Sanzioni Usa al petrolio russo, i Paesi colpiti e quanto aumenterà il prezzo
Donald Trump ha annunciato di voler sanzionare i giganti del petrolio russo, con il suo omologo Vladimir Putin che ha replicato: “Non avranno impatto sull’economia russa”. Cina e India sono tra i Paesi più colpiti, ma se dovessero rivolgersi ad altri mercati questo potrebbe causare un aumento del costo della materia prima: anche di questo si è parlato nell’ultima puntata di Numeri, il programma di approfondimento di Sky TG24
LE SANZIONI AL PETROLIO RUSSO
- Donald Trump ha annunciato di voler sanzionare i giganti del petrolio russo, con il suo omologo Vladimir Putin che ha replicato: “Non ci sarà impatto sull’economia russa”. Ma di cosa si sta parlando, e perché questa mossa potrebbe essere importante? Anche di questo si è parlato nell’ultima puntata di Numeri, il programma di approfondimento di Sky TG24.
L’IMPORTANZA DEL PETROLIO
- Per la Russia il petrolio è importante perché le tasse sull’export coprono circa un quarto del bilancio statale, benché siano in calo del 21% rispetto al 2024.
LE SANZIONI USA
- Le nuove sanzioni degli Stati Uniti impediscono alle entità americane di effettuare transazioni verso le aziende Rosneft e Lukoil. E anche le banche straniere che facilitassero simili transazioni sarebbero colpite da sanzioni. Dunque gli effetti sarebbero globali, visto il peso del dollaro e l’importanza dell’economia statunitense.
CHI COMPRA IL PETROLIO RUSSO?
- Quali sarebbero dunque i Paesi colpiti, per vie traverse, da queste nuove sanzioni? Dal 2022 si è registrato un forte aumento degli acquisti da parte dell’India: nelle ultime settimane però si è aggiunta la quota smistata dalla ‘flotta fantasma’ russa verso destinazioni sconosciute.
GLI ACQUISTI EUROPEI
- Allargando lo sguardo sugli acquisti del petrolio russo, si nota come anche i Paesi europei e la Turchia comprino ancora in modo significativo da Mosca.
IL RUOLO DELL’INDIA
- Tra i Paesi che possono essere colpiti c’è l’India, grande acquirente del petrolio russo: oltre due terzi infatti arriva da Rosneft e Lukoil.
LA MOSSA DELLA CINA
- Anche la Cina sarebbe colpita, e secondo fonti di Reuters le società statali del Paese avrebbero sospeso gli acquisti di petrolio dalla Russia per via delle sanzioni.
IL PREZZO DEL PETROLIO
- Uno stop all’importazione dalla Russia per Cina e India vorrebbe dire andare a comprare il petrolio da altre fonti, e questo si sta già traducendo in un aumento dei prezzi: ieri il costo del greggio è infatti salito del 5%, entro poche ore dall’annuncio delle sanzioni.
LA PROMESSA DI DONALD TRUMP
- Un simile scenario rischia di rendere difficile per Donald Trump mantenere una delle sue promesse prima di ritornare alla Casa Bianca: quella di vedere prezzi dell’energia bassi come non mai.
LE SANZIONI FUNZIONERANNO?
- Il direttore di Ispi DataLab, Matteo Villa, ha spiegato all’Ansa che “le sanzioni sul petrolio alla Russia funzionano solo se sono sanzioni secondarie, cioè se puniscono anche quelli che fanno affari con la Russia", avvertendo che "se nel tempo il blocco dovesse perdurare sarebbe ovvio aspettarsi che il prezzo del petrolio schizzi, e non solo di 5 dollari come ha fatto oggi".