Siria, le immagini dal carcere di Sednaya dove venivano torturati i prigionieri. FOTO
Dopo la caduta del regime, il carcere che si trova a una trentina di chilometri da Damasco - e che è stato definito da Amnesty un “mattatoio umano” - è stato aperto e i detenuti rilasciati. Migliaia di persone si sono radunate davanti alla prigione per avere notizie dei loro cari scomparsi. All’interno, le tracce di torture e impiccagioni. Trovato anche il cadavere di Mazen al-Hamada, famoso attivista siriano
- Dopo la caduta di Assad, nelle scorse ore migliaia di persone si sono radunate davanti alla famigerata prigione di Sednaya, a una trentina di chilometri da Damasco, in attesa di notizie dei loro cari detenuti o scomparsi
- Dopo la caduta del regime, il carcere - definito da Amnesty un “mattatoio umano” - è stato aperto e i detenuti rilasciati. Le squadre di protezione civile siriana hanno raggiunto anche le "celle sotterranee nascoste" nella famigerata prigione
- Molti i video che mostrano le persone liberate dalla prigione. "Non abbiate paura... Bashar Assad è caduto", dice uno dei ribelli jihadisti in un filmato mentre cerca di far uscire in fretta e furia fiumi diverse donne dalla prigione di Sednaya. Mentre escono dalle celle, in un video si vede anche un bambino camminare lungo un corridoio
- Secondo Rami Abdurrahman dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, decine di migliaia di detenuti sono stati finora liberati dalle prigioni siriane
- In un rapporto indipendente del 2022, l'Associazione per i detenuti e gli scomparsi nella prigione di Sednaya (Admsp) ha spiegato che Saydnaya “è diventata effettivamente un campo di sterminio" dopo l'inizio della guerra civile
- Si stima che tra il 2011 e il 2018 più di 30.000 detenuti siano stati giustiziati o siano morti a causa di torture, mancanza di cure mediche o fame. Citando i resoconti dei pochi detenuti rilasciati prima della caduta del regime, almeno altri 500 detenuti sono stati giustiziati tra il 2018 e il 2021
- Nel 2017, Amnesty International ha descritto Saydnaya come un "mattatoio umano" dove le esecuzioni erano autorizzate ai massimi livelli del governo di Assad. Il governo a quel tempo ha respinto le affermazioni di Amnesty come "infondate", insistendo sul fatto che tutte le esecuzioni in Siria seguivano il giusto processo
- Dopo la caduta di Assad, i ribelli a guida islamica hanno reso noto di aver fatto irruzione nel carcere militare di Damasco. Su Telegram hanno annunciato la "fine dell'era della tirannia nella prigione di Sednaya". I ribelli jihadisti hanno spiegato di aver rilasciato tutti coloro che sono stati "ingiustamente detenuti" sotto il presidente Bashar al-Assad
- Anche l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ha dichiarato che "le porte della famigerata prigione di Sednaya, nota come 'mattatoio umano', sono state aperte per migliaia di detenuti che sono stati imprigionati dall'apparato di sicurezza durante tutto il governo del regime"
- L'Associazione per i detenuti e gli scomparsi nella prigione di Sednaya (Admsp), come riportato da Bbc, ha dichiarato che non ci sono più prigionieri intrappolati né sopra né sottoterra nel carcere-mattatoio vicino Damasco. Il carcere "è stato svuotato di tutti i detenuti in tutti i suoi edifici", ha spiegato
- Quando le porte del carcere dono state aperte, migliaia di persone si sono radunate davanti alla prigione per cercare notizie dei loro cari detenuti o scomparsi. La fila di auto si estendeva per più di sette chilometri e la sera le famiglie hanno acceso falò davanti alla prigione, hanno detto i giornalisti dell'Afp sul posto
- Nel carcere sono stati per anni torturati e uccisi gli oppositori del presidente Bashar al-Assad. Nelle immagini diffuse dai ribelli jihadisti ci sono le tracce di questo orrore, come le corde usate per le impiccagioni e una pressa di metallo utilizzata per le torture
- A Sednaya è stato trovato il cadavere di Mazen al-Hamada, famoso attivista siriano che ha raccontato al mondo il lato più oscuro del “sistema” del rais. Arrestato più volte nei primi anni della rivolta siriana, nel 2011 e nel 2012, dopo il rilascio nel 2014 ha ottenuto l'asilo politico nei Paesi Bassi. Per anni ha viaggiato in Europa e Usa, raccontando gli orrori a cui ha assistito e che ha sopportato e cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle violazioni dei diritti del governo e sulle brutali tattiche usate nelle prigioni del regime
- Ha raccontato di abusi sessuali, scosse elettriche e di come venne appeso al soffitto con catene che gli hanno lasciato solchi nei polsi. È stato picchiato, torturato dalle guardie che gli hanno rotto le costole saltandogli addosso, bruciato con mozziconi di sigaretta. Nel 2020 ha deciso a sorpresa di tornare a Damasco, dicendo di aver avuto garanzie di non essere nella lista dei ricercati del governo
- Ma al suo rientro in Siria, Mazen al-Hamada è stato arrestato e di lui non si è saputo più nulla, uno tra i tantissimi scomparsi sotto il regime di Assad. Un silenzio durato fino a martedì, quando il suo cadavere è stato ritrovato nel carcere di Sednaya con addosso i segni visibili delle torture