Un soldato è stato colpito “da colpi di arma da fuoco” presso il quartier generale delle forze di pace a Naqoura. Il numero totale di peacekeeper feriti negli ultimi tre giorni, in incidenti attribuiti a Israele, sale così a cinque. Intanto, il World Food Programme (Wfp) ha segnalato che "l'escalation di violenza nel nord di Gaza sta avendo un impatto disastroso sulla sicurezza alimentare. Nessun aiuto alimentare è arrivato nel nord dal 1° ottobre"
Paesi contributori Unifil ribadiscono il sostegno alla missione
I paesi contributori di truppe alla missione di pace Unifil nel Libano meridionale, tra questi l'Italia che mette a disposizione circa 1200 unità, hanno ribadito il loro pieno sostegno alla missione e alle attività dei caschi blu. In una lettera aperta diffusa all'Onu i 50 paesi affermano di "considerare il ruolo dell'Unifil particolarmente cruciale alla luce dell'escalation della situazione nella regione". I paesi condannano con forza i recenti attacchi ai caschi blu chiedendo che si fermino immediatamente e vengano adeguatamente indagati. Chiedono inoltre alle parti di rispettare la presenza di Unifil, tra cui "l'obbligo di garantire la sicurezza del suo personale in modo che possa continuare a espletare il suo mandato e svolgere la sua opera di mediazione e sostegno alla pace e alla stabilità' nel Libano e nell'intera regione".
Idf: “Colpiti in Libano e a Gaza 280 obiettivi terroristici”
Le forze armate israeliane (Idf) hanno reso noto che "nel fine settimana dello Yom Kippur sono stati colpiti circa 280 obiettivi terroristici in Libano e a Gaza". Le truppe hanno condotto "operazioni contro le infrastrutture di Hezbollah - prosegue la nota - e sono stati eliminati 50 terroristi negli scontri ravvicinati e gli attacchi aerei". L'Idf ha inoltre "individuato tunnel sotterranei, decine di siti in cui erano immagazzinate armi, lanciarazzi, mortai e missili anticarro puntati contro le comunità nel nord di Israele. Nella Striscia di Gaza sono state smantellate altre infrastrutture ed eliminati decine di terroristi".
Tv: “Batteria di difesa Usa in Israele per la prima volta”
Secondo un report di Channel 12, per la prima volta una batteria di difesa americana sarà di stanza in Israele, come parte dei preparativi per una risposta all'attacco dell'Iran del primo ottobre.
In 5 mila al corteo pro Palestina di Roma
In 5 mila al corteo autorizzato pro Palestina a Roma a Piazza Vittorio. I manifestanti arrivati al rione Esquilino, stanno procedendo tra slogan, musica e interventi.
Nyt: “Hamas voleva coinvolgere Iran ed Hezbollah nel 7 ottobre”
Yahya Sinwar e massimi comandanti di Hamas hanno pianificato l'attacco del 7 ottobre 2023 per due anni cercando di coinvolgere l'Iran e Hezbollah a partecipare o quantomeno ad impegnarsi poi in una lotta più ampia contro Israele. Lo rivelano i resoconti degli incontri segreti sequestrati dall'esercito israeliano e ottenuti dal New York Times. I documenti mostrano come inizialmente Hamas avesse pianificato di eseguire l'attacco, chiamato in codice "il grande progetto", nell'autunno del 2022 ma lo ha rinviato per cercare di persuadere gli alleati. Nel luglio 2023, Hamas ha inviato un alto funzionario in Libano, dove ha incontrato un alto comandante iraniano e ha chiesto aiuto per colpire siti sensibili all'inizio dell'assalto. L'alto comandante iraniano avrebbe risposto che l'Iran e Hezbollah erano favorevoli in linea di principio, ma avevano bisogno di più tempo per prepararsi. In un altro resoconto si accenna ad un incontro con Hassan Nasrallah per discutere dell'attacco ma non è chiaro se sia avvenuto o meno. Alla fine Hamas ha deciso di agire da solo.
Corteo pro-Pal a Roma, “Con Hamas fino alla vittoria”
"Con Hamas fino alla vittoria. Hasta la victoria". E ancora: "Avete superato i nazisti. Fosse Ardeatine: 10 per ogni ucciso a via Rasella. Gaza: 35 per ogni ucciso il 7 ottobre", questi alcuni dei cartelli esposti al corteo pro Palestina a Roma. Arrivano a piazza Vittorio i manifestanti, intonando il coro "sionisti peggio dei nazisti".
Corteo pro-pal Roma, “levate bandiere pace, non le vogliamo”
Alla manifestazione indetta dalla Comunità palestinese a Roma, assieme alle bandiere della Palestina e a quelle del Libano, anche quella della pace. Chi ha portato gli stendardi con i colori dell'arcobaleno al corteo, è stato attaccato dal megafono da una delle organizzatrici: "Ve lo ripetiamo: Noi non la vogliamo la bandiera della pace, vi prego levatela. Noi non vogliamo la pace ma la libertà. E non vogliamo stringere le mani a Israele". Al corteo indetto dalla Comunità palestinese, fumogeni vengono tenuti in aria con i colori della bandiera palestinese davanti al Colosseo, mentre dal megafono si urlano slogan: "Intifada fino alla vittoria Israele sionista, Israele fascista, Stato terrorista", dicono i manifestanti, prendendo via Labicana. E ancora: "Assassini", ripetono nei cori rivolti contro il governo italiano e lo Stato di Israele, gli Usa, l'Unione europea e contro lo stato di Israele. Il corteo procede ora su via Labicana verso piazza Vittorio. A sfilare nella Capitale, tra le varie sigle, Usb, Arci, Potere al Popolo, l'Udap, Cambiare Rotta e i collettivi studenteschi. Arrivata anche l'Anpi e la Cgil che si sono ricongiunti all'angolo con via Merulana al corteo, arrivati con una grande bandiera della pace.
Idf: “In 2 giorni Hezbollah ha lanciato 320 razzi su Israele”
L'esercito israeliano ha reso noto che negli ultimi due giorni, tra la vigilia di Yom Kippur e sabato, Hezbollah ha lanciato dal sud del Libano 320 tra razzi, missili e droni su Israele.
Tajani: “Da Israele garanzie per i nostri militari”
"La situazione è molto delicata e continuiamo ad avere garanzie dal governo di Israele che non ci saranno rischi per i nostri militari, però quello che è accaduto è inaccettabile e lo ripeto, i militari italiani non si toccano anche perché non sono terroristi ma uomini e donne portatori di pace”. Lo ha detto a Perugia il ministro degli esteri Antonio Tajani a margine della Conferenza nazionale degli enti locali di Forza Italia. Dopo un ulteriore attacco alla base Unifil, Tajani ha ricordato che "stiamo garantendo in tutti i modi possibili la loro incolumità e vedremo quali saranno i risultati dell'inchiesta che il governo israeliano ha deciso di avviare per verificare cosa successo esattamente". Si aspetta anche "le scuse" Tajani per una attacco "inaccettabile da parte di militari israeliani". Il ritiro inoltre non è una opzione per Tajani perché "c'è una risoluzione dell'Onu da rispettare e un impegno con le truppe Unifil per garantire la pace e arrivare al cessate il fuoco". "Stiamo attivando tutte le iniziative diplomatiche con G7, Unione Europea e Onu per una interruzione dei combattimenti sia a Gaza che in Libano".
L'Unifil ribadisce: “Restiamo al confine tra Israele e Libano”
I Caschi Blu delle Nazioni Unite si sono rifiutati di lasciare la zona di frontiera nel sud del Libano, come invece aveva richiesto l'esercito israeliano, determinati a rimanere nell'area nonostante gli attacchi che hanno provocato cinque feriti fra i peacekeeper. Lo ha assicurato oggi il loro portavoce, Andrea Tenenti. "Le forze israeliane ci hanno chiesto di lasciare le nostre posizioni lungo la Linea Blu, dal confine fino a cinque chilometri dalla Linea Blu", ha spiegato Tenenti, portavoce della Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil), in un'intervista all'Afp. "È stata presa la decisione unanime di restare, perché la bandiera dell'Onu deve sventolare in questa zona e noi dobbiamo poter riferire al Consiglio di Sicurezza dell'Onu", ha proseguito Tenenti. Oggi è "molto difficile continuare l'attività di sorveglianza perché i bombardamenti sono incessanti - ha poi assicurato Tenenti -. Siamo stati attaccati più volte e ne abbiamo parlato pubblicamente. Tenenti ha quindi ricordato che l'Unifil "parla regolarmente con entrambe le parti per avviare una riduzione della tensione e metterle in guardia, poiché attaccare le forze di pace non è solo una violazione della risoluzione 1701 ma anche del diritto umanitario internazionale". Per il portavoce dei peacekeeper "non esiste una soluzione militare", bensì "discussioni a livello politico e diplomatico" per "evitare la catastrofe".
Libano: “2.255 morti dai raid israeliani da inizio attacchi”
Gli attacchi israeliani contro il Libano hanno causato la morte di 2.255 persone e il ferimento di altre 10.524 da quando Israele ha lanciato i suoi attacchi contro il Paese diverse settimane fa. Lo ha riferito oggi il ministero della Salute libanese, scrive il Guardian. L'aumento del numero delle vittime corre parallelamente in concomitanza con lo sfollamento forzato di 1,2 milioni di persone dal Libano, pari a circa un quarto della popolazione del Paese. Oltre ai civili, almeno 28 operatori sanitari sono stati uccisi in Libano, ha reso noto la scorsa settimana l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Bonelli: “Per Meloni attacco contro Unifil crimine guerra, e strage civili?”
"Meloni ha condannato la violazione del diritto internazionale per l'attacco delle postazioni Unifil, il ministro Crosetto ha affermato che l'attacco israeliano potrebbe configurarsi come crimine di guerra. Può la premier Meloni spiegare perché per il governo italiano l'uccisione di 42mila civili palestinesi causati dai bombardamenti israeliani, la distruzione a Gaza delle strutture ospedaliere, scolastiche, della rete idrica e igienico sanitaria, 3 milioni di sfollati a causa dei bombardamenti e se bombardare i campi i profughi non è una violazione del diritto internazionale e un crimine di guerra e contro l'umanità?". Lo ha scritto in una nota il portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. "Perché - chiede ancora Bonelli - due pesi e due misure sullo sterminio del popolo palestinese e tanta tolleranza sui crimini di Netanyahu? Perché il governo ha continuato a fornire armi direttamente e indirettamente attraverso la vendita a paesi terzi che poi rivendono a Israele come nel caso dei cannoni della Oto Melara e dei pezzi di ricambio per gli aerei di addestramento militare M-346 della Leonardo? Attendo una risposta e ribadisco l'urgenza di atti forti e concreti da parte del governo italiano e dell'Europa fermando l'esportazione di armi a Israele, e adottando sanzioni perché la strategia di Netanyahu è quella di colonizzare Gaza, Cisgiordania e occupare parte del Libano sud. La diaspora del popolo palestinese sarebbe così conclusa".
Bonino: “Scriteriato attacco Netanyahu. Si sente assenza Ue”
"È da condannare lo scriteriato attacco di Netanyahu: non pensavo si sarebbe potuti arrivati all'invasione del Libano, eppure la diplomazia mai come in questi tempi ha lavorato e lavorato sodo". Lo ha detto la leader di +Europa, Emma Bonino, a Start su Sky TG24. "Di fronte al caos generale, è ancora più evidente che l'Europa da molto tempo avrebbe dovuto aggiornare lo statuto e i Trattati. Non si può continuare all'unanimità in cui non si decide mai niente. Solo così si può iniziare a pensare a una difesa comune. Se l'Europa non si muove in questa direzione non sarà più efficiente né importante nei conflitti che ci circondano e ci minacciano. Anche rispetto all'Onu e al mandato Unifil una azione dell'Unione europea, se univoca, sarebbe stata importante. D'altronde anche le Nazione Unite si barcamenano mentre avrebbero bisogno di un reset: ha creato molte agenzie che non so quanto siano efficienti. Rispetto a Unifil, i militari possono solo sparare se c'è pericolo imminente per i cittadini o per il paese. E ad oggi credo possano solo mandare rapporti all'Onu: cosa stiano facendo lì in quella situazione non è chiaro", ha concluso.
Fonti sicurezza: “Militare Unifil ferito sarebbe indonesiano”
Non è un militare del contingente italiano il casco blu dell'Unifil ferito la scorsa notte a Naqoura, nel sud del Libano. Secondo quanto appreso da Ansa da fonti qualificate della sicurezza, il peacekeeper ferito sarebbe indonesiano, la stessa nazionalità dei due militari colpiti e rimasti feriti due giorni fa quando un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione, sempre alla base di Naqoura.
Libano: “9 morti per i raid israeliani contro due villaggi”
Il ministero della Sanità libanese ha affermato che gli odierni attacchi israeliani contro due villaggi, uno a nord di Beirut e l'altro a sud della capitale, hanno ucciso almeno nove persone. In un "attacco nemico israeliano a Maaysra", un villaggio a maggioranza islamica sciita in un'area montuosa a maggioranza cristiana a nord di Beirut, sono morte "cinque persone e altre 14 sono rimaste ferite", ha precisato il ministero in una nota, aggiungendo che altre "quattro persone sono state uccise e altre 14 ferite" in un altro "attacco nemico israeliano" su Barja, nel distretto di Shouf, a sud della capitale.
Fao toglie bandiere Stati da sede Roma, cori dai pro-pal
"Vergogna pupazzi", questo il coro al passaggio su viale Aventino a Roma, urlato dai manifestanti pro-Pal indirizzato alla Fao, per aver tolto tutte le bandiere degli Stati, solitamente esposte sulle aste sopra la cancellate. All'angolo con viale delle Terme di Caracalla, alcuni attivisti nelle scorse manifestazioni avevano strappato dalla sede che ospita l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura nella Capitale, la bandiera israeliana. "Hanno tolto le bandiere. Ma non importa. Noi alla luce del sole alziamo quelle palestinesi", dicono gli attivisti al megafono.
Vannacci: “Unifil prenda misure coerenti con la realtà”
"Il contingente Unifil è stato disegnato per una situazione che non è più quella che è in atto e quindi bisogna prendere delle misure che siano coerenti con quella che è la realtà". Lo ha detto all’Ansa l'europarlamentare leghista Roberto Vannacci a margine di un incontro organizzato da Trieste cafè rispondendo a una domanda sugli attacchi subiti dall'Unifil in Libano. Vannacci ha parlato di un "momento molto difficile, difficilissimo". La condanna di quanto avvenuto ai danni di Unifil da parte delle forze armate israeliane "è scontata e chiaramente questo dimostra che il conflitto si sta inasprendo sempre di più. C'è - ha proseguito - una spiralizzazione e bisognerebbe in tutti i modi cercare di 'flemmatizzare' invece le attività belliche con qualsiasi metodo, con qualsiasi sistema". Secondo Vannacci, "Israele ha il diritto di difendersi ma chiaramente lo deve fare con delle procedure che siano rispettose" delle norme internazionale.
In mille al corteo propal a Milano: ‘Palestina libera, Israele terrorista’
Ha avuto avvio poco fa il corteo pro Palestina che da piazzale Maciachini porterà i più di 1000 manifestanti in stazione Centrale, a Milano, al grido di “Palestina Libera. Israele fascista, Stato terrorista”. Esposti anche diversi striscioni, tra i quali “Contro NATO e sionismo”, “Con la resistenza palestinese al fianco dei popoli che lottano”. “Questo secolo ha inventato una frottola che si chiama diritti umani. Abbiamo sempre detto che noi sosteniamo la legittima resistenza del popolo palestinese perché siamo convinti che il popolo palestinese, come ogni popolo oppresso, deve resistere in tutti i modi possibili”, ha detto da un camion alla testa del corteo Mohanmed Hannoun, l’architetto che il dipartimento del Tesoro statunitense ha sottoposto a sanzioni perché ritenuto un finanziatore di Hamas. “Sosteniamo tutte le forze politiche, tutte le fazioni armate palestinesi perché la resistenza è legittima - ha aggiunto -. Hamas sono palestinesi, il fronte popolare sono palestinesi, Al Fatah sono palestinesi. Per cui tutta la resistenza è palestinese”. Fermato dai cronisti a margine del corteo, Hannoun si è però smarcato dalle affermazioni precedenti, affermando a margine della manifestazione che “non ho mai sostenuto Hamas o Al Fatah. Non faccio nulla di sbagliato”. "Non abbiamo mai aggirato le parole, siamo chiari, siamo trasparenti", ha proseguito Hannoun nel suo intervento. "Abbiamo sempre detto che noi sosteniamo la legittima resistenza del popolo palestinese. Lo diciamo dal camion, ad alta voce, perché siamo convinti che il popolo palestinese come ogni popolo oppresso deve resistere in tutti i modi possibili. In questo secolo hanno inventato una frottola che si chiama diritti umani". Tra i cori e gli slogan ripetuti dai manifestanti, anche "Israele assassini, giù le mani dai bambini", "Palestina libera" e "Israele criminale". Esposti alla manifestazione diversi cartelloni e striscioni tra cui "Con la resistenza palestinese al fianco dei popoli che lottano" e anche "No allo stato di polizia, no al Ddl 1660".
Corteo Roma, niente bandiere su sede Fao: “Vergogna”
Le bandiere degli Stati normalmente esposte sul muro di cinta della sede della Fao, davanti al Circo Massimo a Roma, sono state tolte. Nell’ottobre dello scorso anno un manifestante pro-Palestina si era arrampicato e aveva strappato la bandiera di Israele, che si trovava tra quella italiana e quella irlandese. “Dove sono le bandiere? Siete ridicoli”, urla un manifestante del corteo pro-Palestina che sta attraversando il centro di Roma e che è arrivato proprio di fronte al palazzo tra viale delle Terme di Caracalla e viale Aventino. E dal carro della manifestazione dicono: “noi sappiamo quali sono delle bandiere della vergogna” con i manifestanti che urlano “vergogna”. E ancora: “noi le bandiere palestinesi, invece, le alziamo, perché non abbiamo paura”.
Corteo pro Palestina a Milano: 'Fermiamo il genocidio'
È partito da piazzale Maciachini il corteo milanese pro Palestina, aperto da un furgone con uno striscione che recita: "Fermiamo il genocidio a Gaza, salviamo Gaza". Sono almeno un migliaio i manifestanti che, sventolando bandiere della Palestina e indossando kefiah, arriveranno fino alla stazione Centrale. Il primo a prendere la parola al megafono, prima che il corteo si muovesse, è stato Mohammad Hannoun, fondatore dell'Associazione benefica di solidarietà al popolo palestinese, recentemente inserito nella blacklist delle sanzioni dal dipartimento del Tesoro Usa in quanto ritenuto sostenitore finanziario internazionale di Hamas. "Tutti noi sosteniamo tutte le forze politiche, tutte le fazioni armate palestinesi perché la resistenza è legittima", ha detto nel corso di un lungo intervento. "Hamas sono palestinesi, Al Fatah sono palestinesi, il fronte popolare sono palestinesi. Per cui tutta la resistenza è palestinese". Nominata anche la premier Giorgia Meloni che, "in quanto donna, mamma, cristiana parla di valori. Non so quali valori - ha detto Hannoun -, perché i valori li vediamo nelle piazze del popolo italiano schierato a favore degli oppressi palestinesi. Chi aiuta i palestinesi viene schedato dal dipartimento del tesoro Usa". Dopo il suo intervento, Hannoun ha precisato con i giornalisti di non avere "mai sostenuto Hamas o Al Fatah". Tra i cartelloni esposti dai manifestanti, anche uno a sostegno di Hannoun firmato 'Proletari comunisti': "La solidarietà non è terrorismo. Giù le mani da Hannoun. Solidarietà e mobilitazione contro il governo Meloni e la stampa al servizio dello Stato nazisionista e genocida di Israele".