Introduzione
La scelta di abbandonare la corsa alla Casa Bianca, spiegano fonti vicine al presidente Usa, sarebbe stata presa sabato sera, nella tenuta a Rehoboth Beach, nel Delaware, dove si era spostato in attesa di guarire dal Covid-19. L'annuncio, dopo settimane in cui prometteva di non mollare condite dalla frustrazione per il venir meno dell'appoggio di molti dem, è stato motivato dai pessimi dati sull'andamento delle donazioni al partito e sulle possibilità "praticamente inesistenti" della vittoria, presentati dal capo della strategia della Casa Bianca Steve Ricchetti e dal consigliere senior Mike Donilon.
Quello che devi sapere
Biden, il ritiro dalla corsa alla Casa Bianca
- "Sebbene fosse mia intenzione perseguire la rielezione, credo che sia nel miglior interesse del mio partito e del Paese che io mi dimetta e mi concentri esclusivamente sull'adempimento dei miei doveri di presidente per il resto del mio mandato". Così il presidente Usa Joe Biden ha comunicato ai suoi "concittadini americani" e a tutto il mondo la decisione di lasciare la corsa per la Casa Bianca, aprendo la strada a Kamala Harris
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Per molti non è stata una sorpresa
- Un annuncio arrivato domenica 21 luglio, a meno di quattro di mesi dal voto che lo avrebbe visto sfidare ancora una volta Donald Trump. Una sorpresa, hanno scritto molti media. Il ritiro non suona però come un fulmine a ciel sereno: erano settimane che parte del partito democratico aveva iniziato a chiedergli di fare un passo indietro - scatenando in lui non poca rabbia, dicono voci vicine - dopo il fallimentare duello televisivo con Trump dello scorso 27 giugno, il primo della campagna elettorale, in cui si era mostrato spento e confuso. Non all’altezza delle aspettative e soprattutto dell'energia che serve per ricoprire il ruolo di presidente degli Stati Uniti d’America
I retroscena del ritiro di Biden
- Alcune fonti avrebbero riferito alla Cnn che Biden ha iniziato a scrivere la lettera del ritiro sabato sera dalla sua casa al mare nello Stato del Delaware, a Rehoboth Beach, dove è in isolamento per aver contratto il Covid-19, circondato solamente dalla First Lady, la moglie Jill, e dai suoi consiglieri più stretti
Steve Ricchetti e Mike Donilon a Rehoboth Beach
- Due gli uomini chiave dell’entourage di Biden che lo hanno convinto a lasciare: il capo della strategia della Casa Bianca Steve Ricchetti – al fianco di Biden dai tempi in cui era senatore - e il consigliere senior Mike Donilon. Diverse testate statunitensi, a partire da Politico e Cnn, hanno ricostruito quanto successo in Delaware negli ultimi due giorni. Sabato 20 luglio, quando era ancora mattina, sembra che Biden non fosse ancora convinto: allo zoccolo duro del suo team diceva che la campagna andava "a tutto vapore". Ricchetti e Donilon – seduti rigorosamente a distanza dal presidente, come impone la sua infezione da Covid - lì hanno presentato dati che i media definiscono "schiaccianti" sul possibile esito del voto di novembre. E hanno così accelerato la fine della carriera politica di Biden, che il prossimo 20 novembre compie 82 anni
Per i sondaggi la vittoria di Biden era "inesistente"
- I due uomini hanno esposto nuove e rinnovate preoccupazioni che serpeggiavano tra le file dei parlamentari dem: più di 30 membri del partito chiedevano ormai a volto scoperto che si ritirasse. Centrali anche gli aggiornamenti sulla raccolta fondi che aveva subito un notevole rallentamento. Peggio ancora, hanno mostrato a Biden i sondaggi: la strada verso la vittoria stava diventando "praticamente inesistente", secondo quanto scrive la Cnn citando "una persona vicina". A crollare nei 24 giorni intercorsi tra il confronto tv con Trump e la lettera sono state in particolare le possibilità di vincere nei cosiddetti swing States (Stati in bilico), quelli decisivi per l’esito delle elezioni perché storicamente non troppo legati ad alcun colore politico
La scelta di Biden
- Sembra però che né Ricchetti né Donilon abbiano chiesto esplicitamente a Biden di fare un passo indietro. Dopo settimane di promesse sul fatto che non sarebbe mai successo, è stato lui stesso a dirlo ad alta voce. In quel momento avrebbe chiesto ai suoi collaboratori di iniziare a preparare la lettera con per annunciarlo. Poi ha informato i suoi famigliari, tutti lontani. L’unica al suo fianco in quel momento era la moglie, oltre al vice capo dello staff Annie Tomasini e l'assistente della first lady Anthony Bernal. La figlia Ashley è arrivata a Rehoboth Beach domenica 21, in mattinata
Il ruolo della First Lady Jill Biden
- C'è chi pensava che in queste settimane sarebbe stata Jill Biden a provare a portare il marito verso l'addio alla corsa. Sembra che non sia stato così. Si sarebbe limitata ad appoggiare la scelta definitiva, scrive il Il Corriere della Sera citando Anita McBride, ex capo dello staff di Laura Bush, vicina anche a Jill Biden
Domenica 21 luglio - la lettera e la sorpresa dell'entourage
- Alle 13:45 di domenica - ora locale - Biden ha reso noto a un gruppo un po' più numeroso di stretti collaboratori che aveva deciso la sera prima di porre fine alla sua corsa, leggendo la lettera nel frattempo preparata e ringraziandoli per il cammino fatto insieme. È vero che quasi tutti ormai davano per scontato che dovesse succedere, ma è altrettanto vero che fino a quel momento Biden non aveva mostrato segni di cedimento. L’effetto sorpresa, almeno tra il suo entourage, c’è stato: prima che qualsiasi altro membro della campagna e dello staff della Casa Bianca potesse essere avvisato, la lettera era ormai caricata su X
Nancy Pelosi e Joe Biden
- Ruolo non indifferente è stato quello di Nancy Pelosi, ex speaker alla Camera dei Deputati e figura chiave tra i dem. "Uno dei presidenti più importanti della storia americana", ha detto parlando del presidente uscente dopo l’annuncio del ritiro. Ma nelle scorse settimane i toni tra i due si erano accesi. Pragmatica e decisionista, scrive Politico, aveva detto in faccia a Biden che stava "facendo affondare" il partito democratico. Stava aspettando che lo capisse anche lui, riferiscono alcune fonti. Il 19 luglio The Washington Post rivelava che proprio Pelosi avrebbe detto ai democratici della Camera di essere convinta che il presidente poteva "convincersi presto a lasciare". Lo stesso giorno emergeva come Biden "fremeva di rabbia" contro di lei, dopo che uno dei suoi più stretti alleati - il deputato Adam Schiff - aveva chiesto apertamente il suo ritiro
Prima la rabbia, poi l'accettazione
- Solo i sondaggi, le donazioni in affanno e le preoccupazioni dei suoi parlamentari avrebbero quindi convinto Biden a fare il passo finale. Una fonte dem ha spiegato che "nessuno è stato in grado di produrre dati che dimostrassero la sua vittoria. Hanno provato di tutto. Non c'era via d'uscita", riporta Axios. Un amico del presidente ha parlato alla stessa testata della sua rabbia per le frecciatine e le lezioni dei democratici a tutti i livelli: "Per un po' è stata furia. Poi si è arreso alla realtà. È un professionista"
Le condizioni di salute
- Non c'entrerebbero invece le condizioni di salute, come qualcuno ha scritto. Dopo il dibattito del 27 giugno con Trump si era anche detto che Biden potesse essere affetto dal morbo di Parkinson. Indiscrezioni finora sempre negate dalle fonti ufficiali
Nyt: "Biden ha messo interesse Paese prima di sé"
- Tra le testate spostate verso i dem più critiche negli ultimi giorni spicca anche The New York Times, che più volte aveva chiesto il ritiro di Biden. Adesso la musica è già cambiata. Biden "ha fatto una cosa che Trump non farà mai: ha messo l'interesse del Paese sopra il suo orgoglio e la sua ambizione", scrive il quotidiano. Il presidente, aggiunge, "ha fatto la sua sua parte, ma il progetto democratico non è mai completo. Il lavoro passa ora alla nuova generazione di leader politici e agli americani"
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