"Quello che è successo in Siria è stato progettato nelle sale di comando di Stati Uniti e Israele" afferma la Guida suprema dell'Iran. Il leader ribelli jihadist Al-Bashir: "Garantiremo diritti a tutti gruppi religiosi". In 48 ore 480 raid di Israele per smilitarizzare la Siria dopo la caduta di Assad. Distrutti i caccia e la flotta. "Ho autorizzato a bombardare le armi siriane affinché non finiscano nelle mani dei jihadisti", ha spiegato Netanyahu
"Quello che è successo in Siria è stato progettato nelle sale di comando di Stati Uniti e Israele". Lo afferma la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei. "Sì, un governo che è (di un Paese) vicino alla Siria ha avuto un ruolo ovvio a questo riguardo e ancora lo ha, tutti lo possono vedere", ha aggiunto Khamenei, come riferisce Mehr, durante un discorso a Teheran a cui partecipano centinaia di persone.
L'alleanza guidata dagli islamisti che ha preso il potere in Siria "garantirà" i diritti di tutti i gruppi religiosi. Lo dice il capo del governo di transizione siriano, Mohammad al-Bashir, invitando i milioni di profughi fuggiti dalla guerra a tornare nel Paese.
In 48 ore 480 raid di Israele per smilitarizzare la Siria dopo la caduta di Assad. Distrutti i caccia e la flotta. "Ho autorizzato a bombardare le armi siriane affinché non finiscano nelle mani dei jihadisti", dice il premier Netanyahu. Condanna di Iran e Turchia: "Incursioni illegali". Telefonata di Erdogan con Meloni: "In Siria una aggressione israeliana. Preservare l'integrità territoriale e eliminare il terrorismo". La Casa Bianca annuncia per venerdì una riunione straordinaria del G7 presieduto dall'Italia.
Gli approfondimenti:
- Siria, caduta del regime di Assad: festeggiamenti per le strade di Damasco
- Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria "cacciato" dai ribelli jihadisti
- Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
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Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
Una marcia clamorosa e inaspettata, cominciata 10 giorni fa dalla remota regione nord-occidentale di Idlib al confine con la Turchia, che ha travolto roccaforti governative, russe e iraniane come Aleppo e Hama. Fino alla conquista di Damasco e la "fuga" di Bashar al-Assad, il presidente della Siria da un quarto di secolo al potere dopo averlo ereditato dal padre Hafez per 30 ai vertici del regime. La Siria è ora nelle mani dei ribelli a guida islamica che esultano, parlando dell'inizio di una "nuova era” dopo la caduta del regime dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il capo delle milizie Hayat Tahrir al-Sham - Abu Muhammad al-Jolani - ha ordinato alle sue forze di non avvicinarsi alle istituzioni pubbliche della capitale, "che rimarranno sotto la supervisione dell'ex primo ministro fino a quando non saranno ufficialmente consegnate”. Ma chi è il capo del gruppo armato Hts? IL PROFILO
Trovato morto in carcere il celebre attivista siriano Mazen al-Hamada
Era diventato il simbolo dei crimini commessi dal regime di Assad. Il suo corpo è stato trovato con segni visibili di tortura. La sua odissea era iniziata durante i primi anni della rivolta siriana, nel 2011 e nel 2012, quando venne arrestato più volte. LEGGI QUI
L'Ue sull'asilo ai siriani: "Le decisioni sono di competenza degli Stati membri"
La Commissione ha ribadito di essere "in contatto con i singoli Stati e con l'Unhcr per avere un dialogo strutturato". Il portavoce ha poi ricordato che l'Ue al momento "non dispone di una lista comune di Paesi sicuri" verso i quali effettuare i rimpatri. I DETTAGLI
La bandiera dei ribelli jihadisti issata sulla ambasciata della Siria a Mosca
Lo hanno confermato diverse fonti internazionali, tra cui la Tass ed il New York Times. Il gesto, altamente simbolico, è stato compiuto proprio all'indomani della conquista del potere da parte dei ribelli jihadisti che hanno rovesciato in poco più di 10 giorni il presidente Bashar al-Assad. I DETTAGLI
Jolani: "Scioglieremo le forze di sicurezza del vecchio regime"
Il leader ribelle siriano Ahmad al-Sharaa, noto come Abu Mohammed al-Jolani, ha affermato che intende sciogliere le forze di sicurezza del regime del deposto presidente Bashar al-Assad. Il suo gruppo, Hayat Tahrir al-Sham, aveva già affermato che concederà un'amnistia ai militari e ora, in una dichiarazione scritta alla Reuters, che ne dà notizia nel suo sito web, al Jolani afferma che scioglierà "le forze di sicurezza del precedente regime" e chiuderà "la famigerata prigione". Al Sharaa ha anche detto che sta monitorando attentamente i possibili depositi di armi chimiche, coordinandosi con le organizzazioni internazionali per metterli in sicurezza, aggiunge la stessa fonte.
Non solo Assad in Siria: dalle Primavere arabe a oggi, i raìs deposti negli altri Paesi
Bashar al-Assad è solo l’ultimo degli autocrati che ha perso il potere negli ultimi 13 anni tra Africa e Medio Oriente: il primo fu il tunisino Zine el-Abdine Ben Ali, la cui caduta nel 2011 diede inizio alle Primavere Arabe. A seguire ci furono anche il libico Gheddafi, l’egiziano Mubarak, lo yemenita Saleh e il sudanese al-Bashir. LEGGI QUI
Guerra in Siria, Jolani: "L'Occidente non deve avere paura". VIDEO
Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti
Dopo l'ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall'invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO
Iran: "Israele distrugge infrastrutture civili e militari in Siria"
"Il regime israeliano si è mosso per distruggere quasi ogni infrastruttura civile e di difesa in Siria. Ha anche occupato ulteriore territorio siriano in violazione dell'accordo di disimpegno del 1974 e della risoluzione 350 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite". Lo scrive nel suo account su X il ministro degli esteri iraniano, Seyed Abbas Araghchi, affermando inoltre che "il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha la responsabilità primaria di fermare le aggressioni illegali, è ridotto a un osservatore ammanettato grazie all'ostruzione degli Stati Uniti". I vicini della Siria, così come il mondo arabo e musulmano e in effetti ogni Stato membro delle Nazioni Unite che si preoccupa dello stato di diritto, dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale non possono permettersi di rimanere indifferenti", scrive ancora Araghchi, sostenendo che "è fondamentale che i paesi della regione si mobilitino immediatamente ed efficacemente e uniscano le forze per fermare l'aggressione di Israele e la distruzione della Siria".
Il partito Baath di Assad sospende le sue attività
Il partito Baath dell'ex presidente Bashar al Assad, al potere in Siria per oltre 50 anni, ha annunciato la sospensione delle sue attività "fino a nuove ordine". La direzione centrale ha deciso di "sospendere tutte le attività del partito fino a nuovo ordine" e di "consegnare tutto l'equipaggiamento, i veicoli e le armi" al ministero dell'Interno siriano, ha riferito il segretario generale aggiunto del partito, Ibrahim al-Hadid, in un comunicato. "Tutti i beni e i fondi del partito saranno posti sotto la supervisione del ministero delle Finanze e le loro rendite saranno depositate presso la Banca centrale della Siria", ha aggiunto.
Siria, caduta del regime di Assad: festeggiamenti per le strade di Damasco
I residenti sono scesi in strada per festeggiare la caduta del regime dopo 50 anni di governo del partito Baath, mentre i gruppi ribelli annunciavano l'inizio di una "nuova era" in Siria. Gli insorti siriani Hanno annunciato la caduta del "tiranno" sugli schermi della televisione pubblica siriana. LE IMMAGINI
Non solo Assad, chi sono le altre personalità in fuga accolte da Putin in Russia
L'ormai ex presidente siriano non è l'unica personalità di spicco che ha trovato rifugio all'ombra del Cremlino dopo la fuga dal proprio Paese. Da Viktor Yanukovich, leader ucraino scappato dopo la rivoluzione di Maidan, a Edward Snowden. ECCO CHI SONO
Onu, in Siria identitificati da dicembre 52 campi minati
L'agenzia per gli affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) afferma che i suoi partner in Siria hanno identificato 52 campi minati in tutto il paese dall'inizio di dicembre. Lo riferisce Al Jazeera online. Questi campi, afferma Ocha, stanno "limitando il movimento dei civili e ostacolando la consegna di beni e servizi" e sono particolarmente preoccupanti a causa degli alti livelli di sfollamento nel paese. Le Nazioni Unite hanno precedentemente affermato che dal 27 novembre, quando le forze ribelli hanno lanciato l'offensiva che ha rovesciato al-Assad, in tutto il paese sono state sfollate fino a un milione di persone.
Ex premier: "Ho provato a contattare Assad ma non ha risposto"
L'ex primo ministro siriano Muhammad al-Jalali ha affermato di aver tentato di contattare l'ex presidente Bashar al Assad domenica mattina, ma non ha ricevuto risposta. Al tempo stesso ha detto di non essere agli arresti domiciliri, così come gli ex ministri, tuttavia ha aggiunto di non essere in grado di comunicare con gli ex titolari dell'Interno e della Difesa, mentre l'ex ministro dei Trasporti ha lasciato la Siria. Lo riferisce al Arabyia online, secondo cui l'ex premier ha aggiunto che la situazione nella capitale è ormai stabile.
Siria, le immagini dal carcere di Sednaya dove venivano torturati i prigionieri
Dopo la caduta del regime, il carcere che si trova a una trentina di chilometri da Damasco - e che è stato definito da Amnesty un “mattatoio umano” - è stato aperto e i detenuti rilasciati. Migliaia di persone si sono radunate davanti alla prigione per avere notizie dei loro cari scomparsi. All’interno, le tracce di torture e impiccagioni. Trovato anche il cadavere di Mazen al-Hamada, famoso attivista siriano. LE FOTO
Israele: "Khamenei incolpi se stesso per aiuto ai terroristi"
"L'ayatollah Ali Khamenei dovrebbe incolpare se stesso" per aver investito nei gruppi armati "in Siria, Libano e Gaza per costruire le armi della piovra che dirige nel tentativo di sconfiggere lo Stato di Israele". Così il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha replicato alle accuse del leader iraniano a Israele e Usa di essere responsabili della caduta del presidente siriano Bashar al-Assad. In visita al confine con la Giordania con i capi dell'esercito, Katz ha a sua volta accusato l'Iran di voler creare "un fronte orientale" contro Israele.
Giornalisti israeliani entrano in Siria, prima volta dal 1973
Per la prima volta dalla Guerra del Kippur, nel 1973, giornalisti israeliani hanno attraversato il confine e sono entrati in Siria con le forze della divisione 210 nell'area di Tel Qudna, dove l'avamposto è stato abbandonato dall'esercito regolare dopo la caduta del regime di Assad. Nell'avamposto si trovano attualmente soldati della divisione 210, paracadutisti e mezzi corazzati, in posizioni avanzate dopo la decisione del governo di proteggere gli insediamenti delle alture di Golan dalla zona cuscinetto al confine. I giornalisti hanno trovato un quaderno di appunti di un soldato siriano contenente annotazioni in ebraico, che testimonia il tentativo di apprendere la lingua osservando le comunità israeliane vicine, riferisce l'emittente pubblica Kan. "Non siamo qui per conquistare, ma per difendere", ha dichiarato il colonnello israeliano Beni Kata, sottolineando l'impegno nel garantire la sicurezza dell'area dopo gli eventi del 7 ottobre
Ira di Zelensky: "Spero che Orban non chiami anche Assad"
"Ci auguriamo tutti che almeno Viktor Orban non chiami Assad a Mosca per ascoltare anche lui le sue lezioni lunghe un'ora". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la telefonata del premier ungherese con Vladimir Putin. "Nessuno dovrebbe promuovere la propria immagine a spese dell'unità; tutti dovrebbero concentrarsi sul successo condiviso. L'unità in Europa è sempre stata la chiave per ottenerlo. Non si può discutere della guerra della Russia contro l'Ucraina senza l'Ucraina. Sono grato a Donald Trump e a molti leader Ue con cui stiamo già lavorando per trovare soluzioni giuste e forti per una vera pace".