
Un soldato è stato colpito “da colpi di arma da fuoco” presso il quartier generale delle forze di pace a Naqoura. Il numero totale di peacekeeper feriti negli ultimi tre giorni, in incidenti attribuiti a Israele, sale così a cinque. Intanto, il World Food Programme (Wfp) ha segnalato che "l'escalation di violenza nel nord di Gaza sta avendo un impatto disastroso sulla sicurezza alimentare. Nessun aiuto alimentare è arrivato nel nord dal 1° ottobre"
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L'Unifil ha comunicato che un altro soldato del proprio contingente nel Sud del Libano è stato ferito ieri "da colpi di arma da fuoco" presso il quartier generale delle forze di pace a Naqoura, nel Libano meridionale. Il numero totale di peacekeeper feriti negli ultimi tre giorni, in incidenti attribuiti a Israele, sale così a quota cinque.
L'esercito israeliano ha reso noto che negli ultimi due giorni, tra la vigilia di Yom Kippur e sabato, Hezbollah ha lanciato dal sud del Libano 320 tra razzi, missili e droni su Israele. L'Idf ha, inoltre, comunicato che "nel fine settimana dello Yom Kippur sono stati colpiti circa 280 obiettivi terroristici in Libano e a Gaza".
Secondo quanto emerso dai resoconti degli incontri segreti sequestrati dall'esercito israeliano e ottenuti dal New York Times, Yahya Sinwar e massimi comandanti di Hamas avrebbero pianificato l'attacco del 7 ottobre 2023 per due anni cercando di coinvolgere l'Iran e Hezbollah a partecipare o quantomeno ad impegnarsi poi in una lotta più ampia contro Israele.
Intanto, il ministero della Sanità libanese ha affermato che gli odierni attacchi israeliani contro due villaggi, uno a nord di Beirut e l'altro a sud della capitale, hanno ucciso almeno nove persone. Stando ai numeri comunicati dal ministero della Salute libanese (riportati dal Guardian), gli attacchi israeliani contro il Libano hanno causato la morte di 2.255 persone e il ferimento di altre 10.524 da quando Israele ha lanciato i suoi attacchi contro il Paese diverse settimane fa.
"L'escalation di violenza nel nord di Gaza sta avendo un impatto disastroso sulla sicurezza alimentare. Nessun aiuto alimentare è arrivato nel nord dal 1° ottobre". Lo segnala il World Food Programme (Wfp), l'agenzia dell'Onu per la sicurezza alimentare.
Sono almeno 22 le persone morte sotto i bombardamenti israeliani della notte scorsa sulla città di Jabalya, nel nord di Gaza. lo ha reso noto il direttore dei servizi di emergenza locali, Fares Afana. I corpi delle vittime sono stati trasferiti all'ospedale di Al-Ahli. Lo riporta la Cnn. Oltre ai morti ci sono anche feriti e "un certo numero di dispersi ancora sotto le macerie", ha aggiunto Afana.
Gli approfondimenti:
- LO SPECIALE
- Perché Israele ha attaccato la missione dei militari italiani in Libano? Le ipotesi
- Attacco Iran contro Israele, usato per la prima volta missile ipersonico Fatah. Cos’è
- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
- Cos'è Hamas
- Hassan Nasrallah, chi era il leader di Hezbollah ucciso da Israele
- Chi è Safieddine, successore di Nasrallah alla guida di Hezbollah
- Chi sono gli Houthi che attaccano le navi nel Mar Rosso
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Per tutti gli aggiornamenti segui il nuovo live di domenica 13 ottobre
Sinwar chiese a Iran 500 mln di dollari per distruggere Israele
Secondo i documenti del 2021, pubblicati dal Washington Post, il leader di Hamas Yahya Sinwar aveva fatto appello a diversi alti funzionari iraniani - tra cui il leader supremo iraniano Ali Khamenei - per una ulteriore assistenza finanziaria e militare chiedendo all'Iran di trasferire loro 500 milioni di dollari insieme alla formazione di altri 12mila militanti di Hamas. L'appello era stato inviato, tra l'altro, anche a Ismail Qaani , comandante della forza Quds delle Guardie rivoluzionarie, ora sospettato di tradimento
Hamas pianificava attacco stile 11 settembre su Israele
Anni prima dell'assalto del 7 ottobre 2023, i leader di Hamas avevano pianificato un'ondata molto più aggressiva di attacchi terroristici contro Israele che prevedevano anche l'abbattimento di due grattacieli di Tel Aviv in stile 11 settembre. Secondo documenti del gruppo sequestrati dall'esercito israeliano di cui il Washington Post ha preso visione, Hamas intendeva attaccare utilizzando treni, navi e e persino carri trainati da cavalli coinvolgendo i suoi alleati - Hezbollah e l'Iran -per un assalto coordinato contro Israele da nord, sud ed est, come ha già rivelato il New York Times.
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Kuwait condanna attacchi Israele a Unifil
Il Kuwai si aggiunge ai paesi che condannano l'attacco israeliano alle basi della missione Unifil in Libano. In una dichiarazione, riportata da Al Jazeera, il ministero degli Esteri del Kuwait definisce gli attacchi di Israele alla missione Onu “una flagrante violazione del diritto umanitario internazionale e delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza, in particolare della risoluzione 1701”. Il governo del Kuwait sottolinea ancora "l'importanza di preservare la sicurezza e l'incolumità del personale e dei dipendenti delle Nazioni Unite e di rispettare la sacralità dei suoi locali, esprimendo i propri auguri di pronta guarigione per i feriti e sottolineando la necessità di un'azione seria per identificare i responsabili di queste violazioni e garantire che non sfuggano alle loro responsabilità”.
MO, Papa: "Stop a spirale vendetta, mai più attacchi per rappresaglia"
Il nuovo appello alla comunità internazionale per la pace nella regione rilasciato dal Pontefice in un post su X. LEGGI L'ARTICOLO

Idf, 40 razzi dal Libano intercettati o caduti in deserto
Secondo l'esercito di Israele, circa 40 razzi sono stati lanciati dal Libano verso Israele in raffiche separate, ma sono stati tutti intercettati o sono caduti in aree aperte, lo riporta il Times of Israel. Secondo l'IDF, il primo sbarramento comprendeva circa 25 razzi e il secondo circa 15. Entrambi gli attacchi hanno attivato le sirene dei razzi in diverse comunita' dell'Alta Galilea.
Cosa può succedere dopo l'attacco dell'Iran a Israele? Gli scenari
Secondo alcuni media statunitensi, tra cui Axios, i funzionari israeliani starebbero valutando una “rappresaglia significativa” entro pochi giorni. Gli obiettivi iraniani potrebbero essere diversi, ma per il momento le ipotesi si concentrano sulle strutture petrolifere e sugli impianti del programma nucleare iraniano. LEGGI QUI
Iran, basi militari e siti sotterranei: i possibili obiettivi per l’attacco di Israele
La lista dei possibili target spazia dalle installazioni delle Forze di terra dell'esercito della Repubblica islamica a quelle utilizzate dai Pasdaran, passando dalle accademie militari fino alle basi aeree. L'APPROFONDIMENTO
Perché Israele ha attaccato la missione dei militari italiani in Libano? Le ipotesi
L’Idf ha preso di mira la missione Unifil nel quartier generale a Naqura, dove sono rimasti feriti due militari indonesiani, e le due basi italiane 1-31 e 1-32A, danneggiando veicoli, telecamere e sistemi di comunicazione.
Fonti di sicurezza ipotizzano che l’attacco alla forza di pace dell'Onu avrebbe l'obiettivo di "costringerla a ritirarsi" per non avere "testimoni scomodi" in vista di "pianificazioni future" dell'esercito. Ma dietro quanto accaduto potrebbe esserci anche la volontà di allontanare l’Unifil per usare la zona come corridoio sulla costa e intrappolare i combattenti di Hezbollah in una tenaglia. LE IPOTESI
Raid di Israele nel sud del Libano, colpito un mercato a Nabatieh
Raid israeliani contro la regione di Nabatieh nel sud del Libano, dove è stato colpito un mercato, rende noto l'agenzia libanese Nna. Almeno quattro edifici sono stati distrutti mentre non ci sono notizie di vittime. Raid anche nella valle della Bekaa, a est, hanno colpito le località di Baalbek e Nabi Sheet.
Iran, da Fordow a Natanz: quali sono gli impianti nucleari del Paese
Dai complessi per l'arricchimento dell’uranio al reattore di ricerca ad acqua pesante, fino alla centrale nucleare di Bushehr. Ecco i possibili obiettivi
Israele-Iran, i risvolti cyber della crisi. PODCAST
Con Pierguido Iezzi facciamo il punto sugli aspetti cyber della guerra, in particolare sullo scontro tra Israele e Iran. ASCOLTA IL PODCAST
Macron chiede a Hezbollah di cessare attacchi a Israele
Il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato Hezbollah a porre fine ai suoi attacchi contro Israele, dopo che l'esercito israeliano ha dichiarato che una raffica di proiettili è stata lanciata dal Libano durante il giorno sacro dello Yom Kippur. "Un cessate il fuoco deve essere attuato immediatamente in Libano", ha detto Macron durante un colloquio con lo speaker del parlamento libanese Nabih Berri, aggiungendo che gli attacchi di Hezbollah devono 'cessare immediatamente'
Hamas-Israele, un anno fa l’attacco che ha infiammato il Medioriente: cosa succede ora
Un anno fa i terroristi penetravano nel Sud dello Stato ebraico e attaccavano i kibbutz vicini al confine con la Striscia di Gaza, uccidendo famiglie e sequestrando persone. Le vittime del massacro, in totale, sono state oltre 1.200. Israele ha risposto lanciando l’operazione "Spade di Ferro" con massicci bombardamenti su Gaza, a cui poi è seguita un'offensiva di terra. Ancora oggi la Striscia è stretta nella morsa israeliana. Si contano oltre 40mila morti. Ma nel corso dei mesi il conflitto si è allargato a Hezbollah nel Sud Libano, e all'Iran, il Paese al centro dell' "Asse della resistenza", cioè dell'insieme dei gruppi contrari a Israele. Teheran, varcando di fatto una nuova soglia, ha attaccato direttamente il territorio israeliano, ad aprile e a ottobre 2024. E in Medio Oriente, ogni giorno, è più concreto il rischio dell’esplosione di una guerra su larga scala, a livello regionale. COSA SUCCEDE ORA?
Attacco Israele su mercato città sud Nabatiyeh
Un attacco israeliano ha colpito un mercato a Nabatiyeh, un'importante citta' del Libano meridionale situata a circa 12 chilometri dal confine israeliano. "Gli aerei da guerra israeliani... hanno effettuato un attacco che ha preso di mira il centro del mercato" a Nabatiyeh, ha affermato la National News Agency (NNA) gestita dallo stato. La scorsa settimana, l'esercito israeliano aveva intimato ai residenti di evacuare la cittaà
Gli Usa utilizzeranno l'antimissile THAAD in Israele
Secondo quanto riportato da Channel 12 News e Army Radio, gli Stati Uniti schiereranno il sistema missilistico antibalistico THAAD in Israele, che descrive l'iniziativa come parte dei preparativi per la prevista risposta israeliana al recente attacco missilistico dell'Iran. Secondo quanto riportato dal notiziario Channel 12, il sistema avanzato di difesa missilistica sarà utilizzato dalle truppe americane sul suolo israeliano
L'Idf dichiara zona militare diverse località della Galilea
L'Idf ha dichiarato 'zona militare chiusa' intorno a diverse comunità della Galilea occidentale, lungo il confine con il Libano, dove le forze israeliane stanno attualmente operando contro Hezbollah. Un decreto militare impone il divieto totale di ingresso nelle città di Zarit, Shomera, Shtula, Netuya ed Even Menachem.
Wfp: “Impegno di Israele a non fermare porti e aeroporti Libano”
Carl Skau, vicedirettore esecutivo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite durante una visita a Beirut ha dichiarato di essere preoccupato per l'afflusso di generi alimentari nel Paese. Crediamo che le autorità israeliane abbiano preso degli 'impegni' affinché in Libano i porti e l'aeroporto non vengano messi fuori servizio, "ma naturalmente, questo è un ambiente in continuo cambiamento. Quindi non diamo nulla per scontato'', ha detto in un'intervista all'Ap rilanciata dai media israeliani. "Quello che ho visto e sentito oggi è devastante, ma la sensazione è che la situazione possa peggiorare ulteriormente e che ciò debba essere evitato", ha detto.
Paesi contributori Unifil ribadiscono il sostegno alla missione
I paesi contributori di truppe alla missione di pace Unifil nel Libano meridionale, tra questi l'Italia che mette a disposizione circa 1200 unità, hanno ribadito il loro pieno sostegno alla missione e alle attività dei caschi blu. In una lettera aperta diffusa all'Onu i 50 paesi affermano di "considerare il ruolo dell'Unifil particolarmente cruciale alla luce dell'escalation della situazione nella regione". I paesi condannano con forza i recenti attacchi ai caschi blu chiedendo che si fermino immediatamente e vengano adeguatamente indagati. Chiedono inoltre alle parti di rispettare la presenza di Unifil, tra cui "l'obbligo di garantire la sicurezza del suo personale in modo che possa continuare a espletare il suo mandato e svolgere la sua opera di mediazione e sostegno alla pace e alla stabilità' nel Libano e nell'intera regione".
Idf: “Colpiti in Libano e a Gaza 280 obiettivi terroristici”
Le forze armate israeliane (Idf) hanno reso noto che "nel fine settimana dello Yom Kippur sono stati colpiti circa 280 obiettivi terroristici in Libano e a Gaza". Le truppe hanno condotto "operazioni contro le infrastrutture di Hezbollah - prosegue la nota - e sono stati eliminati 50 terroristi negli scontri ravvicinati e gli attacchi aerei". L'Idf ha inoltre "individuato tunnel sotterranei, decine di siti in cui erano immagazzinate armi, lanciarazzi, mortai e missili anticarro puntati contro le comunità nel nord di Israele. Nella Striscia di Gaza sono state smantellate altre infrastrutture ed eliminati decine di terroristi".
Tv: “Batteria di difesa Usa in Israele per la prima volta”
Secondo un report di Channel 12, per la prima volta una batteria di difesa americana sarà di stanza in Israele, come parte dei preparativi per una risposta all'attacco dell'Iran del primo ottobre.
In 5 mila al corteo pro Palestina di Roma
In 5 mila al corteo autorizzato pro Palestina a Roma a Piazza Vittorio. I manifestanti arrivati al rione Esquilino, stanno procedendo tra slogan, musica e interventi.
Nyt: “Hamas voleva coinvolgere Iran ed Hezbollah nel 7 ottobre”
Yahya Sinwar e massimi comandanti di Hamas hanno pianificato l'attacco del 7 ottobre 2023 per due anni cercando di coinvolgere l'Iran e Hezbollah a partecipare o quantomeno ad impegnarsi poi in una lotta più ampia contro Israele. Lo rivelano i resoconti degli incontri segreti sequestrati dall'esercito israeliano e ottenuti dal New York Times. I documenti mostrano come inizialmente Hamas avesse pianificato di eseguire l'attacco, chiamato in codice "il grande progetto", nell'autunno del 2022 ma lo ha rinviato per cercare di persuadere gli alleati. Nel luglio 2023, Hamas ha inviato un alto funzionario in Libano, dove ha incontrato un alto comandante iraniano e ha chiesto aiuto per colpire siti sensibili all'inizio dell'assalto. L'alto comandante iraniano avrebbe risposto che l'Iran e Hezbollah erano favorevoli in linea di principio, ma avevano bisogno di più tempo per prepararsi. In un altro resoconto si accenna ad un incontro con Hassan Nasrallah per discutere dell'attacco ma non è chiaro se sia avvenuto o meno. Alla fine Hamas ha deciso di agire da solo.
Corteo pro-Pal a Roma, “Con Hamas fino alla vittoria”
"Con Hamas fino alla vittoria. Hasta la victoria". E ancora: "Avete superato i nazisti. Fosse Ardeatine: 10 per ogni ucciso a via Rasella. Gaza: 35 per ogni ucciso il 7 ottobre", questi alcuni dei cartelli esposti al corteo pro Palestina a Roma. Arrivano a piazza Vittorio i manifestanti, intonando il coro "sionisti peggio dei nazisti".
Corteo pro-pal Roma, “levate bandiere pace, non le vogliamo”
Alla manifestazione indetta dalla Comunità palestinese a Roma, assieme alle bandiere della Palestina e a quelle del Libano, anche quella della pace. Chi ha portato gli stendardi con i colori dell'arcobaleno al corteo, è stato attaccato dal megafono da una delle organizzatrici: "Ve lo ripetiamo: Noi non la vogliamo la bandiera della pace, vi prego levatela. Noi non vogliamo la pace ma la libertà. E non vogliamo stringere le mani a Israele". Al corteo indetto dalla Comunità palestinese, fumogeni vengono tenuti in aria con i colori della bandiera palestinese davanti al Colosseo, mentre dal megafono si urlano slogan: "Intifada fino alla vittoria Israele sionista, Israele fascista, Stato terrorista", dicono i manifestanti, prendendo via Labicana. E ancora: "Assassini", ripetono nei cori rivolti contro il governo italiano e lo Stato di Israele, gli Usa, l'Unione europea e contro lo stato di Israele. Il corteo procede ora su via Labicana verso piazza Vittorio. A sfilare nella Capitale, tra le varie sigle, Usb, Arci, Potere al Popolo, l'Udap, Cambiare Rotta e i collettivi studenteschi. Arrivata anche l'Anpi e la Cgil che si sono ricongiunti all'angolo con via Merulana al corteo, arrivati con una grande bandiera della pace.
Idf: “In 2 giorni Hezbollah ha lanciato 320 razzi su Israele”
L'esercito israeliano ha reso noto che negli ultimi due giorni, tra la vigilia di Yom Kippur e sabato, Hezbollah ha lanciato dal sud del Libano 320 tra razzi, missili e droni su Israele.
Tajani: “Da Israele garanzie per i nostri militari”
"La situazione è molto delicata e continuiamo ad avere garanzie dal governo di Israele che non ci saranno rischi per i nostri militari, però quello che è accaduto è inaccettabile e lo ripeto, i militari italiani non si toccano anche perché non sono terroristi ma uomini e donne portatori di pace”. Lo ha detto a Perugia il ministro degli esteri Antonio Tajani a margine della Conferenza nazionale degli enti locali di Forza Italia. Dopo un ulteriore attacco alla base Unifil, Tajani ha ricordato che "stiamo garantendo in tutti i modi possibili la loro incolumità e vedremo quali saranno i risultati dell'inchiesta che il governo israeliano ha deciso di avviare per verificare cosa successo esattamente". Si aspetta anche "le scuse" Tajani per una attacco "inaccettabile da parte di militari israeliani". Il ritiro inoltre non è una opzione per Tajani perché "c'è una risoluzione dell'Onu da rispettare e un impegno con le truppe Unifil per garantire la pace e arrivare al cessate il fuoco". "Stiamo attivando tutte le iniziative diplomatiche con G7, Unione Europea e Onu per una interruzione dei combattimenti sia a Gaza che in Libano".
L'Unifil ribadisce: “Restiamo al confine tra Israele e Libano”
I Caschi Blu delle Nazioni Unite si sono rifiutati di lasciare la zona di frontiera nel sud del Libano, come invece aveva richiesto l'esercito israeliano, determinati a rimanere nell'area nonostante gli attacchi che hanno provocato cinque feriti fra i peacekeeper. Lo ha assicurato oggi il loro portavoce, Andrea Tenenti. "Le forze israeliane ci hanno chiesto di lasciare le nostre posizioni lungo la Linea Blu, dal confine fino a cinque chilometri dalla Linea Blu", ha spiegato Tenenti, portavoce della Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil), in un'intervista all'Afp. "È stata presa la decisione unanime di restare, perché la bandiera dell'Onu deve sventolare in questa zona e noi dobbiamo poter riferire al Consiglio di Sicurezza dell'Onu", ha proseguito Tenenti. Oggi è "molto difficile continuare l'attività di sorveglianza perché i bombardamenti sono incessanti - ha poi assicurato Tenenti -. Siamo stati attaccati più volte e ne abbiamo parlato pubblicamente. Tenenti ha quindi ricordato che l'Unifil "parla regolarmente con entrambe le parti per avviare una riduzione della tensione e metterle in guardia, poiché attaccare le forze di pace non è solo una violazione della risoluzione 1701 ma anche del diritto umanitario internazionale". Per il portavoce dei peacekeeper "non esiste una soluzione militare", bensì "discussioni a livello politico e diplomatico" per "evitare la catastrofe".
Libano: “2.255 morti dai raid israeliani da inizio attacchi”
Gli attacchi israeliani contro il Libano hanno causato la morte di 2.255 persone e il ferimento di altre 10.524 da quando Israele ha lanciato i suoi attacchi contro il Paese diverse settimane fa. Lo ha riferito oggi il ministero della Salute libanese, scrive il Guardian. L'aumento del numero delle vittime corre parallelamente in concomitanza con lo sfollamento forzato di 1,2 milioni di persone dal Libano, pari a circa un quarto della popolazione del Paese. Oltre ai civili, almeno 28 operatori sanitari sono stati uccisi in Libano, ha reso noto la scorsa settimana l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Bonelli: “Per Meloni attacco contro Unifil crimine guerra, e strage civili?”
"Meloni ha condannato la violazione del diritto internazionale per l'attacco delle postazioni Unifil, il ministro Crosetto ha affermato che l'attacco israeliano potrebbe configurarsi come crimine di guerra. Può la premier Meloni spiegare perché per il governo italiano l'uccisione di 42mila civili palestinesi causati dai bombardamenti israeliani, la distruzione a Gaza delle strutture ospedaliere, scolastiche, della rete idrica e igienico sanitaria, 3 milioni di sfollati a causa dei bombardamenti e se bombardare i campi i profughi non è una violazione del diritto internazionale e un crimine di guerra e contro l'umanità?". Lo ha scritto in una nota il portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. "Perché - chiede ancora Bonelli - due pesi e due misure sullo sterminio del popolo palestinese e tanta tolleranza sui crimini di Netanyahu? Perché il governo ha continuato a fornire armi direttamente e indirettamente attraverso la vendita a paesi terzi che poi rivendono a Israele come nel caso dei cannoni della Oto Melara e dei pezzi di ricambio per gli aerei di addestramento militare M-346 della Leonardo? Attendo una risposta e ribadisco l'urgenza di atti forti e concreti da parte del governo italiano e dell'Europa fermando l'esportazione di armi a Israele, e adottando sanzioni perché la strategia di Netanyahu è quella di colonizzare Gaza, Cisgiordania e occupare parte del Libano sud. La diaspora del popolo palestinese sarebbe così conclusa".
Bonino: “Scriteriato attacco Netanyahu. Si sente assenza Ue”
"È da condannare lo scriteriato attacco di Netanyahu: non pensavo si sarebbe potuti arrivati all'invasione del Libano, eppure la diplomazia mai come in questi tempi ha lavorato e lavorato sodo". Lo ha detto la leader di +Europa, Emma Bonino, a Start su Sky TG24. "Di fronte al caos generale, è ancora più evidente che l'Europa da molto tempo avrebbe dovuto aggiornare lo statuto e i Trattati. Non si può continuare all'unanimità in cui non si decide mai niente. Solo così si può iniziare a pensare a una difesa comune. Se l'Europa non si muove in questa direzione non sarà più efficiente né importante nei conflitti che ci circondano e ci minacciano. Anche rispetto all'Onu e al mandato Unifil una azione dell'Unione europea, se univoca, sarebbe stata importante. D'altronde anche le Nazione Unite si barcamenano mentre avrebbero bisogno di un reset: ha creato molte agenzie che non so quanto siano efficienti. Rispetto a Unifil, i militari possono solo sparare se c'è pericolo imminente per i cittadini o per il paese. E ad oggi credo possano solo mandare rapporti all'Onu: cosa stiano facendo lì in quella situazione non è chiaro", ha concluso.
Fonti sicurezza: “Militare Unifil ferito sarebbe indonesiano”
Non è un militare del contingente italiano il casco blu dell'Unifil ferito la scorsa notte a Naqoura, nel sud del Libano. Secondo quanto appreso da Ansa da fonti qualificate della sicurezza, il peacekeeper ferito sarebbe indonesiano, la stessa nazionalità dei due militari colpiti e rimasti feriti due giorni fa quando un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione, sempre alla base di Naqoura.
Libano: “9 morti per i raid israeliani contro due villaggi”
Il ministero della Sanità libanese ha affermato che gli odierni attacchi israeliani contro due villaggi, uno a nord di Beirut e l'altro a sud della capitale, hanno ucciso almeno nove persone. In un "attacco nemico israeliano a Maaysra", un villaggio a maggioranza islamica sciita in un'area montuosa a maggioranza cristiana a nord di Beirut, sono morte "cinque persone e altre 14 sono rimaste ferite", ha precisato il ministero in una nota, aggiungendo che altre "quattro persone sono state uccise e altre 14 ferite" in un altro "attacco nemico israeliano" su Barja, nel distretto di Shouf, a sud della capitale.
Fao toglie bandiere Stati da sede Roma, cori dai pro-pal
"Vergogna pupazzi", questo il coro al passaggio su viale Aventino a Roma, urlato dai manifestanti pro-Pal indirizzato alla Fao, per aver tolto tutte le bandiere degli Stati, solitamente esposte sulle aste sopra la cancellate. All'angolo con viale delle Terme di Caracalla, alcuni attivisti nelle scorse manifestazioni avevano strappato dalla sede che ospita l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura nella Capitale, la bandiera israeliana. "Hanno tolto le bandiere. Ma non importa. Noi alla luce del sole alziamo quelle palestinesi", dicono gli attivisti al megafono.
Vannacci: “Unifil prenda misure coerenti con la realtà”
"Il contingente Unifil è stato disegnato per una situazione che non è più quella che è in atto e quindi bisogna prendere delle misure che siano coerenti con quella che è la realtà". Lo ha detto all’Ansa l'europarlamentare leghista Roberto Vannacci a margine di un incontro organizzato da Trieste cafè rispondendo a una domanda sugli attacchi subiti dall'Unifil in Libano. Vannacci ha parlato di un "momento molto difficile, difficilissimo". La condanna di quanto avvenuto ai danni di Unifil da parte delle forze armate israeliane "è scontata e chiaramente questo dimostra che il conflitto si sta inasprendo sempre di più. C'è - ha proseguito - una spiralizzazione e bisognerebbe in tutti i modi cercare di 'flemmatizzare' invece le attività belliche con qualsiasi metodo, con qualsiasi sistema". Secondo Vannacci, "Israele ha il diritto di difendersi ma chiaramente lo deve fare con delle procedure che siano rispettose" delle norme internazionale.
In mille al corteo propal a Milano: ‘Palestina libera, Israele terrorista’
Ha avuto avvio poco fa il corteo pro Palestina che da piazzale Maciachini porterà i più di 1000 manifestanti in stazione Centrale, a Milano, al grido di “Palestina Libera. Israele fascista, Stato terrorista”. Esposti anche diversi striscioni, tra i quali “Contro NATO e sionismo”, “Con la resistenza palestinese al fianco dei popoli che lottano”. “Questo secolo ha inventato una frottola che si chiama diritti umani. Abbiamo sempre detto che noi sosteniamo la legittima resistenza del popolo palestinese perché siamo convinti che il popolo palestinese, come ogni popolo oppresso, deve resistere in tutti i modi possibili”, ha detto da un camion alla testa del corteo Mohanmed Hannoun, l’architetto che il dipartimento del Tesoro statunitense ha sottoposto a sanzioni perché ritenuto un finanziatore di Hamas. “Sosteniamo tutte le forze politiche, tutte le fazioni armate palestinesi perché la resistenza è legittima - ha aggiunto -. Hamas sono palestinesi, il fronte popolare sono palestinesi, Al Fatah sono palestinesi. Per cui tutta la resistenza è palestinese”. Fermato dai cronisti a margine del corteo, Hannoun si è però smarcato dalle affermazioni precedenti, affermando a margine della manifestazione che “non ho mai sostenuto Hamas o Al Fatah. Non faccio nulla di sbagliato”. "Non abbiamo mai aggirato le parole, siamo chiari, siamo trasparenti", ha proseguito Hannoun nel suo intervento. "Abbiamo sempre detto che noi sosteniamo la legittima resistenza del popolo palestinese. Lo diciamo dal camion, ad alta voce, perché siamo convinti che il popolo palestinese come ogni popolo oppresso deve resistere in tutti i modi possibili. In questo secolo hanno inventato una frottola che si chiama diritti umani". Tra i cori e gli slogan ripetuti dai manifestanti, anche "Israele assassini, giù le mani dai bambini", "Palestina libera" e "Israele criminale". Esposti alla manifestazione diversi cartelloni e striscioni tra cui "Con la resistenza palestinese al fianco dei popoli che lottano" e anche "No allo stato di polizia, no al Ddl 1660".
Corteo Roma, niente bandiere su sede Fao: “Vergogna”
Le bandiere degli Stati normalmente esposte sul muro di cinta della sede della Fao, davanti al Circo Massimo a Roma, sono state tolte. Nell’ottobre dello scorso anno un manifestante pro-Palestina si era arrampicato e aveva strappato la bandiera di Israele, che si trovava tra quella italiana e quella irlandese. “Dove sono le bandiere? Siete ridicoli”, urla un manifestante del corteo pro-Palestina che sta attraversando il centro di Roma e che è arrivato proprio di fronte al palazzo tra viale delle Terme di Caracalla e viale Aventino. E dal carro della manifestazione dicono: “noi sappiamo quali sono delle bandiere della vergogna” con i manifestanti che urlano “vergogna”. E ancora: “noi le bandiere palestinesi, invece, le alziamo, perché non abbiamo paura”.
Corteo pro Palestina a Milano: 'Fermiamo il genocidio'
È partito da piazzale Maciachini il corteo milanese pro Palestina, aperto da un furgone con uno striscione che recita: "Fermiamo il genocidio a Gaza, salviamo Gaza". Sono almeno un migliaio i manifestanti che, sventolando bandiere della Palestina e indossando kefiah, arriveranno fino alla stazione Centrale. Il primo a prendere la parola al megafono, prima che il corteo si muovesse, è stato Mohammad Hannoun, fondatore dell'Associazione benefica di solidarietà al popolo palestinese, recentemente inserito nella blacklist delle sanzioni dal dipartimento del Tesoro Usa in quanto ritenuto sostenitore finanziario internazionale di Hamas. "Tutti noi sosteniamo tutte le forze politiche, tutte le fazioni armate palestinesi perché la resistenza è legittima", ha detto nel corso di un lungo intervento. "Hamas sono palestinesi, Al Fatah sono palestinesi, il fronte popolare sono palestinesi. Per cui tutta la resistenza è palestinese". Nominata anche la premier Giorgia Meloni che, "in quanto donna, mamma, cristiana parla di valori. Non so quali valori - ha detto Hannoun -, perché i valori li vediamo nelle piazze del popolo italiano schierato a favore degli oppressi palestinesi. Chi aiuta i palestinesi viene schedato dal dipartimento del tesoro Usa". Dopo il suo intervento, Hannoun ha precisato con i giornalisti di non avere "mai sostenuto Hamas o Al Fatah". Tra i cartelloni esposti dai manifestanti, anche uno a sostegno di Hannoun firmato 'Proletari comunisti': "La solidarietà non è terrorismo. Giù le mani da Hannoun. Solidarietà e mobilitazione contro il governo Meloni e la stampa al servizio dello Stato nazisionista e genocida di Israele".
Idf: due razzi sparati dal nord di Gaza sul sud di Israele
Dopo le sirene d'allarme scattate nel sud di Israele, ad Ashkelon, l'Idf ha fatto sapere che due razzi sono stati sparati dal nord della Striscia di Gaza. Gli ordigni sono caduti in una zona aperta senza causare feriti.
Speaker del Parlamento iraniano a Beirut: 'Crimini da Israele'
Il presidente del Parlamento iraniano Mohammad Bagher Ghalibaf ha denunciato oggi i "crimini" perpetrati da Israele nel corso della sua visita a Beirut nei luoghi teatro degli attacchi condotti dallo Stato ebraico nel centro della capitale nelle ultime settimane. Dopo avere denunciato i "crimini" di Israele, Ghalibaf ha puntato il dito contro "le organizzazioni internazionali e il Consiglio di Sicurezza dell'Onu", che "restano sfortunatamente in silenzio", sebbene abbiano la capacità di fermare Israele. Una fonte vicina a Hezbollah ha riferito che gli attacchi di giovedì sera nel quartiere densamente popolato di Basta e nel vicino distretto di Nweiri avevano preso di mira il capo della sicurezza del gruppo libanese sostenuto dall'Iran, Wafiq Safa. Sebbene né l'esercito israeliano né Hezbollah abbiano confermato che Safa fosse l'obiettivo o commentato che fine abbia fatto, il ministero della Sanità libanese ha però affermato che gli attacchi hanno ucciso almeno 22 persone, il numero più alto registrato nella capitale dall'inizio dell'escalation.
Libano: aiuti a Chiesa, Acs punta a raccogliere un milione euro
Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) ha annunciato una campagna di emergenza per raccogliere almeno un milione di euro per aiutare la Chiesa in Libano. I bombardamenti in corso hanno causato un'ondata di oltre un milione di sfollati interni in varie parti del Paese. Le regioni di Beirut, Monte Libano e Libano settentrionale stanno sostenendo il peso maggiore delle difficoltà causate dall'afflusso di persone in fuga dal Sud. La Chiesa ha aperto le porte delle sue strutture a tutti coloro che fuggono dalle zone più pericolose. Tali strutture sono state rese disponibili per tutti, indipendentemente dall'appartenenza religiosa o etnica. La Fondazione pontificia Acs ha già contattato le sette diocesi e le cinque congregazioni religiose più direttamente coinvolte nelle operazioni di soccorso e sta raccogliendo i fondi necessari per soddisfare i loro bisogni, che nella maggior parte dei casi includono cibo, prodotti sanitari, materassi e coperte, farmaci e altri beni di prima necessità. Molti dei cristiani nel sud del Libano sono agricoltori rimasti senza reddito a causa della distruzione dei loro campi e delle loro piantagioni. Anche le scuole cattoliche, la maggior parte delle quali ha aperto le lezioni online, avranno bisogno di assistenza poiché i genitori, nelle regioni più colpite dalla guerra, a causa della mancanza di reddito faranno fatica a pagare le tasse scolastiche. Sebbene la crisi stia colpendo l'intero Paese, le aree più minacciate si trovano nelle regioni di confine tra Israele e Libano. I cristiani costituiscono una parte significativa della popolazione di quest'area e ne sono direttamente colpiti. Per migliaia di loro salvarsi significa rompere i legami familiari, poiché le madri e i figli cercano rifugio nelle strutture della Chiesa o nelle case dei parenti in zone più sicure, mentre i padri restano nella casa di famiglia per prevenire il furto di proprietà. "Il Libano è passato da una crisi all'altra negli ultimi decenni, soffrendo per l'instabilità politica, l'afflusso di rifugiati dalle guerre regionali, un tracollo economico, l'esplosione del porto di Beirut che ha raso al suolo gran parte della città, e ora questi attacchi da parte di Israele", ha dichiarato Regina Lynch, presidente esecutiva di Acs Internazionale. "La Chiesa ha continuato a provvedere al supporto materiale e spirituale in tutti questi anni. Acs è stata al fianco dei nostri partner di progetto in Libano e non li abbandoneremo ora, mentre affrontano un altro momento di bisogno. Siamo fiduciosi che i nostri amici e benefattori comprenderanno l'urgenza di sostenere la Chiesa in Libano", ha aggiunto.
Negoziati in corso per condanna Ue su attacchi a Unifil
I "tentativi" per arrivare ad una dichiarazione a 27 di condanna per gli attacchi di Israele alle postazioni dell'Unifil in Libano "sono in corso" ma non sono ancora "completi". Lo dichiarano all'ANSA diverse fonti europee. In vista poi del Consiglio Europeo della prossima settimana proseguono i negoziati sulle conclusioni. "Le discussioni rimangono complicate, con la maggior parte degli Stati membri che chiede un linguaggio forte sulla situazione attuale, in particolare sugli attacchi contro l'Unifil e le violazioni del diritto umanitario internazionale, mentre alcuni (pochi) Stati membri vogliono avere un linguaggio più morbido", spiega un diplomatico.
Il Papa: "Dio illumini i cuori di chi scatena e prolunga guerre"
Si rivolge ancora ai credenti attraverso i social network papa Francesco, affinché si preghi per la pace nel mondo. "#PreghiamoInsieme per gli uomini che vogliono le guerre, le scatenano, le alimentano, le prolungano inutilmente, o ne traggono cinicamente profitto. Che Dio illumini i loro cuori, che ponga dinanzi ai loro occhi il corteo di sventure che provocano!", afferma oggi il Pontefice su X. E in un ulteriore post dichiara: "Faccio appello alla comunità internazionale affinché si metta fine alla spirale della vendetta in Medio Oriente e non si ripetano più gli attacchi per rappresaglia, che possono far precipitare quella Regione in una guerra ancora più grande. #Pace". Ieri, sempre sul suo profilo in nove lingue @Pontifex, Francesco ha chiesto "un cessate il fuoco immediato su tutti i fronti della guerra in Medio Oriente, compreso il Libano". "#PreghiamoInsieme per i libanesi, specialmente per gli abitanti del sud costretti a lasciare i loro villaggi, perché possano tornare presto e vivere in #pace", ha aggiunto. Inoltre ha proclamato che "tutte le Nazioni hanno il diritto di esistere in pace e sicurezza: i loro territori non devono essere attaccati, la loro sovranità dev'essere rispettata e garantita mediante la pace e il dialogo. La guerra e l'odio portano solo morte e distruzione per tutti. #Pace".
Al via corteo palestinesi a Roma: 'Siamo tutti antisionisti'
Al grido "Palestina libera" e "siamo tutti antisionisti" è partito il corteo della comunità palestinese di Roma e del movimento degli studenti palestinesi. La manifestazione, alla quale stanno partecipando circa un migliaio di persone, si è mossa da piazzale Ostiense e arriverà a piazza Vittorio.
Palestinesi Roma: 'Spiace Comunità ebraiche non siano in piazza'
"Le comunità ebraiche sono scese piazza in tante parti del mondo. Ci dispiace molto che la comunità ebraica romana e italiana non sia ancora scesa in piazza insieme a noi per dire: basta a questa guerra. Sì alla pace". Lo ha detto Yousef Salman, Presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio, al corteo indetto nella capitale a piazzale Ostiense. "Siamo qui per dire basta bombardamenti, anche sul Libano, e stop al genocidio. Purtroppo il governo israeliano è un governo criminale. Lottiamo contro questa maledetta guerra per la pace" ha proseguito Salman ringraziando il ministro della Difesa Guido Crosetto per le parole pronunciate dopo il ferimento dei soldati dell'Unifil in Libano. "Però - ha aggiunto - avremmo voluto sentire queste dichiarazioni anche per la morte di migliaia di palestinesi a Gaza e il ferimento di più di diciottomila bambini e quattordicimila donne".
Salman: “In piazza per dire no alla maledetta guerra”
“Siamo scesi in piazza come la settimana scorsa per dire no a questa maledetta guerra e sì alla pace. Per dire no al genocidio che Israele sta portando avanti da più di un anno in Palestina. Adesso la stessa cosa la sta ripetendo il Libano e forse attaccherà l’Iran. Israele non rispetta la legalità internazionale”. Lo afferma il presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman, a piazzale Ostiense, dove sta per partire il corteo pro-Palestina diretto a piazza Vittorio e organizzato dal Movimento degli Studenti Palestinesi, dall’Associazione dei Palestinesi in Italia e dalla Comunità Palestinese d’Italia. “Credo - aggiunge - che tutto il mondo debba scendere in piazza assieme a noi. Mi spiace che non lo abbia fatto la comunità ebraica di Roma, a differenza di altre comunità ebraiche come quella inglese o americana”.
Monsignor Gallagher: ‘Parecchi dubbi su proporzionalità risposta Israele’
“La risposta di Tel Aviv suscita parecchi interrogativi sulla proporzionalità”. Mons. Paul Richard Gallagher, ‘ministro degli Esteri’ del Vaticano, ha ribadito la posizione della S. Sede sulla crisi mediorientale intervenendo ad un simposio alla Pontificia Università Urbaniana organizzato dalla fondazione Fratelli tutti. Gallagher, pur ribadendo la ferma condanna all’attacco di Hamas ad Israele del 7 ottobre di un anno fa, non ha taciuto i “parecchi dubbi” che sorgono sulla “proporzionalità” della risposta di Israele. Gallagher ha denunciato le condizioni “sempre più insostenibili” nella Striscia di Gaza rilanciando gli appelli del Papa. Il “ministro degli Esteri’ del Vaticano ha quindi ribadito la posizione della Santa Sede sulla soluzione dei due popoli e due Stati e di uno statuto speciale costituzionalmente garantito per Gerusalemme. Sul fronte del conflitto russo-ucraino, Gallagher ha evidenziato che sembra non esserci “un vero sforzo per una discussione tra le parti per aprire strade di pace di ricostruzione".
Salman: “Grazie a Crosetto, ma doveva parlare prima”
“Noi ringraziamo il ministro Guido Crosetto per le sue dichiarazioni, ma avremmo voluto sentire queste affermazioni un anno prima, dopo la morte di 42mila palestinesi, il ferimento di oltre centomila. Parliamo di 18mila bambini e 14mila donne”. Lo afferma il presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman, a piazzale Ostiense, dove sta per partire il corteo pro-Palestina diretto a piazza Vittorio e organizzato dal Movimento degli Studenti Palestinesi, dall’Associazione dei Palestinesi in Italia e dalla Comunità Palestinese d’Italia. Il corteo arriverà a piazza Vittorio passando per il centro della Capitale. La manifestazione si intitola “Stop al genocidio e al massacro in Libano”.
Unifil, conflitto regionale sarebbe catastrofico per tutti
Un'escalation israeliana contro Hezbollah potrebbe sfuggire al controllo e "trasformarsi molto presto in un conflitto regionale con un impatto catastrofico per tutti". Lo ha detto il portavoce delle forze di pace dell'Onu in Libano, Andrea Tenenti.
#StopCrimesInPalestine: 53mila firma per cessate il fuoco
Già oltre 53mila adesioni dopo due settimane all'appello sulla piattaforma Change.org per l'immediato cessate il fuoco in Palestina promosso da Massimo Amato, Laura Boldrini e Gianni Giovannetti #StopCrimesInPalestine. "Mercoledì 9 ottobre la nostra petizione è stata pubblicata anche in Francia, diventando cosi ancora più europea - scrivono i promotori - siamo grati a Change.org per il grande lavoro svolto al nostro fianco per fare arrivare il messaggio a un pubblico europeo ancora più vasto. E la Francia non è che un primo passo". "Infine un grazie di cuore a tutte e tutti coloro che hanno firmato e che stanno continuando a darci forza - proseguono - e, in particolare, ai nuovi firmatari Anna Foa, Fiorella Mannoia, Tomaso Montanari, Francesco Profumo e Patrick Zaki che hanno dichiarato il loro pubblico sostegno all’appello. Sempre di più, insieme".
Colpi di arma da fuoco contro base Unifil Naqoura, ferito militare
Colpi di arma da fuoco contro il quartier generale della missione Unifil a Naqoura, nel sud del Libano, hanno ferito, la scorsa notte, un militare della missione. In un comunicato, Unifil si limita a indicare "attività militari in corso nei dintorni". "Non sappiamo ancora l'origine del proiettile'. Il militare è stato sottoposto a un intervento chirurgico per la rimozione di un proiettile all'ospedale della missione Unifil ed è in condizioni stabili".
Norvegia: 'Guerra d'Israele a Gaza è brutale e sproporzionata'
“La guerra brutale di Israele a Gaza comprende attacchi indiscriminati e sproporzionati, oltre a misure che impediscono alla popolazione di ricevere aiuti umanitari. Questo viola le regole di guerra”, ha dichiarato il ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide in un comunicato. “I civili, i malati e i feriti devono ricevere protezione, cibo e assistenza medica essenziale - ha denunciato Eide, sottolineando che - un cessate il fuoco, il rilascio dei prigionieri e un numero sufficiente di aiuti d'emergenza per la popolazione di Gaza sono primi passi importanti, ma solo una soluzione a due Stati e il rispetto del diritto internazionale possono fornire stabilità e sicurezza durature in Medio Oriente”.
Idf: 35 razzi lanciati dal Libano sulla zona di Acri
Due persone sono rimaste ferite da un razzo atterrato in un'area aperta a Jadeidi-Makr, vicino Acri, e un edificio industriale nella zona è stato danneggiato. Secondo l'Idf, questo pomeriggio sono stati lanciati circa 35 razzi dal Libano verso il nord di Israele.
Unifil, molti danni subiti finora alle nostre postazioni
Gli scontri fra Israele e Hezbollah nel sud del Libano hanno inflitto 'molti danni' alle postazioni dell'Unifil. Lo ha detto il portavoce dei Caschi Blu Andrea Tenenti. 'Proprio ieri sera, sulla posizione delle forze di peacekeeping ghanesi, appena fuori, l'esplosione e' stata cosi' forte che ha distrutto alcuni dei container all'interno in modo molto grave'. Lavorare e' 'molto difficile perche' ci sono molti danni, anche all'interno delle basi', ha aggiunto.
Bombardamento israeliano a Barja, 4 morti e 14 feriti
Un bombardamento israeliano a Barja, paese a nord della città di Sidone e 38 chilometri a sud della capitale Beirut, ha provocato 4 morti e 14 feriti. Lo ha fatto sapere il ministero della sanità pubblica libanese, definendolo un "bilancio iniziale" e facendo un appello alle donazioni di sangue. Si tratta del primo attacco dell'esercito israeliano contro questo villaggio dall'inizio del conflitto, un anno fa, tra il gruppo sciita Hezbollah e Israele.
Unifil: ferito un altro casco blu nel sud del Libano
Un altro casco blu è stato ferito nel sud del Libano, è il quinto in due giorni. Lo fa sapere l'Unifil.
Schlein: chi attacca l'Onu attacca il mondo, non arretriamo
"Anzitutto, prendendo in prestito parole non mie dico che chi attacca l'Onu attacca il mondo" per questo abbiamo "chiesto che il governo vengo a riferire". La missione dell'Unifil? "Certo che ha senso che rimanga, si può fare un chiarimento sulle regole di ingaggio ma quella è una missione di pace e deve rimanere" in Libano, "non è una ragione sufficiente per arretrare". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein alla festa del Foglio.
Unifil, Tenenti: "Rifiutammo di lasciare posizioni nel Sud del Libano"
La Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) ha rifiutato di ritirarsi cinque chilometri piu' a nord, in territorio libanese, come richiesto dall'esercito israeliano. Lo ha riferito il portavoce Andrea Tenenti. "Le forze israeliane ci hanno chiesto di lasciare le nostre posizioni lungo la Linea Blu, dal confine fino a cinque chilometri dalla Linea Blu... ma c'è stata una decisione unanime per noi di restare, perchè la bandiera delle Nazioni Unite deve sventolare in questa zona", ha spiegato il portavoce dell'Unifil, che dispiega circa 10 mila caschi blu nel Sud del Libano e nei giorni scorsi è stata attaccata a più riprese dall'esercito israeliano, provocando la condanna internazionale.
Premier del Libano: "Pressing su Usa e Iran per cessate il fuoco"
Continua il pressing per arrivare ad un cessate il fuoco da parte del premier libanese Najib Mikati, che ha parlato a distanza di poche ore prima con Amos Hochstein, rappresentante della Casa Bianca, e poi con il presidente dell'Assemblea consultiva islamica dell'Iran, Mohammad Bagher Ghalibaf. Lo riporta la Nna, agenzia di stampa nazionale libanese.
Parlando con Hochstein per telefono, Mikati si è concentrato sulle strategie per fermare gli “scontri militari” e procedere con una soluzione politica globale basata sulla Risoluzione 1701 del 2006 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che comporterebbe un cessate il fuoco permanente e la fine delle ostilità tra Hezbollah e Israele. Nell'incontro con Ghalibaf a Beirut, Mikati ha ribadito che la priorità del governo libanese è “lavorare per un cessate il fuoco, fermare l'aggressione israeliana e garantire la sicurezza del Libano e del suo popolo”, si legge sulla Nna.
Iran, colpiti da cyberattacco anche gli impianti nucleari
L'Iran denuncia di aver subito un massicco cyberattacco. "La quantità di attacchi informatici pesanti, che si sono verificati sui tre rami del governo, della magistratura e del parlamento, così come sull'industria nucleare, sono senza precedenti ed enormi", ha detto l'ex segretario del National Virtual Space Center Abolhassan Firouzabadi, citato dai media locali. "Durante gli attacchi è stata rubata una grande quantità di informazioni", ha aggiunto Firouzabadi, senza menzionare la data degli attacchi. Tra gli obiettivi - ha continuato - anche reti di distribuzione e trasporto di carburante, municipalità e porti.
Wfp: "A Gaza nord non arrivano aiuti alimentari dall'1/10"
"L'escalation di violenza nel nord di Gaza sta avendo un impatto disastroso sulla sicurezza alimentare. Nessun aiuto alimentare è arrivato nel nord dal 1° ottobre", è il World Food Programme (Wfp), l'agenzia dell'Onu per la sicurezza alimentare., a lanciare l'ennesimo allarme su Gaza con questo post sul suo profilo X, in cui aggiunge: "Non è chiaro per quanto dureranno le scorte alimentari rimanenti del Wfp nel nord, già distribuite a rifugi e strutture sanitarie".
Hezbollah: "Lanciati droni contro la base militare ad Haifa"
Hezbollah ha annunciato di aver lanciato un attacco con droni su una base militare ad Haifa, nel nord di Israele, ore dopo aver rivendicato un attacco su un'altra base a sud della città. Le forze armate israeliane hanno fatto sapere di aver intercettato due droni lanciati dal Libano prima che attraversassero il territorio israeliano. Non ci sono state vittime, hanno aggiunto.
Il Qatar condanna: "Attacco brutale a Unifil, violato il diritto internazionale"
Il Qatar ha condannato l'attacco sferrato dalle Idf contro il quartier generale dell'Unifil nel sud del Libano affermando che si tratta di ''un attacco brutale'' che rappresenta una ''violazione del diritto internazionale''.
Il ministro di Stato per la cooperazione internazionale Lolwah bin Rashid Al-Khater ha sottolineato in una nota che ''questa aggressione israeliana costituisce una palese violazione del diritto internazionale umanitario e ignora la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite''.
Morassut: "Netanyahu non è Israele"
"Chi passa i confini di uno Stato indipendente è sempre un invasore. Netanyahu, che è un leader guerrafondaio e di estrema destra, sta isolando Israele dalla Comunità Internazionale. Bisogna essere molto accorti a non trasformare la condanna a Netanyahu in una spinta antisemtita. Occorre distinguere tra questo governo e lo Stato e il popolo di Israele. Così come tra il popolo palestinese e i terroristi di Hamas”. Così il deputato Roberto Morassut, intervenuto durante la trasmissione ‘Il sabato di RaiNews’ in onda su RaiNews24.
Papa: “Stop a spirale vendetta, mai più attacchi per rappresaglia”
“Faccio appello alla comunità internazionale affinché si metta fine alla spirale della vendetta in Medio Oriente e non si ripetano più gli attacchi per rappresaglia, che possono far precipitare quella Regione in una guerra ancora più grande. #Pace”. È il nuovo appello del Papa diffuso via X
Protesta a Napoli contro la guerra ed il G7 della Difesa
Calati due striscioni da Palazzo Reale "contro la guerra e contro il G7 della difesa a Napoli". A mettere in atto l'iniziativa di protesta un gruppo di attivisti della rete contro la guerra. "In un palazzo che si prepara ad essere blindato per creare la solita zona rossa in cui si rinchiuderanno i sette ministri della difesa di Usa, Italia, Francia, Germania, Canada, Giappone, Regno Unito, responsabili della escalation mondiale, del supporto all'industria bellica e delle politiche genocide di Israele, abbiamo voluto lanciare il nostro appello contro le loro guerre per la manifestazione prevista il 19 alle ore 15 da piazza Garibaldi a cui hanno aderito numerose realtà cittadine da Potere al Popolo a Insurgencia, sindacati di base e movimenti per la Palestina", spiegano gli attivisti.

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Renzi: “Tajani imbarazzante, va alle sagre mentre il mondo brucia”
"Credo che avere un ministro degli Esteri che, nell'anniversario di Israele, va alla sagra dell'Uva di Marino e che ieri, con la crisi dell'Unifil in Libano e con il ministro della Difesa che convoca l'ambasciatore, va a Chierasco a riunire il coordinamento di FI e oggi inaugura la fiera del Tartufo, sia moralmente indifendibile". Così in un video su X il leader di Iv Matteo Renzi, secondo cui il leader di FI è "politicamente incapace, oltre che istituzionalmente indecente". "Tajani imbarazzante. Il pianeta brucia e lui pensa a Forza Italia e alla sagra dell'uva", scrive lo stesso Renzi a corredo del video.
Idf: “Due razzi intercettati nell'area della Baia di Haifa”
L'Idf ha comunicato che dopo le sirene d'allarme nella Baia di Haifa, due razzi lanciati dal sud del Libano sono stati intercettati dall'aeronautica militare.
Ospedale nord Israele “in massima allerta, pazienti sottoterra”
Tutti i pazienti, compresi i neonati del reparto maternità, sono stati trasferiti sottoterra. E al personale medico sanitario è stato chiesto, se possibile, di donare il sangue in modo da aumentarne le scorte. Così, messo in stato di massima allerta, l'ospedale Ziv nel nord di Israele si prepara a una “situazione sanguinosa”, nel caso in cui le autorità israeliane decidessero di inviare un numero maggiore di truppe in Libano contro Hezbollah. "Siamo in una situazione di guerra da un anno, ma dopo l'ingresso dell'esercito in Libano i nostri servizi e tutto il personale sono pronti, purtroppo, per la prossima ondata di vittime", ha detto alla Cnn il direttore dell'ospedale, Salman Zarka.
Attacco a Unifil, Tajani: "Aspettiamo chiarimenti da Israele". VIDEO
Minacce dell'Iran non solo per Trump ma anche per suoi ex collaboratori
Non solo Donald Trump ma anche una serie di ex membri della sua amministrazione sarebbero nel mirino dell'Iran che vuole vendicare il raid del gennaio del 2020 con cui fu ucciso il generale Qassem Soleimani. E la comunità di intelligence e di sicurezza è arrivata alla conclusione che le minacce di Teheran vanno prese "straordinariamente sul serio", come ha dichiarato Matt Olsen, assistente attorney general per la sicurezza nazionale.
"L'Iran ha espresso molto chiaramente di essere determinato a vendicarsi degli ex ufficiali connessi con il raid di Soleimani", ha detto ancora a Politico, che pubblica oggi un lungo articolo in cui sottolinea come gli sforzi di Teheran per portare a termine la sua vendetta siano molto più estesi e aggressivi di quanto riportato in precedenza. Proprio in queste ore è stato rivelato che la campagna di Donald Trump ha chiesto che veicoli e aerei militari trasportino e proteggano l'ex presidente degli Stati Uniti nelle ultime settimane che porteranno al voto, citando i timori di un piano per assassinarlo da parte dell'Iran.
Come è noto, Trump è stato vittima negli ultimi mesi di due tentativi di assassinio, ma finora gli investigatori non hanno trovato nessun elemento che possa collegarli ad una 'pista iraniana". Funzionari dell'intelligence, comunque, il mese scorso hanno informato la campagna di Trump delle minacce iraniane che sarebbero "aumentate negli ultimi mesi", secondo quanto rivelato dal team di Trump.

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Mo: presidente Parlamento Iran a Beirut, 'porto solidarietà Khamenei'
Il presidente del Parlamento iraniano, Mohammad Bagher Ghalibaf, è arrivato in visita a Beirut per portare, come ha spiegato, un messaggio della Guida suprema, l'Ayatollah Ali Khamenei, ''in solidarietà con il popolo libanese, il governo e la resistenza''. Al termine dell'incontro con il primo ministro libanese Najib Mikati, due parlamentari di Hezbollah hanno accompagnato il presidente del Majles a Basta, uno dei quartieri centrali di Beirut colpiti giovedì sera dagli attacchi aerei israeliani in cui sono morte 22 persone.
"Sosteniamo e siamo solidali con il popolo libanese e resteremo al loro fianco in questi momenti difficili", ha detto Bagher Ghalibaf davanti alle macerie.
Idf, allarmi stanno suonando ad Haifa per il lancio missili
Le sirene stanno suonando nella città di Haifa e nei dintorni per l'arrivo di missili dal Libano. Contemporaneamente, riferisce l'Idf, gli allarmi sono scattati nell'Alta Galilea.
Mo: Hamas, 'a Jabalia massacro israeliano coperto da Usa'
Hamas ha accusato l'esercito israeliano di aver commesso “massacri” a Jabalia, nel nord di Gaza. Nella “rappresaglia contro civili disarmati sotto copertura americana" sarebbero rimaste uccise almeno 22 persone e ferite più di 90. Lo rende noto l'organizzazione in una dichiarazione ripresa da Al Jazeera. “Questi massacri sono la continuazione del genocidio criminale in corso contro il nostro popolo, e protetto dal sostegno americano”, si legge nella dichiarazione, aggiungendo che l'escalation di attacchi contro i civili è un tentativo di ‘punire la popolazione per la sua resilienza e il rifiuto dello sfollamento’. “I continui crimini terroristici nazisti, giunti al secondo anno - afferma Hamas - dimostrano al mondo che questa entità canaglia e fascista è assetata di sangue e cerca vendetta attraverso un ulteriore genocidio contro il nostro popolo a Gaza e la popolazione libanese”.
Idf, 30 razzi in 10 minuti dal Libano sull'Alta Galilea
L'esercito israeliano (Idf) ha comunicato che Hezbollah ha lanciato una trentina di razzi nell'arco di dieci minuti, dopo mezzogiorno ora locale (un'ora prima in Italia) contro l'Alta Galilea. Alcuni degli ordigni sono stati intercettati, ha detto l'Idf.
Idf, continueremo a colpire postazioni Hezbollah
Le Idf continueranno a ''colpire le postazioni di Hezbollah'' nel sud del Libano. Lo ha annunciato il portavoce delle Idf Avichay Adraee su 'X' invitando i residenti a non fare ritorno nelle loro case ''fino a ulteriore avviso''. Sarà l'Idf a comunicare quando sarà ''sicuro'' rientrare, ha aggiunto.
Ue, grave preoccupazione per le mosse d'Israele sull'Unrwa
"L'adozione definitiva del disegno di legge abrogherebbe l'accordo del 1967 tra Israele e l'Unrwa, interromperebbe tutte le operazioni dell'Unrwa in Israele e a Gerusalemme Est, distruggerebbe le operazioni salvavita dell'Unrwa a Gaza, ostacolerebbe seriamente la fornitura di servizi sanitari, educativi e sociali in Cisgiordania e revocherebbe i privilegi e le immunità diplomatiche dell'Unrwa", prosegue la dichiarazione. "L'Ue - si legge ancora - esorta le autorità israeliane a garantire che l'Unrwa possa continuare a svolgere il suo lavoro cruciale in linea con il mandato adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. L'Unrwa fornisce servizi essenziali a milioni di persone a Gaza, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e in tutta la regione, compresi Libano, Siria e Giordania, ed è un pilastro della stabilità regionale. Svolge inoltre un ruolo fondamentale nel garantire le condizioni sul campo per un percorso credibile verso la soluzione dei due Stati. "L'Ue è una convinta sostenitrice delle Nazioni Unite e del sistema di governance globale multilaterale e basato su regole di cui l'Unrwa, in quanto agenzia dell'Onu, fa parte. L'Uu si impegna a continuare a sostenere l'Agenzia e segue da vicino l'attuazione delle raccomandazioni del rapporto del Gruppo di revisione indipendente e ulteriori azioni decisive da parte delle Nazioni Unite per garantire la neutralità, la responsabilità e rafforzare il controllo e la supervisione sulle operazioni dell'Agenzia".
Idf, avviso di evacuazione a 22 villaggi nel sud del Libano
L'Idf ha chiesto l'evacuazione agli abitanti di 22 villaggi nel sud del Libano indicando di spostarsi nelle zone a nord del fiume Awali. Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano ha ribadito in un precedente appello agli operatori sanitari e ai team medici nel Libano meridionale di evitare di utilizzare le ambulanze nell'area, affermando che vengono usate dai miliziani di Hezbollah. "Invitiamo le squadre mediche a evitare il contatto con i membri di Hezbollah e a non collaborare con loro", ha affermato il portavoce, "l'Idf afferma che saranno intraprese le azioni necessarie contro qualsiasi veicolo che trasporti individui armati, indipendentemente dal tipo".
Unicef, in Libano uccisi 7 bambini in due giorni
"Altri sette bambini sono stati uccisi in tre attacchi avvenuti giovedì e venerdì. Ognuno di questi bambini aveva passioni, speranze e sogni, ma ora le loro giovani vite sono state improvvisamente stroncate dall'incessante violenza in Libano. I bambini devono essere protetti. È necessario un cessate il fuoco". Lo scrive su X l'Ufficio Libano di Unicef.
Raid Idf su campo profughi Jabalia, almeno 22 morti
Sono 22 le persone che hanno perso la vita e molte altre quelle che sono rimaste ferite a seguito dei raid aereo israeliano che ha colpito nella notte il campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito questa mattina soccorritori citati dalla Cnn. I corpi delle vittime sono stati trasferiti all'ospedale di al-Ahli Baptist, come ha spiegato il responsabile dei servizi di emergenza del nord di Gaza, Fares Afana. Ieri Msf aveva denunciato che migliaia di persone erano intrappolate nel campo profughi senza la possibilità di uscire. Tra loro anche cinque operatori di Medici senza frontiere. Al bilancio delle vittime si aggiunge un numero imprecisato di ''dispersi che si trovano ancora sotto le macerie''. Secondo l'agenzia di stampa Wafa i dispersi sono almeno 14, mentre i feriti sono una trentina.
Med9, Meloni a Cipro: "Attacco a Unifil inaccettabile". VIDEO
L'Idf ai civili libanesi del sud: "Non rientrate nelle vostre case"
Il portavoce in lingua araba dell'Idf ha inviato un nuovo messaggio ai residenti del sud del Libano invitandoli a non rientrare nelle loro case: "L'esercito israeliano sta continuando ad attaccare i siti di Hezbollah nei vostri villaggi o nelle vicinanze. Non vogliamo compromettere la vostra sicurezza, è vietato rientrare nelle vostre case fino a nuovo avviso. Vi informeremo quando sarà sicuro rientrare". L'Idf ha anche indicato ai civili di evitare di dirigersi verso sud.
Gaza: "49 vittime nelle ultime 24 ore"
Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha reso noto che nei cinque attacchi israeliani delle ultime 24 ore sono state uccise 49 persone e altre 219 sono rimaste ferite. Informa inoltre che le operazioni di soccorso continuano e che ci sono ancora persone sotto le macerie.
Il ministero della Sanità stima che dal 7 ottobre scorso siano state uccise almeno 42.175 persone e che altre 98.336 siano rimaste ferite
Sirene d'allarme suonano nel Nord d'Israele
Tornano a suonare le sirene nel nord d'Israele, in Alta Galilea, a causa di un apparente attacco missilistico dal Libano, nel giorno in cui gli ebrei israeliani celebrano lo Yom Kippur. Lo riporta il Times of Israel. Gli allarmi sono stati lanciati in diverse città, tra cui Safed, Rosh Pinna, Machanaim, Biriyeh, Hatzor HaGlilit, Kadita, Amuka, Tzahar, Bar Yochai e Dalton.
Idf: "Intercettati razzi lanciati dal Libano sulla Galilea"
Numerosi allarmi sono scattati dalle 10 ora locale (le 9:00 in Italia) nella Galilea centrale e nell'Alta Galilea. L'Idf ha reso noto che una serie di razzi lanciati da Hezbollah dal Libano sono stati intercettati.
Ministero della Sanità di Hamas, i morti a Gaza sono 42.175
Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 42.175, di cui 49 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 98.336, secondo la stessa fonte.

©Ansa
Tajani: "Su Unifil vogliamo sapere cosa è successo"
Sull'attacco israeliano all'Unifil, "vogliamo sapere se è stata una scelta politica o di militari sul terreno. Perché i nostri militari non sono terroristi di Hezbollah. e noi siamo amici di Israele. Aspettiamo risposte dall'inchiesta israeliana": lo ha detto intervenendo alla festa de Il Foglio il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani. "Sono settimane che chiediamo garanzie al governo israeliano - ha proseguito - e ci sono state date assicurazioni", ma "troppe volte ci sono stati attacchi contro i militari dell'Unifil, ci sono stati feriti". "I militari italiani non si toccano", ha ribadito.
Media Israele: "Nessun attacco di Hezbollah alla base Idf vicino Haifa"
Hezbollah ha comunicato di aver lanciato alle 6 del mattino, ora locale, una raffica di razzi contro una base militare nel sud di Haifa, ma nell'area non sono suonate le sirene né ci sono segnalazioni di attacchi. Lo riportano i media israeliani. Inoltre non ci sono stati avvisi del comando del fronte Interno dell'Idf all'ora in cui - secondo Hezbollah - ci sarebbe stato l'attacco.
Sirene di allarme suonano vicino a Nazareth
Le sirene dell'allarme aereo stanno suonando a nord di Nazareth, nella Galilea centrale in Israele, per mettere in guardia dal lancio di razzi. Lo riferisce Times of Israel spiegando che le sirene stanno suonando in città come Eilabun, Massad e Tafahot. Al momento non si hanno notizie di danni.
Iravani: "Attacco di Israele a Mezzaluna Rossa iraniana è crimine di guerra"
"Prendere deliberatamente di mira strutture umanitarie e mediche da parte del regime israeliano è una palese violazione del diritto umanitario internazionale e costituisce un crimine di guerra innegabile", ha dichiarato l'Ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite Saeed Iravani, in lettere al segretario generale dell'ONU Antonio Guterres e al presidente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Descrivendo l'attacco di mercoledì come 'odioso e selvaggio', la lettera ha invitato il Consiglio di Sicurezza dell'ONU a condannare l'attacco con la massima fermezza e a prendere azioni immediate e decisive per prevenire ulteriori violazioni da parte del regime sionista. "Tali crimini gravi non possono rimanere impuniti", ha aggiunto, secondo quanto riportato dall'IRNA.
Libano, 60 morti e 168 feriti nei raid dell'Idf nelle ultime 24 ore
Sono almeno 60 i libanesi che hanno perso la vita e 168 quelli rimasti feriti in raid condotti dai caccia israeliani nelle ultime 24 ore. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità di Beirut parlando di 54 raid aerei che nello stesso arco di tempo hanno colpito il Paese dei Cedri. I raid sono stati concentrati soprattutto nel sud del Libano, nei quartieri meridionali di Beirut e nella Valle della Bekaa.
Idf: "I civili lascino Gaza City nord, è una zona di combattimento pericolosa"
Le Idf hanno diffuso un ''messaggio importante'' in arabo per i cittadini che vivono del nord di Gaza City, dicendo che ''l'area deve essere evacuata immediatamente tramite Salah El-Din Street verso l'area umanitaria'' perché ''è considerata una zona di combattimento pericolosa''. L'Idf spiega che vanno evacuati anche ''i rifugi lì situati'' perché i militari israeliani stanno ''operando con grande forza contro le organizzazioni terroristiche e continueranno a farlo per molto tempo''.
Onu: "Dall'1 ottobre nessun aiuto alimentare è entrato nel nord di Gaza"
Dal primo ottobre ''nessun'' aiuto alimentare destinato alla popolazione palestinese è entrato nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato Farhan Haq, portavoce dell'Onu. "I principali valichi verso il nord sono stati chiusi e saranno inaccessibili se l'attuale escalation continua. Gli aiuti per Gaza sono al livello più basso degli ultimi mesi. Nessuno ha ricevuto pacchi alimentari questo mese a causa dell'accesso limitato alle forniture di aiuti", ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa.
Secondo i dati del Programma alimentare mondiale (Pam) citati dal portavoce dell'Onu, l'organizzazione ha distribuito le ultime riserve rimaste nel nord della Striscia, "ma basteranno appena per due settimane". "Molte cucine, punti di distribuzione e panifici sono stati costretti a chiudere, e altri rischiano di farlo se il conflitto continua su questa scala", ha spiegato Haq.
Anche la situazione nel sud dell'enclave palestinese è ''sull'orlo del baratro'' ha aggiunto Haq, che ha difeso le organizzazioni umanitarie che "stanno rispondendo nel miglior modo possibile". L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) insieme ai suoi partner "stanno distribuendo pane, pasti pronti o cibi cotti, nonché farina, all'interno e all'esterno dei rifugi designati'', ha spiegato.
Tajani: "I nostri militari non sono terroristi di Hezbollah"
"La richiesta di spostarsi dal Libano è stata respinta: non è una scelta italiana stare là, ma delle Nazioni Unite. I nostri soldati non sono terroristi di Hezbollah, è inaccettabile che siano stati attaccati dall'esercito israeliano". Lo spiega in un'intervista a La Stampa il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dopo un altro attacco alla base Unifil. "La situazione è peggiorata, ma i nostri militari non corrono rischi gravi e rimarranno là. Ci sono stati episodi inaccettabili che non devono più ripetersi - prosegue -. Mandiamo un messaggio forte a tutti: i nostri militari non si toccano. Israele non ha aperto il fuoco solo una volta e abbiamo protestato ripetutamente, con forza, con i ministeri di Esteri e Difesa". Il ministro Crosetto ha parlato di 'crimine di guerra'. "Voleva lanciare un segnale chiaro per fermare l'offensiva. Bisogna vedere se dal punto di vista giuridico si configuri il crimine di guerra - spiega Tajani -. Aspettiamo i risultati dell'inchiesta che ha annunciato Israele, io sono garantista. Ma ribadisco, è inaccettabile che soldati impegnati in missione di pace finiscano nel mirino. Non è neppure leale: hanno armi leggere, non ci sono reparti corazzati per respingere quegli attacchi". La missione Unifil, sottolinea infine Tajani, "è una scelta delle Nazioni Unite: l'Onu non è uno Stato, non si può dire 'Togliti da lì' - conclude -. Per questo sono necessarie decisioni adottate al Palazzo di Vetro".

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L'Iran teme una rappresaglia di Israele, intenso lavoro di diplomazia per limitarla
Il governo dell'Iran è impegnato in un ''intenso e urgente'' lavoro diplomatico con i Paesi del Medioriente per cercare di limitare la rappresaglia israeliana per l'attacco missilistico lanciato da Teheran il primo ottobre. Lo riporta la Cnn citando proprie fonti ben informate secondo le quali, se proprio l'attacco israeliano dovesse esserci, l'obiettivo è almeno quello di proteggere Teheran.
Secondo le fonti citate dalla Cnn, la preoccupazione dell'Iran deriva dall'incertezza sulla possibilità che gli Stati Uniti convincano Israele a non colpire i siti nucleari e gli impianti petroliferi iraniani. Gli Stati Uniti hanno già detto a Israele che non vogliono che prenda di mira i siti nucleari o i giacimenti petroliferi iraniani. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato mercoledì con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, la loro prima conversazione in quasi due mesi , dicendogli che la rappresaglia di Israele sia "proporzionata".
Anche gli alleati degli Stati Uniti nel Golfo, tra cui Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Qatar, hanno espresso preoccupazione per un possibile attacco agli impianti petroliferi iraniani, che potrebbe avere un impatto negativo sull'economia e sull'ambiente dell'intera regione, ha detto un diplomatico arabo alla Cnn.
Guerra in Mediorente, i compiti della missione Unifil in Libano. VIDEO
Sri Lanka, ferma condanna per il ferimento dei peacekeeper dell'Unifil
Il ministero degli Esteri dello Sri Lanka ha ''condannato con fermezza'' il ferimento, da parte di militari israeliani, di due peacekeeper cingalesi che fanno parte della forza Unifil schierata a Naqura nel sud del Libano. In una nota si legge che ''lo Sri Lanka chiede rispetto degli obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale Onu e l'inviolabilità dei locali Onu in ogni momento''.
Inoltre ''l'ambasciata dello Sri Lanka a Beirut è in contatto con l'Unifil per fornire assistenza medica e garantire la rapida guarigione dei peacekeeper dello Sri Lanka. Lo Sri Lanka apprezza il coraggioso contributo dei suoi peacekeeper Onu in tutto il mondo'', prosegue la nota.
Di Segni (Ucei): "Noi ebrei lacerati da come questa guerra viene condotta"
"Israele, gli ebrei nel mondo, io stessa: siamo tutti lacerati sul modo di condurre questa guerra. E il dolore è terrificante: se a Gaza il proseguimento degli attacchi è legato alla ricerca degli ostaggi, in Libano è più evidente che c’è un’organizzazione terroristica, la guerra lì è più mirata e più circoscritta per evitare che mezza Israele sia paralizzata". Così, in una intervista a 'La Repubblica', Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane.
Sugli attacchi alla base Unifil, Di Segni spiega che "l’accaduto va chiarito tra governi alleati di Paesi amici come Italia e Israele, e un ulteriore chiarimento sarà forse a questo punto opportuno anche riguardo la funzione di Unifil in quel territorio. Poi è chiaro che i fatti recenti potrebbero porre nuove criticità nelle relazioni tra Italia e Israele. Per noi però è importante che anche questi ultimi accadimenti non si prestino a una demonizzazione. Un chiarimento però è necessario. Israele poi avvisa sempre i civili primi di intervenire, si figuri se non lo fa con i soldati di un esercito alleato". Di Segni sull’accaduto nella base Unifil ha scritto alla premier Meloni e ai ministri Tajani e Crosetto: "la lettera doveva restare riservata. Il governo italiano è stato coerente alle esigenze di Israele e delle comunità ebraiche, ma quanto accaduto mette tutti in stato di allerta".
Hezbollah: "Attaccata base dell'Idf vicino ad Haifa"
Hezbollah afferma di aver lanciato un attacco missilistico contro una base dell'esercito israeliano (Idf) vicino ad Haifa, nel nord del Paese. Il movimento filo-iraniano ha reso noto in un comunicato di aver bombardato con "una salva di missili una base situata a sud di Haifa, colpendo una fabbrica di materiali esplosivi".
Blinken: "Massimo impegno diplomatico per evitare un conflitto più ampio"
Occorre arrivare a una soluzione diplomatica in Libano per evitare un confitto più ampio nella regione. Lo ha dichiarato il Segretario di Stato americano Antony Blinken ribadendo che Israele ''ha il diritto a difendersi'', ma dicendosi ''allarmato'' per la crisi umanitaria causata dalla guerra. "Continuiamo a impegnarci intensamente per prevenire un conflitto più ampio nella regione", ha detto Blinken ai giornalisti dopo un vertice in Laos.
"Abbiamo tutti un forte interesse nel cercare di contribuire a creare un ambiente in cui le persone possano tornare a casa, in sicurezza e protezione, e i bambini possano tornare a scuola", ha affermato. "Quindi Israele ha un interesse chiaro e molto legittimo'' nel lavorare per la propria sicurezza, ma ''il popolo del Libano vuole la stessa cosa''. Per cui, ha aggiunto Blinken, ''crediamo che il modo migliore per arrivarci sia attraverso un'intesa diplomatica, una su cui stiamo lavorando da un po' di tempo e su cui ci concentriamo in questo momento".

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L'Idf ordina l'evacuazione ai residenti del nord di Gaza
Le forze armate israeliane hanno ordinato ai residenti di una zona nel nord di Gaza di evacuare, spostandosi verso sud. Con un messaggio su X, il portavoce militare in lingua araba Avichay Adraee, si è rivolto agli abitanti della "zona D5", sottolineando che "l'area designata, compresi i rifugi ivi situati, è considerata una zona di combattimento pericolosa. L'area deve essere evacuata immediatamente attraverso Salah El-Din Street verso la zona umanitaria". Da oltre una settimana, le truppe israeliane hanno lanciato un'operazione nel nord della Striscia, in particolare a Jabaliya. "L'Idf sta lavorando in modo molto aggressivo contro le organizzazioni terroristiche e continuerà a farlo per molto tempo", ha aggiunto Adraee.
Medioriente, Meloni: "Attacchi a Unifil inaccettabili. Violano diritto internazionale"
Nella conferenza stampa congiunta con tutti i capi di Stato o di governo che hanno preso parte al Med9, la premier ha condannato gli attacchi israeliani alle basi in Libano: "Il governo ha protestato con decisione". Per risolvere la situazione mediorientale, ha detto, servono un "cessate il fuoco a Gaza e in Libano, il rilascio degli ostaggi israeliani, assistenza alle popolazioni civili coinvolte". LEGGI QUI
Protezione civile Gaza, 30 morti in raid campo profughi
L'agenzia di protezione civile della Striscia di Gaza ha dichiarato che ieri almeno 30 persone sono state uccise dagli attacchi israeliani nella città e nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Il portavoce dell'agenzia Mahmud Bassal ha detto che un attacco avvenuto ieri sera ha causato "12 morti, tra cui donne e bambini" aggiungendo che 14 persone sono "ancora disperse e probabilmente intrappolate sotto le macerie". In precedenza e sempre nella giornata di ieri Ahmad al-Kahlut, direttore dell'agenzia nel nord di Gaza, aveva riferito che 18 persone erano state uccise da diversi raid, compresi gi attacchi contro "otto scuole" del campo che fungevano da rifugio per gli sfollati.
Media, sirene antimissile nella Galilea occidentale
Sirene di allarme antimissile risuonano nelle città di Hila e Mi'ilya, nella Galilea occidentale. Non ci sono segnalazioni immediate di impatti. Lo riferisce The Times of Israel.