Guerra Israele–Hamas, Israele prepara attacco Rafah, comprate 40mila tende per civili

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"Non abbiamo ancora visto un piano credibile e fattibile per portare i civili fuori da Rafah", riferiscono dalla Casa Bianca. L'Iran torna a minacciare vendetta contro Israele e precisa che non attaccherà direttamente, ma colpirà attraverso forze iraniane nella regione. Israele dal canto suo ha completato 'una estesa esercitazione' al confine nord con il Libano. La proposta di tregua è in stallo

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L'Iran torna a minacciare vendetta contro Israele e precisa che non attaccherà direttamente, ma colpirà attraverso forze iraniane nella regione. Israele dal canto suo ha completato 'una estesa esercitazione' al confine nord con il Libano. La proposta di tregua è in stallo. Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha respinto le argomentazioni secondo cui Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi a Gaza, affermando di non aver visto alcuna prova che lo suggerisca. "Completeremo l'eliminazione dei battaglioni di Hamas, anche a Rafah. Nessuna forza al mondo ci fermerà". Lo ha dichiarato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, presso una base militare dove ha incontrato le reclute dell'Idf destinate a essere dispiegate ai valichi di frontiera.

Lo stesso premier israeliano insiste sulla necessità dell'attacco di terra a Rafah: "accadrà: c'è una data", assicura. Parole che mettono "in dubbio" i negoziati per una tregua, afferma il movimento islamista palestinese. Sul tavolo ci sarebbero sei settimane di stop in cambio del rilascio di 40 ostaggi. 


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È  stata per molto tempo un'ancora di salvezza vitale nella  Striscia di  Gaza e motivo di contesa con Israele, molto prima che alcuni  dipendenti  dell'agenzia fossero accusati di essere coinvolti  nell'assalto di  Hamas del 7 ottobre scorso. Offre una serie di servizi  sociali alle  persone registrate come rifugiati palestinesi nelle guerre  risalenti al  periodo della nascita dello Stato di Israele: costruisce e  gestisce  scuole, cliniche mediche, rifugi e fornisce cibo, assistenza  abitativa e  prestiti di emergenza. LEGGI

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Comandante pasdaran Iran: "Risposta non sarà affrettata"

Un alto comandante militare iraniano ha detto che l'Iran intende adottare risposte misurate piuttosto che attuare frettolosamente ritorsioni contro Israele a seguito del presunto attacco israeliano al consolato di Teheran a Damasco. L'Iran ha promesso ritorsioni per l'attacco aereo sulla capitale siriana del primo aprile, che ha ucciso sette membri del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana (IRGC), tra cui due comandanti. "Come ha detto il nostro caro leader supremo Ali Khamenei, risponderemo a Israele, ma non agiremo in modo emotivo o frettoloso", ha detto Alireza Tangsiri, comandante della marina dell'IRGC, alla tv Al Arabiya.

Usa: "La risposta di Hamas sulla tregua non è incoraggiante"

La risposta di Hamas al cessate il fuoco finora è stata "meno che incoraggiante". Lo ha detto il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan. 

Usa: "Da Israele ancora nessun piano per i civili a Rafah"

"Non abbiamo ancora visto un piano credibile e fattibile per portare i civili fuori da Rafah". Lo ha detto il Consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan in un briefing alla Casa Bianca sottolineando che Israele non ha presentato un piano "dettagliato su come ospitare, nutrire e fornire medicine ai civili"

Israele: "Oggi il Papa ha avuto un'udienza privata con i rappresentanti di 5 famiglie israeliane i cui parenti sono stati rapiti da Hamas il 7 ottobre"

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Austin: "Carestia di massa a Gaza allungherebbe il conflitto"

Una carestia mortale di massa a Gaza probabilmente accelererebbe la violenza e avrà l'effetto di garantire che ci sia un un conflitto a lungo termine: lo ha detto il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin in un'audizione al Senato. "Non deve accadere... Dovremmo continuare a fare tutto il possibile, e lo stiamo facendo, per incoraggiare gli israeliani a fornire assistenza umanitaria", ha aggiunto.

Usa: "Nessuna data sull'operazione israeliana a Rafah"

"Continuiamo ad avere un dialogo con Israele su un'eventuale operazione a Rafah e siamo profondamente preoccupati per la sicurezza dei civili". Lo ha detto Antony Blinken in una conferenza stampa a Washington con il ministro degli Esteri britannico David Cameron sottolineando di "non avere nessuna data" sull'inizio di un attacco israeliano nell'area, così come invece aveva annunciato ieri il premier Benyamin Netanyahu.

Austin al Congresso: "Nessuna prova di genocidio a Gaza"

Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha respinto le argomentazioni secondo cui Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi a Gaza, affermando di non aver visto alcuna prova che lo suggerisca. "Non abbiamo alcuna prova che un genocidio sia stato commesso" da parte di Israele a Gaza, ha detto Austin alla Commissione per le Forze Armate del Senato durante un'udienza sul bilancio, dove la sua testimonianza è stata interrotta più volte dai manifestanti.

Iran: "Eserciti islamici formino coalizione anti-Israele"

"L'unico modo per combattere i sionisti è formare una coalizione di eserciti islamici". Lo ha detto il comandante della Marina dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, Alireza Tangsiri, come riporta l'agenzia Isna. "Mi rivolgo ai Paesi islamici che pensano che i sionisti siano in realtà loro amici, se il nostro grande profeta fosse qui e vedesse questi crimini, rimarrebbe in silenzio oggi?", ha aggiunto il comandante. 

Iran: presenza Israele negli Emirati è minaccia per noi

La presenza di Israele negli Emirati Arabi Uniti rappresenta una minaccia per l'Iran e questo "non dovrebbe accadere". Lo ha affermato il comandante della Marina dei Guardiani della rivoluzione iraniana Alireza Tangsiri, citato dalla semi-ufficiale Student News Agency. "Sappiamo che i sionisti non sono stati portati negli Emirati per scopi economici ma piuttosto per la sicurezza e l'ambito militare. Questa è una minaccia per noi e non dovrebbe accadere", ha sostenuto Tangsiri, sottolineando che il Golfo non è posto per gli israeliani. Abu Dhabi, insieme al Bahrein, nel 2020 ha firmato gli storici Accordi di Abramo con Israele, stabilendo relazioni diplomatiche.

Australia: "Riconoscere la Palestina unica speranza per mettere fine alla violenza"

Il riconoscimento dello Stato palestinese è "l'unica speranza per spezzare la spirale di violenza infinita" in Medio Oriente. Lo ha dichiarato la ministra degli Esteri australiana, Penny Wong, la cui posizione ricalca quella dei governi di diversi Paesi europei, primo tra tutti quello spagnolo di Pedro Sanchez, promotore di un'iniziativa politica per riconoscere la Palestina.

Esortando di nuovo il governo Netanyahu ad abbandonare i piani per un'operazione a Rafah, Wong ha spiegato che, a suo parere, l'attuazione della soluzione a due Stati andrebbe a beneficio di Israele e, allo stesso tempo, danneggerebbe Hamas. "C'è sempre chi sostiene che il riconoscimento sia un premio per un nemico. Questo è sbagliato. In primo luogo perché la sicurezza stessa di Israele dipende da una soluzione a due Stati", ha affermato durante un intervento all'Australian National University.

"La comunità internazionale ora sta considerando la questione dello Stato palestinese come un modo per dare slancio verso una soluzione a due Stati", ha aggiunto, auspicando che il futuro Stato palestinese venga guidato da un' "Autorità Palestinese riformata" e rifiutando categoricamente qualsiasi ruolo per Hamas.

Save the Children: "A Gaza in 6 mesi di guerra muore un bambino ogni 15 minuti"

Negli ultimi 6 mesi, a Gaza, ogni 15 minuti circa un bambino ha perso la vita. Per ricordare tutti loro e come monito alla comunità internazionale affinché si adoperi per fermare queste morti, lo staff di Save the Children si è riunito in prossimità della sede di Roma dell’Organizzazione, esponendo uno striscione con il terribile dato. Inoltre, lo staff, in silenzio, ha deposto sulla scalinata in prossimità del palazzo una serie di oggetti che rappresentano l’infanzia rubata ai bambini che vivono in zone di conflitto, a Gaza e in tante altre crisi dimenticate. 

Sei mesi di guerra che hanno portato la popolazione allo stremo e sull’orlo di una crisi umanitaria senza precedenti. La distruzione di scuole e ospedali a Gaza è diventata la norma, e la maggior parte dei bambini è privo di cibo e non può ricevere nemmeno le cure più elementari. Circa 30 dei 36 ospedali sono stati bombardati e il sistema sanitario è ormai al collasso. Inoltre, da ottobre, l’escalation del conflitto ha danneggiato o distrutto quasi il 90% degli edifici scolastici e metà della popolazione sta affrontando un livello catastrofico di insicurezza alimentare, con zone come quelle del nord del Paese che sono a rischio di carestia.

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