Le vittime sono due fratellini di 10 e 12 anni: secondo la testimonianza dello zio, il drone ha aperto il fuoco su Fadi e Goma Abu Assi mentre stavano raccogliendo legna da ardere per aiutare il padre costretto su una sedia a rotelle. Almeno 354 palestinesi uccisi dall'inizio del cessate il fuoco, secondo le autorità sanitarie di Gaza. Per Ali Baraka, uno dei nuovi leader di Hamas, "è Israele a non volere una soluzione a due Stati che metta fine per sempre al conflitto con i palestinesi"
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Due fratellini di 10 e 12 anni sono stati uccisi da un drone israeliano a est di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono l'agenzia palestinese Wafa e la Reuters, citando medici e parenti dei due bambini. Lo zio dei bambini ha dichiarato che un drone israeliano ha aperto il fuoco su Fadi e Goma Abu Assi, mentre stavano raccogliendo legna da ardere per aiutare il padre costretto su una sedia a rotelle. Almeno 354 palestinesi sono stati uccisi dall'inizio del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, il 10 ottobre, secondo le autorità sanitarie di Gaza.
È Israele a non volere una soluzione a due Stati che metta fine per sempre al conflitto con i palestinesi. A sottolinearlo è stato Ali Baraka, uno dei nuovi leader di Hamas. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu “ha dichiarato più volte che non accetterà mai uno Stato palestinese a ovest del fiume Giordano”, ha spiegato.
L'Onu ha bollato come una "apparente esecuzione sommaria" l'uccisione di due palestinesi a colpi d'arma da fuoco in Cisgiordania mentre si arrendevano alle forze israeliane.
Gli approfondimenti:
- Piano di pace per Gaza: il testo integrale dell'accordo
- Da Oslo a Sharm el Sheik, i piani di pace degli ultimi decenni
- Chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas
- Dagli ostaggi rilasciati alle vittime, i numeri della guerra
- Quali Paesi riconoscono lo Stato palestinese e quali sono contrari. LA MAPPA
- Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
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Medioriente, il Libano a un anno dalla tregua. VIDEO
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Quanti gli ostaggi liberati? Quanti i morti, tra Israele e Gaza? I numeri della guerra
All'indomani della firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile. Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?
Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza
Vai al contenutoIsraele-Palestina, da Oslo a Sharm el-Sheikh: i piani di pace negli ultimi decenni
Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.
Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni
Vai al contenutoTregua Gaza, chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas. FOTO
Venti persone rapite nell’attacco del 7 ottobre 2023 sono state liberate, consegnate alla Croce Rossa e riportate in Israele. Ecco le loro storie.
Tregua Gaza, chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas. FOTO
Vai al contenutoLa questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025.
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
Vai al contenutoTregua Gaza, quali Paesi potrebbero entrare nella forza multilaterale di pace? Gli scenari
Dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, nella Striscia di Gaza cresce l’attesa per la riapertura dei valichi di frontiera e l’ingresso degli aiuti umanitari alla popolazione. Nel frattempo, il ritiro dell’Idf pone la questione della sicurezza con diversi Stati che hanno dato la disponibilità a inviare forze di peacekeeping. Di questo si è parlato nella puntata di "Numeri", approfondimento di Sky TG24.
Gaza, quali Paesi potrebbero entrare nella forza multilaterale di pace
Vai al contenutoThunberg: "Italia tra paesi più complici genocidio, repulsione per governo fascista"
“Potrei dirvi nel dettaglio quanta repulsione provi e quanto devastata io mi senta ogni volta che penso ai criminali di guerra al comando, incluso il vostro fottuto governo fascista”. Cosi dal palco del corteo propal di Roma l'attivista svedese Greta Thunberg. “Non potete aspettare che ogni palestinese sia ucciso per mostrare solidarietà”, prosegue Thunberg. “L'Italia è uno dei paesi più complici in questo genocidio. Quindi voi avete la responsabilità di continuare a scendere in strada e boicottare. Insieme blocchiamo tutto”, ha concluso poi l’attivista.
Idf, decine arresti in operazione antiterrorismo in Cisgiordania
Continua nel governatorato di Tubas, nel nord della Cisgiordania, l'operazione antiterrorismo avviata mercoledì dall'esercito israeliano. I media israeliani riferiscono che l'operazione, chiamata 'Cinque Pietre', è iniziata con un'attività segreta dell'unità Duvdevan nei villaggi di Tammun e Far'a, dove sono stati arrestate decine di sospetti, tra cui più di dieci terroristi. I commando hanno fatto irruzione in numerosi obiettivi e hanno "eliminato un ricercato" a sud di Jenin, individuando anche un centro di osservazione, esplosivi, armi e materiale di propaganda legato a Hamas, aggiungono i media.
Wp: "I Paesi ci ripensano, la forze di pace a Gaza non decolla"
La creazione di una forza internazionale a Gaza, considerato un elemento cruciale del piano di Donald Trump per riportare la pace, sta stentando a decollare poiché i paesi considerati propensi a inviare soldati sono diventati diffidenti. Lo riferisce il Washington Post in esclusiva. Nei governi che si erano offerti di inviare soldati, infatti, stanno aumentando le preoccupazioni sulla possibilità che i siano costretti a usare la forza contro i palestinesi. L'Indonesia, che aveva annunciato l'invio di ben 20.000 militari per operazioni di peacekeeping, sta ora valutando la possibilità di fornire un contingente molto più piccolo, secondo quanto riferito da funzionari di Giacarta al Wp. Anche l'Azerbaigian, che avrebbe dovuto inviare migliaia di militari, ha rivalutato la situazione. Nel frattempo, nessun paese arabo si è impegnato a inviare soldati. Una fonte a conoscenza del piano americano ha spiegato che l'obiettivo è per la forza di pace è di circa 15.000-20.000 uomini. Una volta che i paesi avranno accettato di partecipare, l'organizzazione della logistica e l'addestramento richiederanno diverse settimane. L'obiettivo è il dispiegamento "all'inizio del 2026", secondo un funzionario Usa.
Hamas: i morti a Gaza hanno superato quota 70mila
Il ministero della Sanità di Gaza, guidato da Hamas, ha riferito che il numero dei morti nella Striscia dall'inizio della guerra con Israele è di 70.100, dopo il recupero di oltre 600 corpi dalle macerie. Lo riportano i media israeliani. Dall'inizio della tregua, il 10 ottobre, 354 persone sono rimaste uccise e 906 ferite, secondo la stessa fonte.
Appello Hezbollah al Papa per "respingere aggressione d'Israele"
Il gruppo armato libanese Hezbollah ha esortato Papa Leone XIV a respingere l'"ingiustizia e l'aggressione" israeliana contro il Libano, in un messaggio al pontefice che arriverà a Beirut domani. "Noi di Hezbollah approfittiamo dell'occasione della vostra visita di buon auspicio nel nostro Paese, il Libano, per ribadire da parte nostra il nostro impegno alla convivenza", si legge nel messaggio di Hezbollah al Papa, pubblicato sui canali social del gruppo. Ma ha anche affermato l'impegno del gruppo a "stare al fianco del nostro esercito e del nostro popolo per affrontare qualsiasi aggressione e occupazione della nostra terra e del nostro Paese", aggiungendo che ciò che Israele "sta facendo in Libano è un'aggressione inaccettabile e continua" . "Confidiamo nella posizione di Sua Santità nel rifiutare l'ingiustizia e l'aggressione a cui la nostra nazione, il Libano, è sottoposta per mano degli invasori sionisti e dei loro sostenitori", ha aggiunto la dichiarazione.
Media: due bambini uccisi da drone israeliano a Khan Yunis
Due fratellini di 10 e 12 anni sono stati uccisi da un drone israeliano a est di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono l'agenzia palestinese Wafa e la Reuters, citando medici e parenti dei due bambini. Lo zio dei bambini ha dichiarato che un drone israeliano ha aperto il fuoco su Fadi e Goma Abu Assi, mentre stavano raccogliendo legna da ardere per aiutare il padre costretto su una sedia a rotelle. Almeno 354 palestinesi sono stati uccisi dall'inizio del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, il 10 ottobre, secondo le autorità sanitarie di Gaza, ricorda la Reuters.
Global movement Gaza, primi mesi 2026 una missione di terra
"Stiamo progettando un nuovo convoglio di terra, una nuova missione di terra che avrà camion per portare aiuti umanitari a Gaza e avrà due valenze, una umanitaria e una politica". Lo ha annunciato la portavoce italiana del Global Movement to Gaza, Maria Elena Delia, a 'Rebuild Justice. Ricostruire la giustizia', l'evento organizzato in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese, a Roma. Una missione "umanitaria perché vogliamo far entrare questi aiuti, dovrebbero entrare almeno 600 camion al giorno e ne stanno entrando quando va bene un centinaio - ha spiegato - Ma la seconda è di nuovo una valenza politica, perché ci stanno dicendo che con l'accordo di Trump i valichi sono stati aperti e va tutto bene. Se sono stati aperti vuol dire che quando arriveremo lì con tutte le carte e le autorizzazioni dovremmo entrare. Se non entreremo, allora significherà che qualcosa non funziona". Per quanto riguarda la partenza non c'è ancora una data ma è prevista "nella prima metà dell'anno prossimo", ha fatto sapere. "Ci aspettiamo un'adesione importante - ha concluso Delia - abbiamo sicuramente bisogno di coinvolgere quante più persone possibile, perché è importante sottolineare che a Gaza non è cambiato niente, si sono spenti i riflettori pensando che vada tutto bene, ma la verità è che non è cambiato assolutamente nulla".
Thunberg: "Cessate il fuoco a Gaza costantemente violato"
"Il cessate il fuoco" a Gaza "viene costantemente violato e i palestinesi sono ancora sotto attacco". Lo ha detto l'attivista Greta Thunberg uscendo dall'università Roma Tre dove è in corso 'Rebuild Justice. Ricostruire la giustizia', l'evento organizzato dal Global Movement to Gaza in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. A una domanda dei giornalisti in merito a cosa pensa della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha risposto: "non mi appassiona molto".
Hezbollah al Papa: "Rifiuti l'aggressione di Israele al Libano" (2)
Ieri il leader del gruppo, Naim Qassem, in un discorso ha accolto "con favore" l'imminente visita del Papa in Libano, e ha espresso la speranza che "contribuisca a diffondere la pace in Libano, a liberarlo, a porre fine all'aggressione (israeliana) e a sostenere il Libano e gli oppressi, come sappiamo che ha sempre saputo fare". Il segretario generale del movimento ha riferito che farà consegnare una lettera al Pontefice che verrà poi pubblicata anche sui media. Qassem ha insistito sul fatto che dalla firma del cessate il fuoco nel novembre 2024 Hezbollah ne rispetta le condizioni e ha chiesto la fine degli attacchi israeliani contro il Paese. Quanto al futuro, di fronte alla crescente pressione militare dell'Idf, il leader di Hezbollah ha dichiarato che un'altra guerra aperta con Israele è "possibile". Dopo un anno di scambio di fuoco tra Hezbollah e Israele, i due si sono confrontati lo scorso autunno in una guerra aperta che ha visto l'Idf penetrare in profondità il Paese dei Cedri. Alla fine di novembre 2024 è stato concordato un cessate il fuoco che prevedeva il ritiro delle truppe israeliane e il concomitante dispiegamento dell'esercito libanese nel sud del Paese e il ripiegamento dei militanti di Hezbollah a nord del fiume Litani. Nell'accordo era previsto anche il disarmo di Hezbollah. L'Idf si è ritirato da gran parte del Libano ma ha mantenuto cinque postazioni ritenute strategiche; inoltre continua a compiere raid aerei contro obiettivi di Hezbollah. Quest'ultimo rifiuta di disarmarsi e ci sono tensioni con il governo di Beirut che, sotto la crescente pressione Usa e i timori per una nuova operazioni militare israeliana, ha espresso il suo impegno ad agire per smilitarizzarlo.
Hezbollah al Papa: "Rifiuti l'aggressione di Israele al Libano"
In vista dell'arrivo del Papa in Libano, Hezbollah ha lanciato un appello a Leone XIV, esortandolo a rifiutare "l'ingiustizia e l'aggressione" israeliana contro il Paese dei Cedri. "Noi di Hezbollah cogliamo l'occasione della vostra visita propizia nel nostro Paese, il Libano, per riaffermare il nostro impegno per la coesistenza", si legge in un messaggio, nel quale il movimento sciita filo-iraniano ha ribadito anche il suo impegno a "stare al fianco del nostro esercito e del nostro popolo per affrontare qualsiasi aggressione e occupazione della nostra terra e del nostro Paese". Ciò che Israele "sta facendo in Libano è un'aggressione inaccettabile e continua", ha sottolineato Hezbollah. "Confidiamo nella posizione di Sua Santità nel rifiutare l'ingiustizia e l'aggressione a cui la nostra nazione, il Libano, è sottoposta per mano degli invasori sionisti e dei loro sostenitori".
Albanese: "Il genocidio continua, la tregua è finzione"
"Il genocidio continua, la tregua è una finzione: Israele sta polverizzando Gaza per prendersela". Così Francesca Albanese dal palco di "Rebuild Justice. Ricostruire la giustizia" a Roma Tre nella Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. L'esperta Onu denuncia: "Non c'è alcun cessate il fuoco: si dà carta bianca a Israele per continuare la pulizia etnica della Palestina". Tel Aviv è accusato di avere un progetto territoriale preciso: "Il 54% della Striscia è occupato dai carri armati israeliani. Israele ha polverizzato Gaza perché vuole prendersela, cosi' come si prenderà la Cisgiordania". Albanese richiama anche la situazione in West Bank: "Ci sono stati 1.200 omicidi in Cisgiordania, dove Hamas non c'è. Come ve lo spiegate?". La sua preoccupazione, dice, non è la possibile diminuzione delle piazze: "Io non ho paura che finisca la mobilitazione, ho paura che continui il genocidio, alimentato dal silenziamento della verita'". Da qui l'appello all'Europa e all'Italia: "Smettete di commerciare armi, tecnologia e beni civili con Israele, smettete di fare esercitazioni militari con un Paese accusato di crimini di guerra. Questo dovrebbe fare uno Stato di diritto", ha concluso.
Greta Thunberg: "Flotilla prova fallimento di un sistema"
"Il Segretario del Consiglio per la Sicurezza Nazionale e la Difesa dell'Ucraina e capo della delegazione ucraina Rustem Umerov, insieme al suo team, è già in viaggio verso gli Stati Uniti", lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram. "Oggi c'è stata la relazione di Rustem, e l'obiettivo è chiaro: preparare in modo rapido e sostanziale la definizione dei passi per porre fine alla guerra. L'Ucraina continua a lavorare nel modo più costruttivo possibile con l'America, e ci aspettiamo che i risultati degli incontri a Ginevra vengano ora perfezionati negli Stati Uniti. Attendo la relazione della nostra delegazione sui risultati del lavoro, che avverrà questa domenica. L'Ucraina lavora per una pace dignitosa. Gloria all'Ucraina!".
Unicef: "A Gaza oltre 9mila bambini con malnutrizione acuta" (2)
A causa delle cattive condizioni igieniche, del sovraffollamento e dell'accesso limitato all'acqua potabile, le malattie si diffondono rapidamente e colpiscono in modo sproporzionato i bambini piccoli. La combinazione di malnutrizione e malattie è particolarmente letale: ciascuna condizione accelera e aggrava l'altra. Inoltre, le temperature rigide aumentano drasticamente il fabbisogno energetico dell'organismo, esponendo i bambini malnutriti, che non hanno riserve di grasso e muscoli, a un grave rischio di ipotermia.
L'Unicef ha intensificato la sua risposta nutrizionale nella Striscia di Gaza, in particolare a Gaza City, dove ad agosto è stata confermata la carestia. Qui, il numero di centri di cura per la malnutrizione acuta è aumentato da sette a 26 dopo il cessate il fuoco, consentendo un migliore accesso ai servizi salvavita per i bambini affetti da malnutrizione acuta. Inoltre, dal cessate il fuoco, l'Unicef ha portato a Gaza più di 5.000 tende per famiglie, 247.000 teloni, 692.000 coperte, 50.500 materassi e 206.000 set di vestiti invernali.
Unicef: "A Gaza oltre 9mila bambini con malnutrizione acuta"
Gli elevati livelli di malnutrizione continuano a mettere in pericolo la vita e il benessere dei bambini nella Striscia di Gaza, aggravati dall'arrivo dell'inverno che accelera la diffusione delle malattie e aumenta il rischio di morte tra i bambini più vulnerabili. Gli screening nutrizionali condotti dall'Unicef e dai suoi partner hanno identificato quasi 9.300 bambini sotto i 5 anni colpiti da malnutrizione acuta nel mese di ottobre, in calo rispetto ai 11.746 bambini di settembre e ai 14.363 bambini di agosto, si legge in una nota. Sebbene questa tendenza al ribasso dimostri i progressi compiuti nel trattamento e nella prevenzione della malnutrizione acuta tra i bambini di Gaza, ottobre segna ancora uno dei tassi di ricovero mensili più alti mai registrati, quasi cinque volte superiore a quello di febbraio 2025, durante il precedente cessate il fuoco.
''Nonostante i progressi compiuti, migliaia di bambini sotto i cinque anni continuano a soffrire di malnutrizione acuta a Gaza, mentre molti altri non dispongono di un riparo adeguato, di servizi igienici e di protezione contro l'inverno'', ha affermato Catherine Russell, direttrice generale dell'Unicef. ''Troppi bambini a Gaza continuano a soffrire la fame, le malattie e il freddo, condizioni che mettono a rischio la loro vita. Ogni minuto è prezioso per proteggere questi bambini'', ha aggiunto.
Nelle ultime settimane sono entrate a Gaza maggiori quantità di generi alimentari, facendo diminuire i prezzi di mercato e migliorando l'accesso delle famiglie al cibo. Tuttavia, molti prodotti essenziali, in particolare gli alimenti di origine animale, rimangono introvabili o inaccessibili per la maggior parte della popolazione. Da un'indagine condotta dall'Unicef sulle famiglie nel mese di ottobre è emerso che 2 bambini su 3 di età inferiore ai 5 anni avevano consumato due o meno gruppi alimentari degli otto raccomandati nella settimana precedente, principalmente cereali, pane o farina. Con l'arrivo dell'inverno, migliaia di famiglie sfollate rimangono in rifugi di fortuna senza vestiti pesanti, coperte o protezione dalle intemperie, mentre le forti piogge hanno trascinato rifiuti e liquami attraverso le acque alluvionali fino alle zone popolate.
Sanchez: "Spagna sempre con i palestinesi per soluzione 2 Stati"
"In questa Giornata Internazionale di solidarietà con il Popolo Palestinese, onoriamo la resilienza di un popolo che non ha mai rinunciato alla speranza". Lo ha scritto il premier spagnolo Pedro Sanchez su X in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. "La Spagna sarà sempre al suo fianco con umanità e con la ferma convinzione che la soluzione dei due Stati è imprescindibile perché la pace arrivi e perduri" assicura Sanchez nel post.
Global Sumud: "Prossima missione di terra, partenza 2026"
"La prossima missione Global Sumud sara' di terra". Lo ha detto Maria Elena Delia, portavoce italiana del Global Movement to Gaza, intervenendo durante l'iniziativa "Rebuild Justice. Ricostruire la giustizia", a Roma. "Si tratta di un convoglio umanitario via terra, composto da camion destinati a raggiungere la Striscia di Gaza - ha aggiunto - per portare aiuti umanitari a Gaza e avrà due valenze, una umanitaria e una politica", ha chiarito. Delia ha ricordato come la situazione degli ingressi resti estremamente critica: "Dovrebbero entrare almeno 600 camion al giorno e ne stanno entrando, quando va bene, un centinaio". Da qui la necessità di un'iniziativa che sia anche un banco di prova politico: "Ci stanno dicendo che con l'accordo di Trump i valichi sono stati aperti e va tutto bene. Se sono stati aperti vuol dire che quando arriveremo lì con tutte le carte e le autorizzazioni dovremmo entrare. Se non entreremo, allora significherà che qualcosa non funziona". La partenza del convoglio non è stata ancora calendarizzata: "Lavoriamo per partite nella prima metà dell'anno prossimo. Ci aspettiamo un'adesione importante, abbiamo sicuramente bisogno di coinvolgere quante più persone possibile, perché è importante sottolineare che a Gaza non è cambiato niente: si sono spenti i riflettori pensando che vada tutto bene, ma la verità è che non è cambiato assolutamente nulla", ha concluso.
Gaza, Croce Rossa: "Su crisi umanitaria anche peso dell'inverno"
"Dopo il cessate il fuoco, speravamo in un ampio accesso degli aiuti umanitari ma le crescenti tensioni nella zona non lo rendono possibile. Per la popolazione della Striscia di Gaza il futuro è sempre più incerto. Alle sofferenze sopportate e alle gravi condizioni umanitarie alle quali donne e uomini, bambine e bambini sono stati esposti, in particolare negli ultimi due anni, si aggiungono ora le difficoltà derivanti dalle basse temperature e dalle intemperie dell'inverno. Si continua a vivere in condizioni disperate". Lo dichiara Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana. "Le Volontari e i Volontari della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) si confermano l'unico aiuto per la popolazione di Gaza, offrendo servizi essenziali, assistenza sanitaria, supporto psicologico e psicosociale. La Federazione Internazionale della Croce Rossa (IFRC) sta supportando la Consorella palestinese, anche attraverso gli aiuti di altre Società nazionali. Aiuti che, ad oggi, non sono sufficienti - prosegue Valastro - a soddisfare il fabbisogno della popolazione e ad assicurare adeguate forniture di cibo, acqua, medicinali, materiali per l'edilizia abitativa e altri beni essenziali. Scarseggia il carburante: la mancanza di combustibile incide negativamente sui trasporti e sulla capacità dei servizi, sulle operazioni mediche e sulla capacità del PRCS di svolgere azioni umanitarie tempestive. La popolazione vive in un costante stato di emergenza. Il personale e i volontari del PRCS, pur operando in condizioni di pericolo, proseguono la loro attività a supporto delle comunità colpite dal conflitto. Questa è l'Umanità del nostro Movimento, questo è il nostro modo di essere Ovunque per Chiunque".
Media: "Coloni sparano a donna palestinese, ferita a gamba"
Coloni hanno sparato a una giovane donna palestinese, colpendola alla coscia. L'aggressione è avvenuta nel villaggio di Khaliel al-Louza, in Cisgiordania, vicino a Betlemme. Lo ha riferito Haaretz citando la Mezzaluna Rossa Palestinese, secondo la quale la giovane e' stata anche picchiata
Israele chiude i valichi con Egitto e Striscia di Gaza
Le autorità israeliane hanno chiuso da ieri, venerdì, i valichi con l'Egitto e la Striscia di Gaza di Kerem Abu Salem e Auja, impedendo l'ingresso degli aiuti umanitari. Lo riferiscono la Mezzaluna Rossa egiziana e fonti della sicurezza. Bloccata, di conseguenza, la consegna di camion di aiuti dall'Egitto a Gaza. Giovedì scorso erano entrati nella Striscia 380 camion, parte dell'82/o convoglio umanitario egiziani. Gli altri mezzi carichi di aiuti sono attualmente bloccati nell'area di fronte al valico di Rafah in attesa di poter raggiungere Kerem Abu Salem per i controlli da parte di Israele.
Media: "Due minorenni uccisi da Idf vicino Khan Younis"
Due minorenni sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco dalle truppe israeliane a Bani Suheila, a est di Khan Younis, nel sud di Gaza. Lo ha riferito Al Jazeera, citando una fonte dell'ospedale Nasser. Bani Suheila si trova sul lato controllato da Israele della Linea Gialla stabilita con il cessate il fuoco nella Striscia.
Hakema Hassan: "In Cisgiordania aumentano attacchi dei coloni"
"La situazione in Cisgiordania è estremamente difficile, con un aumento degli attacchi dei coloni, delle confische di terre e delle restrizioni alla libertà di movimento. Ci sono più di 1000 posti di blocco militari che attraversano la nostra terra e le nostre comunità, trasformando la Cisgiordania in cantoni e enclavi frammentati. La vita stessa è diventata una lotta quotidiana per la libertà di movimento e la sopravvivenza". E' quanto afferma Hakema Hassan, coordinatrice delle cooperative agricole affiliate al Popular art centre dell'area di Nablus e parte del Women support centre, spazio gestito con e per le donne in Palestina. Hakema sarà a Bari il primo dicembre per dialogare "su decolonizzazione, donne e resistenza", presso il Bread&Roses. "Per noi - spiega - essere un'associazione di donne e per le donne a Nablus significa essere forza, solidarietà e speranza. Significa creare uno spazio sicuro dove le donne si sostengono a vicenda, condividono esperienze e costruiscono il proprio futuro con dignità". "L'agricoltura contadina e le pratiche agro-ecologiche dal basso, compresi gli aspetti tecnici, economici, sociali e culturali delle cooperative agricole giovanili - evidenzia Hakema - sono essenziali per resistere al dominio e all'occupazione israeliana. Per noi, ogni metro di terra che recuperiamo o preserviamo è un passo in più verso la liberazione. In questa visione, la solidarietà internazionale svolge un ruolo fondamentale, non come beneficenza, ma come giustizia. Crea reti di sostegno che ci permettono di andare avanti nonostante le restrizioni e l'occupazione". "Non cerchiamo pietà o aiuti umanitari - conclude - ma una partnership basata sull'uguaglianza, la dignità e l'umanità condivisa. La nostra causa è politica e umana, radicata in una partnership genuina con tutte le forze che credono nella giustizia, nell'uguaglianza, nella libertà, nella dignità e nella democrazia, unite contro l'oppressione, la violenza e l'imperialismo".
Gaza, Valastro (Cri): "Condizioni disperate, a crisi umanitaria si aggiunge peso inverno"
“Dopo il cessate il fuoco, speravamo in un ampio accesso degli aiuti umanitari ma le crescenti tensioni nella zona non lo rendono possibile. Per la popolazione della Striscia di Gaza il futuro è sempre più incerto. Alle sofferenze sopportate e alle gravi condizioni umanitarie alle quali donne e uomini, bambine e bambini sono stati esposti, in particolare negli ultimi due anni, si aggiungono ora le difficoltà derivanti dalle basse temperature e dalle intemperie dell’inverno. Si continua a vivere in condizioni disperate”. Lo dichiara Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana.
“I volontari della Mezzaluna Rossa Palestinese si confermano l’unico aiuto per la popolazione di Gaza, offrendo servizi essenziali, assistenza sanitaria, supporto psicologico e psicosociale. La Federazione Internazionale della Croce Rossa sta supportando la Consorella palestinese, anche attraverso gli aiuti di altre Società nazionali. Aiuti che, ad oggi, non sono sufficienti – prosegue Valastro – a soddisfare il fabbisogno della popolazione e ad assicurare adeguate forniture di cibo, acqua, medicinali, materiali per l'edilizia abitativa e altri beni essenziali. Scarseggia il carburante: la mancanza di combustibile incide negativamente sui trasporti e sulla capacità dei servizi, sulle operazioni mediche e sulla capacità del Prcs di svolgere azioni umanitarie tempestive. La popolazione vive in un costante stato di emergenza. Il personale e i volontari del Prcs, pur operando in condizioni di pericolo, proseguono la loro attività a supporto delle comunità colpite dal conflitto. Questa è l’umanità del nostro movimento, questo è il nostro modo di essere ovunque per chiunque”.
Palestinesi uccisi a Jenin, rilasciati i tre agenti israeliani
Sono stati rilasciati ieri sera dopo otto ore di interrogatorio i tre agenti della polizia di frontiera israeliani accusati di aver ucciso due palestinesi a Jenin, in Cisgiordania, sparandogli mentre si arrendevano. Lo riporta Haaretz. L'unità del ministero della Giustizia israeliano che indaga sulla cattiva condotta della polizia ha aperto un'inchiesta dopo che, giovedì, il video della sparatoria era diventato virale. Interrogati con l'accusa di aver ucciso e aperto il fuoco contro gli ordini ricevuti, i tre agenti sotto copertura hanno dichiarato di aver agito per autodifesa. "Abbiamo avvertito una minaccia imminente e tangibile alle nostre vite", hanno dichiarato durante l'interrogatorio, citati dal giornale israeliano, aggiungendo che i colpi sono stati esplosi dopo che i due si erano rifiutati di spogliarsi durante l'arresto, per poi infilarsi le mani in tasca. Uno di loro ha tentato di fuggire e rientrare nell'edificio, hanno detto. Nel video diffuso dal canale egiziano Al Ghad, si vedono i due palestinesi uscire da un edificio, passando sotto a una saracinesca e sollevando le magliette che indossavano, e poi sdraiarsi a terra. I due, sotto la minaccia delle armi, rientrano poi nell'edificio, uno in piedi, l'altro trascinandosi a terra, quando uno degli agenti gli spara a distanza ravvicinata. Un escavatore ha poi divelto la saracinesca, facendola crollare sui loro corpi.
Medici Gaza: "Due minori palestinesi uccisi in attacco Idf nel sud"
Due fratelli palestinesi, entrambi minorenni, sono stati uccisi in un attacco dell’Esercito israeliano (Idf) nel sud della Striscia di Gaza, in una zona precedentemente indicata come sicura dalle autorità israeliane. Lo hanno denunciato fonti mediche locali.
L’ospedale Nasser ha confermato l’arrivo delle salme di Fadi Tamer Abu Assi e Juma Tamer Abu Assi, vittime di "un attacco aereo" avvenuto a Bani Suheila, a est di Khan Yunis. L’incidente, ha precisato la struttura sanitaria citata dall’agenzia palestinese Sanad, è avvenuto nei pressi della scuola Al Farabi, un’area considerata priva di ostilità secondo le attuali posizioni israeliane lungo la Linea Gialla di Gaza.
Solo ieri, la stessa località era stata teatro di un altro raid israeliano che aveva causato la morte di un palestinese, identificato come Abdallah Wajdi Rizq Hamad. In quel caso, l’Esercito israeliano aveva giustificato l’attacco sostenendo che l’uomo aveva attraversato la linea che definisce le postazioni militari attualmente controllate da Israele nell’enclave.
Libano, Hezbollah: "Non cerchiamo guerra ma non ci arrenderemo a Israele"
"Non cerchiamo la guerra e non la vogliamo, ma non accetteremo di arrenderci al nemico". Così il deputato di Hezbollah Hassan Fadlallah è tornato a minaccia Israele, affermando che "non permetteremo al Libano di arrendersi sotto nessun titolo, slogan o iniziativa". Il suo intervento segue il discorso del Segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, che ieri ha definito l'uccisione del capo di stato maggiore dell'organizzazione, Haitham Ali Tabtabai, come un "crimine abominevole" e ha aggiunto che "abbiamo il diritto di rispondere e ne determineremo i tempi".
“Modello IRA” per il disarmo di Hamas, cos’è e perché se ne parla per il futuro di Gaza
Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?
Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas
Vai al contenutoPalestinesi uccisi a Jenin. Onu: "Apparente esecuzione"
L'Onu ha bollato come una "apparente esecuzione sommaria" l'uccisione di due palestinesi a colpi d'arma da fuoco in Cisgiordania mentre si arrendevano alle forze israeliane. "Siamo sconvolti dalla sfacciata uccisione di due palestinesi da parte della polizia di frontiera israeliana giovedì a Jenin", ha detto ieri a Ginevra il portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Jeremy Laurence, definendo l'incidente "un'altra apparente esecuzione sommaria". L'episodio è emerso con la diffusione di un video trasmesso dal canale arabo Al Ghad Tv che mostrava due persone uscire con le mani alzate in segno di resa da un edificio, mentre i militari puntano contro di loro armi da fuoco. Si sente poi l'esplosione di diversi colpi diversi colpi con entrambe le persone che rimangono accasciate al suolo. L'Idf e la polizia israeliana hanno annunciato un'indagine.
Israele avvia progetto “blocco E1”: cos’è l’insediamento che divide in due la Cisgiordania
Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich ha annunciato ieri, in una conferenza stampa, l'approvazione definitiva del controverso progetto di insediamento “E1” in Cisgiordania. Una decisione “storica”, l'ha definita il ministro, che di fatto dividerebbe in due la Cisgiordania impedendo alcuna realizzazione di uno Stato unito di Palestina. Ecco di cosa si tratta.
Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
Vai al contenutoQuanti gli ostaggi liberati? Quanti i morti, tra Israele e Gaza? I numeri della guerra
All'indomani della firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile. Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?
Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza
Vai al contenutoHamas: Israele impedisce la soluzione a due Stati
È Israele a non volere una soluzione a due Stati che metta fine per sempre al conflitto con i palestinesi. A sottolinearlo è stato Ali Baraka, uno dei nuovi leader di Hamas, in un’intervista per il programma “5 minuti” di Bruno Vespa. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu “ha dichiarato più volte che non accetterà mai uno Stato palestinese a ovest del fiume Giordano. L’attuale governo estremista di Israele considera la Cisgiordania come Giudea e Samaria, come il cuore di Israele. È il governo israeliano che impedisce la soluzione dei due Stati”, ha spiegato. Baraka ha poi riconosciuto il ruolo del presidente Donald Trump nella tregua a Gaza. “Non è questione di fidarsi di Trump. Tutti sanno che l’unica a poter influenzare Israele è l’amministrazione americana e ora l’amministrazione americana è Trump”, ha detto. “Netanyahu ha accettato l’accordo per terminare questa guerra perché c’è stata la pressione dell’America”, ha sottolineato. Ma gli Usa hanno avuto un ruolo anche nel sostenere la guerra. “I responsabili sono gli occupanti sionisti e coloro che li sostengono”, ha detto, “ci sono 70mila palestinesi martirizzati in questa guerra, per la maggior parte donne e bambini, uccisi dall’esercito israeliano sostenuto dall’amministrazione Usa”.