidio Palestina"
Flash-mob di protesta del centro sociale del Cantiere in occasione della Prima della Scala a Milano. Tra i bersagli dell'intervento la premier Giorgia Meloni, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e lo sviluppatore immobiliare Manfredi Catella. Un militante, davanti un piccolo palcoscenico di fortuna sui cui campeggia uno striscione con la scritta 'Il teatro delle complicita'', ha detto "Non vogliamo essere complici di un genocidio e non vogliamo un sindaco che dice 'Palestina libera' e poi il Comune continua a incassare soldi da Israele". Un passaggio dell'intervento e' stato dedicato anche a Ramy Elgaml, il 19enne morto in seguito a un incidente stradale dopo un inseguimento stradale con i carabinieri. L'assegnazione dell'Ambrogino d'oro, la benemerenza civica, al Nucleo radiomobile dell'Arma di Milano, "e' un'onorificenza che ci ricorda che le forze polizia possono uccidere in questa citta' perche' non tutti i milanesi contano". Da alcune casse sono stati diffusi i suoni di bombardamenti e di colpi di mitragliatrice.
Qatar: "I contatti con Hamas pagano"
I contatti con Hamas nell'ambito della mediazione tra il gruppo e Israele 'pagano'. E' il senso del discorso fatto dal premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman, nel corso del suo intervento al Doha Forum. "Ora abbiamo visto che questa comunicazione ha portato alla cessazione delle ostilità, al rilascio degli ostaggi e all'attenuazione delle sofferenze della popolazione locale", ha detto il primo ministro dell'emirato che ospita la leadership di Hamas da 13 anni. Poi al Thani ha smentito le accuse secondo cui dal suo Paese sarebbero arrivati finanziamenti al gruppo: "Gli aiuti e i finanziamenti che sostengono essere arrivati ad Hamas sono andati al popolo di Gaza sulla base di un processo molto trasparente".
Axios: "Usa lavorano a possibile summit Netanyahu-al-Sisi"
Un summit tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. E' pronta alla mediazione per organizzarlo la Casa Bianca dopo mesi di assenza di contatti tra i due leader, che non si parlano da prima dell'inizio delle operazioni militari israeliane su vasta scala nella Striscia di Gaza in risposta all'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Lo rivela Axios che cita un funzionario Usa e una fonte israeliana. Secondo funzionari Usa, Netanyahu dovrà prima dare luce verde a un accordo sul gas naturale con l'Egitto e muoversi su altre misure per convincere al-Sisi al faccia a faccia. Non si vedono in pubblico dal 2017, ma si sono incontrati in segreto nel 2018, ricorda Axios che sottolinea come nonostante Netanyahu abbia detto a Jared Kushner, genero di Donald Trump, di voler vedere al-Sisi, in realtà non ci sia un impegno concreto da parte del premier e come anche il leader egiziano resti scettico.
Scala, in piazza la protesta di proPal e lavoratori spettacolo
"I giudici hanno detto che è illegittimo il licenziamento della maschera che alla Scala ha gridato 'Palestina libera' e quindi urliamo insieme al teatro 'Palestina libera!'": in piazza Scala a Milano come ogni 7 dicembre vanno in scena le proteste in occasione dell'inaugurazione della stagione lirica del teatro.Da un lato è in corso il presidio per il mondo dello spettacolo organizzato dalla Cgil, dall'altro ci sono manifestanti di Cub e proPal insieme. All'altoparlante, in collegamento telefonico, è intervenuto anche Mohammad Hannoun, presidente dell'associazione palestinesi d'Italia, che ha ricevuto un foglio di via di un anno da Milano. "Noi e per sempre siamo antisionisti, non antisemiti, e perseveremo. Vi dico di continuare con la vostra mobilitazione e i vostri cortei. Continueremo per denunciare Israele e coloro che lo sostengono per una Palestina libera".
Fassino: "Negare lo Stato palestinese allontana la pace"
"Negare ai palestinesi la possibilità di avere una propria patria, come ha dichiarato ancora oggi il premier Netanyahu, è un grave errore che non potrà che suscitare nuovi conflitti e offrire ad Hamas e all'estremismo islamico la possibilità di utilizzare il legittimo irredentismo palestinese per rilanciare la lotta contro l'esistenza di Israele". Lo dichiara Piero Fassino, presidente del Comitato Medio Oriente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e deputato del Pd. "Un conto - aggiunge Fassino - è chiedere l'indispensabile disarmo di Hamas e la cessazione di ogni sua attività, cosa del tutto diversa è rifiutare l'esistenza di uno Stato palestinese, quando l'unica soluzione per una pace duratura è la coesistenza e convivenza di due Stati per due popoli". "Nessuno ignora che il terribile massacro del 7 ottobre e la feroce guerra di Gaza abbiano allontanato la prospettiva di due Stati, ma non è negandola che si avrà una pace sicura, ma solo ricostruendo le condizioni di fiducia indispensabili per realizzare l'unica soluzione che eviti il ripetersi di altre tragedie", conclude.
Merz: "Al momento non c'è motivo al momento di discutere di visita di Netanyahu"
"Non c'è motivo al momento di discutere" di un invito al premier israeliano Benjamin Netanyahu a venire in visita in Germania. A dichiararlo, parlando al fianco del capo del governo israeliano, è stato il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, in visita in Israele. A Merz è stato chiesto se avesse ricambiato l'invito a Netanyahu - nei confronti del quale la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto valido anche in Germania - come di consueto durante le visite di Stato. "Se il tempo lo permetterà, potrei fare un invito del genere, ma non è un tema che preoccupa nessuno di noi due in questo momento", ha affermato Merz, insistendo sul fatto che non c'è "al momento motivo di discuterne". Netanyahu ha subito sottolineato che sarebbe stato lieto di recarsi in visita Germania.
Merz: "Riconoscimento Stato palestinese? Non in un prossimo futuro"
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato oggi di non vedere la possibilità che in un futuro prevedibile si materializzino le condizioni necessarie affinché la Germania riconosca uno Stato palestinese. Dopo un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Merz - in visita in Israele - ha affermato che la priorità è attuare passo dopo passo l'attuale piano di pace. "Nessuno sa oggi quale sarà l'esito finale. Ed è per questo che, a differenza di altri paesi europei, il governo si è astenuto dal riconoscere prematuramente uno Stato palestinese. Né lo faremo nel prossimo futuro", ha dichiarato Merz, per il quale "ad oggi, questo Stato manca di tutti i requisiti per essere considerato indipendente".
Merz: "Dopo 7 ottobre al fianco di Israele, no passi verso annessione Cisgiordania”
"Dopo il 7 ottobre, la Germania si è schierata ancora una volta fermamente e chiaramente dalla parte di Israele. Abbiamo pianto insieme le vittime e abbiamo temuto per gli ostaggi, tra cui molti cittadini tedeschi". A dichiararlo, parlando al fianco del premier israeliano Benjamin Netanyahu, è stato il cancelliere tedesco Friedrich Merz, in visita in Israele. "Israele ha il diritto e il dovere di proteggere i suoi cittadini e la sua esistenza", ha affermato il cancelliere tedesco. "Siamo stati al fianco di Israele, anche quando molti si sono allontanati durante la guerra di Gaza", ha ribadito. Ma la condotta israeliana della guerra "ha anche posto la Germania di fronte a un certo dilemma", ha affermato Merz, citato da 'Ha'aretz': la Germania deve "difendere la sicurezza di Israele, la dignità umana e la giustizia. Come paese in guerra, come stato di diritto democratico, Israele deve anche essere valutato a fronte del diritto internazionale". Merz ha aggiunto che "il governo tedesco fornisce aiuti all'Autorità Nazionale Palestinese. Questo può essere criticato, ma soprattutto ora, quando ci sono segnali di riforma, devono essere forniti. Non devono esserci passi verso l'annessione" della Cisgiordania, siano essi formali, strutturali o di altro tipo, che equivalgano a un'annessione".
Media: "Usa puntano a vertice fra Sisi e Netanyahu"
Gli Stati Uniti puntano a un vertice fra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali Netanyahu deve però prima approvare un accordo strategico per il gas con l'Egitto e adottare altre misure per convincere Sisi ad incontrarsi. "Questa è un'opportunità per Israele. Vendere gas all'Egitto creerà interdipendenza, avvicinerà i due paesi e impedirà la guerra", ha detto un funzionario americano ad Axios. Gli Stati Uniti stanno valutando iniziative simili concentrate su incentivi economici in settori come la tecnologia e l'energia fra Israele quali Libano, Siria e Arabia Saudita.
Netanyahu: "Vedrò Trump entro la fine del mese"
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu incontrera' il presidente degli Stati Uniti Donald Trump "entro la fine del mese" per discutere di pace in Medio Oriente. Lo ha annunciato lo stesso Netanyahu. Il suo ufficio ha dichiarato che e' stato invitato alla Casa Bianca dopo una telefonata con Trump lunedi'.
Merz, 'la pace è possibile, attuare la fase 2 del piano Trump'
"Un accordo di pace è stato formulato grazie a Trump e dobbiamo attuare la seconda fase del piano di pace. Una pace duratura è possibile: lo Stato palestinese e la soluzione dei due Stati possono essere attuati solo attraverso i negoziati". Lo ha detto il cancelliere tedesco Friedrich Merz in conferenza stampa con il premier israeliano Benyamin Netanyahu a Gerusalemme, ripresa dai media. "Hamas non può avere alcun ruolo a Gaza. Non può rappresentare una minaccia per Israele", ha ribadito.
A Gaza e in Cisgiordania torna la paura tra i cristiani
Mentre la tregua nella Striscia è sempre più fragile, torna la paura anche nella parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza. Da diversi giorni il parroco argentino, Gabriel Romanelli, pubblica testimonianze dall'interno della chiesa dove si sentono esplosioni durante le celebrazioni. Ieri in particolare un'esplosione seguita da un fortissimo boato ad appena 200 metri dalla Sacra Famiglia, ha fatto rompere i vetri delle finestre della chiesetta procurando angoscia e paura. In questi giorni, dopo due anni di pesanti combattimenti, la parrocchia si stava dedicando a un minimo di ritorno ai preparativi natalizi con l'allestimento del presepe e le luci. L'atmosfera sembra però rapidamente cambiata mentre anche in Cisgiordania la situazione rimane molto tesa. Dopo che anche nel villaggio cristiano di Taybeh si era tornati ad allestire l'albero e le luminarie con l'inaugurazione della piccola manifestazione "Notti di Natale" della chiesa latina, nella notte tra il 4 e il 5 dicembre il villaggio cristiano è stato di nuovo oggetto di pesanti attacchi da parte dei coloni. In particolare sono state incendiate due auto di una famiglia di parrocchiani ed è stato imbrattato un edificio con una scritta minacciosa. "Ho fatto subito visita a casa della famiglia colpita dall'attacco", ha detto a Vatican news padre Bashar Fawadleh, parroco di Taybeh, "non ci sentiamo al sicuro, ma continuiamo la nostra vita".
Netanyahu, se mi concederanno la grazia non mi dimetterò
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato in conferenza stampa con il cancelliere tedesco Friedrich Merz che non lascerà la politica se il presidente Isaac Herzog gli concederà la grazia per porre fine al suo processo per corruzione. Lo riportano i media israeliani.
Netanyahu, 'Stato palestinese vuole distruggerci, non ci sarà'
Non creeremo uno Stato palestinese alle nostre porte che si impegnerà a distruggerci". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in conferenza stampa con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. "Abbiamo un punto di vista diverso, ovviamente, perché lo scopo di uno Stato palestinese è distruggere l'unico e solo Stato ebraico", ha detto Netanyahu, citato dai media israeliani. "A Gaza avevano già uno Stato, uno Stato di fatto, e lo hanno usato per cercare di distruggere l'unico Stato ebraico. Crediamo che ci sia una strada per promuovere una pace più ampia con gli Stati arabi, e anche una strada per stabilire una pace praticabile con i nostri vicini palestinesi, ma non creeremo uno Stato alle nostre porte che si impegnerà a distruggerci".
Netanyahu, 'ci sono opportunità di pace, presto la fase 2'
"Ci sono opportunità di pace. L'asse iraniano è stato duramente colpito, ne discuterò con Trump entro la fine del mese e porremo fine al ruolo di Hamas a Gaza. Siamo quasi alla fine della prima fase e prevediamo di passare presto alla seconda. Otterremo il disarmo di Hamas e smilitarizzeremo Gaza". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu, citato dai media israeliani, in conferenza stampa con il cancelliere tedesco Friedrich Merz a Gerusalemme.
Netanyahu: "La fase 3 sarà deradicalizzare Gaza"
La fase 3 del piano di pace per il Medio Oriente consisterà nel "deradicalizzare" Gaza. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco, Friedrich Merz. "E' qualcosa che si pensava impossibile ma è stato fatto in Germania", ha detto Netanyahu indicando Merz, "è stato fatto in Giappone, è stato fatto negli Stati del Golfo, può essere fatto anche a Gaza". "La cosa importante è che Hamas venga smembrata", ha detto ancora Netanyahu.
Merz: "Applicare fase due del piano, una pace duratura è possibile"
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, in conferenza stampa congiunta a Gerusalemme con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha sottolineato la necessità di "mettere in pratica la fase due del piano di pace formulato grazie a Trump". "Hamas non può avere un ruolo a Gaza, non può porre una minaccia per Israele", ha aggiunto Merz rilanciato da Ynet, "una pace duratura è possibile, lo Stato palestinese e una soluzone a due Stati puo' essere raggiunta solo tramite negoziati". Merz ha ribadito "il diritto e dovere di Israele a difendere la sua esistenza". "Al memoriale di Yad Vashem la responsabilità della Germania diventa tangibile e quindi saremo sempre al fianco della sicurezza di Israele e del suo diritto a esistere", ha aggiunto Merz, "questo è al fondamento delle nostre relazioni oggi e per sempre. Dopo l'attacco terroristico portato avanti da Hamas il 7 ottobre la Germania è stata a fianco di Israele. Abbiamo pianto insieme e condiviso preoccupazione per il destino degli ostaggi". "Israele ha il diritto e il dovere di difendere i suoi cittadini e la sua esistenza contro coloro che negano lo Stato ebraico e democratico e il suo diritto a esistere", ha concluso il cancelliere.
Netanyahu: "In disaccordo con Merz sullo Stato palestinese"
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in una conferenza stampa congiunta con Friedrich Merz, ha affermato di essere in "disaccordo" con il cancelliere tedesco sulla creazione di uno Stato palestinese. "L'obiettivo di istituire uno Stato palestinese è distruggere lo Stato ebraico", ha detto Netanyahu, rilanciato dai media israeliani, "avevano uno Stato e hanno cercato di distruggere Israele da esso".
Concluso l'incontro tra Netanyahu e Merz
Si è concluso l'incontro tra il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, in visita di Stato in Israele. Lo riferisce la stampa israeliana. Dopo il faccia a faccia tra i due leader, il vertice è stato allargato al ministro della Difesa israeliano Gideon Sa'ar, al ministro degli Esteri Israel Katz, al Consigliere per la Sicurezza Nazionale ad interim Gil Reich, al direttore generale del ministero della Difesa Amir Baram e agli ambasciatori delle due nazioni. E' ora in corso la conferenza stampa di Netanyahu e Merz.
Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni
Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.
Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni
Vai al contenutoMerz visita il memoriale di Yad Vashem, poi vedrà Netanyahu
Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha ribadito il sostegno di Berlino a Israele durante una visita al memoriale dell'Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme, alla quale seguiranno ora colloqui con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Merz è arrivato ieri in Israele per la sua prima visita ufficiale nel Paese, i cui solidi legami con Berlino sono stati scossi dalla guerra di Gaza. Merz ha infatti criticato più volte il costo pagato dai civili palestinesi nelle operazioni di Tel Aviv contro Hamas. Durante la visita a Yad Vashem, Merz ha affermato che "la Germania deve difendere l'esistenza e la sicurezza di Israele", dopo aver riconosciuto la "responsabilità storica duratura" del suo Paese per gli stermini di ebrei compiuti dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Due palestinesi uccisi dall'Idf ieri a Hebron in Cisgiordania
Due palestinesi sono stati uccisi ieri sera a colpi d'arma da fuoco dai soldati israeliani a Hebron, in Cisgiordania. L'Idf aveva inizialmente affermato di aver "eliminato due terroristi" che in auto "avevano accelerato verso i soldati a un posto di blocco a Hebron", ma poi avrebbe precisato che uno dei due, Ziad Naim Abu Dawud, era un passante. Testimoni hanno riferito all'agenzia palestinese Wafa che l'uomo, 55 anni, era un netturbino che stava svolgendo il suo lavoro quando è stato raggiunto dagli spari.
Famiglie ostaggi: "Hamas usa l'ultimo rapito come merce di scambio"
"Il ritorno finora di 27 ostaggi deceduti dimostra inequivocabilmente ciò che abbiamo sempre detto: Hamas conosce la posizione di ogni ostaggio e sta usando queste informazioni come merce di scambio per ingannare il mondo intero. Hamas si è impegnata a restituire tutti, e il governo israeliano e i mediatori devono esigere che rispettino pienamente questo impegno". Lo scrive in una nota il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani in merito all'ultimo rapito deceduto ancora a Gaza, l'agente di polizia Ran Gvili. "Non possiamo procedere alla fase successiva" dell'accordo di cessate il fuoco "prima che Ran Gvili torni a casa", ribadisce il Forum. "Ricordiamo al primo ministro: il successo di questo accordo sarà misurato dal ritorno di tutti gli ostaggi".
Merz allo Yad Vashem: "La Germania deve difendere Israele"
"Manterremo viva la memoria del terribile crimine della Shoah commesso dai tedeschi contro il popolo ebraico". Lo ha scritto sul libro degli ospiti dello Yad Vashem il cancelliere tedesco Friedrich Merz, in visita in Israele, citato dalla Dpa. "Qui, allo Yad Vashem, si può percepire la duratura responsabilità storica della Germania: la Germania deve difendere l'esistenza e la sicurezza di Israele. Questo è un elemento fondamentale e inalterabile delle nostre relazioni, per sempre", ha aggiunto il cancelliere che, dopo la visita al memoriale dell'Olocausto di Gerusalemme incontrerà, il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
Al Jazeera: "Bambino ferito dal fuoco israeliano a Gaza City"
Un bambino è stato ferito dal fuoco dell'esercito israeliano fuori dalla linea gialla nel quartiere di al-Tuffah, a Gaza City. Lo scrive Al Jazeera citando una fonte dell'ospedale battista di Gaza.
Media: "Netanyahu ha incontrato Blair sul dopoguerra a Gaza"
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha tenuto circa una settimana fa un incontro non pubblicizzato con l'ex premier britannico Tony Blair per discutere i piani dell'amministrazione Trump per la gestione postbellica di Gaza. Lo scrive il Times of Israel da una fonte vicina alla vicenda. Blair ha lavorato a stretto contatto con Jared Kushner, genero e collaboratore di Trump, per promuovere l'organismo di governo palestinese di transizione che amministrerà la Striscia al posto di Hamas. La fonte smentisce categoricamente un rapporto dell'emittente pubblica israeliana Kan secondo cui Blair avrebbe sfruttato l'incontro per presentare un piano che consentisse il graduale ritorno dell'Autorità Nazionale Palestinese a Gaza.
Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo
La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.
Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo
Vai al contenutoTribunale cancella udienza di Netanyahu prevista per domani
La corte distrettuale di Gerusalemme ha accettato la richiesta di cancellare la testimonianza del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, prevista per domani. Netanyahu, sotto processo per corruzione, aveva chiesto di non comparire in tribunale a causa della convocazione di un vertice diplomatico di "emergenza".
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025.
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
Vai al contenutoCosa non sta funzionando del Piano Trump per Gaza
Il quadro complessivo risulta molto differente da quello che era stato ipotizzato dal documento in 20 punti presentato dal presidente degli Usa.
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Vai al contenutoA Gaza si cerca corpo Gvili, ultimo ostaggio da restituire
Hamas e la Croce Rossa avvieranno oggi a Città di Gaza, nel quartiere di Zeitoun, le ricerche del corpo del sergente maggiore Ran Gvili, l'ultimo ostaggio israeliano ucciso il cui corpo non è stato ancora riconsegnato. Lo riferisce lo Yedioth Ahronoth. La restituzione delle spoglie del poliziotto, catturato durante gli attacchi del 7 ottobre, dovrebbe consentire l'avvio della fase due del piano di pace per la Striscia di Gaza, che il presidente americano Donald Trump, mediatore dell'intesa, intende annunciare prima di Natale.
Merz in Israele: "Nostro sostegno è un principio fondamentale"
Il sostegno a Israele è una parte fondamentale della politica tedesca, ha affermato ieri il cancelliere tedesco Friedrich Merz poco dopo il suo arrivo in visita a Gerusalemme. "Considero un grande onore e un vero privilegio essere qui e ribadire che sostenere questo Paese è e rimarrà il principio fondamentale immutabile della politica della Repubblica Federale di Germania", ha affermato Merz, la cui decisione di agosto di imporre un embargo parziale sulle esportazioni tedesche verso Israele in risposta all'intensificazione dei bombardamenti israeliani a Gaza aveva profondamente scontentato le autorità israeliane. "Le azioni dell'esercito israeliano a Gaza ci hanno posto di fronte ad alcuni dilemmi e abbiamo risposto", ma "abbiamo anche constatato che, ad oggi, non c'è fondamentalmente alcuna divergenza" tra noi, ha aggiunto Merz, che ha revocato l'embargo a fine novembre e ha ribadito a Herzog che "Israele ha il diritto di difendersi".