Guerra in Siria, Al Jazeera: "Trovata fossa comune con migliaia di corpi vicino a Damasco"
Migliaia di corpi e resti umani sono stati rinvenuti vicino a Damasco, a nord-est della capitale da giornalisti della tv panaraba al Jazeera. Potrebbe trattarsi di corpi provenienti dalle prigioni politiche del regime, come quella di Sednaya, è l'ipotesi dei giornalisti. "Noi, leader del G7, riaffermiamo il nostro impegno verso il popolo siriano e offriamo il pieno sostegno a un processo di transizione politica inclusivo, a guida siriana: si legge in una dichiarazione dei leader del G7
"Migliaia" di corpi e resti di corpi sono stati rinvenuti stamani vicino Damasco da giornalisti della tv panaraba al Jazeera che mostra immagini in diretta della scoperta nei pressi di Qutayfa, a nord-est della capitale. L'inviato di al Jazeera inquadra sacchi di plastica bianca con resti di corpi con indicazioni di numeri.
"Noi, leader del G7, riaffermiamo il nostro impegno verso il popolo siriano e offriamo il pieno sostegno a un processo di transizione politica inclusivo, a guida siriana, nello spirito dei principi della Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza" dell'Onu. E' quanto si legge in una dichiarazione dei leader del G7 sulla Siria, nella quale è stata sottolineata "l'importanza che il regime di Assad sia ritenuto responsabile deisuoi crimini: continueremo a collaborare per distruggere le scorte rimanenti di armi chimiche in Siria", si legge ancora.
“Usa e Israele dietro le violenze”, dice la Guida suprema dell'Iran Khamenei. Il leader dei ribelli al Jolani afferma che non ci sarà amnistia per i torturatori dei detenuti del regime di Assad. La bandiera jihadista accanto al tricolore con le tre stelle della nuova Siria alla riunione del nuovo governo. L'alleanza guidata dagli islamisti che ha preso il potere in Siria "garantirà" i diritti di tutti i gruppi religiosi. Lo dice il capo del governo di transizione siriano, Mohammad al-Bashir.
Gli approfondimenti:
- Siria, caduta del regime di Assad: festeggiamenti per le strade di Damasco
- Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria "cacciato" dai ribelli jihadisti
- Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
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Che cos'è il Captagon, la "droga della Jihad" trovata in Siria e che effetti produce
Si tratta di una metanfetamina conosciuta anche come "droga dei kamikaze", spesso mischiata con la caffeina. Non è molto diffusa in occidente, mentre è una sostanza che si trova relativamente in abbondanza in Medio Oriente. In Siria sono stati scoperti diversi laboratori per la produzione del Captagon. Ecco di cosa si tratta e quali sono gli effetti. L'APPROFONDIMENTO
Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti
Dopo l'ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall'invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO
Onu, nuova guerra ha creato altri 1,1 mln sfollati
L'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite ha dichiarato che piu' di un milione di persone, principalmente donne e bambini, sono sfollati in Siria da quando i ribelli hanno lanciato un'offensiva il 27 novembre, che ha rovesciato il Presidente Bashar al-Assad. "Al 12 dicembre, 1,1 milioni di persone sono sfollate nel Paese dall'inizio delle ostilita' il 27 novembre. La maggior parte sono donne e bambini", ha dichiarato l'ufficio per gli affari umanitari dell'ONU (Ocha), in un comunicato.
Siria, cosa succede ai curdi attaccati su due fronti
Dopo che i ribelli jihadisti filo-turchi hanno fatto cadere il regime di Bashar al Assad in Siria, i curdi siriani che vivono nel Nord-Est del Paese si trovano in una posizione difficile. Non sono mai stati così isolati e indeboliti. Dall’inizio degli attacchi dei miliziani contro Assad, a fine novembre, la Turchia ha infatti cominciato parallelamente una campagna di bombardamenti contro le postazioni dei curdi siriani più vicine al confine.
Le forze curdo-siriane, comunque, non hanno intenzione di cedere. E oggi, 12 dicembre, hanno annunciato la decisione di issare su tutte le istituzioni della regione di fatto autonoma del Nord-Est siriano la "bandiera della rivoluzione". "Siamo parte della Siria unita e del popolo siriano", si legge in un comunicato. COSA SAPPIAMO
Siria, sequestrato laboratorio che produce Captagon, la "droga della Jihad". VIDEO
Le anfetamine sono richieste nei Paesi arabi del Golfo. Diffuso in rete un video sul deposito scoperto dai ribelli jihadisti che si trovava a Damasco. IL VIDEO
Onu, in 2 settimane 1,1 milioni di nuovi sfollati in Siria
L'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite ha affermato che più di un milione di persone, per lo più donne e bambini, sono state recentemente sfollate in Siria da quando i ribelli hanno lanciato un'offensiva per rovesciare il presidente Bashar al-Assad. "Al 12 dicembre, 1,1 milioni di persone sono state recentemente sfollate in tutto il Paese dall'inizio dell'escalation delle ostilità il 27 novembre. La maggior parte sono donne e bambini", ha affermato l'Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha).
Siria, le navi russe lasciano la base di Tartus. Cosa ci dicono le immagini satellitari
Continua a essere cauta la posizione della Russia nei confronti della situazione in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, in particolare per quanto riguarda la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartus, considerate da Mosca punti di appoggio strategici nel Mediterraneo. Nonostante il Cremlino abbia fatto sapere di essere in contatto con i ribelli jihadisti i quali avrebbero assicurato di voler garantire la sicurezza delle due strutture, alcune immagini satellitari degli ultimi giorni mostrano che le navi della marina russa hanno lasciato Tartus e alcune di queste hanno gettato l'ancora al largo della costa. LEGGI L'ARTICOLO
Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
Una marcia clamorosa e inaspettata, cominciata 10 giorni fa dalla remota regione nord-occidentale di Idlib al confine con la Turchia, che ha travolto roccaforti governative, russe e iraniane come Aleppo e Hama. Fino alla conquista di Damasco e la "fuga" di Bashar al-Assad, il presidente della Siria da un quarto di secolo al potere dopo averlo ereditato dal padre Hafez per 30 ai vertici del regime. La Siria è ora nelle mani dei ribelli a guida islamica che esultano, parlando dell'inizio di una "nuova era” dopo la caduta del regime dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il capo delle milizie Hayat Tahrir al-Sham - Abu Muhammad al-Jolani - ha ordinato alle sue forze di non avvicinarsi alle istituzioni pubbliche della capitale, "che rimarranno sotto la supervisione dell'ex primo ministro fino a quando non saranno ufficialmente consegnate”. Ma chi è il capo del gruppo armato Hts? IL PROFILO
Siria, ritrovato in un carcere il turista americano Travis Timmerman
L'uomo era stato confuso inizialmente col giornalista statunitense Austin Tice, rapito nel 2012. Ha raccontato di essere un turista e di essere stato arrestato dal governo siriano nel maggio scorso. Era detenuto in una prigione fino a pochi giorni fa gestita dagli Hezbollah libanesi filo-iraniani a Dhihabiye. LEGGI L'ARTICOLO
Trovato morto in carcere il celebre attivista siriano Mazen al-Hamada
Era diventato il simbolo dei crimini commessi dal regime di Assad. Il suo corpo è stato trovato con segni visibili di tortura. La sua odissea era iniziata durante i primi anni della rivolta siriana, nel 2011 e nel 2012, quando venne arrestato più volte. LEGGI QUI
Sabato summit internazionale in Giordania sulla Siria
La Giordania ha annunciato che sabato prossimo ospiterà un summit internazionale dedicato alla situazione in Siria. Alla riunione parteciperanno diplomatici occidentali, turchi e arabi.
Siria, Idf: "Distrutto oltre il 90% dei missili terra-aria"
L'esercito israeliano ha annunciato che nei raid condotti negli ultimi giorni in Siria è stato distrutto oltre il 90% dei missili terra-aria di cui lo Stato ebraico è a conoscenza. La difesa aerea della Siria era tra le più potenti in Medio Oriente, ma i raid sono stati un "successo significativo per la superiorità dell'Aeronautica militare israeliana nella regione", hanno dichiarato le Idf in una nota, precisando di aver colpito anche altre armi strategiche in Siria, tra cui missili terra-terra, droni e aerei da combattimento.
Secondo il Jerusalem Post, il gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), che guida il nuovo governo ad interim di Damasco, non è più in grado di minacciare Israele con le armi che il Paese aveva sotto il presidente deposto Bashar al-Assad.
L'Ue sull'asilo ai siriani: "Le decisioni sono di competenza degli Stati membri"
La Commissione ha ribadito di essere "in contatto con i singoli Stati e con l'Unhcr per avere un dialogo strutturato". Il portavoce ha poi ricordato che l'Ue al momento "non dispone di una lista comune di Paesi sicuri" verso i quali effettuare i rimpatri. I DETTAGLI
Mosca: "Stabilito contatto diretto con comitato politico Hts"
La Russia rende noto di aver stabilito un contatto diretto con il comitato politico di Hayat Tahir al-Sham, il gruppo che ha preso il potere a Damasco. Il vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov ha spiegato che l'obiettivo di Mosca è quello di mantenere le basi militari in Siria per continuare a "combattere il terrorismo internazionale".
Siria, Guterres: "Grande preoccupazione per raid di Israele, ora de-escalation"
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso forte "preoccupazione" per la recente ondata di raid israeliani che hanno preso di mira obiettivi militari in Siria. Lo ha indicato il portavoce dell'Onu, Stephane Dujarric, durante un punto stampa. "Il segretario generale è particolarmente preoccupato per le centinaia di attacchi aerei israeliani su diverse località della Siria, sottolineando la necessità urgente di una de-escalation su tutti i fronti nel Paese", ha detto Dujarric.
La bandiera dei ribelli jihadisti issata sulla ambasciata della Siria a Mosca
Lo hanno confermato diverse fonti internazionali, tra cui la Tass ed il New York Times. Il gesto, altamente simbolico, è stato compiuto proprio all'indomani della conquista del potere da parte dei ribelli jihadisti che hanno rovesciato in poco più di 10 giorni il presidente Bashar al-Assad. I DETTAGLI
Il G7 apre a Damasco ma chiede un governo inclusivo
L'Occidente non chiude ai nuovi capi della Siria ma mette dei paletti, per assicurarsi che dalle ceneri della lunga dinastia Assad rinasca un Paese realmente pacificato e rispettoso di tutta la popolazione, minoranze incluse. In questo quadro sono due i messaggi lanciati dal G7, alla vigilia dell'ultima riunione dei leader convocata dalla presidenza italiana, prima di passare il testimone al Canada: il "pieno sostegno ad una transizione inclusiva", guidata da un governo che dovrà essere "credibile, non settario e che dia garanzie sui diritti"; e allo stesso tempo una condanna senza appello per un regime che ha "commesso atrocità per decenni", di cui adesso dovrà rendere conto l'ex rais fuggito in Russia tra le braccia di Putin. Dopo più di mezzo secolo sotto il clan Assad, segnato dalla repressione degli oppositori, al prezzo di centinaia di migliaia di morti, il portavoce politico del nuovo governo, Obaida Arnaout, ha affermato che ora l'obiettivo è quello di instaurare "uno stato di diritto". E' un messaggio ben accolto da europei e americani, a cui però dovranno seguire i fatti. Tanto più che la galassia delle forze che hanno cacciato a Assad è eterogenea, e con una forte componente di matrice jihadista che non rassicura del tutto sul futuro. Per questo il G7, in una dichiarazione che precede il vertice dei capi di Stato e di governo in programma domani in videoconferenza, ha riaffermato innanzitutto il proprio "impegno verso il popolo siriano", in nome del quale la nuova leadership di Damasco dovrà garantire "il rispetto dello stato di diritto, dei diritti umani universali, compresi i diritti delle donne, la protezione di tutti i siriani, incluse le minoranze religiose ed etniche, nonché la trasparenza e la responsabilità".
Siria, ministri degli Esteri a Berlino: "Si mantenga integrità territoriale, indipendenza, ma no agli estremismi"
I ministri degli Esteri di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Polonia e Spagna, riuniti a Berlino sottolineano l'importanza "critica di mantenere l'integrità territoriale della Siria e il rispetto della sua indipendenza e sovranità, così come delle istituzioni dello Stato e di respingere qualsiasi forma di estremismo". Tutte le persone coinvolte "devono rispettare il diritto internazionale e proteggere i membri di tutte le minoranze, mentre si impegnano in un dialogo inclusivo, a guida siriana e controllato dai siriani su tutte le questioni chiave per assicurare una transizione ordinata, pacifica e inclusiva".