
L'esercito israeliano prosegue la sua avanzata con i tank e le truppe. Fuori servizio l'ospedale Europeo, situato vicino alla città palestinese, dopo che i generatori elettrici hanno smesso di funzionare a causa della carenza di carburante. Gantz sente Sullivan e insiste sulla necessità della pressione militare su Hamas. L'amministrazione Biden ha notificato al Congresso americano che intende procede con la vendita di armi per un miliardo di dollari a Israele, secondo i media Usa
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L'Ue chiede a Israele di porre fine "immediatamente" alle operazioni militari in corso a Rafah perché queste stanno ulteriormente peggiorando una situazione umanitaria già molto difficile e porteranno "inevitabilmente" nuove tensioni nei rapporti tra l'Unione e Israele. È quanto scrive in una nota l'Alto rappresentante Ue per l'azione esterna Josep Borrell.
L'esercito israeliano, intanto, prosegue la sua avanzata con i tank e le truppe a Rafah. Fuori servizio l'ospedale Europeo, situato vicino alla città palestinese, dopo che i generatori elettrici hanno smesso di funzionare a causa della carenza di carburante.
Gantz sente Sullivan e insiste sulla necessità della pressione militare su Hamas. L'amministrazione Biden ha notificato al Congresso americano che intende procede con la vendita di armi per un miliardo di dollari a Israele, secondo i media Usa.
Gli approfondimenti:
- LO SPECIALE
- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
- Cos'è Hamas
- Chi sono gli Houthi che attaccano le navi nel Mar Rosso
- Il piano di Netanyahu per il dopoguerra
- Perché l'Iran ha attaccato Israele?
- Hamas, cosa significa il triangolo rovesciato associato alle brigate Al-Qassam
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Studenti Sapienza pro Palestina, solidarietà a Chef Rubio
"Dalle tende contro il genocidio in Sapienza esprimiamo la nostra massima solidarietà a Chef Rubio preso di mira e aggredito poco fa da una squadraccia sionista". Così un comunicato degli studenti che protestano all'università di Roma per i palestinesi. "I giornali, la Crui, il governo hanno dato a noi studenti e a chi protesta per la Palestina dei violenti, degli aggressori e degli intolleranti: una falsa narrazione che prova a ribaltare una realtà più che evidente. Infatti, questi sono gli stessi soggetti che hanno manifestato sotto la bandiera dello stato terrorista e assassino israeliano lo scorso 25 aprile e che impunemente hanno lanciato petardi e barattoli, insulti e minacce di stupro contro chi, nel giorno della Liberazione manifestava per la liberazione della Palestina e contro il genocidio". Il comunicato prosegue affermando che "Chef Rubio si è speso tantissimo da sempre per la causa palestinese rendendosi disponibile ed esponendosi anche prima del 7 ottobre partecipando ai presidi, alle azioni di boicottaggio e andando nelle scuole e nelle università. Il terrorismo sionista agisce impunemente da decenni con la connivenza di tutte le istituzioni di questo paese che, governo dopo governo, ha continuato dandogli sostegno militare, ideologico e politico".
Mo, Chef Rubio aggredito sotto casa: 'mi hanno massacrato di botte'

Eshkol Nevo: "Sogno l'abolizione della leva obbligatoria in Israele"
Abbiamo incontrato a Torino in occasione del Salone del Libro Eshkol Nevo che ci ha parlato della sua raccolta di racconti "Legami", della guerra in Medio Oriente e delle prospettive di pace. LEGGI L'INTERVISTA
Chef Rubio: 'mi hanno massacrato, sono terroristi'
"Terroristi. Questi sono gli ebrei sionisti l. Mi hanno aspettato fuori casa in 6 e hanno tagliato i fili del cancello per massacrarmi". Così, su X, Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, postando video e foto dell'aggressione. Nelle immagini si vede lo chef con sangue sul volto e sulla testa e un occhio gonfio che dice "mi hanno massacrato di botte, hanno bloccato il cancello elettrico", afferma Rubini, postando poi foto dell'interno di un auto con vetri rotti.
Parigi, dipinte mani rosse sul muro del Memoriale della Shoah
L’atto vandalico per protestare contro le operazioni su Gaza ha deturpato il “Muro dei Giusti tra le Nazioni” all’esterno del Museo dell’Olocausto. Si tratta di un monumento dove sono scritti i nomi di più di 3900 persone che hanno contribuito a salvare gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. GUARDA LE FOTO
Onu, dal 6 maggio via da Rafah 600 mila rifugiati
Dal 6 maggio a oggi sono 600 mila i rifugiati palestinesi che hanno lasciato o sono stati spostati da Rafah, a sud di Gaza, in vista dell'attacco di terra che Israele ha annunciato da tempo. Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite, nel corso del briefing con i media. Secondo l'ufficio Onu di coordinamento degli affari umanitari, incursioni delle forze militari israeliane sono segnalate a Deir al Balah, nella zona centrale di Gaza, e a Jabaliya, a nord.
Israele: dal kibbutz ai grattacieli di Tel Aviv, l’attesa degli sfollati del Sud
I residenti delle comunità attaccate il 7 ottobre aspettano un accordo che liberi gli ostaggi, metta fine alla guerra a Gaza e li riporti nelle loro case. IL REPORTAGE
Hamas: respingeremo ogni piano per Gaza che non ci includa
Ismail Haniyeh, capo dell'ufficio politico di Hamas, ha affermato in una dichiarazione ripresa da Times of Israel che qualsiasi piano per il dopo guerra a Gaza che escluda Hamas sarà respinto dall'organizzazione. Nella stessa dichiarazione, Haniyeh ha accusato Israele per l'attuale stallo nei negoziati per un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi.
Attacco Iran a Israele, la situazione un mese dopo e i possibili scenari
Il conflitto dura da 40 anni, ma dallo scorso mese ha conosciuto un'escalation senza precedenti con attacchi missilistici e droni, sottolineando un'ideologica ostilità persistente tra le due Nazioni. Nonostante una tregua momentanea, le minacce nucleari iraniane mantengono alta la tensione. L'ANALISI
Haniyeh: 'Post-guerra? 'respingiamo qualsiasi ipotesi escludere Hamas'
Hamas respingerà qualsiasi soluzione per il post-guerra a Gaza che la veda esclusa. Lo ha sottolineato il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, secondo quanto riportano le tv satellitari arabe. Haniyeh ha anche incolpato Israele per lo stallo attuale nei negoziati che dovrebbero portare a un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi. Le richieste israeliane di modificare la proposta di cessate il fuoco "hanno portato i negoziati ad un vicolo cieco", ha detto Haniyeh, ribadendo che qualsiasi proposta deve avere come obiettivo finale la fine della guerra a Gaza.
Guerra in Medioriente, tra la vita e la morte: cosa significa diventare madri a Gaza
Nella Striscia ci sono 50mila donne in gravidanza e in media 180 partoriscono ogni giorno. Ma accedere alle cure medice pre e post partum è difficilissimo, spesso impossibile. I letti mancano e nelle tende, dove molte sono costrette a partorire, mancano anche le minime condizioni igieniche. L'ospedale emiratino di Rafah è l’unico a fornire assistenza alla maternità. La presidente di Medici Senza Frontiere: "Situazione inimmaginabile, serve un cessate il fuoco permanente". L'APPROFONDIMENTO
Spagna, polemica per lo scalo di una nave con materiale bellico
Lo scalo previsto nelle prossime ore a Cartagena (Spagna) della nave Borkum, che starebbe trasportando materiale bellico, ha suscitato forti polemiche nel Paese iberico: associazioni pro-Palestina sospettano infatti che la destinazione finale del cargo sia Israele, nonostante questa circostanza sia smentita dal governo. Tra le associazioni che hanno levato il grido d'allarme, spiega El País, c'è la Campagna per la fine del commercio di armi con Israele, che sostiene di aver avuto accesso a informazioni confidenziali secondo le quali la nave Borkum è diretta al porto israeliano di Ashdod, prossimo alla Striscia di Gaza, con materiale missilistico ed esplosivi a bordo. Le organizzazioni sul piede di guerra, tra queste la Rete Solidale contro l'Occupazione della Palestina, chiedono che il cargo venga ispezionato una volta approdato a Cartagena e che non venga lasciato ripartire se si confermasse che ha come destinazione finale Israele: in caso contrario, affermano, la Spagna starebbe violando norme internazionali e nazionali. I ministri dell'Economia e dei Trasporti, Carlos Cuerpo e Óscar Puente, hanno spiegato che la destinazione del carico del Borkum è invece la Repubblica Ceca, dopo scalo portuale in Slovenia, e che la nave, che ha proprietario e armatori tedeschi, "ha tutti i documenti in regola". Un documento pubblicato da Puente indica che il carico comprende "caricatori per armi" ed esplosivi con tritolo. Cuerpo ha ricordato che, a partire dallo scorso 7 ottobre, Madrid "non ha più autorizzato nessuna licenza per l'esportazione di armi verso Israele". Le spiegazioni fornite dal governo non convincono le associazioni pro-palestina, che accusano il governo di "mentire". Il partito politico Podemos ha sporto denuncia sul caso in tribunale, mentre Sumar (che fa parte della coalizione di governo) ha presentato un'interpellanza parlamentare a riguardo.
Lapid: 'Governo ha perso il controllo'
Il leader dell'opposizione israeliana, Yair Lapid, ha accusato il governo di Benjamin Netanyahu di aver perso il controllo, sottolineando che finché quest'esecutivo sarà al potere Israele non sarà in grado di vincere la guerra contro Hamas. "Il governo ha perso il controllo - ha scritto Lapid sul social X - Ogni giorno a Gaza vengono uccisi soldati e loro litigano in televisione. Il gabinetto non funziona". Le sue parole seguono lo scontro scoppiato all'interno dell'esecutivo sul post-guerra a Gaza nato dalle dichiarazioni del ministro della Difesa, Yoav Gallant, il quale ha sottolineato che "non permetterà" che si imponga "un governo civile o militare (israeliano, ndr) a Gaza dopo Hamas".
Israele: 'Drone di Hezbollah in Bassa Galilea, nessun ferito'
Secondo l'esercito israeliano un drone lanciato da Hezbollah dal Libano ha colpito questa sera un'area della Bassa Galilea. L'Idf - riferisce Times of Israel - afferma che non ci sono feriti nell'attacco. In precedenza il gruppo libanese aveva affermato di aver preso di mira una base militare ad ovest di Tiberiade, a circa 35 chilometri dal confine con il Libano, con diversi droni carichi di esplosivo.
Al Jazeera, storia della tv del Qatar al centro delle polemiche
Dal 5 maggio l'emittente del Qatar non è più visibile per gli israeliani. Il governo Netanyahu ha votato la chiusura delle attività e la confisca delle attrezzature della tv, accusata di essere "il megafono" di Hamas a Gaza e di "istigare" contro Israele. Al Jazeera, dal 1996, anno del lancio delle sue trasmissioni in arabo, si è affermata progressivamente come fonte di notizie capace di competere con i grandi media occidentali. LEGGI L'ARTICOLO
Israele, dall'Iron Dome alla Fionda di David: come è costruita la difesa antiaerea
L'Idf ha fatto sapere di aver intercettato il 99% dei missili, droni e proiettili lanciati dall'Iran verso il territorio israeliano nella notte tra il 13 e il 14 aprile: l’esercito può contare su diversi sistemi pensati per bloccare le varie minacce, dai missili balistici a quelli da crociera e i razzi a bassa quota. LEGGI
Casa Bianca, operazioni Israele a Rafah sono mirate: monitoriamo
"Vogliamo essere sicuri che ci sia un piano per la tutela dei civili a Rafah". Lo ribadisce la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. "Il nostro sostegno è incrollabile e crediamo che Israele abbia il diritto di perseguire Hamas. Ma allo stesso tempo abbiamo detto a Israele i nostri timori su Rafah. Riteniamo che quello che stiamo vedendo ora a Rafah sono operazioni mirate", ha detto Jean-Pierre sottolineando che gli Stati Uniti "monitorano" l'evoluzione della situazione.
Hamas, cosa significa il triangolo rovesciato associato alle brigate Al-Qassam
Tradizionalmente utilizzato per segnalare obiettivi militari da colpire, si sta diffondendo come simbolo della lotta contro Israele anche negli Stati Uniti: da giorni sui social circola l'immagine di un ragazzo all'Università della Pennsylvania che con le mani va a formare il triangolo durante le manifestazioni a favore di Gaza. COSA SIGNIFICA
Allestite tende per Gaza nei campus svedesi, c'è anche Greta
Studenti nelle principali città universitarie svedesi quali Lund, Goteborg e ora anche Stoccolma hanno iniziato a protestare contro i loro atenei per chiedere una condanna di quanto sta succedendo a Gaza e una presa di distanza da Israele. "Siamo qui perché c'è un genocidio in corso contro i palestinesi" ha dichiarato Emma Bastås, studentessa a Stoccolma, come riporta il quotidiano Dagens Nyheter. "L'Università di Stoccolma ha quattro accordi con università israeliane, che hanno tutte espresso il loro sostegno al genocidio", ha aggiunto la studentessa che vuole la cancellazione degli accordi. Tra le persone presenti anche l'ambientalista Greta Thunberg. A Lund e Goteborg gli studenti stanno chiedendo simili interventi alle loro università. Diverse tende e striscioni occupano un'intera area davanti all'edificio dove ha sede il rettorato dell'università di Goteborg. Gli organizzatori hanno intenzione di stare lì per giorni, il che finora è stato tollerato sia dalle autorità che dall'università stessa. "Fa parte dei diritti democratici degli studenti esprimere le proprie opinioni e frustrazioni" ha dichiarato all'ANSA Malin Broberg, rettrice dell'università di Goteborg. "Gli studenti vogliono che l'università prenda una posizione e interrompa le collaborazioni (con Israele)". Per ora l'università non si è ancora espressa in merito alle richieste degli organizzatori della protesta: "Risponderò per iscritto nel corso della giornata di domani", ha aggiunto la rettrice Broberg.
Katz: 'scoperta in Giordania una rete terroristica Iran-Hamas'
"Le autorità giordane hanno scoperto una rete terroristica iraniana composta da attivisti dei Fratelli Musulmani e terroristi di Hamas, che mirava a contrabbandare armi in Giordania per destabilizzare il regime giordano". Lo rende noto il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz su X. "Inoltre, la rete prevedeva di contrabbandare armi nei territori dell'Autorità Palestinese per costruire un'infrastruttura terroristica di Hamas e aprire un altro fronte contro Israele". "L'Iran - prosegue il ministro taggando la Guida suprema Ali Khamanei - è la testa del serpente e il mondo deve fermarlo oggi prima che sia troppo tardi".
Missili, droni e caccia: ecco i sistemi di attacco e difesa aerea di Iran e Israele. FOTO
Dopo l'attacco della Repubblica islamica allo Stato ebraico e, in risposta, il lancio di droni contro la base di Esfahan, torna l'attenzione degli analisti internazionali sulle forze aeronautiche dei due Paesi. In caso di guerra aperta, ecco quali armi e sistemi hanno in dotazione e chi sarebbe avvantaggiato (anche grazie all'aiuto degli Usa). I SISTEMI
Blinken parla con Fidan: 'Sforzi per tregua, rilascio ostaggi e sollievo sofferenze a Gaza'
Antony Blinken ha discusso oggi in un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, "gli sforzi per ottenere un immediato cessate il fuoco che garantisca il rilascio degli ostaggi e aiuti ad alleviare le sofferenze dei palestinesi a Gaza". Lo rende noto il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, aggiungendo che il segretario di Stato Usa e Fidan hanno "discusso degli sforzi per assicurare una pace durevole nella regione". "Blinken ha sottolineato l'importanza di evitare un'escalation del conflitto in Medio Oriente e garantire l'aumento degli invii di aiuti umanitari a Gaza", ha concluso Miller.
Netanyahu: 'on Hamas nessun governo a Gaza, neanche
"Finché Hamas resta a Gaza, nessun altro governerà la Strscia: certamente non l'Autorità nazionale palestinese". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in risposta alle dichiarazioni del ministro della difesa Yoav Gallant. "Non sono disposto a passare da Hamastan a Fatahstan", ha detto riferendosi alla parte politica dominante dell'Anp, Fatah.
Funzionario alla Cnn: 'Egitto valuta di ridurre relazioni diplomatiche con Israele'
"L'Egitto potrebbe considerare di ridurre il livello delle relazioni diplomatiche con Israele se proseguiranno le sue operazioni militari nella città di Rafah": lo ha detto un alto funzionario egiziano alla Cnn. "Tutto è possibile ed è sul tavolo, compreso il declassamento dei rapporti - ha detto il funzionario -. Ma non siamo ancora a questo punto. Stiamo parlando con gli israeliani, cercando di spiegare e raggiungere un consenso", ha detto il funzionario. I due Paesi si stanno accusando reciprocamente di impedire l'invio di aiuti a Gaza, dove la crisi umanitaria peggiora di ora in ora.
Da Gaza a Trieste, l'Ong che ha salvato otto bambini palestinesi dalla guerra
Un gruppo di bambini palestinesi, malati o feriti, è stato trasferito all'ospedale pediatrico triestino Burlo Garofolo grazie all'operazione umanitaria organizzata dall'associazione Gaza Kinder Relief (GKR), in collaborazione con Save a Child. Ne abbiamo parlato con Alisa Kireeva, co-fondatrice della Ong GKR che si è occupata in prima persona, insieme alle altre volontarie, di portare a termine l'intera missione. L'INTERVISTA
Tajani: Israele ci chiede di intervenire su Egitto per gli aiuti
"Gli israeliani ci hanno chiesto di intervenire e sostenere presso l'Egitto la possibilità di riaprire il valico di Rafah da parte egiziana per far arrivare gli aiuti alla popolazione civile". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando della sua telefonata con il suo omologo israeliano Katz, a margine dell'incontro su 'La Diplomazia della crescita verso Expo Osaka 2025', in corso alla Farnesina.
A Bari studenti manifestano per la Palestina: 'Stop al genocdio'
Si sono tenute anche a Bari manifestazioni in alcune scuole e nelle sedi universitarie "in solidarietà al popolo palestinese e per l'immediata fine del genocidio in corso", evidenziano gli studenti di Uds, Link e Zona Franka. "Questa mattina - spiegano - un flash mob e lo srotolamento della bandiera palestinese dai palazzi universitari, nel pomeriggio un evento organizzato dall'associazione Italia-Palestina con studenti e studentesse: siamo in collegamento con i colleghi statunitensi in lotta al fianco della Palestina e per la pace in Medioriente e in tutto il mondo", dichiarano. "A 76 anni di distanza dalla prima enorme deportazione del popolo palestinese organizzata dall'allora neonato Stato di Israele, passata alla storia come Nakba - aggiungono - sentiamo il dovere civico e politico di manifestare con ancora più forza al fianco della Palestina e per l'immediato cessate il fuoco". "Vogliamo creare un filo rosso tra le mobilitazioni degli studenti oltreoceano e quelle promosse in gran numero nel nostro continente: la situazione in tutta la striscia di Gaza, e non solo - sottolineano - è da tempo assolutamente preoccupante. L'Italia continua ad avere una posizione di silenzi e ambiguità sul genocidio più filmato e diffuso in tempo reale della storia". "Noi - concludono - non seguiamo l'indirizzo del nostro governo, continueremo a batterci fino al riconoscimento dello stato di Palestina, alla cessazione del conflitto per garantire pace ed esistenza pacifica a tutti i popoli del mondo".
Roma, vandalizzata alla Sapienza la targa del rettore palestinese ucciso a Gaza
Stelle di David disegnate con lo spray, la scritta Israel sul muro e un foglio: "In ricordo delle 1133 vittime, uomini, donne, bambini, neonati israeliani uccisi, stuprati, bruciati il 7 ottobre del 2023 dagli infami, feroci, assassini palestinesi di Hamas, abitanti di Gaza". La reazione dei collettivi dell'Ateneo romano: "Gesto grave, vogliamo una reazione da parte dell'Università e della Rettrice". LEGGI L'ARTICOLO
Ben Gvir chiede le dimissioni di Gallant
Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir e il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi hanno chiesto di destituire il ministro della Difesa Yoav Gallant dopo che ha chiesto al premier Netanyahu di "dichiarare che Israele non governerà la Striscia di Gaza". "Un simile ministro della Difesa deve essere sostituito per raggiungere gli obiettivi della guerra", ha detto Ben Gvir citato da Haaretz. "Dal punto di vista (di Gallant), non c'è differenza se Gaza sarà controllata dai soldati israeliani o dagli assassini di Hamas".
Gallant ordina lo stop di al Jazeera anche in Cisgiordania
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dato istruzioni al capo dell'Idf di prepararsi a chiudere le trasmissioni di Al Jazeera in Cisgiordania. Lo riferisce la radio militare israeliana.
Torino, a Palazzo nuovo studenti pro Gaza bloccano le lezioni Al Politecnico occupata l'Aula magna
Secondo giorno di occupazione all'Università di Torino. Gli studenti, tra cui membri dei collettivi Cambiare Rotta, Cua e Progetto Palestina, che manifestano a sostegno di Gaza e contro la collaborazione fra atenei e istituzioni e università israeliane, hanno impedito lo svolgimento delle lezioni a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche. Sempre a Torino, al Politecnico invece un centinaio di manifestanti ha occupato l'Aula magna. "Resteremo qui finché il rettore Corgnati non sarà disponibile a un dialogo e fin quando gli accordi con le istituzioni accademiche israeliane e le aziende belliche non saranno desecretati e immediatamente interrotti" hanno dichiarato gli studenti attivisti. Stasera alle 21 prevista una fiaccolata per la ricorrenza dei 76 anni della Nakba, l'esodo forzato dei palestinesi dai loro territori.
Bimbi in corteo per Gaza a Torino: arriva ispezione ministero
Una classe di Chieri, comune di 35 mila abitanti della città metropolitana di Torino, nel capoluogo sabaudo per una gita, terminata l'uscita didattica al 'Xké?', il «laboratorio della curiosità» che dista solo due isolati dalla città universitaria, è stata fatta riparare dalle tre maestre che l'accompagnavano, a causa della pioggia cominciata a cadere piovosa all'ora di pranzo, nell'ateneo torinese, che però è occupato da qualche giorno dagli attivisti pro Palestina. In un breve filmato che gira on line, si vedono i bambini gridare 'Palestina libera'; urlano, battono le mani, alzano le braccia al cielo; uno sventola il vessillo palestinese, molto più alto di lui. Il ministero dell'Istruzione e del Merito fa sapere in queste ore di aver predisposto un'ispezione per accertare i fatti e appurare eventuali responsabilità dei docenti dell'istituto scolastico. Le maestre e il preside dell'istituto hanno chiarito che non era prevista la sosta nell'ateneo in cui i bambini sono stati fatti fermare solo perchè la pioggia era forte ed era quasi ora di pranzo. In effetti nei filmati alcuni piccoli sono seduti per terra e mangiano un panino. "Non siamo state noi a insegnare ai bambini i canti per la Palestina. Sono stati gli occupanti a intonarli, i nostri alunni li hanno solo ripetuti", ha detto una delle maestre. Nell'ateneo è in corso una mobilitazione con tende 'pro Gaza' da lunedì scorso. Anche il preside ha difeso le docenti, ripetendo la loro versione. "Le maestre volevano solo proteggere i bambini dalla pioggia e sono entrate con la classe a Palazzo Nuovo occupato", ha raccontato Dario Portale, dirigente dell'Istituto comprensivo Chieri. Ma la Federazione Italia Israele e il Gruppo Sionistico Piemontese hanno definito "sconcertante" l'episodio, "tra l'altro ingiustificabile sul piano didattico", e si sono rivolti al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. Che oggi ha predisposto una ispezione.
Tajani a Katz: aprite i varchi per aiuti a popolazione
Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri di Israele, Israel Katz. "In questa delicata fase del conflitto, ho invitato il Governo israeliano a porre termine all'azione militare a Rafah, che rischia di aggravare la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza: e' importante continuare a lavorare perche' i negoziati tra le parti proseguano, affinche' si possa raggiungere un cessate il fuoco che permetta la liberazione degli ostaggi", ha commentato il vice presidente del Consiglio. Durante la telefonata Tajani ha ribadito al ministro Katz l'importanza che l'Italia attribuisce all'apertura dei valichi terrestri - rispetto ai quali il corridoio marittimo e' complementare, ma non sostitutivo - che consentano l'arrivo nella Striscia di aiuti umanitari, a partire da quelli alimentari e medici. In proposito, e' stato confermato l'impegno del Governo per il successo dell'iniziativa "Food for Gaza" e l'attenzione con cui il nostro Paese, anche nell'ambito della Presidenza del G7, intende continuare a lavorare per alleviare la crisi umanitaria a Gaza.
Capo diplomazia Ankara discute della tregua col leader di Hamas
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha discusso dei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza con il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Lo riporta la tv di Stato turca Trt, citando fonti diplomatiche. In precedenza, Fidan aveva avuto un colloquio con il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, dove aveva sottolineato l'importanza di un cessate il fuoco immediato a Gaza e aveva definito "inaccettabile" l'attacco di Israele contro Rafah.
Gallant: 'Netanyahu dica che Israele non resterà a Gaza'
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, citato dai media, ha chiesto al premier Benyamin Netanyahu di "prendere una decisione e dichiarare che Israele non governerà la Striscia di Gaza con civili e che non ci sarà alcun governo militare". Secondo Gallant, avere un apparato di sicurezza a Gaza il giorno dopo la sconfitta di Hamas comporterebbe costi non necessari di vite israeliane.
Gallant: 'Accordo o guerra per rientro sfollati Israele nel nord'
"Presto dovremo prendere una decisione: se riportare i nostri sfollati a casa loro al nord o con un accordo o un'azione militare". Lo ha detto, citato dai media, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in una conferenza stampa. Il ministro si è riferito alle decine di migliaia di israeliani che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni al confine con il Libano a causa dei continui lanci di razzi da parte degli Hezbollah, cominciati subito dopo il 7 ottobre.
Israele invierà all'Aja una delegazione per le prossime sedute
Una delegazione legale israeliana si recherà nei prossimi giorni all'Aja per rappresentare il Paese nelle sedute della Corte internazionale di giustizia chieste dal Sudafrica per esaminare la situazione a Gaza dopo l'operazione militare a Rafah. Lo ha fatto sapere il ministero degli Esteri sottolineando che la delegazione andrà nonostante "il corto preavviso" sulle sedute annunciato dalla Corte.
Media: delegazione Shin Bet oggi al Cairo per colloqui su valico Rafah
Una delegazione di funzionari israeliani della sicurezza e dell'intelligence guidati dallo Shin Bet si è recata oggi al Cairo per tenere colloqui con funzionari egiziani mirati a risolvere la crisi relativa all'operazione delle Idf a Rafah e alla chiusura del valico locale. Lo ha riferito sul social X il giornalista Barak Ravid di Axios, citando una fonte israeliana. "Lo scopo dei colloqui al Cairo è quello di allentare le tensioni con l'Egitto e di stabilire rapporti cordiali", ha affermato la fonte.
Ankara pressa gli Usa: "Israele abbandoni Rafah subito"
Il governo turco chiede agli Stati Uniti di intensificare la pressione su Israele per porre fine alle operazioni militari a Rafah. La richiesta e' stata ribadita in una telefonata tra il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan e il Segretario di Stato americano Anthony Blinken. A renderlo noto fonti diplomatiche citate dai principali media turchi. Il capo della diplomazia di Ankara, fedelissimo del presidente Recep Tayyip Erdogan, ha detto al collega americano che la Turchia ritiene l'occupazione del valico di Rafah da parte di Israele "un crimine di guerra", ha chiesto il 'ritiro immediato' delle truppe israeliane, la cui presenza nell'area e' "inaccettabile". Fidan ha anche ribadito la necessita' di giungere a un cessate il fuoco "il prima possibile" e garantire il flusso di aiuti umanitari diretti alla popolazione civile "attraverso l'eliminazione di tutti gli ostacoli" al passaggio dei convogli.
Turchia: 'L'attacco di Israele a Rafah è inaccettabile'
"L'attacco di Israele a Rafah è inaccettabile". Lo ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante un colloquio telefonico con il Segretario di Stato americano, Antony Blinken. Fidan ha sottolineato la necessità di stabilire un cessate il fuoco immediato e di rimuovere gli ostacoli per l'invio ininterrotto di aiuti umanitari nella regione, riferisce la tv di Stato Trt, citando fonti diplomatiche. Durante il colloquio, si è parlato anche degli ultimi sviluppi della situazione in Ucraina.
Tajani: 'Invitato ministro Esteri Anp a Roma prossima settimana'
"Ho invitato a Roma la prossima settimana il ministro degli Esteri palestinese. L'Italia sostiene il nuovo governo dell'Autorità palestinese e lavora per il suo rafforzamento". Lo ha annunciato durante il question time a Montecitorio il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Gaza: delegazione israeliana al Cairo per colloqui su aiuti
Una delegazione israeliana di alto livello è arrivata al Cairo questa mattina per incontri sulla situazione a Rafah e nel resto della Striscia di Gaza. Una visita di poche ore, che ha visto la delegazione ripartire nel primo pomeriggio. Lo riferiscono fonti aeroportuali. La delegazione - aggiunge la fonte - è arrivata a bordo di un aereo privato Bombardier Challenger 604 dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv e ha incontrato alti funzionari egiziani alla luce delle recenti accuse reciproche riguardo al deterioramento delle condizioni nella Striscia di Gaza e dell'impossibilità di consegnare gli aiuti umanitari. All'arrivo, la delegazione è stata accolta da un rappresentante dell'intelligence e scortata con un convoglio alla sede delle trattative.
Tajani: 'Oggi ribadirò a Katz nostra opposizione a operazione Rafah'
Dell'iniziativa 'Food for Gaza' parlerò "oggi di nuovo al telefono con il ministro degli Esteri israeliano Katz, che ha anche partecipato a una riunione del tavolo e al quale rinnoverò la richiesta di massima assistenza per la consegna degli aiuti. Ribadirò anche la nostra opposizione ad un'operazione militare a Rafah". Lo ha dichiarato durante il question time a Montecitorio il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Stiamo sollecitando Israele a raggiungere un cessate il fuoco, fornire un piano per la protezione dei civili, facilitare ulteriori evacuazioni, ristabilire i servizi essenziali e assicurare la protezione delle infrastrutture critiche", ha aggiunto.
Al Qahera: blindati israeliani ostacolano ingresso aiuti a Gaza
"Blindati militari si sono schierati davanti al valico di Rafah dal lato palestinese e ostacolano la consegna degli aiuti per la popolazione della Striscia di Gaza": lo afferma il corrispondente dell'emittente statale egiziana Al Qahera.
Netanyahu: 'Non c'è e non ci sarà crisi umanitaria a Rafah
"Le nostre forze stanno combattendo in tutta la Striscia di Gaza, a Jabalya, Zaitun e Rafah. Lo facciamo evacuando la popolazione civile e adempiendo al nostro impegno nei confronti dei loro bisogni umanitari. I nostri sforzi responsabili stanno dando i loro frutti". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu secondo cui "finora a Rafah è stato evacuato dalle zone di combattimento quasi mezzo milione di persone. La catastrofe umanitaria di cui hanno parlato non si è materializzata, né si materializzerà".
Netanyahu: inutile parlare di futuro a Gaza se Hamas resta
"I discorsi sul 'giorno dopo', finchè Hamas rimarrà intatto, rimangono solo solo chiacchiere, prive di contenuto". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu in un discorso diffuso dal suo ufficio. "Fino a quando non sarà chiaro che Hamas non controlla militarmente Gaza, nessun partito - ha aggiunto - sarà disposto ad assumere la gestione civile di Gaza per paura della sua sicurezza".
Hamas: "I morti a Gaza sono a 35.233'"
Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che il numero dei morti a Gaza, dall'inizio della guerra, è di 35.233.
Erdogan, Israele attaccherà la Turchia se Hamas sconfitto
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che Israele attaccherà la Turchia "prima o poi" se riuscirà a sconfiggere Hamas nella Striscia di Gaza. "Non pensate che Israele si fermera' a Gaza", ha detto il capo dello Stato ad Ankara ai deputati del suo partito, l'AKP. "Se non lo fermiamo, questo stato canaglia e terrorista prima o poi metterà gli occhi sull'Anatolia", ha giudicato, riferendosi alla parte della Turchia situata in Asia Minore e che rappresenta la maggior parte del suo territorio. La Turchia ha recentemente sospeso le relazioni commerciali con Israele per "costringerlo ad accettare un cessate il fuoco e aumentare il volume degli aiuti umanitari che entrano" a Gaza. "Continueremo a sostenere Hamas, che lotta per l'indipendenza del proprio Paese e che difende l'Anatolia", ha aggiunto Erdogan.
Netanyahu, respingiamo decisione Onu su status palestinesi
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che il suo governo ha respinto all'unanimità la decisione Onu di promuovere il riconoscimento di uno Stato palestinese. "Non permetteremo loro di creare uno Stato terroristico dal quale possano attaccarci ancora di piu'",
ha affermato. "Nessuno impedirà a noi, Israele, di esercitare il nostro diritto fondamentale di difenderci: nè l'assemblea generale delle Nazioni Unite né qualsiasi altra entita'", ha aggiunto, assicurando che la decisione del Palazzo di Vetro non servirà da base per futuri negoziati e non contribuirà a raggiungere una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese. "Non daremo un premio al terribile massacro del 7 ottobre, sostenuto dall'80% dei palestinesi di Gaza e della Cisgiordania", ha sostenuto Netanyahu.
Isw: "Le milizie palestinesi stanno sostenendo un tasso giornaliero molto elevato di attacchi contro le forze israeliane a Jabalia"
Idf: "60 razzi lanciati da Hezbollah verso il nord di Israele"
Una raffica di 60 razzi sono stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele, in particolare contro il monte Meron. Lo hanno reso noto le Forze di difesa israeliane (Idf) spiegando che almeno uno di questi razzi è stato lanciato contro la base militare di Biranit al confine con il Libano. Molti razzi sono stati intercettati dalla contraerea, mentre alcuni hanno causato ''danni minori'', hanno detto le Idf.
Hezbollah ha rivendicato la responsabilità degli attacchi, affermando di aver preso di mira il Monte Meron con decine di razzi. Non si registrano feriti, hanno precisato le Idf.
Medioriente, lo Stato ebraico stringe la morsa su Rafah. VIDEO
Il governo di Israele respinge la Risoluzione sulla Palestina all'Onu
"Nessuno - ha spiegato il premier - impedirà a Israele, di esercitare il nostro diritto fondamentale di difenderci, né l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite né in qualsiasi altra entità. Staremo insieme a testa alta per difendere il nostro Paese". La decisione di oggi del governo - annunciata nel giorno in cui i palestinesi celebrano la Nakba - comporta che per Israele "non cambia lo status delle aree contese, non conferisce alcun diritto e non pregiudica alcun diritto dello Stato di Israele e del popolo ebraico nella Terra d'Israele". Inoltre, la decisione dell'Onu " non costituirà una base per futuri negoziati e non ha alcuno scopo per promuovere una soluzione pacifica". Israele ha sempre sostenuto che la nascita dello stato palestinese deve essere affidata alle trattative dirette tra le parti.
L'Egitto: "Basta minacce degli Houthi nel Mar Rosso"
Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha incontrato a Manama, nel Bahrein, dove è in programma il 33/o vertice arabo, diversi leader dei Paesi partecipanti tra cui il suo omologo dello Yemen Shayea Mohsen Al-Zindani, al quale ha manifestato il suo "pieno rifiuto delle minacce alla sicurezza della navigazione nel Mar Rosso". Durante l'incontro, si è parlato degli sforzi regionali e internazionali per stabilire la pace e raggiungere una soluzione sostenibile alla crisi yemenita e l'Egitto ha affermato il suo "fermo impegno" a sostenere questi sforzi "al fine di preservare l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale dello Yemen". "Questa soluzione - ha aggiunto - si baserà sui riferimenti delle Nazioni Unite, sui risultati del dialogo nazionale yemenita e sulle pertinenti risoluzioni del Golfo e del mondo arabo". Il ministro yemenita, da parte sua, ha detto di apprezzare "il ruolo equilibrato e di sostegno del Cairo nel rafforzare la stabilità nello Yemen e nel sostenere il popolo yemenita. Shoukry ha incontrato anche i suoi omologhi giordano e iracheno, con i quali ha sottolineato l'importanza di "intensificare la cooperazione all'interno del meccanismo tripartito come modello per l'azione araba congiunta". Con l'omologo siriano Faisal Mekdad, il ministro egiziano ha sottolineando la consultazione in corso tra Egitto e Siria "per rafforzare le relazioni bilaterali". Shoukry ha visto anche il ministro degli Esteri del Bahrein Abdullatif bin Rashid Al Zayani, con il quale ha discusso anche degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza, sottolineando "la necessità di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e di fermare le operazioni militari nella città palestinese di Rafah". Hanno inoltre messo in guardia contro i pericoli derivanti dall'occupazione israeliana in corso e dalla chiusura del lato palestinese del valico di frontiera di Rafah, bloccando l'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia".
Idf: "Hussain Ibrahim Mekky, un comandante senior di Hezbollah, è stato eliminato durante la notte da un attacco aereo dell'IAF"
Erdogan: "Se Israele non sarà fermato punterà alla Turchia"
"Non pensate che Israele si fermerà a Gaza, se questo Stato terrorista non viene fermato, prima o poi metterà gli occhi sull'Anatolia con l'illusione che sia una terra promessa". Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta Anadolu. "Continueremo a stare dalla parte di Hamas che lotta per l'indipendenza del suo territorio e difende l'Anatolia", ha aggiunto Erdogan, durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Erdogan, dopo avere ribadito che non considera il gruppo palestinese un'organizzazione terroristica.
Erdogan: "Netanyahu morirà in carcere come Mladic"
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che il premier israeliano Benjamin Netanyahu è destinato a morire in carcere come Ratko Mladic, condannato all'ergastolo per il genocidio di Srebrenica. "Prima o poi il macellaio di Gaza, (Benjamin) Netanyahu e coloro che prendono parte al genocidio di Gaza attenderanno la stessa fine", ha detto Erdogan, durante un discorso al suo gruppo parlamentare Akp trasmesso dalla tv di Stato Trt, dopo avere citato i responsabili del genocidio di Srebrenica che "attendono di morire in prigione".

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Media: Nasrallah incontra esponenti di Hamas su guerra
Gli Hezbollah hanno annunciato che il segretario generale dell'organizzazione Hassan Nasrallah ha incontrato esponenti di Hamas in Libano per discutere la situazione della guerra. Lo ha riferito Haaretz, secondo cui per Hamas erano presenti Khalil al-Hayya, vice di Yahya Sinwar, Osama Hamdan e Muhammad Nasr.
Allarmi ripetuti al nord di Israele al confine con il Libano
Le sirene di allarme anti razzi stanno ripetutamente risuonando nel nord di Israele al confine con il Libano. Lo ha fatto sapere l'esercito.
Premier Anp ricorda Nakba: "Palestinesi non lasceranno Gaza"
L'attaccamento dei palestinesi alla propria terra "sconfiggerà tutti i tentativi di sfollamento continuati dopo la Nakba, non ultimi i piani per sfollare la nostra gente a Gaza". Lo ha detto il premier di Ramallah Muhammad Mustafa nella ricorrenza della 'Nakba' (Catastrofe) - la nascita di Israele nel 1948 e l'esodo di circa 700mila palestinesi dalle loro terre - che viene ricordata oggi in tutti i Territori. Mustafa - citato dalla Wafa - ha denunciato "l'escalation degli attacchi dell'occupazione e dei suoi colonialisti in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme". Una escalation - ha aggiunto - alla quale non ci arrenderemo andando via.
Ue chiede a Israele stop immediato a operazioni a Rafah
L'Ue chiede a Israele di porre fine "immediatamente" alle operazioni militari in corso a Rafah perchè queste stanno ulteriormente peggiorando una situazione umanitaria già molto difficile e porteranno "inevitabilmente" nuove tensioni nei rapporti tra l'Unione e Israele. È quanto scrive in una nota l'Alto rappresentante Ue per l'azione esterna Josep Borrell.
Idf: ucciso Mekky, comandante Hezbollah del Fronte sud
L'esercito israeliano ha annunciato che nel raid della notte scorsa nell'area di Tiro in Libano è stato ucciso "Hussain Ibrahim Mekky comandante di campo degli Hezbollah nel Fronte sud". Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui Mekky "era responsabile della pianificazione ed esecuzione di numerosi attacchi terroristici contro civili israeliani sin dall'inizio della guerra". Mekky - ha aggiunto il portavoce - "in precedenza era stato comandante delle forze Hezbollah della regione costiera".
Sette morti e 11 feriti in raid Israele sulla Striscia
Media arabi affermano che quattro persone sono state uccise e nove ferite in un attacco israeliano che ieri sera ha colpito un appartamento residenziale nel quartiere Sheikh Radwan di Gaza, mentre madre e figlio sono morti in un altro raid contro un appartamento nella zona Yarmourk della stessa città. In un terzo attacco israeliano effettuato con droni un uomo è rimasto uccisi e altri due feriti a Jabalia, nel nord della Striscia. Il bilancio delle vittime nell'enclave palestinese dal 7 ottobre scorso è di almeno 35.173 morti e 79.061 feriti, secondo i dati del Ministero della Sanità locale gestito dal movimento islamista Hamas.
Droni uccidono comandante Hezbollah a Tiro in Libano
Fonti della sicurezza libanesi rendono noto che un comandante di Hezbollah è stato ucciso in un attacco di droni a Tiro attribuito a Israele. Lo scrive il sito israeliano 'Ynetnews'.
Wsj: Biden procede con pacchetto armi a Israele da 1 mld
L'amministrazione Biden ha notificato al Congresso che intende procede con la vendita di armi per un miliardo di dollari a Israele. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali la decisione di procedere mette in evidenza la riluttanza dell'amministrazione a ampliare ancora di più il divario con il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Il pacchetto dovrebbe includere 700 milioni di dollari di munizioni per carri armati, 500 milioni di dollari di veicoli tattici e 60 milioni di colpi di mortaio. Il pacchetto di armi arriva una settimana dopo la pausa alle spedizioni delle bombe ad alta carica.
Media: ospedale Europeo fuori servizio, manca carburante
I generatori elettrici dell'ospedale Europeo vicino a Rafah hanno smesso di funzionare a causa della carenza di carburante, mettendo l'ospedale "fuori servizio": lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti mediche. La carenza di carburante sta "minacciando la vita di centinaia di feriti e malati all'interno" del complesso medico nel sud di Gaza, spiegano i sanitari.