Donald Trump, da “Sleepy Joe” a “Laughing Kamala”: i soprannomi che ha dato agli avversari
Nella strategia politica del tycoon rientra da sempre la prassi di attribuire agli antagonisti nomignoli crudeli o accusatori che, a forza di essere ripetuti, a volte finiscono per danneggiare concretamente il destinatario. A farne le spese sono stati sia democratici che repubblicani, ma anche leader stranieri, personaggi come Jeff Bezos e persino il coronavirus. L’ultimo bersaglio è la vicepresidente designata da Biden per la corsa alla Casa Bianca: “La chiamo ‘Laughing Kamala’, avete mai visto come ride? È pazza”
- Negli anni Donald Trump ha fatto dei soprannomi e degli appellativi un’arma contro i suoi avversari, politici e non, spesso facendo diventare i nomignoli dei tormentoni social da cui gli antagonisti hanno faticato ad allontanarsi e dai quali, a volte, sono stati danneggiati agli occhi dei cittadini. L’ultimo in ordine di tempo è riferito a Kamala Harris, la vicepresidente Usa che Joe Biden ha designato come candidata dem alle presidenziali dopo il suo ritiro. Ecco una carrellata dei soprannomi dati da Trump ai suoi avversari
- “La chiamo ‘Laughing Kamala’, avete mai visto come ride? È pazza. Sapete, una risata può dire molto. No, sul serio, lei è fuori di testa. Non è pazza quanto Nancy Pelosi. Avete visto che adesso Nancy Pelosi sta tradendo Biden? Avete visto? Si è rivoltata contro di lui come un cane”, ha detto Trump. In passato il tycoon aveva definito Harris “Phony” (“falsa”), mentre l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi è stata ribattezzata “Nervous Nancy” o “Crazy Nancy”
- Ma negli anni Trump ha attaccato una gran quantità di donne con nomignoli e soprannomi dispregiativi, di solito riferiti a una presunta scarsa intelligenza o a una troppo marcata emotività. Negli scorsi mesi, ad esempio, ha attaccato anche Nikki Haley, colpevole di non volersi ritirare dalla corsa per la Casa Bianca dopo la sconfitta in New Hampshire: l’ha definita “Birdbrain”, ovvero “cervello di gallina”. Alla senatrice nativa americana Elizabeth Warren è toccato “sciocca e falsa Pocahontas”
- Ron DeSantis è stato uno dei contendenti di Trump alle primarie repubblicane. Nei mesi scorsi il tycoon l’ha apostrofato come “Ron DeSanctimonious”, ovvero ipocrita, ma anche “Ron DeEstablishment”, “Ron DisHonest”, “Shutdown Ron” (per le sue politiche di chiusura all’inizio del Covid) e “Meatball Ron”, ovvero “Ron Polpetta”, per le sue origini italoamericane e perché a volte è apparso gonfio e rosso in viso
- Al di fuori del partito però l’avversario principale di Trump è stato l’attuale presidente Joe Biden, che lo ha battuto alle elezioni del 2020 e ora si è ritirato dalla corsa per il secondo mandato. Nel corso degli anni il tycoon gli ha affibbiato l’ormai celebre soprannome di “Sleepy Joe”, ovvero “Joe l’addormentato”, per evocarne la stanchezza dovuta all’età
- Non solo. Biden è stato “Joe Hiden”, un gioco di parole con “hidden” che significa “nascosto” per accusarlo di essere stato poco presente durante la pandemia. Poi “Joe Crooked”, “il corrotto”, per le vicende giudiziarie di suo figlio Hunter. Ma negli anni il tycoon ha additato il presidente anche con “Slow Joe”, “SleepyCreepy Joe”, “Corrupt Joe”, “Beijing Biden” e “Crazy Joe Biden”
- Quando Trump vinse le elezioni, nel 2016, a uscire sconfitta dalla corsa per la Casa Bianca fu Hillary Clinton. Per lei il tycoon aveva coniato due soprannomi che ha ripetuto ossessivamente in campagna elettorale: “Crooked Hillary” (“corrotta/disonesta Hillary”) e “Crazy Hillary" (“pazza Hillary”)
- Non è stato un suo avversario alle elezioni ma Barack Obama è uno dei maggiori antagonisti politici di Trump, che da anni ormai lo chiama “Cheating Obama”, “lo scorretto/fedifrago Obama”
- Trump non ha risparmiato i suoi colleghi di partito neanche durante le primarie repubblicane del 2016. Il senatore Marco Rubio (nella foto) diventò “Little Marco”, ovvero “Marco il piccoletto”, affiancato da Ted Cruz soprannominato “Lyin’ Ted” (“Ted il bugiardo”). Non si salvò nemmeno Jeb Bush, che venne apostrofato più volte come “Low Energy Jeb”, cioè “Jeb il fiacco”
- Non si sono salvati nemmeno i leader stranieri, primo fra tutti il nordcoreano Kim Jong-un (nella foto) ribattezzato da Trump “Rocket Man” o “Little Rocket Man”. Un non troppo velato disprezzo è toccato al premier canadese Justin Trudeau, diventato “Justin from Canada”, mentre il presidente siriano Bashar al-Assad per il tycon è “Animal Assad”
- Trump in realtà da anni dà soprannomi a una gran varietà di persone e cose, anche al di fuori della politica. Ne sa qualcosa il fondatore di Amazon Jeff Bezos (nella foto) diventato “Jeff Bozo”, ovvero “Jeff lo stolto”. Molti dei giudici chiamati a esprimersi su casi giudiziari che lo riguardano vengono di solito classificati come “Angry Democrats” (“Democratici arrabbiati”). Non si è salvato nemmeno il coronavirus, definito dal tycoon “China virus” o “Kung Flu”