Vittoria Trump, proteste e manifestazioni da New York a Washington: “Non ci arrendiamo”
Nella Grande Mela migliaia di persone si sono radunate fuori dalla Trump Tower e hanno iniziato a marciare al grido di “We're not leaving” (“non ce ne andiamo”) e “We won't back down” (“non ci tireremo indietro”). Altrettanti manifestanti a Washington DC hanno sfilato alla Women's March per la paura che la nuova amministrazione Trump possa minacciare ulteriormente i diritti all'aborto
- Da New York a Washington, da Seattle a Portland. Cortei e manifestazioni si stanno organizzando in varie città americane per protestare contro la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali del 5 novembre
- Migliaia di persone si sono radunate fuori dalla Trump Tower a New York gridando slogan come “We're not leaving” (ovvero, “non ce ne andiamo”) e “We won't back down” (“non ci tireremo indietro”)
- Mentre marcia nella manifestazione "Proteggiamo il nostro futuro", una donna tiene in alto un cartello scritto in spagnolo (lingua di molti migranti presenti in Usa) con scritto "Aquì nos quedamos", ovvero "noi restiamo qui"
- Alla marcia Protect Our Futures, partita da Columbus Circle, hanno partecipato sindacati, gruppi per i diritti degli immigrati e sostenitori Lgbtq+
- Sostenitori Lqbtqi+ hanno preso parte alla manifestazione. Questa è solo la prima di altre proteste previste per manifestare contro le politiche del presidente-eletto che, a loro avviso, penalizzeranno le donne, la comunità Lgbtq e le minoranze
- I manifestanti immigrati (e non solo) durante il corteo hanno alzato un cartello che ritrae Donald Trump in chiave fumettistica e lo definisce "un pendejo", ovvero "un cretino"
- Il corteo è transitato anche davanti al Trump International Hotel nel cuore di New York
- Altri cartelli con slogan contro Trump hanno sfilato a New York. "My immigrant voice will not be silenced", si legge su uno di essi, ovvero "La mia voce da immigrato non sarà messa a tacere"
- Nel corso della marcia "Protect our futures" alcuni sostenitori del presidente eletto Donald Trump hanno affiancato il corteo urlando contro i manifestanti
- Non è poi mancata la presenza del movimento femminista che a New York ha fatto sentire la sua voce. Una donna tiene alto un cartello che cita una frase di Inez Milholland risalente al 1916: "Signor presidente, quanto a lungo dovranno aspettare le donne per la libertà?". Una frase provocatoria che sottolinea come, a distanza di oltre cento anni, poco sia cambiato
- Le donne hanno protestato anche a Washington DC, dove migliaia di persone si sono radunate in corteo. "Non esistono leggi che controllano il corpo degli uomini", scrive provocatoriamente una ragazza su un cartello. La paura è che la nuova amministrazione possa minacciare ulteriormente i diritti all'aborto dopo che la sentenza Roe contro Wade è stata ribaltata nel 2022
- I manifestanti della Women's March si sono radunati fuori dagli uffici della Heritage Foundation nella capitale per criticare il think tank autore del controverso "Progetto 2025" per la seconda presidenza Trump, una agenda conservatrice che punta a ridefinire i ruoli istituzionali del governo
- L'iniziativa della Women's march è stata organizzata per sostenere l'accesso all'aborto e "come un'opportunità per costruire comunità e forza sulla scia delle elezioni del 2024"
- La Women's March intende tenere un'altra manifestazione a Washington il 18 gennaio, due giorni prima che Trump presti giuramento per il suo secondo mandato da presidente
- La rabbia dei manifestanti anti-Trump si rivolge direttamente ai cittadini che invece lo hanno votato: "America, davvero un dittatore?"