Guerra Siria, Mosca: "Parte dello staff diplomatico ha lasciato la Siria"

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"Parte" del personale diplomatico russo ha lasciato la Siria, hanno annunciato le autorità di Mosca. Più di 60 attacchi aerei israeliani hanno preso di mira siti militari in tutta la Siria nel giro di poche ore, quasi una settimana dopo la caduta di Bashar al-Assad. Israele mira in particolare ai tunnel sotto le montagne che contengono depositi di missili balistici", ha aggiunto l'Ong. Il nuovo governo della Siria dovrà prevedere nel suo programma lo svolgimento di elezioni, promette Jolani

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Una "parte" del personale diplomatico russo ha lasciato la Siria in aereo. Lo hanno annunciato le autorità di Mosca. "Il 15 dicembre, il ritiro di parte del personale della rappresentanza russa a Damasco è avvenuto con un volo speciale dell'aeronautica russa partito dalla base aerea di Hmeimim" in Siria, si legge sul profilo Telegram del Dipartimento per le situazioni di crisi del Ministero degli Esteri.

Più di 60 attacchi aerei israeliani hanno preso di mira siti militari in tutta la Siria nel giro di poche ore, quasi una settimana dopo la caduta di Bashar al-Assad. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riportato di aver rilevato 61 attacchi aerei in meno di cinque ore nella serata di sabato. Israele continua a intensificare i suoi attacchi aerei contro il territorio siriano, mirando in particolare ai tunnel sotto le montagne che contengono depositi di missili balistici", ha aggiunto l'Ong, che ha contato 446 raid aerei israeliani dalla caduta di Assad l'8 dicembre. Il nuovo governo della Siria dovrà prevedere nel suo programma lo svolgimento di elezioni, promette il leader jihadista Jolani. Mosca prosegue intanto il ritiro dal Paese mediorientale. II colloqui tra la Russia e il nuovo potere siriano proseguono. "Per il  momento non ci ritireremo", afferma una fonte russa all'agenzia Reuters.


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Siria in mano ai ribelli jihadisti, Assad in fuga. La notizia sui siti internazionali

La stampa di tutto il mondo apre, nella versione online, con la caduta del regime di Bashar dopo un quarto di secolo. "Le forze sunnite affermano che il presidente ha lasciato il Paese e che la capitale Damasco è stata liberata", titolano i quotidiani di ogni Paese. La tedesca Bild: "Assad è fuggito in aereo". Le Figaro: "Scene di giubilo e invocazioni religiose in strada". Il New York Times: "Non si sa dove sia il presidente". LEGGI

Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti

Dopo l'ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall'invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO

Non solo Assad in Siria: dalle Primavere arabe a oggi, i raìs deposti negli altri Paesi

Bashar al-Assad è solo l’ultimo degli autocrati che ha perso il potere negli ultimi 13 anni tra Africa e Medio Oriente: il primo fu il tunisino Zine el-Abdine Ben Ali, la cui caduta nel 2011 diede inizio alle Primavere Arabe. A seguire ci furono anche il libico Gheddafi, l’egiziano Mubarak, lo yemenita Saleh e il sudanese al-Bashir. LEGGI QUI

Al-Jolani ha incontrato l'inviato dell'Onu

Abu Muhammad al-Jolani, il leader islamista siriano il cui gruppo ha guidato l'offensiva che ha rovesciato Bashar al-Assad ha incontrato l'inviato delle Nazioni Unite Geir Pedersen, in visita a Damasco, secondo quanto riportato da un comunicato sul canale Telegram dei ribelli. Il leader di Hayat Tahrir al-Sham ha discusso con Pedersen "dei cambiamenti avvenuti sulla scena politica che rendono necessario aggiornare" una risoluzione del 2015 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che stabiliva una tabella di marcia per una soluzione politica in Siria, "per adattarla alla nuova realtà", si legge nella dichiarazione

Non solo Assad, chi sono le altre personalità in fuga accolte da Putin in Russia

L'ormai ex presidente siriano non è l'unica personalità di spicco che ha trovato rifugio all'ombra del Cremlino dopo la fuga dal proprio Paese. Da Viktor Yanukovich, leader ucraino scappato dopo la rivoluzione di Maidan, a Edward Snowden: ecco chi sono. DI CHI SI TRATTA

Siria, Merkel: "Mi auguro ci sia un sviluppo pacifico"

"Assad è caduto, ma non sappiamo cosa succederà, e mi auguro ci sia uno sviluppo pacifico in Siria. Vediamo cosa accadrà, e chi è oggi responsabile prenderà le decisioni necessarie". Lo afferma l'ex Cancelliera tedesca, Angela Merkel, a 'Che tempo che fa' sulla situazione in Siria. Merkel aggiunge: "In Europa abbiamo una responsabilità umanitaria, dobbiamo accogliere i rifugiati, i migranti, chi sta peggio, ma le persone non devono pagare gli scafisti, non si devono affidare a loro. Anche perché molto spesso chi paga, e paga molti soldi, non sono coloro che davvero hanno bisogno". Parlando della sua decisione di accogliere oltre un milione di rifugiati siriani nel 2015, a Merkel è stato chiesto se condivide la scelta di molti Paesi europei di sospendere le richieste di asilo dei siriani: "Fu giusto accogliere quei rifugiati nel 2015. All'epoca dissi ai tedeschi, ce la faremo. E l'abbiamo fatto insieme, tante persone hanno supportato i rifugiati. D'altra parte quale sarebbe stata l'alternativa? Respingere i profughi alle frontiere con gli idranti? Non lo feci all'epoca e non lo farei oggi. Alla fine facemmo anche l'accordo con la Turchia per limitare la migrazione illegale".

Siria, le immagini dal carcere di Sednaya dove venivano torturati i prigionieri. FOTO

Dopo la caduta del regime, il carcere che si trova a una trentina di chilometri da Damasco - e che è stato definito da Amnesty un “mattatoio umano” - è stato aperto e i detenuti rilasciati. Migliaia di persone si sono radunate davanti alla prigione per avere notizie dei loro cari scomparsi. All’interno, le tracce di torture e impiccagioni. Trovato anche il cadavere di Mazen al-Hamada, famoso attivista siriano. LA GALLERY

Il Qatar riapre l'ambasciata in Siria martedì

L'ambasciata del Qatar in Siria riprenderà le operazioni martedì dopo la cacciata del presidente Bashar al-Assad da parte dei ribelli islamisti, ha annunciato il Paese del Golfo. "Il Qatar annuncia la ripresa delle attività della sua ambasciata nella sorella Repubblica Araba Siriana a partire da dopodomani, martedì", ha dichiarato il ministero degli Esteri in un comunicato, aggiungendo che il ritorno dopo una pausa di 13 anni è 'un'espressione della posizione di principio dello Stato del Qatar nei confronti della rivoluzione del popolo siriano'.

Siria, le navi russe lasciano la base di Tartus. Cosa ci dicono le immagini satellitari

Continua a essere cauta la posizione della Russia nei confronti della situazione in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, in particolare per quanto riguarda la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartus, considerate da Mosca punti di appoggio strategici nel Mediterraneo. Nonostante il Cremlino abbia fatto sapere di essere in contatto con i ribelli jihadisti i quali avrebbero assicurato di voler garantire la sicurezza delle due strutture, alcune immagini satellitari degli ultimi giorni mostrano che le navi della marina russa hanno lasciato Tartus e alcune di queste hanno gettato l'ancora al largo della costa. LE IMMAGINI

Siria, cosa succede ai curdi attaccati su due fronti

Dopo che i ribelli jihadisti filo-turchi hanno fatto cadere il regime di Bashar al Assad in Siria, i curdi siriani che vivono nel Nord-Est del Paese si trovano in una posizione difficile. Non sono mai stati così isolati e indeboliti. Dall’inizio degli attacchi dei miliziani contro Assad, a fine novembre, la Turchia ha infatti cominciato parallelamente una campagna di bombardamenti contro le postazioni dei curdi siriani più vicine al confine. Le forze curdo-siriane, comunque, non hanno intenzione di cedere. E oggi, 12 dicembre, hanno annunciato la decisione di issare su tutte le istituzioni della regione di fatto autonoma del Nord-Est siriano la "bandiera della rivoluzione". "Siamo parte della Siria unita e del popolo siriano", si legge in un comunicato. LEGGI QUI

Che cos'è il Captagon, la "droga della Jihad" trovata in Siria e che effetti produce

Si tratta di una metanfetamina conosciuta anche come "droga dei kamikaze", spesso mischiata con la caffeina. Non è molto diffusa in occidente, mentre è una sostanza che si trova relativamente in abbondanza in Medio Oriente. In Siria sono stati scoperti diversi laboratori per la produzione del Captagon. Ecco di cosa si tratta e quali sono gli effetti. DI COSA SI TRATTA

Qatar: "Nel Golan Israele viola diritto internazionale"

Il ministero degli Esteri del Qatar ha rilasciato una dichiarazione di disapprovazione sui piani recentemente annunciati dal governo israeliano di espandere la sua popolazione sulle alture occupate del Golan. La dichiarazione descrive la decisione come "un nuovo capitolo di una serie di attacchi israeliani contro i territori siriani e una palese violazione del diritto internazionale". Il Qatar ha inoltre invitato la comunità internazionale a rispettare il proprio obbligo di fare pressione su Israele affinché ponga fine ai suoi attacchi contro la Siria, che si sono verificati a centinaia dalla caduta di Bashar al-Assad domenica scorsa. Il ministero ha ribadito ancora una volta il fermo sostegno del Qatar "alla sovranità, all'indipendenza e all'integrità territoriale della Siria".

Arabia Saudita condanna Israele per decisione su Golan

L'Arabia Saudita condanna il piano di Israele di raddoppiare la popolazione delle alture del Golan, bollandolo come un tentativo di "sabotare" la Siria. In una dichiarazione, il ministero degli Esteri di Riad esprime "condanna e denuncia" del piano, che definisce parte del "continuo sabotaggio delle opportunità per ripristinare la sicurezza e la stabilità in Siria" dopo che i ribelli guidati dagli islamisti hanno rovesciato il presidente Bashar al-Assad una settimana fa.

Kallas: "Prematuro revocare sanzioni Ue"

La Ue non revocherà le sanzioni alla Siria prima che i suoi nuovi governanti garantiscano che le minoranze non vengano perseguitate e che i diritti delle donne siano tutelati all'interno di un governo che rinneghi l'estremismo religioso. Lo ha affermato alla Reuters l'Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Kaja Kallas. "Una delle domande è se saremo in grado, in futuro, di guardare all'adattamento del regime di sanzioni. Ma questa non è chiaramente la domanda di oggi, ma piuttosto del futuro, dopo che avremo visto i passi compiuti", ha detto Kallas. "La Siria affronta un futuro pieno di speranza ma incerto", ha affermato Kallas. I nuovi leader ad interim della Siria hanno lanciato "segnali positivi", ma non sono sufficienti, ha affermato. "Giudicheremo i fatti, non solo le parole", ha detto Kallas.

Gran Bretagna avvia contatti diplomatici con la Siria (2)

Lammy ha dichiarato che l'HTS "rimane un'organizzazione terroristica vietata (nel Regno Unito), ma possiamo avere contatti diplomatici, quindi abbiamo contatti diplomatici", in particolare per garantire l'istituzione di un "governo rappresentativo" e la messa in sicurezza delle scorte di armi chimiche in Siria, ha dichiarato il capo della diplomazia ai media britannici. (

Ryad condanna piano Israele su raddoppio popolazione nel Golan

L'Arabia Saudita ha condannato il piano del governo israeliano per raddoppiare la popolazione nella parte del Golan siriano occupata e annessa da Israele, denunciando un "sabotaggio" delle "opportunità di ripristinare la sicurezza e la stabilità in Siria". In una dichiarazione, il ministero degli Esteri saudita ha espresso la "condanna e la denuncia del Regno della decisione del governo di occupazione israeliano di espandere gli insediamenti nel Golan occupato", considerandola un "continuo sabotaggio delle opportunità di ripristinare la sicurezza e la stabilità in Siria" dopo la caduta di Bashar al-Assad. 

Delegazione del Qatar in Siria incontra le nuove autorità

Una delegazione del Qatar è arrivata in Siria e ha incontrato i funzionari del governo di transizione del Paese dopo la cacciata del presidente Bashar al-Assad da parte dei ribelli islamisti. Lo ha reso noto l'emirato del Golfo. La delegazione diplomatica "è arrivata a Damasco per completare le procedure necessarie all'apertura dell'ambasciata del Qatar", ha dichiarato in un comunicato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, aggiungendo che i qatarini hanno incontrato il governo provvisorio e ribadito il "pieno impegno di Doha a sostenere il fraterno popolo siriano". 

Delegazione del Qatar incontra il governo di transizione

Una delegazione del Qatar è arrivata in Siria e ha incontrato i funzionari del governo di transizione del Paese dopo la cacciata del presidente Bashar al-Assad da parte dei ribelli islamisti. La delegazione diplomatica "è arrivata a Damasco per completare le procedure necessarie all'apertura dell'ambasciata del Qatar", afferma in un comunicato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, aggiungendo che i qatarini hanno incontrato il governo provvisorio e ribadito il "pieno impegno di Doha a sostenere il fraterno popolo siriano".

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