
"Parte" del personale diplomatico russo ha lasciato la Siria, hanno annunciato le autorità di Mosca. Più di 60 attacchi aerei israeliani hanno preso di mira siti militari in tutta la Siria nel giro di poche ore, quasi una settimana dopo la caduta di Bashar al-Assad. Israele mira in particolare ai tunnel sotto le montagne che contengono depositi di missili balistici", ha aggiunto l'Ong. Il nuovo governo della Siria dovrà prevedere nel suo programma lo svolgimento di elezioni, promette Jolani
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Una "parte" del personale diplomatico russo ha lasciato la Siria in aereo. Lo hanno annunciato le autorità di Mosca. "Il 15 dicembre, il ritiro di parte del personale della rappresentanza russa a Damasco è avvenuto con un volo speciale dell'aeronautica russa partito dalla base aerea di Hmeimim" in Siria, si legge sul profilo Telegram del Dipartimento per le situazioni di crisi del Ministero degli Esteri.
Più di 60 attacchi aerei israeliani hanno preso di mira siti militari in tutta la Siria nel giro di poche ore, quasi una settimana dopo la caduta di Bashar al-Assad. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riportato di aver rilevato 61 attacchi aerei in meno di cinque ore nella serata di sabato. Israele continua a intensificare i suoi attacchi aerei contro il territorio siriano, mirando in particolare ai tunnel sotto le montagne che contengono depositi di missili balistici", ha aggiunto l'Ong, che ha contato 446 raid aerei israeliani dalla caduta di Assad l'8 dicembre. Il nuovo governo della Siria dovrà prevedere nel suo programma lo svolgimento di elezioni, promette il leader jihadista Jolani. Mosca prosegue intanto il ritiro dal Paese mediorientale. II colloqui tra la Russia e il nuovo potere siriano proseguono. "Per il momento non ci ritireremo", afferma una fonte russa all'agenzia Reuters.
Gli approfondimenti:
- Siria, caduta del regime di Assad: festeggiamenti per le strade di Damasco
- Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria "cacciato" dai ribelli jihadisti
- Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
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Siria in mano ai ribelli jihadisti, Assad in fuga. La notizia sui siti internazionali
La stampa di tutto il mondo apre, nella versione online, con la caduta del regime di Bashar dopo un quarto di secolo. "Le forze sunnite affermano che il presidente ha lasciato il Paese e che la capitale Damasco è stata liberata", titolano i quotidiani di ogni Paese. La tedesca Bild: "Assad è fuggito in aereo". Le Figaro: "Scene di giubilo e invocazioni religiose in strada". Il New York Times: "Non si sa dove sia il presidente". LEGGI
Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti
Dopo l'ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall'invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO
Non solo Assad in Siria: dalle Primavere arabe a oggi, i raìs deposti negli altri Paesi
Bashar al-Assad è solo l’ultimo degli autocrati che ha perso il potere negli ultimi 13 anni tra Africa e Medio Oriente: il primo fu il tunisino Zine el-Abdine Ben Ali, la cui caduta nel 2011 diede inizio alle Primavere Arabe. A seguire ci furono anche il libico Gheddafi, l’egiziano Mubarak, lo yemenita Saleh e il sudanese al-Bashir. LEGGI QUI
Al-Jolani ha incontrato l'inviato dell'Onu
Abu Muhammad al-Jolani, il leader islamista siriano il cui gruppo ha guidato l'offensiva che ha rovesciato Bashar al-Assad ha incontrato l'inviato delle Nazioni Unite Geir Pedersen, in visita a Damasco, secondo quanto riportato da un comunicato sul canale Telegram dei ribelli. Il leader di Hayat Tahrir al-Sham ha discusso con Pedersen "dei cambiamenti avvenuti sulla scena politica che rendono necessario aggiornare" una risoluzione del 2015 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che stabiliva una tabella di marcia per una soluzione politica in Siria, "per adattarla alla nuova realtà", si legge nella dichiarazione
Non solo Assad, chi sono le altre personalità in fuga accolte da Putin in Russia
L'ormai ex presidente siriano non è l'unica personalità di spicco che ha trovato rifugio all'ombra del Cremlino dopo la fuga dal proprio Paese. Da Viktor Yanukovich, leader ucraino scappato dopo la rivoluzione di Maidan, a Edward Snowden: ecco chi sono. DI CHI SI TRATTA
Siria, Merkel: "Mi auguro ci sia un sviluppo pacifico"
"Assad è caduto, ma non sappiamo cosa succederà, e mi auguro ci sia uno sviluppo pacifico in Siria. Vediamo cosa accadrà, e chi è oggi responsabile prenderà le decisioni necessarie". Lo afferma l'ex Cancelliera tedesca, Angela Merkel, a 'Che tempo che fa' sulla situazione in Siria. Merkel aggiunge: "In Europa abbiamo una responsabilità umanitaria, dobbiamo accogliere i rifugiati, i migranti, chi sta peggio, ma le persone non devono pagare gli scafisti, non si devono affidare a loro. Anche perché molto spesso chi paga, e paga molti soldi, non sono coloro che davvero hanno bisogno". Parlando della sua decisione di accogliere oltre un milione di rifugiati siriani nel 2015, a Merkel è stato chiesto se condivide la scelta di molti Paesi europei di sospendere le richieste di asilo dei siriani: "Fu giusto accogliere quei rifugiati nel 2015. All'epoca dissi ai tedeschi, ce la faremo. E l'abbiamo fatto insieme, tante persone hanno supportato i rifugiati. D'altra parte quale sarebbe stata l'alternativa? Respingere i profughi alle frontiere con gli idranti? Non lo feci all'epoca e non lo farei oggi. Alla fine facemmo anche l'accordo con la Turchia per limitare la migrazione illegale".
Siria, le immagini dal carcere di Sednaya dove venivano torturati i prigionieri. FOTO
Dopo la caduta del regime, il carcere che si trova a una trentina di chilometri da Damasco - e che è stato definito da Amnesty un “mattatoio umano” - è stato aperto e i detenuti rilasciati. Migliaia di persone si sono radunate davanti alla prigione per avere notizie dei loro cari scomparsi. All’interno, le tracce di torture e impiccagioni. Trovato anche il cadavere di Mazen al-Hamada, famoso attivista siriano. LA GALLERY
Il Qatar riapre l'ambasciata in Siria martedì
L'ambasciata del Qatar in Siria riprenderà le operazioni martedì dopo la cacciata del presidente Bashar al-Assad da parte dei ribelli islamisti, ha annunciato il Paese del Golfo. "Il Qatar annuncia la ripresa delle attività della sua ambasciata nella sorella Repubblica Araba Siriana a partire da dopodomani, martedì", ha dichiarato il ministero degli Esteri in un comunicato, aggiungendo che il ritorno dopo una pausa di 13 anni è 'un'espressione della posizione di principio dello Stato del Qatar nei confronti della rivoluzione del popolo siriano'.
Siria, le navi russe lasciano la base di Tartus. Cosa ci dicono le immagini satellitari
Continua a essere cauta la posizione della Russia nei confronti della situazione in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, in particolare per quanto riguarda la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartus, considerate da Mosca punti di appoggio strategici nel Mediterraneo. Nonostante il Cremlino abbia fatto sapere di essere in contatto con i ribelli jihadisti i quali avrebbero assicurato di voler garantire la sicurezza delle due strutture, alcune immagini satellitari degli ultimi giorni mostrano che le navi della marina russa hanno lasciato Tartus e alcune di queste hanno gettato l'ancora al largo della costa. LE IMMAGINI
Siria, cosa succede ai curdi attaccati su due fronti
Dopo che i ribelli jihadisti filo-turchi hanno fatto cadere il regime di Bashar al Assad in Siria, i curdi siriani che vivono nel Nord-Est del Paese si trovano in una posizione difficile. Non sono mai stati così isolati e indeboliti. Dall’inizio degli attacchi dei miliziani contro Assad, a fine novembre, la Turchia ha infatti cominciato parallelamente una campagna di bombardamenti contro le postazioni dei curdi siriani più vicine al confine. Le forze curdo-siriane, comunque, non hanno intenzione di cedere. E oggi, 12 dicembre, hanno annunciato la decisione di issare su tutte le istituzioni della regione di fatto autonoma del Nord-Est siriano la "bandiera della rivoluzione". "Siamo parte della Siria unita e del popolo siriano", si legge in un comunicato. LEGGI QUI
Che cos'è il Captagon, la "droga della Jihad" trovata in Siria e che effetti produce
Si tratta di una metanfetamina conosciuta anche come "droga dei kamikaze", spesso mischiata con la caffeina. Non è molto diffusa in occidente, mentre è una sostanza che si trova relativamente in abbondanza in Medio Oriente. In Siria sono stati scoperti diversi laboratori per la produzione del Captagon. Ecco di cosa si tratta e quali sono gli effetti. DI COSA SI TRATTA
Qatar: "Nel Golan Israele viola diritto internazionale"
Il ministero degli Esteri del Qatar ha rilasciato una dichiarazione di disapprovazione sui piani recentemente annunciati dal governo israeliano di espandere la sua popolazione sulle alture occupate del Golan. La dichiarazione descrive la decisione come "un nuovo capitolo di una serie di attacchi israeliani contro i territori siriani e una palese violazione del diritto internazionale". Il Qatar ha inoltre invitato la comunità internazionale a rispettare il proprio obbligo di fare pressione su Israele affinché ponga fine ai suoi attacchi contro la Siria, che si sono verificati a centinaia dalla caduta di Bashar al-Assad domenica scorsa. Il ministero ha ribadito ancora una volta il fermo sostegno del Qatar "alla sovranità, all'indipendenza e all'integrità territoriale della Siria".
Arabia Saudita condanna Israele per decisione su Golan
L'Arabia Saudita condanna il piano di Israele di raddoppiare la popolazione delle alture del Golan, bollandolo come un tentativo di "sabotare" la Siria. In una dichiarazione, il ministero degli Esteri di Riad esprime "condanna e denuncia" del piano, che definisce parte del "continuo sabotaggio delle opportunità per ripristinare la sicurezza e la stabilità in Siria" dopo che i ribelli guidati dagli islamisti hanno rovesciato il presidente Bashar al-Assad una settimana fa.
Kallas: "Prematuro revocare sanzioni Ue"
La Ue non revocherà le sanzioni alla Siria prima che i suoi nuovi governanti garantiscano che le minoranze non vengano perseguitate e che i diritti delle donne siano tutelati all'interno di un governo che rinneghi l'estremismo religioso. Lo ha affermato alla Reuters l'Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Kaja Kallas. "Una delle domande è se saremo in grado, in futuro, di guardare all'adattamento del regime di sanzioni. Ma questa non è chiaramente la domanda di oggi, ma piuttosto del futuro, dopo che avremo visto i passi compiuti", ha detto Kallas. "La Siria affronta un futuro pieno di speranza ma incerto", ha affermato Kallas. I nuovi leader ad interim della Siria hanno lanciato "segnali positivi", ma non sono sufficienti, ha affermato. "Giudicheremo i fatti, non solo le parole", ha detto Kallas.
Gran Bretagna avvia contatti diplomatici con la Siria (2)
Lammy ha dichiarato che l'HTS "rimane un'organizzazione terroristica vietata (nel Regno Unito), ma possiamo avere contatti diplomatici, quindi abbiamo contatti diplomatici", in particolare per garantire l'istituzione di un "governo rappresentativo" e la messa in sicurezza delle scorte di armi chimiche in Siria, ha dichiarato il capo della diplomazia ai media britannici. (
Ryad condanna piano Israele su raddoppio popolazione nel Golan
L'Arabia Saudita ha condannato il piano del governo israeliano per raddoppiare la popolazione nella parte del Golan siriano occupata e annessa da Israele, denunciando un "sabotaggio" delle "opportunità di ripristinare la sicurezza e la stabilità in Siria". In una dichiarazione, il ministero degli Esteri saudita ha espresso la "condanna e la denuncia del Regno della decisione del governo di occupazione israeliano di espandere gli insediamenti nel Golan occupato", considerandola un "continuo sabotaggio delle opportunità di ripristinare la sicurezza e la stabilità in Siria" dopo la caduta di Bashar al-Assad.
Delegazione del Qatar in Siria incontra le nuove autorità
Una delegazione del Qatar è arrivata in Siria e ha incontrato i funzionari del governo di transizione del Paese dopo la cacciata del presidente Bashar al-Assad da parte dei ribelli islamisti. Lo ha reso noto l'emirato del Golfo. La delegazione diplomatica "è arrivata a Damasco per completare le procedure necessarie all'apertura dell'ambasciata del Qatar", ha dichiarato in un comunicato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, aggiungendo che i qatarini hanno incontrato il governo provvisorio e ribadito il "pieno impegno di Doha a sostenere il fraterno popolo siriano".
Delegazione del Qatar incontra il governo di transizione
Una delegazione del Qatar è arrivata in Siria e ha incontrato i funzionari del governo di transizione del Paese dopo la cacciata del presidente Bashar al-Assad da parte dei ribelli islamisti. La delegazione diplomatica "è arrivata a Damasco per completare le procedure necessarie all'apertura dell'ambasciata del Qatar", afferma in un comunicato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, aggiungendo che i qatarini hanno incontrato il governo provvisorio e ribadito il "pieno impegno di Doha a sostenere il fraterno popolo siriano".
Gran Bretagna avvia contatti diplomatici con la Siria
Il Regno Unito ha avviato contatti diplomatici con il gruppo islamista HTS che ha preso il potere in Siria. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri britannico David Lammy.
Mosca: "Parte dello staff diplomatico ha lasciato la Siria" (2)
Il volo è arrivato all'aeroporto di Chkalovsky, vicino a Mosca, ma il ministero degli Esteri non ha detto quante persone sono state rimpatriate. A bordo del volo proveniente dalla Siria si trovavano anche membri delle missioni diplomatiche di Bielorussia, Corea del Nord e Abkhazia, una regione separatista della Georgia sostenuta da Mosca. "L'ambasciata russa a Damasco continua ad operare", conclude la dichiarazione pubblicata su Telegram. Domenica scorsa è stato rovesciato il governo di Bashar al-Assad, che si è rifugiato in Russia con la sua famiglia. Questa caduta è stata una grave battuta d'arresto per Mosca che, insieme all'Iran, era il principale alleato dell'ex presidente siriano e interveniva militarmente in Siria dal 2015. Il destino delle due basi militari russe in Siria - la base navale di Tartous e l'aeroporto militare di Hmeimim - è ora in discussione. Si tratta di infrastrutture russe fondamentali per mantenere la propria influenza in Medio Oriente, nel bacino del Mediterraneo e in Africa.
Financial Times: "Assad ha inviato 250 milioni in contanti a Mosca"
Il regime di Bashar al-Assad ha inviato 250 milioni di dollari in contanti a Mosca fra il 2018 e il 2019, quando Assad era indebitato con il Cremlino per il sostegno militare e i suoi familiari stavano segretamente acquistando asset in Russia. Lo riporta il Financial Times, sottolineando che l'ex leader della Siria ha spedito quasi due tonnellate di banconote da 100 dollari e 500 euro all'aeroporto di Mosca per essere depositati in banche russe soggette a sanzioni.
Mosca: "Parte dello staff diplomatico ha lasciato la Siria"
Una "parte" del personale diplomatico russo ha lasciato la Siria in aereo. Lo hanno annunciato le autorità di Mosca. "Il 15 dicembre, il ritiro di parte del personale della rappresentanza russa a Damasco è avvenuto con un volo speciale dell'aeronautica russa partito dalla base aerea di Hmeimim" in Siria, si legge sul profilo Telegram del Dipartimento per le situazioni di crisi del Ministero degli Esteri.
Netanyahu: "Non ci interessa lo scontro con la Siria"
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato che Israele non ha "alcun interesse a scontrarsi" con la Siria.
Siria: "Decisione Israele sul Golan escalation pericolosa"
Il ministero degli Esteri siriano ha condannato lunedì la decisione di Israele di raddoppiare il numero di coloni sulle alture del Golan definendola una "escalation pericolosa e senza precedenti", ha riferito la televisione di Stato. Lo riporta Ynet.
Israele approva piano per raddoppio popolazione nel Golan
Il governo israeliano ha approvato un piano per raddoppiare la popolazione delle Alture del Golan occupate e annesse, in seguito alla caduta di Bashar al-Assad in Siria. Il governo ha "approvato all'unanimità" il "piano da 40 milioni di shekel (11 milioni di dollari) per lo sviluppo demografico del Golan alla luce della guerra e del nuovo fronte in Siria e del desiderio di raddoppiare la popolazione", ha dichiarato l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. Israele occupa la maggior parte delle alture del Golan dal 1967 e ha annesso l'area nel 1981 con una mossa riconosciuta solo dagli Stati Uniti.
Media: "Colloquio Netanyahu-Trump su Gaza e Siria"
Il premier israeliano Benjamin Netanyhu ha avuto con colloquio telefonico con il presidente eletto Donald Trump, nel corso del quale i due leader hanno parlato di un possibile accordo per la liberazione degli ostaggi, della guerra contro Hamas e Gaza e della situazione in Siria. Lo riportano i media israeliani.
Siria, sequestrato laboratorio che produce Captagon, la "droga della Jihad"
Le anfetamine sono richieste nei Paesi arabi del Golfo. Diffuso in rete un video sul deposito scoperto dai ribelli jihadisti che si trovava a Damasco. IL VIDEO
Damasco, riaprono le scuole e tornano le lezioni anche all'università
Riprende la vita normale a Damasco a una settimana dalla caduta di Bashar Assad. Studenti e dipendenti pubblici hanno cominciato a fare ritorno alle loro istituzioni. Oggi le scuole hanno riaperto nella capitale e nei suoi dintorni. Migliaia di studenti sono tornati anche nelle aule universitarie a Damasco. Decine di loro hanno partecipato a una pulizia straordinaria dell'ateneo per segnare l'inizio di una nuova era.
Germania processerà ex alti funzionari di governo Assad
La Germania ha avvertito che gli alti membri del governo del deposto presidente siriano Bashar al-Assad saranno perseguiti se fuggiranno sul suo territorio. "Riteneremo tutti gli scagnozzi del regime responsabili dei loro terribili crimini nella piena misura della legge", ha dichiarato il ministro degli Esteri Annalena Baerbock al settimanale Bild am Sonntag. Il ministro degli Interni tedesco Nancy Faeser ha dichiarato alla stessa testata che se i membri del governo di al-Assad, rovesciato l'8 dicembre dopo oltre 20 anni di potere, cercheranno di fuggire in Germania, saranno perseguiti. "Dovrebbero sapere che quasi nessun altro Stato persegue i loro crimini in modo così severo", ha dichiarato: "Nessuno che abbia partecipato ad atrocità è al sicuro dal processo qui". La magistratura tedesca ha condannato diversi funzionari del governo di al-Assad in base al principio della giurisdizione universale, che conferisce la competenza a perseguire e punire i responsabili di un crimine, indipendentemente dal luogo in cui è stato commesso. In Germania, anche persone non legate ad al-Assad sono state perseguite per crimini commessi dallo scoppio della guerra civile siriana nel 2011, quando il governo ha represso duramente un'ondata di proteste pacifiche. Nel dicembre 2023, i procuratori tedeschi hanno perseguito due cittadini siriani accusati di crimini di guerra commessi nei pressi di Damasco e legati al gruppo jihadista Stato Islamico (IS). La Germania ospita la più grande comunità europea di siriani in esilio e ospita quasi un milione di persone fuggite dalla devastante guerra civile che ha causato più di 500.000 morti.
Una missione diplomatica francese sarà in Siria martedì
Una missione diplomatica francese si recherà martedì a Damasco per la prima volta in 12 anni. Lo ha annunciato su France Inter il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot. L'obiettivo dei quattro diplomatici inviati in Siria sarà quello di "riprendere possesso delle nostre partecipazioni sul terreno", "stabilire i primi contatti" con le nuove autorità e "valutare gli urgenti bisogni umanitari della popolazione", ha dichiarato. Si tratterà anche di "verificare se le dichiarazioni piuttosto incoraggianti di questa nuova autorità, che ha invitato alla calma e apparentemente non si è lasciata andare ad atti di violenza, siano seguite sul campo".
Mosca auspica altri incontri con Turchia e Iran sulla Siria
La Russia auspica altri incontri sulla situazione in Siria con la Turchia e l'Iran. Lo ha dichiarato alla Tass il vice ministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov. "Vedremo. Spero che altri incontri avranno certamente luogo. Manteniamo buone relazioni sia con la Turchia che con l'Iran e penso che sarebbe utile continuare a discutere sulla Siria", ha dichiarato Bogdanov, che ricopre anche il ruolo di inviato speciale del presidente per il Medio Oriente e l'Africa.
Siria, Iran condanna invasione Israele: pagherà prezzo alto
L'Iran ha condannato con forza l'aggressione di Israele alla Siria dopo la caduta del deposto presidente Bashar al-Assad e ha avvertito che gli israeliani "pagheranno un prezzo alto e saranno sepolti" in territorio siriano. "I sionisti pagheranno un prezzo alto e saranno sepolti in Siria, ma ci vorrà un po' di tempo", ha dichiarato il comandante in capo delle Guardie rivoluzionarie iraniane, generale Hosein Salami, a una conferenza a Teheran sulla guerra Iran-Iraq degli anni Ottanta, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Tasnim. Condannando le azioni israeliane in Siria, in particolare nelle aree vicine a Damasco e Quneitra, Salami ha affermato che la crescente presenza dei sionisti in questi territori è "insopportabile" per la regione. Ha inoltre ribadito le affermazioni della Guida suprema iraniana Ali Khamenei, che mercoledì ha detto che i giovani siriani finiranno per liberare i territori occupati. Khamenei ha detto che "non c'è dubbio" che la caduta di al-Assad "è il prodotto di un piano congiunto USA-Israele", anche se ha assicurato che questo non indebolirà il suo Paese o la cosiddetta alleanza anti-israeliana "Asse della Resistenza", guidata da Teheran e comprendente i palestinesi di Hamas, gli Hezbollah libanesi, gli Houthi dello Yemen, le milizie irachene e il governo del deposto presidente siriano.
Ankara: più di 7.500 rifugiati tornati in patria
Sono più di 7.500 i rifugiati siriani tornati in patria dalla vicina Turchia dalla fine del regime di Bashar al-Assad, dalla caduta del regime una settimana fa. E' quanto ha reso noto il ministro turco degli Interni, Ali Yerlikaya. Su X ha scritto che più di mille siriani hanno attraversato ogni giorno, da lunedì e fino a venerdì compreso, il confine tra Turchia e Siria. Altri siriani avevano già fatto ritorno in Siria tra il 6 e l'8 dicembre, ma si tratta di numeri più contenuti, ha aggiunto Yerlikaya.
L'Unhcr ha riferito di tremila rimpatri dal confine turco-siriano fino a venerdì. La Turchia ha accolto il maggior numero di rifugiati siriani in fuga dal conflitto esploso in Siria nel 2011, sulla scia di proteste antigovernative presto soffocate da una sanguinosa repressione. Secondo dati Onu, circa tre milioni di siriani vivono in Turchia. E l'Unhcr parla di un totale di 4,8 milioni di rifugiati siriani, per lo più tra Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto.
Onu: aiuti maggiori e immediati alla Siria
L'inviato delle Nazioni Unite in Siria, Geir Pedersen, ha sollecitato aiuti "maggiori e immediati" al Paese devastato dalla guerra, al suo arrivo questa mattina nella capitale Damasco. "La Siria ha attraversato un'enorme crisi umanitaria", ha affermato Pedersen: "Dobbiamo assicurarci che la Siria riceva una maggiore e immediata assistenza umanitaria", ha aggiunto.
Onu: sistema giudiziario credibile per evitare vendette
L'istituzione di un sistema giudiziario "credibile" in Siria è necessaria per evitare atti di "vendetta": lo ha detto l'inviato delle Nazioni Unite, Geir Pedersen, al suo arrivo a Damasco. "Dobbiamo fare in modo che ci siano giustizia e responsabilità per i crimini commessi. Dobbiamo assicurarci che ciò avvenga attraverso un sistema giudiziario credibile e che non ci siano vendette", ha affermato Pedersen.
Berlino: torturatori al servizio di Assad non si rifugino da noi
La ministra degli Esteri tedesca ha messo in guardia chiunque sia coinvolto nelle atrocità per conto del governo siriano deposto dal cercare rifugio in Germania: in caso contrario, ha sottolineato, affronteranno "la piena forza della legge". Lo riferisce il domenicale Bild am Sonntag. La Germania è stata una delle principali destinazioni per i rifugiati siriani nell'ultimo decennio, e diverse centinaia di migliaia di cittadini siriani vivono tuttora nel Paese. In sentenze emesse a partire dal 2021, ex agenti della polizia segreta siriana sono già stati condannati in Germania per aver supervisionato o facilitato abusi su detenuti. "A tutti i torturatori al servizio dell'ex presidente Bashar Assad che potrebbero pensare di fuggire in Germania, posso solo dire chiaramente che porteremo tutti gli scagnozzi del regime a rispondere dei loro terribili crimini con tutta la forza della legge", ha dichiarato Annalena Baerbock al giornale. Baerbock ha quindi invitato le autorità di sicurezza internazionali e i servizi di intelligence a collaborare strettamente.
Erdogan: Turchia Paese chiave per futuro della Siria
La Turchia è e sara' un Paese chiave per il futuro della Siria. Un messaggio ribadito oggi dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, tornato a parlare a una settimana dalla caduta del regime di Bashar al Assad. "La Turchia ha costituito un'isola di pace in un mare di instabilita'. Per i siriani siamo stati un porto sicuro e per la Siria abbiamo e continueremo ad avere un ruolo chiave. Ieri ha riaperto la nostra ambasciata a Damasco e i nostri rapporti sono destinati a essere forti. Il sostegno al governo di transizione è la via per una Siria stabile e serena, ma anche per garantire l'integrita' territoriale del Paese e la fine della minaccia terroristica", ha dichiarato Erdogan.
Inviato Onu Pedersen arrivato a Damasco
L'inviato delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, è arrivato a Damasco. Lo ha reso noto il suo portavoce senza rivelare il suo programma. "È appena arrivato" e "dovrebbe parlare al suo arrivo", ha detto all'Afp Jenifer Fenton, senza però specificare se avrebbe incontrato Abu Muhammad al-Jolani, il leader della coalizione armata dominata dagli islamici che ha preso il potere in Siria. Pedersen aveva chiesto nei giorni scorsi l’istituzione di una transizione “inclusiva” per evitare una “nuova guerra civile” in Siria. Ieri, in Giordania, paese confinante con la Siria, ha partecipato a colloqui che hanno riunito diplomatici americani, arabi, europei e turchi, che hanno convenuto che il processo di transizione deve "essere guidato dagli stessi siriani e raggiungere un processo inclusivo e inclusivo".
Ankara: pronti ad addestrare esercito se Siria chiede
La Turchia è pronta a fornire addestramento all'esercito siriano qualora il nuovo governo di Damasco dovesse richiedere la collaborazione di Ankara.La disponibilita' del governo turco è arrivata dal ministro della Difesa Yasar Guler, che ha cosi' ribadito la vicinanza della Turchia alla Siria nata dalla fine del regime della famiglia Assad. "È giusto che il nuovo governo sia sostenuto dai Paesi vicini e gli sia concessa una possibilita'. La Turchia fara' la propria parte, siamo pronti a fornire addestramento al nuovo esercito siriano se Damasco dovesse chiedercelo", ha detto Guler.Il ministro turco ha poi ribadito la linea della tolleranza zero nei confronti delle milizie separatiste curde di Ypg: "O spariscono loro o le faremo sparire".
Ministro Difesa turco: 'Pronti a fornire sostegno a nuova amministrazione'
La Turchia ha "accordi di cooperazione con molti Paesi" ed è "pronta a fornire supporto, se richiesto, alla nuova amministrazione" in Siria, dopo la fine dell'era Assad. E' quanto afferma il ministro della Difesa turco, Yasar Guler, in dichiarazioni riportate dall'agenzia turca Anadolu. "Il nostro obiettivo principale - aggiunge - è preservare l'integrità territoriale della Siria, l'unità e completare pacificamente il processo politico, liberare il confine da elementi terroristici".
Siria, l'allarme: milioni di mine e munizioni inesplose, 'mai visto nulla di simile'
Milioni di munizioni e mine terrestri inesplose. Quello che rimane sul campo dal conflitto esploso in Siria 13 anni fa, dopo l'inizio di proteste antigovernative soffocate in una sanguinosa repressione, rappresenta un nuovo pericolo per le decine di migliaia di siriani che tornano a casa dopo la fine del regime assadista. Vaste aree del Paese arabo sono disseminate di ordigni inesplosi, che rappresentano una grave minaccia, ha lanciato l'allarme l'organizzazione Halo Trust, che chiede l'intervento della comunità internazionale per la bonifica del territorio. Anche perché, tra l'altro, c'è sempre il rischio che le piccole munizioni sembrino giocattoli ai bambini.
"Non ho mai visto nulla di simile - dice Damian O’Brien, responsabile del programma Siria del gruppo che si occupa di bonifica e distruzione di mine e altri ordigni inesplosi - Decine di migliaia di persone passano quotidianamente da zone pesantemente minate, con inutili incidenti letali". Secondo Halo, esplosivi sono nascosti in terreni diversi, anche campi, in piccole località e città, molti nella Siria occidentale, anche intorno a città come Aleppo, Homs e Damasco. E i siriani che rientrano in patria dal Libano e dalla Turchia attraversano aree in cui si ritiene le concentrazioni siano elevate.
Ankara: pronti a dare aiuti militari a nuovo governo Siria
La Turchia è pronta a fornire aiuti militari alle nuove autorità siriane. Lo ha annunciato il ministro della Difesa di Ankara, Yasar Guler, citato dai media turchi. Guler ha affermato che al nuovo governo, guidato dai ribelli islamisti che hanno rovesciato il presidente siriano Bashar al-Assad una settimana fa, dovrebbe essere data una possibilità e che la Turchia è "pronta a fornire il supporto necessario se la nuova amministrazione lo richiede".
Alunni tornano a scuola a Damasco, 7 giorni dopo caduta di Assad
Decine di alunni in uniforme sono tornati a scuola a Damasco questa mattina per la prima volta dalla caduta del governo di Bashar al-Assad una settimana fa. Nelle strade della capitale siriana, dove l'8 dicembre è entrata la coalizione di fazioni ribelli guidata dal gruppo islamista radicale Hayat Tahrir al-Sham (Hts), l'atmosfera di festa e l'euforia hanno lasciato il posto alla calma della vita quotidiana. "La scuola ci ha (...) chiesto di mandare gli alunni della scuola secondaria a lezione. I più piccoli ricominceranno tra due giorni", ha dichiarato all'Afp Raghida Ghosn, 56enne madre di tre figli. Secondo un dipendente di una scuola statale, il tasso di frequenza domenica "non ha superato il 30%", ma "le cifre dovrebbero aumentare gradualmente". Anche le università hanno riaperto, ma questa mattina era presente solo poco personale amministrativo. "La maggior parte degli studenti proviene da altre province e ci vorrà un po' di tempo perché tutto torni alla normalità", ha detto uno di loro. La vita è tornata alla normalità anche nei negozi e nelle aziende e i residenti si sono recati in ufficio fin dalle prime ore del mattino. Sui marciapiedi si sono visti venditori ambulanti che offrivano taniche di benzina ai residenti. A Damasco, come in tutta la Siria, le ripetute interruzioni di corrente sono all'ordine del giorno. Alcuni quartieri rimangono elettricità fino a ,20 ore al giorno .
Siria, Osservatorio: '61 raid israeliani in poche ore'
Sessantuno raid aerei, attribuiti a Israele, sono stati effettuati nelle ultime ore in Siria, contro obiettivi militari. A riferirne è l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo, secondo notizie rilanciate dal sito israeliano Ynet. Nel mirino sarebbero finiti tunnel con depositi di missili balistici. La tv satellitare al-Jazeera parla di oltre 60 raid, attribuiti a Israele ed effettuati nell'arco di 12 ore, aggiungendo che la notte scorsa sarebbero stati colpiti depositi di munizioni e sistemi di difesa aerea in una zona di Damasco. L'emittente segnala inoltre attacchi contro scorte di munizioni nella provincia meridionale di Daraa e a Homs.
Al Jolani: 'i curdi saranno parte integrante dello Stato'
Il leader jihadista siriano Ahmad Sharaa (noto come Abu Muhammad al-Jolani) ha rassicurato la comunità internazionale sulla sorte dei curdi nel Paese, affermando che essi faranno parte a pieno titolo dello Stato. "I curdi fanno parte della patria e, come noi, sono stati oppressi dal precedente regime. Con la caduta del regime, questa oppressione sarà eliminata... Se Allah vuole, i curdi saranno parte integrante dello Stato. Tutti riceveranno i loro diritti secondo la legge", ha detto Sharaa, come riporta il canale israeliano Abu Ali Express.
Siria, al-Jolani: curdi torneranno in zone dominate da Ankara
Il leader della coalizione di ribelli che ha rovesciato il regime di Bashar al Assad Abu Mohamed al Jolani, ha promesso al popolo curdo siriano di farlo ritornare nelle zone finora dominate dalla Turchia e dai ribelli siriani filo-turchi. "I curdi fanno parte della patria. Sono stati sottoposti a grandi ingiustizie, come noi, e se Dio vuole, l'ingiustizia sarà eliminata. Se Dio vuole, nella prossima Siria, i curdi saranno fondamentali. Vivremo insieme, se Dio vuole, e tutti otterranno i loro diritti per legge. Da oggi non ci saranno più ingiustizie contro il nostro popolo curdo", ha detto in un video pubblicato sul resoconto ufficiale del Comando delle operazioni militari. Alla fine del breve filmato gli viene chiesto: "E la nostra gente ad Afrin?", il leader ha risposto: "Se Dio vuole, cercheremo lo stesso di riportarli nelle loro zone e nei loro villaggi". Afrin è la città nel nord della Siria che nel 2018 le truppe turche, insieme ai ribelli siriani appoggiati da Ankara, dell'Esercito nazionale siriano, occuparono nell'offensiva contro i curdi siriani, che gestiscono un'amministrazione nel nord della Siria. La leadership politica dell'autoproclamata Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell'Est ha ribadito ieri il suo appello per un cessate il fuoco generale con gli insorti che hanno rovesciato il regime di Al Assad e ha chiesto di lavorare per un futuro "unificato" democratico" per il Paese.
Siria, timori per la Giordania: 007 Israele in visita segreta
Il capo dello Shin Bet Ronen Bar e il capo della direzione dell'intelligence militare delle Idf, il maggiore generale Shlomi Binder, hanno visitato segretamente la Giordania e hanno tenuto colloqui venerdì con i generali del Paese sulla situazione in Siria, lo riportano i media israeliani secondo cui Israele teme che i gruppi estremisti nel Paese possano essere ispirati dal rapido rovesciamento del regime di Assad da parte dei ribelli siriani per estromettere il sovrano del Regno hashemita, re Abdullah II. Il sito di notizie Walla afferma che i colloqui si sono tenuti con Ahmad Husni, direttore del dipartimento di intelligence generale, e con altri alti ufficiali giordani. Citando tre alti ufficiali israeliani, il sito riferisce che le parti hanno anche discusso della crescente minaccia del contrabbando di armi dall'Iran attraverso la Giordania ai gruppi terroristici palestinesi in Cisgiordania. Walla riferisce anche che la Giordania è un mediatore centrale tra Israele e i gruppi di opposizione siriani che attualmente lavorano alla formazione di un governo di transizione. Citando fonti israeliane di alto livello, l'emittente Kan riferisce che alti funzionari israeliani, tra cui quelli del gabinetto di sicurezza, hanno discusso la possibilità che quanto accaduto in Siria si ripeta in Giordania, il che avrebbe importanti implicazioni per Israele, il cui confine terrestre più lungo è proprio con questo Paese.
Al Jolani: 'in Siria ci saranno elezioni'
Il capo della nuova leadership siriana, Ahmad Sharaa (noto come Abu Muhammad al-Jolani), ha affermato che il prossimo governo prevederà lo svolgimento di elezioni. In un'intervista ad Al Jazeera Siria, ha spiegato che verranno formati comitati e consigli per riesaminare la costituzione, e che la forma dell'autorità sarà lasciata alle decisioni di esperti, giuristi e del popolo siriano. E competenza e capacità saranno considerati la base per le valutazioni successive.
Jolani: non vogliamo guerra con Israele ma hanno superato limiti
La nuova amministrazione siriana "non sta per impegnarsi in un conflitto con Israele, ma la parte israeliana ha violato l'accordo di cessate il fuoco del 1974". Lo ha detto il capo di Hts Ahmad Sharaa (Al Jolani), aggiungendo che "gli israeliani hanno chiaramente oltrepassato i limiti del loro impegno in Siria, il che minaccia un'ingiustificata escalation nella regione, e gli argomenti israeliani sono diventati deboli e non giustificano le sue recenti trasgressioni".
Ong, 60 attacchi aerei israeliani in Siria in poche ore
Più di 60 attacchi aerei israeliani hanno preso di mira siti militari in tutta la Siria nel giro di poche ore, quasi una settimana dopo la caduta di Bashar al-Assad. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riportato di aver rilevato 61 attacchi aerei in meno di cinque ore nella serata di sabato. Israele continua a intensificare i suoi attacchi aerei contro il territorio siriano, mirando in particolare ai tunnel sotto le montagne che contengono depositi di missili balistici", ha aggiunto l'Ong, che ha contato 446 raid aerei israeliani dalla caduta di Assad l'8 dicembre.