Guerra Israele-Medio Oriente, attesa per la liberazione di altri 3 ostaggi di Hamas

©Ansa

Israele ha ricevuto la lista degli ostaggi che Hamas rilascerà domani. Lo ha riferito l’ufficio del primo ministro israeliano. Si tratta di Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Siegel. In cambio, Israele libererà 90 detenuti nel quarto scambio nell'ambito dell'accordo per il cessate il fuoco di Gaza. Nella notte, Israele ha effettuato raid aerei su obiettivi Hezbollah a est del Libano. I raid hanno provocato almeno 2 morti, secondo il ministero della Salute libanese

in evidenza

Domani Hamas rilascerà tre ostaggi uomini, come è previsto dagli accordi. Israele ha ricevuto la lista affermando che "verrà fornita una risposta". Si tratta di Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Siegel. In cambio,  domani Israele libererà 90 detenuti nel quarto scambio nell'ambito dell'accordo per il cessate il fuoco di Gaza. Lo scambio è stato confermato da Hamas: domani saranno rilasciati nove detenuti palestinesi che stanno scontando ergastoli e altri 81 che stanno scontando lunghe pene nelle carceri israeliane in cambio dei tre civili.

Nella notte, aerei da guerra di Israele hanno effettuato una serie di attacchi aerei su obiettivi di Hezbollah nella Valle della Beqa, nell'est del Libano. Lo rendono noto le Forze di difesa israeliane (Idf), citate dai media locali, precisando di rimanere "impegnate" nella tregua con il movimento sciita. Il bilancio è di almeno due morti, secondo quanto afferma il ministero della Salute libanese.

Tre israeliani e 5 thailandesi rapiti da Hamas sono tornati in libertà dopo 482 giorni di prigionia a Gaza, nell'ennesimo show dei miliziani palestinesi che stavolta ha fatto infuriare Netanyahu. Il premier israeliano ha parlato di "crudeltà sconvolgente" e ha ritardato il rilascio dei detenuti palestinesi. 

Approfondimenti:

Per ricevere le notizie di Sky TG24:

Questo liveblog finisce qui

Continua a seguire tutti gli aggiornamenti nel nuovo live dell'1 febbraio

Per ricevere le notizie di Sky TG24:

• La newsletter sulle notizie più lette (clicca qui)

• Il canale Whatsapp di Sky TG24 (clicca qui)

• Le notizie audio con i titoli del tg (clicca qui)

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE

Medio Oriente, idea di Trump per "ripulire" Gaza: palestinesi in Egitto e Giordania

"Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto", ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un "cantiere di demolizione" e affermando che la mossa potrebbe essere "temporanea o a lungo termine". IL PIANO

Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza. FOTO

I  palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il   clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è   giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di   guerra. LE IMMAGINI

Gaza, le moschee riprese dal drone prima e dopo la guerra

Le sconvolgenti immagini della Moschea di Al-Hassan e della Grande Moschea di Gaza, a Gaza city, prima e dopo la guerra. GUARDA IL VIDEO

Tregua MO, tre ostaggi israeliani pronti per il rilascio

Iran, Araghchi: "Se Usa attaccano siti nucleari sarà guerra totale"

Gli Stati Uniti commetterebbero ''uno dei peggiori errori della storia'' se decidessero di condurre un attacco militare contro i siti nucleari iraniani. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi nel corso di una intervista ad Al Jazeera. Teheran risponderà ''immediatamente e con decisione'' se i suoi siti nucleari saranno attaccati, il che porterà a ''una guerra totale nella regione'', ha aggiunto il capo della diplomazia iraniana.

Unrwa: "Ostaggi in sede Onu? Accuse molto gravi da indagare"

Sono ''accuse molto gravi che devono essere indagate'' quelle formulate dall'ex ostaggio israelo-britannica Emily Damari di essere stata tenuta in ostaggio in una struttura dell'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, mentre era nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato una portavoce dell'Unrwa al sito di Ynet.

Dicendosi sollevata dal fatto che Damari sia stata riunita alla sua famiglia, la portavoce ha ricordato che l'Unrwa "ha ripetutamente chiesto indagini indipendenti sulle accuse di uso improprio e disprezzo delle strutture delle Nazioni Unite da parte di gruppi armati palestinesi, tra cui Hamas".

Ong: "Domani Israele scarcererà 183 palestinesi"

Israele scarcererà domani 183 detenuti palestinesi in cambio di tre ostaggi israeliani trattenuti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre del 2023. Lo ha reso noto all'Afp Amani Sarahneh, dell'ong Club des Prisonniers, spiegando inizialmente era previsto il rilascio di 90 detenuti.

Unrwa: "Accuse Damari sono gravi e vanno indagate"

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha dichiarato a 'Ynet' che le accuse dell'ostaggio liberato Emily Damari, secondo cui sarebbe stata trattenuta nelle strutture dell'UNRWA, sono "accuse molto gravi" che devono essere indagate. In commenti pubblicati da 'Ynet' in ebraico, una portavoce ha affermato di essere sollevata dal fatto che Damari sia stata riunita alla sua famiglia e ha affermato che l'UNRWA "ha ripetutamente chiesto indagini indipendenti sulle accuse di uso improprio e disprezzo delle strutture delle Nazioni Unite da parte di gruppi armati palestinesi, tra cui Hamas".

Medioriente, chi sono le quattro soldatesse israeliane rilasciate

Sono state rilasciate quattro soldatesse israeliane in ostaggio a Gaza. Come confermato dalle Brigate Al Qassam, l'ala armata di Hamas, il rilascio è parte dell'accordo di cessate il fuoco nell'enclave. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. La quinta, Agam Berger, rimasta nella Striscia di Gaza, non verrà rilasciata per il momento. Ecco chi sono le soldatesse. CHI SONO

Ong palestinese: Israele deve liberare domani 183 prigionieri

Israele deve liberare domani 183 prigionieri, secondo le nuove cifre fornite da una ong palestinese. Questa mattina la stessa ong, il Palestinian Prisoners' Club, aveva indicato che domani Israele avrebbe dovuto liberare 90 detenuti in cambio di tre ostaggi israeliani, nel quarto scambio nell'ambito dell'accordo per il cessate il fuoco di Gaza. 

Gaza, migliaia di palestinesi sfollati tornano nel nord della Striscia. FOTO

L'apertura del valico è stata alle 7 ora locale, quando i gazawi hanno potuto iniziare il proprio esodo solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare verso nord dopo un'ispezione a partire dalle 9 ora locale, le 8 in Italia. "Chi è arrivato ci dice che manca l'acqua, l'elettricità, il cibo, le medicine. Le strade non esistono più e quindi mancano i punti di riferimento", racconta un palestinese. "Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo", ha affermato Hamas. LE IMMAGINI

Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora

L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova. CHI SONO

Israele ritiene che Hamas non libererà tutti gli ostaggi vivi in seconda fase

Israele ritiene che Hamas non voglia liberare tutti gli ostaggi vivi nella seconda fase dell'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo afferma Channel 12, spiegando che i funzionari israeliani ritengono che Hamas non accetterà di liberare tutti gli ostaggi ancora in vita in una seconda fase dell'accordo di cessate il fuoco poiché questi rappresentano una polizza assicurativa nei confronti di Israele. Per questo motivo, affermano i funzionari a condizione di anonimato, non ci sarà altra scelta se non quella di tornare a combattere.

In base all'accordo di cessate il fuoco, Israele e Hamas hanno concordato una prima fase di 42 giorni che prevede il ritorno di 33 ostaggi. Presto inizieranno i colloqui su una potenziale seconda fase. Tale fase, se concordata, vedrebbe il rilascio di tutti gli ostaggi ancora in vita in cambio di un cessate il fuoco permanente. I corpi rimanenti verrebbero restituiti in una terza fase.

Mandato arresto Netanyahu, 9 Paesi pronti ad attuarlo

Nove Paesi si sono impegnati ad arrestare il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel rispetto del mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei suoi confronti e a impedire la vendita di armi a Israele. La decisione è stata presa all'Aja da rappresentanti di Belize, Bolivia, Colombia, Cuba, Honduras, Malesia, Namibia, Senegal e Sudafrica, che hanno formato una coalizione in difesa del diritto internazionale.

Nello specifico, i Paesi hanno firmato una dichiarazione in cui si impegnano a "sostenere le richieste della Cpi" e a "rispettare i propri obblighi ai sensi dello Statuto di Roma in merito agli ordini emessi il 21 novembre 2024" nei confronti di Netanyahu e dell'ex ministro alla Difesa israeliano Yoav Galant. E' stato anche concordato di "impedire la fornitura o il trasferimento di armi, munizioni ed equipaggiamento a Israele in tutti i casi in cui vi sia un rischio evidente che tali armi" possano essere utilizzate "per violazioni del diritto umanitario".

I paesi hanno inoltre concordato di "impedire alle navi di attraccare in qualsiasi porto" all'interno della loro giurisdizione "in tutti i casi in cui vi sia un rischio evidente che la nave venga utilizzata per trasportare carburante e armi militari in Israele". "Adotteremo ulteriori misure per porre fine all'occupazione israeliana dello Stato di Palestina e rimuovere gli ostacoli alla realizzazione del diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione, compreso il diritto a fondare uno Stato di Palestina indipendente", si legge nella dichiarazione.

Media: "Trump e Netanyahu avranno 2 incontri a Washington"

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si incontreranno due volte a Washington durante la visita di quest'ultimo martedì. Lo rivela Axios, spiegando che i due leader si vedranno una prima volta per una riunione di lavoro e poi per una cena informale. La fonte citata da Axios precisa che la riunione di lavoro è prevista per mezzogiorno ora di Washington e dopo i due leader ceneranno con le rispettive consorti.

Madre ostaggio liberato: "Emily prigioniera in siti Unrwa"

Emily Damari, uno degli ostaggi israeliani liberati ieri, era stata tenuta prigioniera da Hamas in strutture dell'Agenzia delle Nazioni Unite Unrwa. A sostenerlo è stata la madre di Emily, Mandy, in un post rilanciato da The Times of Israel. "Hamas ha tenuto Emily in strutture dell'Unrwa e le ha negato l'accesso alle cure mediche dopo averle sparato due volte", ha scritto, "è un miracolo che sia sopravvissuta".

Martedì a Washington due incontri Trump-Netanyahu

Secondo quanto riportato da Axios, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dovrebbero incontrarsi due volte a Washington martedì: una volta per una riunione di lavoro e poi per una cena informale. Secondo quanto riportato da Axios, che cita una fonte non identificata, la riunione di lavoro è prevista per mezzogiorno, ora della costa orientale (18 ora italiana), dopodiché i due leader ceneranno con le rispettive consorti.

Francia, Germania, Gb contro legge Israele su Unrwa

I ministri degli Esteri di Regno Unito, Francia e Germania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui hanno espresso preoccupazione per l'emanazione di una legge israeliana che proibisce a tutte le istituzioni statali israeliane di avere qualsiasi interazione con l'UNRWA.

Araghchi: "Guerra totale regionale se attacco a siti Iran"

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha ammonito che un attacco contro i siti nucleari di Teheran scatenerebbe una guerra totale regionale. "Sarebbe uno dei più grossi errori storici che gli Stati Uniti potrebbero commettere", ha detto in un'intervista ad al Jazeera. Si scatenerebbe "una guerra totale nella regione", ha avvertito, l'Iran risponderebbe "subito e con decisione".

Padre Arbel Yehoud ringrazia Berlino e Trump: "Vera vittoria è fine guerra"

Il padre dell'ex ostaggio israelo-tedesco Arbel Yehoud ha ringraziato ''il governo di Berlino e il presidente americano Donald Trump per aver usato la loro influenza per la liberazione degli ostaggi''. Sua figlia, ha detto in conferenza stampa, ''considerato l'inferno che ha passato è in buona salute''. Ma ''la lotta non è finita. Insieme ad Arbel, che è in buona salute e dimostra un’immensa forza mentale, continueremo a combattere finché tutti non torneranno''.

L'uomo ha anche ringraziato il governo israeliano “per aver capito, anche se molto tardi e a costo della vita di ostaggi e soldati, che non c’è altra scelta che portare a termine l’accordo, liberare gli ostaggi e porre fine alla guerra, perché questa è la vera vittoria necessaria per riabilitare la nazione e il suo popolo''.

Nasce Gruppo Aja, 9 Paesi a sostegno dell'arresto Netanyahu

Nove Paesi hanno deciso di fare fronte comune per sostenere l'arresto del premier israeliano Benjamin Netanyahu, richiesto della Corte penale internazionale (Cpi), e l'embargo alla vendita di armi a Israele. A dare vita al 'Gruppo dell'Aja' sono stati Belize, Bolivia, Cuba, Colombia, Honduras, Malesia, Namibia, Senegal e Sudafrica. "Non possiamo restare indifferenti di fronte alla perdita di vite" umane "per le azioni genocide di Israele, la potenza occupante" della Palestina, si legge in una dichiarazione congiunta dei 9 paesi diffusa oggi all'Aja, sede della Cpi, "invitiamo tutti gli altri Paesi ad adottare i provvedimenti necessari a porre fine all'occupazione israeliana dello Stato di Palestina".

Ex ostaggio Emily a Starmer: prigionia in una sede Unrwa

"A Gaza sono stata tenuta prigioniera in una struttura dell'Unrwa (agenzia dell'Onu per i palestinesi) e nonostante fossi ferita non ho ricevuto cure mediche". Lo ha detto in una conversazione telefonica con il primo ministro britannico Keir Starmer, l'ex ostaggio anglo-israeliano Emily Damari, liberata nei giorni scorsi da Hamas.  

Media: "Israele e Hezbollah trattano scambio di prigionieri"

Una ricercatrice e giornalista israelo-russa, accusata di essere "una spia a favore di Israele" e per questo fatta prigioniera in Iraq quasi due anni fa da milizie sciite filo-iraniane, potrebbe rientrare nello scambio di ostaggi tra Iraq, Hezbollah e Israele. Lo riferiscono media libanesi, secondo cui nelle ultime ore si sono intensificati i contatti tra le parti per la liberazione di una serie di prigionieri libanesi di Hezbollah in carcere in Israele in cambio del rilascio di Elisabeth Tsurkov. La giovane ricercatrice era stata sequestrata a Baghdad nel marzo 2023. E di lei da allora si sono perse le tracce. I media riferiscono della garanzia data da fonti irachene dell'esistenza in vita di Tsurkov. 

Hezbollah: "Condoglianze e congratulazioni per la morte di Deif"

Hezbollah porge "le sue più sentite condoglianze e congratulazioni per il martirio del comandante delle Brigate Qassam Mohammad Deif e di un gruppo di suoi compagni anziani tra i membri del Consiglio militare". Lo riferisce Al Jazeera online, secondo cui, nel suo account Telegram, Hezbollah ha inoltre espresso "orgoglio per questi onorevoli leader che sono rimasti sul campo di battaglia fino ai loro ultimi momenti".  Le Brigate Qassam, l'ala armata di Hamas, hanno confermato ieri che il comandante è stato ucciso, l'anno scorso, aggiungendo che altri sei membri del consiglio militare del gruppo sono morti insieme a Deif. 

Madre Emily Damari: "Era in ostaggio di Hamas in struttura Unrwa"

La cittadina israelo-britannica Emily Damari era tenuta in ostaggio da Hamas in una delle strutture dell'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato la madre di Emily Damari, Mandy, in un colloquio con il primo ministro britannico Keir Starmer, che ha ringraziato ''per l'aiuto fornito per riportare Emily a casa''. E' quanto si legge sull'account di 'X' di Mandy Damari.

"Hamas ha tenuto Emily nelle strutture dell'Unrwa e le ha negato l'accesso alle cure mediche dopo averle sparato due volte", ha detto Mandy Damari a Starmer. "E' un miracolo che sia sopravvissuta e adesso dobbiamo portare aiuti agli ostaggi rimasti" nella Striscia di Gaza, ha aggiunto la donna.

Kallas: "Dispiegata missione Ue a valico Rafah"

L'Unione Europea ha dispiegato la sua missione di assistenza al valico di Rafah tra Gaza e l'Egitto. Lo ha annunciato il capo della diplomazia europea, Kaja Kallas.

Questa missione civile “sosterrà il personale di frontiera palestinese e consentirà il trasferimento delle persone fuori da Gaza, comprese quelle che necessitano di cure mediche”, ha scritto in un post su X.

Martedì incontro Statale Milano: "Basta odio per Israele"

Martedì 4 febbraio alle ore 16, all'Università Statale di Milano si terrà l'evento "Vogliamo Studiare!" organizzato dall'Unione Giovani Ebrei d'Italia (UGEI), Studenti per Israele, Studenti per le Liberta', Siamo Futuro Milano e Studenti Liberali. L'incontro nell'aula 435 della sede di via Festa del Perdono rappresenta un'occasione per ribadire l'importanza della libertà di espressione e del confronto civile nelle università italiane in un contesto accademico sempre più segnato da tensioni e intolleranza. "Contro le occupazioni violente e l'odio per Israele, racconteremo il nostro viaggio in Israele, condividendo esperienze e riflessioni, e apriremo uno spazio di dialogo per rispondere alle domande di tutti i partecipanti", spiegano gli organizzatori. L'evento vedrà la partecipazione di Pietro Balzano, autore del Manifesto Nazionale per il Diritto allo Studio, di David Fiorentini dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia, di Filippo Leon di Siamo Futuro e di Matteo Gallera di Studenti per le Liberta'. L'incontro sara' anche un momento per ricordare Luca Palmegiani (il giovane di FI che si è tolto la vita), il cui impegno per la libertà di pensiero e per un'università aperta al dialogo, sottolineano gli organizzatori, "rimane un punto di riferimento per tutti noi". "Le università devono essere luoghi di conoscenza, dibattito e rispetto reciproco. Con questo evento vogliamo ribadire che nessuno studente dovrebbe sentirsi intimorito nell'esprimere le proprie idee", conclude la nota. 

L'Oms chiede a Israele che feriti e malati lascino Gaza

L'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha chiesto al governo israeliano di consentire l'evacuazione di persone gravemente malate e ferite a Gaza, tra cui 2.500 bambini. Il rappresentante dell'Oms nei territori palestinesi, Rik Peeperkorn, ha dichiarato in videoconferenza da Gerusalemme che ci sono tra i 12.000 e i 14.000 palestinesi che hanno bisogno di essere evacuati da Gaza per motivi medici. Come primo passo, ha annunciato che 50 pazienti dovrebbero essere evacuati questo sabato attraverso il valico di Rafah, che collega Gaza all'Egitto. Si tratta della prima evacuazione di feriti e malati attraverso questo valico dallo scorso maggio, quando l'esercito israeliano ha fatto irruzione nella città, che è stata oggetto di numerosi ordini di evacuazione e che è stata completamente distrutta, come hanno potuto verificare le organizzazioni umanitarie giunte sul posto negli ultimi dieci giorni, in coincidenza con il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Peeperkorn ha affermato che è necessario ripristinare il sistema in vigore prima del conflitto, che consentiva di dirottare i pazienti da Gaza verso la Cisgiordania e Gerusalemme Est e, in casi molto gravi che non potevano essere curati in nessuno dei due luoghi, anche verso l'Egitto o altri Paesi della regione. Le evacuazioni sono state frammentarie nei 15 mesi di ostilità e lo specialista ha affermato che se continuassero al ritmo attuale ci vorrebbero circa dieci anni per far uscire i pazienti in difficoltà.

Hamas: "Valico Rafah riaprirà domani dopo rilascio ostaggi e detenuti"

Il valico di Rafah tra l'Egitto e la Striscia di Gaza riaprirà domani, dopo il rilascio da parte di Hamas dei tre ostaggi Ofer Kalderon, Keith Siegel e Yarden Bibas, e la scarcerazione di 90 detenuti palestinesi. Lo spiega un funzionario di Hamas all'Afp a condizione di anonimato.

"I mediatori hanno informato Hamas che Israele ha approvato l'apertura del valico di Rafah domani, sabato, dopo il completamento del quarto lotto di scambio di prigionieri", ha affermato il funzionario di Hamas. Una fonte ben informato ha aggiunto che l'evacuazione dei feriti avverrà al valico "come previsto dall'accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi a Gaza".

Strada tra Libano e Siria interrotta da un raid israeliano

La strada principale nella valle libanese della Bekaa che collega il Libano alla Siria è stata interrotta dall'aviazione israeliana all'altezza di Tfayl. Lo riferisce il quotidiano libanese l'Orient le Jour online, secondo cui un missile lanciato da un caccia israeliano ha scavato nella strada un cratere profondo sette metri e largo dieci metri e ha danneggiato i pali della luce e i cavi che collegano i due Paesi. 

Media: "Rilascio ostaggi avverrà domani mattina presto"

Avverrà ''domani mattina presto'' il rilascio dei tre ostaggi che Hamas libererà in cambio di 90 detenuti palestinesi, come prevede l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Lo ha dichiarato un funzionario israeliano al Jerusalem Post.

Media: "Il 23 febbraio l'addio a Nasrallah e Safieddine"

Il 23 febbraio gli Hezbollah libanesi dovrebbero dare a Beirut l'ultimo saluto al loro leader storico, Hassan Nasrallah. A riferirlo sono media iraniani. In assenza di conferme da parte del Partito di Dio, altri media arabi affermano che quel giorno dovrebbe esserci l'ultimo saluto anche per Hashem Safieddine, considerato il possibile 'erede' di Nasrallah ma ucciso lo scorso ottobre, pochi giorni dopo la morte - il 27 settembre scorso - dello storico segretario generale del Partito di Dio in un raid aereo israeliano nella periferia sud di Beirut.

Hamas: "Valico di Rafah riapre domani dopo quarto scambio"

Il valico di frontiera di Rafah, tra Gaza e l'Egitto, riaprirà sabato dopo il quarto scambio di ostaggi e prigionieri previsto dall'accordo di tregua. Lo hanno riferito fonti di Hamas. Prima che Israele disponesse la chiusura del lato palestinese, nel maggio scorso, Rafah era un punto di ingresso vitale per gli aiuti umanitari a Gaza. "I mediatori hanno informato Hamas che Israele ha approvato l'apertura del valico di Rafah domani, dopo il completamento del quarto scambio di prigionieri", ha dichiarato il funzionario di Hamas. I primi ad attraversare la frontiera saranno alcuni pazienti bisognosi di cure in Egitto. Sulla base dell'intesa, ogni giorno dovrebbero passare 300 malati e feriti, sotto la supervisione dei 18 membri della missione di monitoraggio europea Eubam, tra cui carabinieri italiani e militari di Spagna e Francia, riattivata lunedì.

Padre soldatessa Berger ringrazia Trump per rilascio figlia

Shlomi Berger, il padre della soldatessa Agam Berger liberata ieri da Hamas, ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il rilascio della figlia. "Grazie, grazie per la vostra cura e per averci fatto fare a tutti la cosa giusta", ha dichiarato in inglese. "Non dimenticheremo mai il vostro aiuto, la vostra generosità e la vostra leadership, Dio benedica gli Stati Uniti d'America", ha dichiarato l'uomo.

La madre Meirav Berger ha invece voluto dire "grazie al creatore del mondo, alla nazione di Israele e al mondo ebraico, a coloro che sono stati al nostro fianco e ci hanno avvolto in un amore infinito e hanno rovesciato ogni roccia per riportare a casa la nostra Agam".

Egitto, proteste a valico Rafah contro piano Trump trasferimento palestinesi

Proteste in Egitto, vicino al valico di Rafah. Centinaia di egiziani si sono radunate qui, a ridosso del confine con la Striscia di Gaza, per contestare il controverso piano rilanciato dal presidente americano Donald Trump per il trasferimento in Egitto e Giordania dei palestinesi di Gaza. Lo riferisce il Times of Israel. La tv egiziana Al-Qahera News ha diffuso immagini che mostrano centinaia di persone armate di bandiere egiziane e palestinesi vicino al valico di Rafah. Nei giorni scorsi il presidente egiziano Abdel-Fatah al-Sisi ha bollato come "intollerabile" e come una "ingiustizia la deportazione" dei palestinesi. "Non possiamo partecipare", ha detto. 

Francia, Gb e Germania: "Israele garantisca lavoro Unwra"

Regno Unito, Francia e Germania hanno ribadito la loro "grave preoccupazione" per l'attuazione da parte di Israele di una legge che proibisce qualsiasi contatto tra i suoi funzionari e l'Unwra, l'agenzia dell'Onu di sostegno ai rifugiati palestinesi. "Esortiamo il governo di Israele a lavorare con i partner internazionali, tra cui l'ONU, per garantire la continuità delle operazioni", si legge in una dichiarazione congiunta di Londra, Parigi e Berlino, pubblicata dal governo britannico.

Tajani, i nostri carabinieri stanno arrivando a Rafah

"Stanno arrivando i nostri carabinieri a Rafah quindi già io spero di poterli incontrare Ashtod" a inizio febbraio "quando vado per accogliere le navi italiane che portano beni alimentari e non con i 15 tir del progetto Food for Gaza". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del business forum Serbia-Italia in corso a Belgrado. "Nelle prossime ore dovrebbero passare già le prime persone da Rafah, i primi malati. Questo è un fatto positivo, che si vada verso la seconda fase". "I nostri carabinieri sono sempre una garanzia di stabilità, sono ben accolti sia da israeliani che da palestinesi. Hanno già esperienza perché hanno addestrato la polizia palestinese. Stanno addestrando la polizia palestinese a Gerico. Ci sono stati chiesti altri 200 carabinieri dall'amministrazione americana per formare la polizia dell'autorità nazionale palestinesi". "Intanto continuiamo a lavorare anche per ospitare a Torino e a Roma più di 20 bambini palestinesi malati di tumore". "Seguiamo con grande attenzione tutto questo, ma il fatto che già cominci la nostra missione militare è un fatto molto importante. I carabinieri sono una garanzia di equilibrio e di stabilità così come lo sono qui al confine tra Serbia e Kosovo e così lo saranno a Rafah". (ANSA).

"Feltrinelli per Emergency a Gaza", al via raccolta fondi

Dopo la cessazione di tutte le operazioni dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che assiste i profughi palestinesi dal 1950, a Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est risulteranno ancora più difficili il reperimento di cibo e le diverse forme di assistenza nell'area.

Per questo motivo Feltrinelli ha scelto di sostenere le attività di Emergency nella striscia di Gaza, dando vita alla campagna di raccolta fondi "Feltrinelli per Emergency a Gaza". In tutte le librerie Feltrinelli, da ieri e per tutto il mese di febbraio, sarà possibile contribuire con una donazione libera a sostegno delle attività sanitarie primarie per la popolazione della Striscia che versa in condizioni estreme. In particolare, il progetto "Feltrinelli per Emergency a Gaza" è volto a "contribuire al mantenimento delle attività quotidiane della prima clinica di salute primaria ad al-Qarara, appena aperta all'interno della cosiddetta 'area umanitaria'. Qui l'ong offre primo soccorso, assistenza medico-chirurgica di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post-operatorio, stabilizzazione di emergenze medico-chirurgiche e trasferimento presso strutture ospedaliere. Nella clinica lavorano personale sanitario internazionale e staff palestinese, al momento composto da quattro medici, quattro infermieri, un farmacista, quattro

addetti alle pulizie e nove guardie".

Per tutta la durata dell'iniziativa, ogni fine settimana i volontari di Emergency saranno presenti in 10 Feltrinelli d'Italia - Torino CLN, Milano Duomo e Piemonte, Genova Ceccardi, Padova San Francesco, Bologna Ravegnana, Firenze Cerretani, Roma largo Torre Argentina, Napoli Martiri e Bari Melo - per raccontare al pubblico le attività che la campagna si propone di supportare. L'importo complessivo raccolto attraverso le donazioni nelle librerie verrà raddoppiato da Feltrinelli e interamente devoluto a Emergency.

Crosetto: "Prove di apertura valico Rafah, Italia protagonista"

"Prove di apertura al valico di Rafah. Come accade sempre, quando si iniziano percorsi di stabilizzazione e pace, l'Italia c'è, in prima fila, da protagonista. Spesso attraverso la presenza, il lavoro, il sacrificio, delle donne e degli uomini delle Forze Armate e l'impegno del ministero della Difesa. In questo caso i Carabinieri. Grazie a loro la speranza di pace diventa percorso di pace". Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, postando su X la foto di un carabiniere sul posto.

Hamas conferma: “Domani liberi 90 detenuti palestinesi”

Hamas ha annunciato che domani saranno rilasciati nove detenuti palestinesi che stanno scontando ergastoli e altri 81 che stanno scontando lunghe pene nelle carceri israeliane. Il rilascio avverrà in cambio della liberazione di tre uomini civili vivi: Yarden Bibs, Keith Siegel e Ofer Caldero.

Ong palestinese: Israele domani libererà 90 detenuti”

Israele domani libererà 90 detenuti in cambio di tre ostaggi israeliani nel quarto scambio nell'ambito dell'accordo per il cessate il fuoco di Gaza, ha affermato una ong palestinese. "Novanta prigionieri saranno rilasciati domani in cambio dei tre ostaggi israeliani: di questi nove stanno scontando l'ergastolo e 81 hanno lunghe condanne", ha detto all'Afp la portavoce del gruppo Palestinian Prisoners' Club, Amani Sarahneh.

Due riservisti Idf incriminati per spionaggio a favore dell'Iran

 La procura distrettuale di Haifa ha presentato un atto d'accusa contro due riservisti dell'Idf Yuri Elisfov e Georgiyan Drayev a cui vengono contestati spionaggio grave, trasferimento di informazioni riservate, aiuto al nemico in tempo di guerra e contatto con un agente straniero. Lo riferiscono i media israeliani. I due sono stati arrestati lunedì "per aver agito per conto di un agente iraniano in cambio di denaro", hanno dichiarato la polizia israeliana e il servizio di sicurezza Shin Bet . Le accuse specificano che Elisfov, che presta servizio in un'unità del sistema di difesa aerea Iron Dome dell'Idf e ha accesso a informazioni classificate, ha inviato all'agente iraniano un filmato da lui ripreso che mostrava il funzionamento del sistema. "Il filmato conteneva informazioni altamente sensibili, che hanno causato danni significativi alle operazioni dell'esercito, ha affermato la polizia israeliana".

Hamas rilascia Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Siegel: chi sono

Yarden Bibas è il padre dei due bambini Kfir e Ariel di 2 e 5 anni ancora nelle mani di Hamas a Gaza insieme con la madre Shiri. Hamas più di un anno fa ha dichiarato che i tre sono morti in un bombardamento israeliano, ma l'Idf non ha trovato alcuna conferma. Yarden, 34 anni, è stato rapito separatamente dal resto della famiglia nel kibbutz di Nir Oz. E' stato portato nella Striscia con una motocicletta, appena arrivato nell'enclave è stato aggredito da una folla di civili che lo hanno colpito con una pietra alla testa. Ofer Calderon, 54 anni, è stato preso in ostaggio il 7 ottobre 2023 nello stesso kibbutz, dove oltre 100 residenti e 15 braccianti agricoli stranieri sono stati uccisi, 80 i rapiti. Calderon, insieme a Erez e Sahar, due dei suoi quattro figli, si sono inizialmente nascosti nel loro rifugio ma sono stati trovati dai miliziani. Sahar Calderon, 16 anni, e Erez Calderon, 12 anni, sono stati rilasciati il 27 novembre 2023 nel primo cessate il fuoco. La nonna Carmela Dan si trovava a casa sua in fondo alla strada con la nipote dell'ex moglie di Ofer, Noya Dan: i loro corpi sono stati trovati il 19 ottobre. Keith Siegel, 65 anni, è stato rapito insieme alla moglie Aviva Siegel, 62 anni, dalla loro casa nel kibbutz Kfar Aza, dove numerosi residente sono stati uccisi e le case bruciate. Aviva Siegel è stata rilasciata il 26 novembre 2023. Siegel, è originario della Carolina del Nord, ed è cittadino israelo-americano.

Kallas: “Parte oggi la missione civile Ue a Rafah”

"L'Europa è qui per aiutare: la missione civile di frontiera dell'Ue si schiera oggi al valico di Rafah su richiesta dei palestinesi e degli israeliani. La missione sosterrà il personale di frontiera palestinese e consentirà il trasferimento di persone fuori da Gaza, comprese quelle che necessitano di cure mediche". Lo annuncia l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas.

Hamas rilascia Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Siegel

Domani Hamas rilascerà Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Siegel. Lo riferisce Ynet.

Media: “Israele ha accettato lista ostaggi di Hamas”

Fonti israeliane hanno dichiarato che l'elenco di tre ostaggi la cui liberazione è prevista per domani trasmesso da Hamas, è accettabile per Gerusalemme e rispetta le conclusioni raggiunte dalle parti. Ora vengono inviati messaggi alle famiglie i cui cari dovrebbero tornare in libertà sabato. Lo riferisce Ynet.

Domani Hamas dovrebbe rilasciare tre ostaggi uomini

Domani Hamas dovrebbe rilasciare tre ostaggi uomini, come è previsto dagli accordi. L'ufficio del primo ministro ha dichiarato che Israele ha ricevuto la lista affermando che "verrà fornita una risposta". Le autorità israeliane hanno chiesto ai media di non pubblicare i nomi finché non saranno state informate le famiglie degli ostaggi.

Hamas rende noti nomi dei 3 ostaggi liberi domani

Hamas rende noti i nomi dei tre ostaggi israeliani che saranno rilasciati domani

Ministro degli Esteri di Teheran vede leader di Hamas a Doha

Il ministro degli Esteri dell'Iran, Abbas Araghchi, ha incontrato a Doha Muhammad Ismail Darwish, uno dei leader di Hamas e presidente del Consiglio Shura del gruppo palestinese. "L'eroica resistenza del popolo di Gaza ha dimostrato al mondo intero la menzogna dell'invincibilità dell'esercito israeliano", ha detto Araghchi durante l'incontro, sottolineando il sostegno della Repubblica islamica per "la lotta del popolo palestinese", riferisce Irna. Da parte sua, Darwish ha espresso apprezzamento per il supporto dell'Iran alla popolazione palestinese e ha definito l'attacco del 7 ottobre come "un punto di svolta nel percorso del popolo palestinese per sconfiggere il regime occupante di Israele"

Beirut: “Almeno due morti nei raid israeliani in Libano”

I raid aerei notturni compiuti da Israele la scorsa notte sulla valle della Bekaa, nell'est del Libano, malgrado la tregua in atto da novembre, hanno provocato la morte almeno due persone, secondo quanto afferma uil ministero della Salute libanese. "Il raid del nemico israeliano su Janta ha ucciso due persone e ne ha ferite altre 10", dice il governo di Beirut. Israele da parte sua ha affermato di aver colpito "diversi obiettivi di Hezbollah" nella Valle della Bekaa, roccaforte della milizia sciita filoiraniana. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno anche precisato che lo Stato ebraico resta "impegnato" nella tregua.

Media: valico di Rafah sarà aperto oggi per passaggio civili

Il valico di frontiera di Rafah tra l'Egitto e la Striscia di Gaza è pronto a riaprire al passaggio dei civili palestinesi oggi, secondo l'emittente Kan citata da Times of Israel, nonostante l'apertura fosse programmato per domenica. In base all'accordo, il valico sul confine meridionale di Gaza può riaprire dopo che Hamas avrà rilasciato tutte le donne in ostaggio, sia soldati dell'Idf che civili.

Usa: ucciso un leader jihadista in un attacco in Siria

Gli Stati Uniti hanno ucciso in Siria un leader della branca siriana di al-Qaida, Hurras al-Din, che ha appena annunciato il suo scioglimento, ha annunciato il Comando militare americano per il Medio Oriente (Centcom). "Il 30 gennaio, le forze del Centcom hanno condotto un attacco di precisione nella Siria nordoccidentale, prendendo di mira e uccidendo Muhammad Salah al-Za'bir, un membro di spicco dell'organizzazione terroristica Hurras al-Din, facente parte di "al-Qaida", ha affermato il Centcom su X. Gli Stati Uniti, i cui militari sono schierati in Siria nell'ambito di una coalizione internazionale creata nel 2014 per combattere i jihadisti dello Stato Islamico (IS), effettuano regolarmente attacchi in questo Paese. Il piccolo gruppo jihadista Hurras al-Din, ramo siriano di al-Qaida, ha annunciato questa settimana il suo scioglimento in una dichiarazione, spiegando di aver preso questa decisione in seguito alla caduta del regime di Bashar al-Assad. Il gruppo viene inserito nella lista statunitense delle "organizzazioni terroristiche".

Inviato russo in Siria vede vice ministro Esteri turco a Ankara

L'inviato speciale del presidente russo per la Siria, Alexander Lavrentiev, ha incontrato ad Ankara il vice ministro degli Esteri turco, Nuh Yilmaz. Durante la visita sono state scambiate opinioni rispetto ai recenti sviluppi in Siria, riferisce il ministero degli Esteri turco su X. Nei giorni scorsi, Lavrentiev aveva incontrato a Damasco le nuove autorità siriane assieme a una delegazione di alto livello di Mosca.

Mo: Guterres chiede immediata evacuazione di 2500 bambini da Gaza per cure mediche

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto l'immediata evacuazione di 2.500 bambini da Gaza per sottoporli a cure mediche. La richiesta è arrivata dopo che Guterres ha incontrato quattro medici statunitensi che hanno dichiarato che i bambini sono a rischio di morte nelle prossime settimane. I medici hanno tutti operato come volontari a Gaza durante i 15 mesi di guerra tra Israele e Hamas, riferisce il 'Times of Israel'.

Tra i pazienti che hanno urgente bisogno di cure ci sono 2.500 bambini, ha spiegato Feroze Sidhwa, chirurgo traumatologo californiano che ha lavorato a Gaza dal 25 marzo all'8 aprile dello scorso anno. "Di questi 2.500 bambini, la maggior parte ha bisogno di cure molto semplici", ha dichiarato Sidhwa ai giornalisti dopo l'incontro con Guterres, citando il caso di un bambino di tre anni che ha riportato ustioni al braccio. Le ustioni erano guarite, ma il tessuto cicatriziale stava lentamente interrompendo il flusso sanguigno, mettendolo a rischio di amputazione.

Prima dell'entrata in vigore del cessate il fuoco, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto che dall'inizio della guerra 5.383 pazienti sono stati evacuati con il supporto dell'Organizzazione, la maggior parte dei quali nei primi sette mesi prima della chiusura del valico di Rafah tra Egitto e Gaza

Idf: colpiti diversi obiettivi di Hezbollah nella valle della Beqaa, nel Libano orientale

Caccia israeliani hanno effettuato la notte scorsa una serie di attacchi aerei contro obiettivi di Hezbollah nella Valle della Beqaa, nel Libano orientale. Gli obiettivi, secondo quanto riferito dalle Forze di difesa israeliane citate dal Times of Israel, "rappresentavano una minaccia per il fronte interno e le truppe israeliane". Tra i bersagli colpiti, una struttura militare con un sito sotterraneo di produzione di armi e infrastrutture ai valichi di frontiera tra Siria e Libano che il gruppo utilizzava per il contrabbando di armi. Gli attacchi sono stati effettuati dopo il lancio ieri da parte di Hezbollah di un drone di sorveglianza contro Israele, in violazione dell'accordo di cessate il fuoco. Il drone è stato intercettato

Idf: "Effettuati raid aerei in Libano, ma la tregua resta"

Aerei da guerra di Israele hanno effettuato stanotte una serie di attacchi aerei su obiettivi di Hezbollah nella Valle della Beqa, nell'est del Libano. Lo rendono noto le Forze di difesa israeliane (Idf) - citate dai media locali -, precisando di rimanere "impegnate" nella tregua con il movimento sciita  

Idf: colpiti diversi obiettivi di Hezbollah in Libano

L'esercito israeliano ha detto di aver colpito diversi obiettivi di Hezbollah nel Libano questa notte

Mondo: I più letti