Gaza, Tajani: Italiani feriti da coloni in Cisgiordania. Netanyahu a Herzog: Grazia

©Ansa

Tre italiani sono rimasti feriti in un attacco condotto da coloni israeliani vicino a Gerico, in Cisgiordania. "Feriti ma non sono gravi", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha lanciato un appello a Israele: "Fermate i coloni". Netanyahu ha chiesto la grazia al presidente Isaac Herzog. Attacchi dell'Idf a Rafah est hanno colpito un gruppo di terroristi usciti da un tunnel, uccidendone almeno quattro. Raid israeliano nel centro della Striscia e altri sei nel sud

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Tre italiani, sono rimasti feriti oggi in un attacco condotto da coloni israeliani nella comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, in Cisgiordania. "Sono feriti ma non sono gravi, stanno rientrando a Ramallah e quindi dovrebbero essere raggiungibili nel pomeriggio", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Tensioni in Cisgiordania anche a seguito dell'uccisione di due cittadini palestinesi. Israele si è difesa parlando di "terroristi" e di "pericolo immediato".

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sotto processo per corruzione, ha presentato una richiesta formale per la grazia al presidente Isaac Herzog. Lo riferiscono i media israeliani.

Raid attuati dall'Aeronautica militare israeliana a Rafah est hanno colpito un gruppo di terroristi usciti da un tunnel, uccidendone almeno quattro. Lo ha riferito il portavoce dell'Idf. Aerei militari israeliani hanno lanciato un raid a est del campo di Bureij, nella zona centrale di Gaza, e altri sei a est di Rafah, nella zona meridionale di Gaza. 

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L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025.

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Medioriente, Netanyahu chiede la grazia al presidente Herzog

Tregua Gaza, quali Paesi potrebbero entrare nella forza multilaterale di pace? Gli scenari

Dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, nella Striscia di Gaza cresce l’attesa per la riapertura dei valichi di frontiera e l’ingresso degli aiuti umanitari alla popolazione. Nel frattempo, il ritiro dell’Idf pone la questione della sicurezza con diversi Stati che hanno dato la disponibilità a inviare forze di peacekeeping. Di questo si è parlato nella puntata di "Numeri", approfondimento di Sky TG24.

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Proteste davanti casa Herzog: "No grazia a Netanyahu"

Decine di persone stanno manifestando di fronte alla casa del presidente israeliano, Isaac Herzog, a Tel Aviv per chiedergli di non accogliere la domanda di grazia del primo ministro, Benjamin Netanyahu. "Nessun perdono per il distruttore dello Stato" e "Israele sconfiggera' la corruzione" sono tra gli slogan intonati dai dimostranti, riferiscono i media israeliani. 

Il Papa in Libano: "Anteponete a tutto l'obiettivo pace"

"Beati gli operatori di pace!": sono le prime parole di Papa Leone pronunciate in Libano. Nel discorso alle autorità ha sottolineato che in questa terra la pace "è molto più di una parola: qui la pace è un desiderio e una vocazione, è un dono e un cantiere sempre aperto. Voi siete investiti di autorità in questo Paese, ciascuno nei propri ambiti e con ruoli specifici". "A voi che avete compiti istituzionali importanti all'interno di questo popolo, è destinata una speciale beatitudine se a tutto potrete dire di avere anteposto l'obiettivo della pace" anche "entro circostanze molto complesse, conflittuali e incerte".

Papa: impegno e amore per la Pace non conosco paura

"Italiani feriti in Cisgiordania sono della campagna Faz3a"

Appartengono alla campagna Faz3a i tre italiani feriti dopo un assalto di una decina di coloni israeliani nella comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, in Cisgiordania. Faz3a, proprio in uno dei suoi ultimi post su Instagram, parlava del villaggio nella Cisgiordania orientale. Lo riferiscono fonti.    'Faz3a' è un'iniziativa a guida palestinese nata, si legge sul sito, "per rispondere all'estrema necessità di organizzare sul terreno una forma di protezione civile internazionale dalla violenza israeliana in queste circostanze". La campagna è sostenuta da varie associazioni e organizzazioni italiane ed è coordinata da Assopace Palestina.    Gli attivisti e le attiviste della campagna si trovavano dentro una casa di persone palestinesi quando "il gruppo di coloni è entrato e ha cominciato a malmenarli, portandogli via documenti, soldi e telefoni", riferisce la fonte spiegando che a essere preso particolarmente di mira è stato uno dei ragazzi. Anche lui, comunque, è uscito da dall'ospedale. Tutti gli attivisti sono ora a Ramallah in una casa di volontari e "lasceranno il Paese solo al termine della loro missione".

Delegazione di alto livello israeliana al Cairo per colloqui

Una delegazione israeliana di alto livello è arrivata al Cairo oggi pomeriggio a bordo di un aereo privato dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv per una breve visita in Egitto, durante la quale monitorerà gli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza e l'attuazione della prossima fase del piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo riferiscono fonti dell'aeroporto del Cairo.    Alti funzionari incaricati della mediazione su Gaza hanno accolto la delegazione negoziale israeliana composta da cinque membri e li hanno scortati, sotto stretta sorveglianza, al quartier generale dei negoziati. All'ordine del giorno, gli ultimi sviluppi sul terreno, l'attuazione della prossima fase del piano, le procedure per l'apertura del valico di frontiera di Rafah e il meccanismo per la fornitura di aiuti umanitari e soccorsi ai residenti della Striscia di Gaza.

Volontaria: "Aggrediti dai coloni con calci e pugni"

"Stavamo dormendo quando alle 5 siamo stati attaccati da un gruppo di coloni armati di bastoni e fucili, erano 10 e mascherati.Hanno cominciato a picchiarci con pugni e a schiaffeggiarci, ma in particolare calci in faccia, nelle costole, nell'addome, lungo le gambe". Lo racconta a Sky Tg24 una volontaria italiana di 27 anni, tra i tre connazionali aggrediti dai coloni israeliani in Cisgiordania insieme a un'altra volontaria canadese."Loro sapevano che eravamo persone internazionali lì e quando se ne sono andati, dopo aver rubato tutta la nostra roba, ci hanno detto 'Don't come back here' (non tornate)", ha riferito.

Il Papa: "Israele non accetta la soluzione dei due Stati"

"La Santa Sede già da diversi anni pubblicamente appoggia la soluzione di due Stati", Israele e Palestina, "ma sappiamo tutti che in questo momento Israele ancora non accetta questa soluzione ma la vediamo come unica soluzione al conflitto che continuamente vivono". Lo ha detto il Papa parlando con i giornalisti sul volo da Istanbul a Beirut. "Noi siamo anche amici di Israele e cerchiamo con le due parti di essere una voce mediatrice che possa aiutare ad avvicinarci ad una soluzione giusta per tutti". "Il Presidente Erdogan è certamente d'accordo con questo", ha aggiunto il Papa parlando della soluzione dei due Stati.

Parla una delle italiane attaccate in Cisgiordania: noi prese a calci e pugni dai coloni

Difesa, Crosetto: su leva militare avremo modello italiano. VIDEO

Crosetto: "Noi unico Paese che blocca esportazioni armi in Israele"

"Non esiste un Paese al mondo occidentale che abbia fatto per la Palestina più di quello che ha fatto l'Italia da un unto di vista degli aiuti". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto a CasaCorriere Festival a Napoli. "Non abbiamo mandato le armi", ha anche detto il ministro rispondendo a chi dalla platea ha posto questa obiezione. "Siamo il primo e unico Paese in Europa che ha bloccato l'esportazione di qualunque cosa che potesse essere usata contro il popolo palestinese", ha aggiunto Crosetto. 

Netanyahu: "Anche Trump vuole mia grazia per interessi Usa-Israele"

In un video pubblicato su X, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ricordato che anche Donald Trump aveva chiesto in una lettera al presidente Isaac Hersog di concedere la grazia al primo ministro. "Il presidente Trump ha chiesto la fine immediata del processo, in modo che insieme potessimo promuovere interessi vitali condivisi da Israele e Stati Uniti durante una finestra temporale che difficilmente si ripresenterà", ha affermato Netanyahu. 

Hamas e Croce Rossa cercano corpi ultimi due ostaggi

Squadre della Croce Rossa e delle Brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas, stanno conducendo la ricerca dei resti di un "prigioniero israeliano" a Beit Lahiya, nel nord di Gaza. Lo riferisce Al Jazeera, precisando che Beit Lahiya si trova sul lato controllato da Hamas della Linea Gialla del cessate il fuoco a Gaza. A oggi i resti di due ostaggi uccisi il 7 ottobre 2023 si trovano ancora a Gaza: il sergente maggiore Ran Gvili, ucciso mentre respingeva l'invasione di Hamas nel kibbutz Alumim, e Sudthisak Rinthalak, un cittadino thailandese ucciso nel kibbutz Be'eri, dove lavorava nel settore dell'agricoltura.

Media: "Dopo uccisione Idf nominati nuovi comandanti Hamas"

Secondo il canale televisivo saudita Al-Hadath, Hamas ha nominato dei nuovi comandanti per sostituire quelli eliminati di recente da Israele. Secondo le fonti citate dall'emittente, "Hamas ha nominato nuovi comandanti e vice nelle Brigate al-Qassam, nell'ufficio politico e nel Consiglio della Shura". Nelle operazioni in corso nelle ultime settimane nella Striscia di Gaza, in particolare nella parte meridionale, tra cui Rafah, l'Idf ha ucciso decine di esponenti di Hamas, tra cui alcuni suoi leader, che si nascondono nei tunnel e vengono accusati di violare la tregua.

Netanyahu: "Preferirei assoluzione ma realtà impone altra via"

Benjamin Netanyahu ha spiegato in un video diffuso su X che, di fronte alle "accuse infondate" che gli vengono mosse, il suo "interesse personale è stato e rimane quello di proseguire il processo fino alla fine, fino alla piena assoluzione". Tuttavia, "la realtà della sicurezza e della situazione politica, l'interesse nazionale, impongono un'altra strada": la richiesta di grazia al presidente Isaac Herzog. "Il proseguimento del processo ci lacera dall'interno e approfondisce le fratture - ha insistito -. Ho riflettuto a lungo su questo. Ma ciò che ha fatto pendere la bilancia è il fatto che mi viene richiesto di testimoniare tre volte alla settimana. È una richiesta impossibile". 

Farnesina conferma: "I tre italiani feriti da coloni israeliani sono stati dimessi"

Tre italiani, volontari internazionali, sono stati vittime la scorsa notte di una aggressione di coloni israeliani nell'abitazione in cui alloggiavano nei pressi di Gerico, in Cisgiordania. Lo conferma la Farnesina in una nota riportando che i coloni sarebbero entrati nella loro abitazione, aggredito i volontari e rubato tutti i loro beni personali. I connazionali sono stati trasferiti questa mattina presso l'ospedale di Gerico, dove sono stati visitati dai medici e assistiti dalle autorità palestinesi. I tre connazionali, ancora sotto shock per l'accaduto, sono stati dimessi, continua la nota. "Il Consolato generale a Gerusalemme ha seguito la vicenda ed è in contatto con le autorità palestinesi e con i connazionali. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sta seguendo l'accaduto in costante contatto con il Console generale". 

Tajani: "Italiani feriti fanno da protezione civile a palestinesi"

"Erano giovani cooperanti che accompagnavano le attività dei palestinesi, accompagnavano i bambini a scuola, gli agricoltori o i pastori, come fare una sorta di protezione civile per la popolazione". Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando dei tre attivisti italiani feriti da coloni israeliani vicino Gerico. Tajani l'ha detto a margine dell'assemblea di Noi moderati a Roma. Ha poi ribadito: "Stanno rientrando a Ramallah, non ci sono informazioni dirette perché non hanno telefoni. Appena avremo notizie dirette sono sempre notizie per triangolazione. Le condizioni almeno dalle notizie che abbiamo non sono preoccupanti, sono stati malmenati ma non credo che abbiano ferite gravi. Aspettiamo di vedere quando saranno a Ramallah. Nel pomeriggio ne sapremo di più, però è importante che la vicenda si sia conclusa e loro stiano tornando in un luogo più sicuro e protetto". 

Netanyahu: "Chiedo la grazia per servire il bene di Israele"

"Chiedo di prendere in considerazione la concessione della grazia allo scopo di lasciarmi continuare a operare interamente per il bene dello Stato di Israele, senza che il processo giudiziario in corso continui a dividere il popolo e a influenzare decisioni governative". Lo scrive Benyamin Netanyahu nella lettera al presidente Isaac Herzog, che accompagna la richiesta di grazia. "Il procedimento giudiziario nei miei confronti contribuisce ulteriormente a tali fratture", mentre c'è "la necessità di una riconciliazione nazionale tra tutti i cittadini", scrive il premier pur rivendicando la sua innocenza. 

Tajani: "Non annettere Cisgiordania. Israele fermi i coloni"

"Non possiamo che ribadire la condanna per ciò che accade, proprio l'altro giorno avevamo diffuso una nota congiunta Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna di condanna di ciò che stanno facendo i coloni in Cisgiordania, quindi continuiamo a ribadire questo. Abbiamo avviato delle sanzioni nei confronti di alcuni coloni come l'Unione Europea, basta, basta aggressione, non e' questo il modo per rivendicare anche le proprie ragioni. La Cisgiordania non deve essere annessa, nessuna ipotesi di annessione, siamo assolutamente contrari, deve essere rispettata la popolazione civile palestinese, è gravissimo che vengano attaccati villaggi cristiani, non perché i cristiani abbiano più diritto che altri palestinesi, ma perché i cristiani rappresentano un alimento di stabilità e di moderazione in tutto il Medio Oriente". Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine dell'assemblea nazionale di Noi Moderati. "Quindi l'appello che lanciamo anche al governo di Israele è di fermare i coloni e impedire che continuino queste violenze che non servono alla realizzazione del piano di pace per il quale tutti quanti stiamo lavorando, dobbiamo passare dalla prima alla seconda fase, iniziative del genere certamente non aiutano a distendere gli animi. Erano giovani cooperanti che accompagnavano le attività dei palestinesi, accompagnavano i bambini a scuola, gli agricoltori o i pastori, come fare una sorta di protezione civile per la popolazione", aggiunge Tajani.

Tajani: "Il governo di Israele fermi le violenze dei coloni"

"Basta aggressione, non è questo il modo (dei coloni israeliani, ndr) per rivendicare anche le proprie ragioni. La Cisgiordania non deve essere annessa, nessuna ipotesi di annessione, siamo assolutamente contrari, deve essere rispettata la popolazione civile palestinese. E' gravissimo". Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando dei tre attivisti italiani feriti da coloni vicino Gerico, a margine dell'assemblea di Noi moderati a Roma. E ha aggiunto: "L'appello che lanciamo anche al governo di Israele è di fermare i coloni e impedire che continuino queste violenze che non servono alla realizzazione del piano di pace per il quale tutti quanti stiamo lavorando". 

Tajani: "Italiani feriti da coloni non sono gravi, verso Ramallah"

"Ho parlato con il console d'Italia a Gerusalemme, mi ha aggiornato sulla situazione e mi ha detto che sono feriti ma non sono gravi, stanno rientrando a Ramallah e quindi dovrebbero essere raggiungibili nel pomeriggio. Quindi cercherò di parlare con loro anche nel pomeriggio". Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando dei tre attivisti italiani che sono stati feriti da coloni israeliani vicino Gerico. Tajani l'ha detto a margine dell'assemblea di Noi moderati a Roma, specificando che sono stati "malmenati ma non hanno ferite gravi" e che stanno raggiungendo un'abitazione a Ramallah. 

Herzog: "Esaminerò richiesta Netanyahu con responsabilità"

Il presidente israeliano Isaac Herzog esaminerà la richiesta di grazia avanzata dal premier Benyamin Netanyahu "con responsabilità e sincerità, dopo aver ricevuto tutti i pareri pertinenti". Lo rende noto l'ufficio del presidente, affermando di essere "consapevole che si tratti di una richiesta straordinaria che comporta implicazioni significative".

Media: "Netanyahu ha chiesto la grazia al presidente Herzog" (2)

L'Ufficio del capo dello Stato ha reso noto che "poco fa, il primo ministro Netanyahu ha presentato una richiesta di grazia al presidente Herzog". La richiesta, si legge nella nota, è stata presentata al Dipartimento Legale dell'Ufficio del presidente dall'avvocato del premier Hadad, e "in conformità con le procedure, è attualmente in fase di trasferimento al Dipartimento per la Grazia del Ministero della Giustizia, che raccoglierà i pareri di tutte le autorità competenti del Ministero della Giustizia". Successivamente, i loro pareri saranno trasmessi al Consulente Legale dell'Ufficio presidenziale e al suo team per formulare un parere aggiuntivo per il presidente. La richiesta è composta da due documenti: una lettera dettagliata firmata dall'avvocato del primo ministro e una lettera firmata da Benyamin Netanyahu. "Data l'importanza di questa richiesta straordinaria e le sue implicazioni, i documenti vengono resi pubblici (in ebraico)", conclude la nota dell'ufficio presidenziale. Netanyahu è sotto processo dal 2020 con le accuse di corruzione, frode e abuso di fiducia, in tre distinti casi. Il presidente può concedere la grazia dopo la condanna e, solo in rarissimi casi di interesse nazionale, anche durante il procedimento. E comunque sempre su richiesta della persona interessata o di un suo familiare stretto. A metà novembre Donald Trump aveva inviato una lettera a Herzog affinché concedesse la grazia a Netanyahu. Il capo dello Stato aveva risposto che il premier avrebbe dovuto "presentare una richiesta formale secondo le procedure stabilite". 

Famiglie ostaggi: "Il Qatar prema su Hamas non su Israele"

"Ricordiamo ai mediatori, in primo luogo al ministero degli Esteri del Qatar, che il ritorno degli ostaggi è il fulcro di questo accordo. L'accordo è stato firmato per riportare a casa 48 ostaggi: 20 sopravvissuti vivi il primo giorno e 28 ostaggi deceduti entro 72 ore. Sono trascorsi quasi due mesi dalla firma dell'accordo, eppure due ostaggi rimangono prigionieri. Invece di fare pressione su Israele affinché non 'usi i ritardi come scusa', i mediatori dovrebbero concentrare tutti i loro sforzi e fare leva su Hamas, l'organizzazione terroristica che non ha rispettato gli impegni assunti nell'ambito dell'accordo". Lo afferma il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani, replicando al portavoce del ministero di Doha, Majed al Ansari. "Hamas ha dimostrato di sapere esattamente dove si trovano tutti gli ostaggi. Quando lo desidera, invia le squadre per recuperarli. Non potrà esserci alcuna transizione alla fase successiva dell'accordo o alcun progresso finché tutti i nostri ostaggi non saranno tornati a casa", aggiunge il Forum ricordando che i corpi dell'israeliano Ran Gvili e del thailandese Sudthisak Rinthalak sono ancora a Gaza. "Se il Qatar desidera avanzare alla fase successiva, dovrebbe usare la sua influenza su Hamas per garantire il ritorno degli ostaggi rimasti", concludono le famiglie. 

Media: "Netanyahu ha chiesto la grazia al presidente Herzog"

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, sotto processo per corruzione, ha presentato una richiesta formale per la grazia al presidente Isaac Herzog. Lo riferiscono i media israeliani. 

Wafa: "3 italiani feriti da coloni in Cisgiordania" (2)

Secondo le fonti, circa 10 coloni israeliani mascherati hanno fatto irruzione nella residenza degli attivisti all'alba, li hanno picchiati e hanno rubato effetti personali, tra cui passaporti e telefoni cellulari. Fonti mediche e di sicurezza palestinesi hanno riferito che i coloni hanno aggredito gli attivisti, causando quattro feriti che sono stati trasportati all'ospedale di Gerico per le cure necessarie. I tre italiani non sono in gravi condizioni, nonostante lo shock per quanto accaduto: due ragazze hanno riportato ferite lievi, mentre il terzo dovrà restare a riposo 3 giorni. Gli attivisti sono stati assistiti dal sindaco di Gerico e dalla polizia palestinese, a cui hanno denunciato l'accaduto. 

Wafa: "3 italiani feriti da coloni in Cisgiordania"

Quattro attivisti internazionali, di cui tre italiani, sono rimasti feriti oggi in un attacco condotto da coloni israeliani nella comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, in Cisgiordania, dopo che gli aggressori hanno fatto irruzione nella casa in cui alloggiavano. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa. Il quarto attivista sarebbe di nazionalità canadese. 

Ambasciatore Israele: "A Gaza c'è cessate fuoco ma alcuni a sinistra avanti con cortei e boicottaggi"

''In Italia non tutti sembrano avere preso piena consapevolezza dell'esistenza di un cessate il fuoco a Gaza. Alcune forze della sinistra  mantengono la linea delle manifestazioni e dei boicottaggi, talvolta perfino nel mondo dello sport. Non possiamo ignorare che l'antisemitismo rimane una minaccia reale, ovunque nel mondo e purtroppo anche in Italia, pur riconoscendo l'importante impegno del governo e delle forze dell'ordine nel contrastarlo con serietà''. Lo ha detto Jonathan Peled, ambasciatore di Israele in Italia, durante il congresso nazionale Uaii (Unione Associazioni Italia-Israele).

“Modello IRA” per il disarmo di Hamas, cos’è e perché se ne parla per il futuro di Gaza

Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

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Università Gaza riprende lezioni tra macerie e sfollati

Nella Striscia di Gaza è stato compiuto un piccolo e simbolico passo avanti verso un ritorno alla 'normalità' ancora molto lontano. L'Università Islamica di Gaza City sta riprendendo gradualmente le lezioni in presenza, all'interno di edifici danneggiati dai raid aerei israeliani e in parte ridotti in macerie. Lo riferisce Al Jazeera con un reportage nella sede degli edifici dell'università statale palestinese, che evidenzia un netto contrasto tra muri parzialmente restaurati e crepati e pareti totalmente crollate. Centinaia di studenti sono tornati in aula in uno scenario che riflette la determinazione di Gaza a riprendersi la vita e l'istruzione nonostante le cicatrici della guerra. Parti degli edifici dell'università ospitano anche centinaia di famiglie sfollate, le cui case sono state distrutte durante mesi di pesanti raid israeliani, che al momento non hanno un rifugio alternativo. L'amministrazione dell'università ha rivolto diversi appelli alle autoritaà competenti affinchè trovino soluzioni urgenti e forniscano loro alloggi alternativi. L'Università islamica di Gaza è un'università statale palestinese fondata nel 1978 e con sede a Gaza. L'università, posta sotto l'egida del ministero dell'istruzione e dell'istruzione superiore palestinese, è suddivisa in 11 facoltà e include l'ospedale dell'Amicizia turco-palestinese. Secondo l'ufficio stampa del governo di Gaza, nella guerra con Israele, l'Idf ha distrutto almeno 165 scuole, università e istituti scolastici, mentre altri 392 hanno subito danni parziali, paralizzando il settore dell'istruzione di Gaza.

Raid Idf a Rafah, eliminati 4 membri Hamas fuori da tunnel

Raid attuati dall'Aeronautica militare israeliana a Rafah est hanno colpito un gruppo di terroristi usciti da un tunnel, uccidendone almeno quattro. Lo ha riferito il portavoce dell'Idf, aggiungendo che le forze continuano a operare nell'area controllata dalle forze israeliane, nella Striscia di Gaza meridionale, dove si ritiene che decine di combattenti di Hamas siano rimasti intrappolati. L'Idf, sottolinea il quotidiano Times of Israel, sta attualmente lavorando per accertarne l'identità: i funzionari della difesa sospettano che tra i membri della cellula ci fossero il comandante del battaglione di Hamas a Rafah est e il suo vice. Nelle ultime settimane, l'Idf ha riferito di aver ucciso oltre 30 terroristi e di averne catturati altri otto, dopo che avevano tentato di fuggire dai tunnel di Rafah.

Media: "Idf verifica se comandante di Hamas a Rafah morto in raid"

L'Idf sta verificando se "due terroristi eliminati" stamattina in un raid nella zona di Jenina a Rafah, nel sud di Gaza, siano il comandante del Battaglione Mizrahi di Rafah Est di Hamas e il suo vice. Lo riporta Channel 12. I corpi sono stati trovati in un edificio colpito dopo che i sospetti erano usciti dal tunnel, dove si trovavano intrappolati dall'inizio del cessate il fuoco. Tuttavia, l'esercito israeliano sottolinea che la procedura di riconoscimento è complessa. Secondo l'emittente israeliana, sono 44 i miliziani di Hamas in fuga dai sotterranei di Rafah uccisi finora, mentre molti altri sono stati catturati. Secondo le stime, nei tunnel ci sarebbero altri 50 uomini intrappolati sotto l'area di controllo israeliano, dove il Comand Sud dell'Idf continua a colpire per distruggere le strutture e ridurre il loro spazio di manovra. Nelle ultime settimane, Israele ha avanzato tramite i mediatori una proposta ad Hamas, secondo cui i terroristi ancora in vita che si trovano nei tunnel a Rafah est potranno uscire, arrendersi ed essere incarcerati nelle prigioni israeliane. Secondo la proposta israeliana, potranno poi essere rilasciati e tornare nella Striscia di Gaza, a condizione che dichiarino di volersi disarmare e di non continuare a impegnarsi in attività terroristiche. Finora la fazione islamica ha respinto qualsiasi ipotesi di resa dei suoi miliziani, che tuttavia tentano la fuga alla spicciolata. 

Idf: "Fermato un drone, contrabbandava armi da Egitto a Israele"

Un altro tentativo di contrabbandare armi in Israele dall'Egitto utilizzando un drone è stato sventato ieri, secondo quanto riferito dall'Idf e riportato dal Times of Israel. Il drone è stato individuato mentre attraversava il confine dai soldati che monitoravano le telecamere di sorveglianza e dal sistema di controllo del traffico aereo dell'aeronautica militare israeliana. L'Idf riferisce che, dopo aver individuato il drone, le truppe della Brigata regionale di Paran hanno abbattuto il velivolo. A bordo sono stati rinvenuti due fucili d'assalto. Durante ulteriori perlustrazioni della zona effettuate ieri, l'esercito riferisce che le truppe hanno individuato droga e munizioni contrabbandate oltre il confine. La merce di contrabbando è stata consegnata alla polizia, aggiunge l'Idf. 

Media: "L'Iran si sta riarmando in funzione anti-Israele"

Una fonte della sicurezza ha avvertito, in un'intervista a Kan News su Channel 2, che l'Iran sta compiendo sforzi per ripristinare il suo status danneggiato e sta accelerando il ritmo di acquisizione di armi per timore di un attacco israeliano. E' quanto riporta il sito della tv pubblica israeliana. Secondo la fonte, l'Iran sta compiendo sforzi per ripristinare le capacità degli Houthi in Yemen e sta introducendo illegalmente armi nei territori di Giudea e Samaria allo scopo di compiere attacchi in Israele. Ha avvertito che l'Iran sta anche riequipaggiando Hezbollah in Libano e le organizzazioni terroristiche che operano in Siria con armi per possibili azioni contro Israele. Riguardo alla situazione in Libano, la fonte di sicurezza ha affermato che l'Iran è consapevole che Israele dovrà agire dopo il 31 dicembre, termine entro il quale Hezbollah dovrebbe disarmarsi. La fonte ha concluso affermando che l'Iran è impegnato in una corsa agli armamenti che preoccupa le fonti di sicurezza. Il sito web di informazione yemenita 'Defense Line', che si oppone agli Houthi - riporta ancora Kan News - ha riferito circa due settimane fa delle misure adottate dall'Iran per ripristinare l'influenza a Sana'a. Secondo il rapporto, Teheran ha deciso di inviare in Yemen Abdul Reza Shahla'i, comandante in capo della Forza Quds e responsabile del settore yemenita, nel tentativo di colmare il vuoto strategico creato dall'assassinio dei leader di Hezbollah Hassan Nasrallah e Qassem Soleimani, e di inviare esperti delle Guardie Rivoluzionarie e di Hezbollah come "aiutanti jihadisti" per gli Houthi. Le azioni dell'Iran contro Israele si estendono anche oltre i confini del Medio Oriente. Il Mossad ha recentemente annunciato di essere riuscito a sventare, in collaborazione con i servizi segreti europei, una serie di infrastrutture terroristiche in tutto il mondo che promuovevano attacchi contro israeliani ed ebrei, alcune delle quali operavano sotto l'egida iraniana. Secondo funzionari israeliani, decine di cellule cercano di promuovere attacchi in Europa, Africa e altri luoghi. 

Media: "Raid israeliani nel centro e nel sud della Striscia"

Aerei militari israeliani hanno lanciato un raid a est del campo di Bureij, nella zona centrale di Gaza, sul territorio situato dietro la cosiddetta linea gialla che delimita le aree sotto il controllo israeliano. Lo rende noto Al-Jazeera. Inoltre, forze aeree dell'Idf hanno effettuato sei raid a est di Rafah, nella zona meridionale di Gaza. Le forze israeliane hanno effettuato anche, sempre secondo la testata araba, un'operazione di demolizione sotto il fuoco dell'artiglieria nel territorio situato dietro la cosiddetta linea gialla a est di Khan Younis, nella zona meridionale di Gaza. 

Doha: "Israele non ritardi fase 2 perché mancano due corpi"

Un portavoce del Ministero degli Esteri del Qatar afferma che Israele non dovrebbe poter ritardare il passaggio alla fase successiva del piano di cessate il fuoco sulla base del fatto che i corpi di due ostaggi sono ancora trattenuti a Gaza. Lo scrive il Times of Israel. In un'intervista con un podcast di Al-Araby Al-Jadeed, Majed al-Ansari afferma che la questione dei due corpi rimanenti "è la più importante" in questo momento. "Non crediamo che a Israele dovrebbe essere permesso di ostacolare l'attuazione dell'accordo su questi due corpi. Allo stesso tempo, naturalmente, la parte palestinese sta lavorando per recuperare i corpi e prevenire qualsiasi pretesto israeliano", afferma. "L'attuale impegno del Qatar e dei suoi partner nella regione è quello di passare dalla prima alla seconda fase [del piano], e quindi raggiungere una pace sostenibile che possa porre fine in modo completo allo stato di guerra nella Striscia di Gaza", afferma. "Raggiungere questa fase di tregua presenta sfide significative, ma l'obiettivo ora è mantenerla abbastanza a lungo da raggiungere una soluzione politica in cui tutte le parti nella regione, insieme alla comunità internazionale e agli Stati Uniti, collaborino per il successo di questo piano e la fine della guerra". Ansari afferma inoltre che qualsiasi potenziale normalizzazione tra Doha e Israele avverrà solo nel quadro di una soluzione alla questione palestinese. 

Quanti gli ostaggi liberati? Quanti i morti, tra Israele e Gaza? I numeri della guerra

All'indomani della firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza

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Qatar: "Israele non ostacoli seconda fase per due ostaggi"

Il Qatar, Paese mediatore nel conflitto a Gaza, ha affermato che Israele "non dovrebbe ostacolare" il passaggio alla seconda fase dell'accordo di pace per il fatto che gli ultimi corpi di due ostaggi sono ancora trattenuti nell'enclave palestinese. In un'intervista con un podcast di Al-Araby Al-Jadeed, il portavoce del ministero degli Esteri, Majed al-Ansari ha dichiarato che la questione dei due corpi rimanenti "è la più importante" in questo momento. "Non crediamo che a Israele dovrebbe essere permesso di ostacolare l'attuazione dell'accordo su questi due corpi. Allo stesso tempo, naturalmente, la parte palestinese sta lavorando per recuperare i corpi e prevenire qualsiasi pretesto israeliano", ha sottolineato la fonte. "L'attuale impegno del Qatar e dei suoi partner nella regione è quello di passare dalla prima alla seconda fase [del piano], e quindi raggiungere una pace sostenibile che possa porre fine in modo completo allo stato di guerra nella Striscia di Gaza", ha detto al-Ansari. "Raggiungere questa fase di tregua presenta sfide significative, ma l'obiettivo ora è mantenerla abbastanza a lungo da raggiungere una soluzione politica in cui tutte le parti nella regione, insieme alla comunità internazionale e agli Stati Uniti, collaborino per il successo di questo piano e la fine della guerra", ha valutato il portavoce ministeriale. Ansari ha affermato, inoltre, che qualsiasi potenziale normalizzazione tra Doha e Israele avverrà solo nel quadro di una soluzione alla questione palestinese. Due ostaggi deceduti, rapiti il 7 ottobre 2023, rimangono a Gaza: l'agente di polizia Ran Gvili, ucciso mentre respingeva l'invasione di Hamas al Kibbutz Alumim, e il cittadino thailandese Sudthisak Rinthalak, prelevato dal Kibbutz Be'eri, dove lavorava nell'agricoltura. Ieri, il padre di Ran, Itzik Gvili, si è rivolto al raduno settimanale a Tel Aviv, affermando che non ci sara' "nessuna fase successiva" all'attuale cessate il fuoco a Gaza e "nessun 'giorno dopo' a Gaza", finché Hamas non restituirà gli ultimi due corpi. La prima fase del piano in 20 punti del presidente Usa Donald Trump ha costituito la base dell'accordo di tregua e sequestro degli ostaggi tra Israele e Hamas del 9 ottobre. Nella fase successiva del piano, Israele dovrebbe ritirarsi ulteriormente dalla Linea Gialla, istituire un'autorita' di transizione per governare Gaza, dispiegare una forza di sicurezza multinazionale che sostituisca l'esercito israeliano, disarmare Hamas e avviare la ricostruzione. Oltre a detenere ancora due corpi, Hamas si è finora rifiutata di raggiungere un accordo sulla questione della smilitarizzazione. Israele insiste sulla necessità di smilitarizzare la Striscia prima che il piano di Trump possa procedere.

Onu: "In Israele politica statale de facto di tortura"

Israele ha "una politica statale de facto di tortura organizzata e diffusa". Lo sostiene un rapporto delle Nazioni Unite che copre gli ultimi due anni e che solleva preoccupazioni circa l'impunità delle forze di sicurezza israeliane per crimini di guerra.    Il comitato delle Nazioni Unite sulla tortura - secondo quanto riportato dal Guardian - ha espresso "profonda preoccupazione per le accuse di ripetute e gravi percosse, attacchi di cani, elettroshock, waterboarding, uso di posizioni di stress prolungate, violenza sessuale".    Il rapporto, pubblicato venerdì nell'ambito del monitoraggio regolare del comitato sui paesi che hanno firmato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, ha anche affermato che i detenuti palestinesi sono stati umiliati "essendo costretti a comportarsi come animali o urinando loro addosso", sono stati sistematicamente privati ;;di cure mediche e sottoposti a un uso eccessivo di mezzi di contenzione, "in alcuni casi con conseguente amputazione".    Il comitato delle Nazioni Unite, composto da 10 esperti indipendenti, ha espresso preoccupazione per l'uso massiccio della legge israeliana per giustificare la detenzione prolungata senza processo di migliaia di uomini, donne e bambini palestinesi. Gli ultimi dati pubblicati dall'organizzazione israeliana per i diritti umani B'Tselem affermano che, a fine settembre, il Servizio Penitenziario Israeliano deteneva 3.474 palestinesi in "detenzione amministrativa", ovvero senza processo.

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