Il premier israeliano ha deciso di chiedere al capo dello Stato di concedergli la grazia. In una lettera che accompagna la richiesta avanzata dal suo avvocato, Netanyahu ha spiegato di voler "continuare a operare per il bene dello Stato di Israele, senza che il processo in corso continui a dividere il popolo e a influenzare decisioni governative". Herzog ha fatto sapere che valuterà la richiesta "con responsabilità e sincerità, dopo aver ricevuto tutti i pareri pertinenti"
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Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di fare un passo formale e chiedere al capo dello Stato di concedergli la grazia. In una lettera che accompagna la richiesta avanzata dal suo avvocato, Netanyahu ha spiegato di voler "continuare a operare per il bene dello Stato di Israele, senza che il processo in corso continui a dividere il popolo e a influenzare decisioni governative". Herzog esaminerà la richiesta di grazia avanzata dal premier Benyamin Netanyahu "con responsabilità e sincerità, dopo aver ricevuto tutti i pareri pertinenti".
La violenza dei coloni ha raggiunto anche tre volontari italiani e una canadese, aggrediti mentre dormivano nella comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico. Un attacco che ha lasciato sotto choc gli attivisti, feriti ma non in modo grave, e che ha scatenato la condanna dell'Italia: "Basta aggressione", ha chiesto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando di un fatto "gravissimo" e lanciando un appello al governo di Israele affinché "fermi i coloni e impedisca che continuino queste violenze che non servono alla realizzazione del piano di pace per il quale tutti quanti stiamo lavorando".
Gli approfondimenti:
- Piano di pace per Gaza: il testo integrale dell'accordo
- Da Oslo a Sharm el Sheik, i piani di pace degli ultimi decenni
- Chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas
- Dagli ostaggi rilasciati alle vittime, i numeri della guerra
- Quali Paesi riconoscono lo Stato palestinese e quali sono contrari. LA MAPPA
- Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
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Tregua Gaza, quali Paesi potrebbero entrare nella forza multilaterale di pace? Gli scenari
Dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, nella Striscia di Gaza cresce l’attesa per la riapertura dei valichi di frontiera e l’ingresso degli aiuti umanitari alla popolazione. Nel frattempo, il ritiro dell’Idf pone la questione della sicurezza con diversi Stati che hanno dato la disponibilità a inviare forze di peacekeeping. Di questo si è parlato nella puntata di "Numeri", approfondimento di Sky TG24
Gaza, quali Paesi potrebbero entrare nella forza multilaterale di pace
Vai al contenutoLa questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
Vai al contenutoTregua Gaza, chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas. FOTO
Venti persone rapite nell’attacco del 7 ottobre 2023 sono state liberate, consegnate alla Croce Rossa e riportate in Israele. Ecco le loro storie
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Vai al contenutoIsraele-Palestina, da Oslo a Sharm el-Sheikh: i piani di pace negli ultimi decenni
Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese
Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni
Vai al contenutoAuto su militari a Hebron, soldatessa lievemente ferita
Un'auto è piombata su un gruppo di militari israeliani vicino a Hebron. Lo riferisce la stampa israeliana. Una soldatessa eè rimasta lievemente ferita. I militari hanno aperto il fuoco sul conducente che si è dato alla fuga, inseguito dalle forze israeliane.
Quanti gli ostaggi liberati? Quanti i morti, tra Israele e Gaza? I numeri della guerra
All'indomani della firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile. Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?
Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza
Vai al contenuto“Modello IRA” per il disarmo di Hamas, cos’è e perché se ne parla per il futuro di Gaza
Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?
Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas
Vai al contenutoGaza, il nuovo piano Usa: ipotesi divisione della Striscia in due parti. Cosa sappiamo
La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.
Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo
Vai al contenutoTrump a Netanyahu: "Smilitarizzare la Striscia di Gaza"
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha telefonato al premier israeliano, Benjamin Netanyahu. "I due leader - ha fatto sapere l'ufficio del primo ministro di Israele - hanno sottolineato l'importanza e l'obbligo di disarmare Hamas e smilitarizzare la Striscia di Gaza, e hanno discusso dell'ampliamento degli accordi di pace". Trump ha poi invitato Netanyahu alla Casa Bianca "nel prossimo futuro".
Ufficio Netanyahu: "Sentito Trump, premier invitato prossimamente alla Casa Bianca"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è stato invitato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump a recarsi "prossimamente" alla Casa Bianca. Lo ha reso noto l’ufficio del premier israeliano citato da Ynet, precisando che l’invito è giunto durante una conversazione telefonica tra i due. Nel corso del colloquio, Netanyahu e Trump "hanno sottolineato l’importanza e l’impegno per il disarmo di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, e hanno discusso dell’espansione degli accordi di pace nella regione".
Il dialogo tra Netanyahu e Trump ha avuto luogo poco dopo l'appello al dialogo del presidente americano all'indomani degli scontri armati nel villaggio siriano di Beit Jann. "È molto importante che Israele mantenga un dialogo forte e sincero con la Siria e che non accada nulla che possa interferire con l'evoluzione della Siria verso uno Stato prospero", ha scritto il tycoon su Truth Social.
Netanyahu sente Trump: colloqui su tregua e disarmo Hamas
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha parlato con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Nel colloquio, i due leader hanno sottolineato l'importanza e l'impegno a disarmare Hamas e a smilitarizzare la Striscia di Gaza, oltre a discutere l'ampliamento degli accordi di pace. Lo riferisce l'ufficio del primo ministro, aggiungendo che Trump ha invitato Netanyahu a un incontro alla Casa Bianca nel prossimo futuro.
Media: "Trump e Netanyahu si sentono al telefono" (2)
L'ufficio del premier ha confermato la telefonata. "I due leader hanno sottolineato nella loro conversazione l'importanza e l'impegno a disarmare Hamas e a smilitarizzare la Striscia di Gaza, e hanno discusso dell'estensione degli accordi di pace", si legge in una nota. "Il presidente degli Stati Uniti Trump ha invitato il primo ministro Netanyahu a un incontro alla Casa Bianca nel prossimo futuro", si spiega ancora.
Media: "Trump e Netanyahu si sentono al telefono"
Il presidente americano Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu si sono sentiti oggi al telefono. Lo riferisce N12.
Idf: "Eliminati due terroristi oltre Linea gialla Gaza"
Due palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane nel nord della striscia di Gaza. Lo ha riferito lo stesso Idf in un comunicato. "Le truppe dell'Idf hanno identificato 2 terroristi in due distinti incidenti mentre attraversavano la linea gialla nel nord di Gaza", si legge nella nota. I due, si spiega, "rappresentavano una minaccia immediata" per i militari che, "dopo l'identificazione, hanno aperto il fuoco sui terroristi e li hanno eliminati per sventare la minaccia".
Quanti gli ostaggi liberati? Quanti i morti, tra Israele e Gaza? I numeri della guerra
All'indomani della firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile. Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?
Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza
Vai al contenutoPapa: "Il mondo guarda al Medio Oriente con timore"
Il Libano è un esempio al quale guardare per superare la conflittualità del Medio Oriente. Lo ha detto il Papa all'incontro interreligioso in corso a Beirut. "Talvolta l'umanità guarda al Medio Oriente con un senso di timore e scoraggiamento, di fronte a conflitti così complessi e di lunga data. Eppure, in mezzo a queste lotte - ha sottolineato Leone - si può trovare speranza e incoraggiamento quando ci concentriamo su ciò che ci unisce: la nostra comune umanità e la nostra fede in un Dio di amore e misericordia". Allora in quest'epoca "in cui la convivenza può sembrare un sogno lontano, il popolo del Libano, pur abbracciando religioni diverse, rappresenta un potente esempio: paura, sfiducia e pregiudizio non hanno qui l'ultima parola".
Papa: "In amato Libano minareti e campanili vicini per la pace"
"Cari amici, la vostra presenza qui oggi, in questo luogo straordinario dove minareti e campanili stanno fianco a fianco, eppure entrambi si slanciano verso il cielo, testimonia la fede duratura di questa terra e la persistente dedizione del suo popolo all'unico Dio". Così Papa Leone XIV all'incontro ecumenico e interreligioso in piazza dei Martiri a Beirut. "In questa amata terra possano suonare insieme ogni campana e ogni adhan: possa ogni richiamo alla preghiera fondersi in un unico inno, elevato non solo per glorificare il misericordioso Creatore del cielo e della terra, ma anche per implorare di vero cuore il dono divino della pace", ha sottolineato il Pontefice.
Papa: "Mondo teme guerre M.O. ma qui si può trovare speranza"
"Per molti anni, e soprattutto negli ultimi tempi, gli occhi del mondo sono stati puntati sul Medio Oriente, la culla delle religioni abramitiche, osservando l'arduo cammino e la incessante ricerca del dono prezioso della pace". Così Papa Leone XIV all'incontro ecumenico e interreligioso in piazza dei Martiri a Beirut. "Talvolta l'umanità guarda al Medio Oriente con un senso di timore e scoraggiamento, di fronte a conflitti così complessi e di lunga data". Eppure, ha sottolineato il Pontefice, "in mezzo a queste lotte, si può trovare speranza e incoraggiamento quando ci concentriamo su ciò che ci unisce: la nostra comune umanità e la nostra fede in un Dio di amore e misericordia".
Patriarca Antiochia: "Vittime di un feroce Israele"
"Negli ultimi anni, nei nostri Paesi, i musulmani e i cristiani sono diventati vittime di campagne takfiriste (accuse di miscredenze) terroristiche, di guerre sanguinose e di un feroce nemico israeliano, accelerando così la migrazione forzata di molti". A parlare è Mar Ignazio Efraim II Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente e Capo Supremo della Chiesa Siro-Ortodossa nel mondo, durante l'incontro ecumenico e interreligioso in piazza dei Martiri a Beirut, nel suo discorso rivolto a Papa Leone XIV. "Queste sfide hanno rafforzato la collaborazione tra le diverse Chiese del nostro Oriente e portato a ciò che il Vostro predecessore, di venerata memoria, Papa Francesco, definì: 'l'ecumenismo del sangue'", ha sottolineato precisando che la visita apostolica "giunge in un momento delicato della storia di questa regione, dove assistiamo a grandi turbolenze e a trasformazioni radicali che speriamo possano generare stabilità, giustizia e pace per la nostra regione che non conosce da molto tempo". "I figli di questa regione anelano a una pace fondata sulla giustizia, che salvaguardi la dignità e la libertà dell'uomo, in uno Stato governato dal diritto e basato sull'uguaglianza nei diritti e nei doveri".
Leader sciita al Papa: "Aggrediti da Israele, aiutateci" (2)
"La nostra grande speranza è che la Sua visita al nostro Paese porti con sé ogni possibilità di successo e rechi il frutto del rafforzamento dell'unità nazionale vacillante, in questo Paese piagato, a causa della continua aggressione israeliana contro il suo popolo e la sua terra", ha concluso il leader sciita del Libano, lo Sceicco Ali El-Khatib, rimarcando rivolto a Papa Leone XIV: "Speriamo che ci aiutate a difendere il nostro Paese".
Leader sciita al Papa: "Aggrediti da Israele, aiutateci"
La questione del conflitto tra Libano e Israele irrompe anche negli incontri del Papa a Beirut. "Siamo convinti nella necessità dell'esistenza dello Stato, ma, in sua assenza, siamo stati costretti a difendere noi stessi resistendo all'occupante che ha invaso la nostra terra, e non siamo certo amanti delle armi, né del sacrificio dei nostri figli", ha detto rivolto a Leone, nel corso dell'incontro interreligioso, il vicepresidente del Consiglio islamico sciita superiore, lo Sceicco Ali El-Khatib. "Poniamo la questione del Libano nelle Sue mani, con tutte le Sue capacità a livello internazionale, affinché il mondo possa aiutare il nostro Paese a liberarsi dalle crisi accumulate, in primis l'aggressione israeliana e le sue conseguenze sul nostro Paese e sul nostro popolo".
Meloni riceve il 12 dicembre presidente della Palestina
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, venerdì 12 dicembre, alle ore 15.30, riceverà a Palazzo Chigi il Presidente della Palestina, Mahmoud Abbas. Lo si legge sul sito di Palazzo Chigi, in un aggiornamento dell'agenda del capo del governo.
Libano, media: "Per Barrack imminente guerra Israele a Hezbollah"
L'inviato speciale Usa per la Siria, Tom Barrack, durante una visita in Iraq, ha avvertito di un'imminente operazione israeliana in Libano contro Hezbollah per disarmarlo. E' quanto hanno riferito i media arabi Al Hadath e Al Arabiya, rilanciati da Haaretz. Barrack ha messo in guardia Baghdad, preannunciando una violenta rappresaglia israeliana in caso le milizie filo-iraniane nel Paese dovessero intervenire a sostegno di Hezbollah.
Herzog: "Grazia a Netanyahu? Considererò solo il bene di Israele"
Nella decisione sull grazia a Benyamin Netanyahu, "considererò solo il bene dello Stato e della società israeliana". Lo ha detto il presidente di Israele Isaac Herzog, citato dai media israeliani, all'indomani della richiesta avanzata dal premier sotto processo per corruzione. "La questione dell'appello alla clemenza del primo ministro Netanyahu è chiaro che scuote moltissime persone nel Paese, nei vari settori pubblici, e provoca dibattiti, ma ho già chiarito che sarà gestita nel modo più corretto e preciso. Considererò solo il bene dello Stato e della società israeliana, ho a cuore solo lo Stato di Israele e il suo bene", ha aggiunto il presidente. Ma, ha avvertito, "i discorsi violenti non mi toccano. Al contrario, i discorsi rispettosi suscitano discussione e stimolano il dialogo".
Israele intensifica le operazioni nel sud della Siria
Israele intensifica le operazioni nel sud della Siria, con elicotteri in volo a bassa quota su Suwayda e lanci di contromisure termiche su Daraa, mentre mezzi corazzati israeliani hanno compiuto nuove incursioni in diverse aree di Qunaytra. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui nelle ultime ore si sono registrati movimenti di carri armati e veicoli militari israeliani dalla base di Tell al-Ahmar verso i villaggi di Kodna e Abu Qabays, oltre all'installazione di posti di controllo temporanei tra Ayn al-Bayda e Jubata al-Khashab.
Nelle ultime ore sono stati documentati anche brevi sconfinamenti attorno a Sayda al-Golan e all'ingresso di al-Hamidiyya. Le operazioni seguono l'incursione di Beit Jinn dei giorni scorsi, quando per la seconda volta dall'inizio, un anno fa, dell'occupazione militare israeliana del sud-ovest della Siria, un gruppo della resistenza siriana locale ha aperto il fuoco contro i militari nemici, ferendone due gravemente.
La risposta israeliana aveva causato l'uccisione di 13 civili nella regione sud-occidentale siriana di Qunaytra, il bilancio più grave dal dicembre 2024.
Sinistra per Israele: "Condanna per violenze estremisti in Cisgiordania"
"Condanniamo con forza le violenze in Cisgiordania da parte di estremisti israeliani legati al movimento di coloni ai danni della popolazione palestinese che hanno coinvolto recentemente anche tre attivisti italiani". Lo dice 'Sinistra per Israele - Due Popoli, Due Stati' in una nota pubblicata anche sui social a proposito delle violenze dei coloni ai danni di tre attivisti italiani in Cisgiordania. "Chiediamo che il governo italiano spinga affinché i violenti di quel movimento siano sanzionati secondo la legge israeliana. Violenza e squadrismo ai danni dei civili palestinesi in Cisgiordania sono inaccettabili e devono finire e l’immobilismo del governo israeliano su questo fronte è scandaloso", aggiunge Sinistra per Israele.
Mo, Giuli: "Contestazioni a Culicchia e Crosetto sintomi di clima brutto, occorre vigilanza democratica"
‘“C’è un clima oggettivamente brutto perché quando il direttore Culicchia viene contestato perché presenta un suo libro, quando il mio collega e amico Guido Crosetto viene bruciato in effigie da manifestanti, da estremisti di una galassia di centri sociali evidentemente fuori controllo, bisogna rispondere mostrando solidarietà da tutto l'arco costituzionale” Cosi’ il ministro della Cultura Alessandro Giuli, in visita al quotidiano La Stampa per ribadire la sua solidarietà a seguito dell’attacco subito venerdi’ da un gruppo di manifestanti. “La libertà d'espressione, la libertà di informazione e tutto ciò che ha a che vedere con la l'espressione del libero pensiero deve essere protetta, garantita e determinati segnali di intolleranza vanno immediatamente denunciati e isolati. Serve un'autentica vigilanza democratica e per questo siamo qui”, ha aggiunto Giuli che dopo la visita a La Stampa si recherà anche al Circolo dei lettori per esprimere la propria vicinanza a Giuseppe Culicchia, vittima nei giorni scorsi di contestazioni in occasione della presentazione del suo libro dedicato a Sergio Ramelli. Interpellato, poi, sulla polemica che riguarda Askatasuna, Giuli ha osservato: “I centri sociali di qualsiasi ordine e grado o sono delle strutture che vivono all'interno della legalità o altrimenti devono essere liberati. Questa e’ sempre stata la mia opinione, al di là dell'evento specifico, e sappiamo bene che cosa rappresenta Askatasuna rispetto a questa circostanza. I centri sociali sono sempre bene accetti quando rispettano la legalità e fanno i centri sociali svolgendo una funzione sociale. Quando diventano focolai di violenza e vanno al di là del perimetro della legge, diventano un problema da affrontare”, ha concluso.
Raid a sinagoga Roma: Digos indaga, caccia a 2 incappucciati
I poliziotti della Digos indagano sul raid vandalico in una sinagoga di Roma, in zona Monteverde. Secondo quanto si apprende, alle 4.30 di notte due persone, con il volto travisato, hanno scritto 'Monteverde antisionista e antifasicista' e 'Palestina Libera' sul muro della Sinagoga in via Giuseppe Pianese a Roma e imbrattato con vernice nera la targa d'intitolazione. Le indagini sono in corso.
Israele, l'Idf sarà dotato del laser Iron Beam a fine dicembre
L'esercito israeliano sarà dotato del sistema di intercettazione laser Iron Beam a partire dal 30 dicembre. Lo ha annunciato il responsabile del dipartimento di difesa e sviluppo del ministero della Difesa di Israele, Dani Gold, durante l'International DefenseTech Summit a Tel Aviv. "Si prevede che il sistema laser Iron Beam cambierà radicalmente le regole di ingaggio sul campo di battaglia. Completati lo sviluppo e il programma di test che ha convalidato le capacità del sistema, siamo pronti a fornire la capacità operativa iniziale all'Idf il 30 dicembre 2025. Contemporaneamente, stiamo già sviluppando i sistemi di nuova generazione", ha detto Gold. "Siamo profondamente impegnati nello sviluppo di tecnologie innovative di nuova generazione per potenziali futuri scontri con l'Iran, sia in termini di capacità difensive che offensive, sviluppando al contempo ulteriori capacità operative", ha aggiunto il direttore generale del ministero della Difesa, Amir Baram. L'Iron Beam, ricordano i media israeliani, è in fase di sviluppo da oltre 10 anni. Negli ultimi due anni, una versione meno potente del sistema, il Lite Beam, è stata utilizzata per abbattere i droni di Hezbollah lanciati dal Libano. La nuova versione più potente, sottolinea il Jerusalem Post, ha invece una gittata maggiore e può essere utilizzato per difendersi da una vasta gamma di minacce: può abbattere non solo droni, ma anche missili, razzi e mortai.
Media: Croce Rossa e Hamas cercano resti ostaggio
Squadre della Croce Rossa e dell'ala militare di Hamas hanno avviato le ricerche dei resti di un ostaggio israeliano nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Lo riportano i media arabi, tra cui la Quds News Network, affiliata ad Hamas. Il campo si trova per la maggior parte sul lato controllato da Hamas della linea del cessate il fuoco di Gaza. I resti di due ostaggi uccisi il 7 ottobre 2023 si trovano ancora a Gaza: il sergente maggiore Ran Gvili, poliziotto israeliano, ucciso mentre respingeva l'attacco di Hamas del 7 ottobre nel kibbutz Alumim e Sudthisak Rinthalak, cittadino thailandese ucciso nel kibbutz Be'eri.
Italiani feriti in Cisgiordania, polizia Israele apre indagine
La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'aggressione da parte di coloni estremisti a quattro attivisti, tra cui tre italiani, in Cisgiordania, "dopo aver ricevuto la segnalazione dell'incidente nel territorio dell'Autorità Nazionale Palestinese". Lo riferisce Haaretz. "Tuttavia" - ha dichiarato la polizia - "non è stata ancora presentata alcuna denuncia formale contenente tutti i dettagli richiesti, e i dettagli dell'evento non sono stati verificati".
Media: palestinese ucciso da Idf vicini linea gialla a Gaza City
Un palestinese è stato ucciso dal fuoco delle Idf nei pressi della linea del cessate il fuoco nel quartiere Zeitoun di Gaza City: lo riporta Al Jazeera, citando i medici sul campo, ripreso dal Times of Israel. La cosiddetta Linea Gialla taglia in due il quartiere.
Quanti gli ostaggi liberati? Quanti i morti, tra Israele e Gaza? I numeri della guerra
All'indomani della firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile. Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?