"Non abbiamo ancora visto un piano credibile e fattibile per portare i civili fuori da Rafah", riferiscono dalla Casa Bianca. L'Iran torna a minacciare vendetta contro Israele e precisa che non attaccherà direttamente, ma colpirà attraverso forze iraniane nella regione. Israele dal canto suo ha completato 'una estesa esercitazione' al confine nord con il Libano. La proposta di tregua è in stallo
L'Iran torna a minacciare vendetta contro Israele e precisa che non attaccherà direttamente, ma colpirà attraverso forze iraniane nella regione. Israele dal canto suo ha completato 'una estesa esercitazione' al confine nord con il Libano. La proposta di tregua è in stallo. Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha respinto le argomentazioni secondo cui Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi a Gaza, affermando di non aver visto alcuna prova che lo suggerisca. "Completeremo l'eliminazione dei battaglioni di Hamas, anche a Rafah. Nessuna forza al mondo ci fermerà". Lo ha dichiarato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, presso una base militare dove ha incontrato le reclute dell'Idf destinate a essere dispiegate ai valichi di frontiera.
Lo stesso premier israeliano insiste sulla necessità dell'attacco di terra a Rafah: "accadrà: c'è una data", assicura. Parole che mettono "in dubbio" i negoziati per una tregua, afferma il movimento islamista palestinese. Sul tavolo ci sarebbero sei settimane di stop in cambio del rilascio di 40 ostaggi.
Gli approfondimenti:
- LO SPECIALE
- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
- Dalla A di Ali Qadi alla Z di Zaka: le parole-chiave del conflitto
- Cos'è Hamas
- Le cause del conflitto
- Cos'è Hezbollah
- Cosa sono i kibbutz
Per ricevere le notizie di Sky TG24:
- La newsletter sulle notizie più lette (clicca qui)
- Il canale Whatsapp di Sky TG24 (clicca qui)
- Le notizie audio con i titoli del tg (clicca qui)
Liveblog del 10 marzo 2024 sulla guerra Israele Hamas
Gaza, gli aiuti umanitari dal cielo non bastano. Onu: "Carestia quasi inevitabile"
Giordania, Egitto ed Emirati Arabi stanno già inviando scorte paracadutate di beni di prima necessità. Gli Stati Uniti dovrebbero aggiungersi a loro nelle prossime ore. Ma a Washington c'è chi parla di "una goccia dell'oceano". A Israele si chiede di potenziare gli arrivi via terra, meno costosi, più efficaci e meno pericolosi di quelli via aria. LEGGI
Guerra in Medioriente, parti lontane per il cessate il fuoco
Unrwa, cosa è e come funziona l'agenzia Onu per i palestinesi
È stata per molto tempo un'ancora di salvezza vitale nella Striscia di Gaza e motivo di contesa con Israele, molto prima che alcuni dipendenti dell'agenzia fossero accusati di essere coinvolti nell'assalto di Hamas del 7 ottobre scorso. Offre una serie di servizi sociali alle persone registrate come rifugiati palestinesi nelle guerre risalenti al periodo della nascita dello Stato di Israele: costruisce e gestisce scuole, cliniche mediche, rifugi e fornisce cibo, assistenza abitativa e prestiti di emergenza. LEGGI
Ritiro truppe israeliane, la disperazione dei palestinesi a Khan Younis
Guerra Gaza, Zuppi: "Non paragonare al genocidio compiuto dall'ideologia nazista"
Per il presidente della Conferenza episcopale italiana quello che sta accadendo nella Striscia "è un'operazione militare che uccide innocenti e bambini, una cosa che nessuno può accettare". Sulla questione del rilascio degli ostaggi: "Il negoziato è l'unica via", LEGGI
Comandante pasdaran Iran: "Risposta non sarà affrettata"
Un alto comandante militare iraniano ha detto che l'Iran intende adottare risposte misurate piuttosto che attuare frettolosamente ritorsioni contro Israele a seguito del presunto attacco israeliano al consolato di Teheran a Damasco. L'Iran ha promesso ritorsioni per l'attacco aereo sulla capitale siriana del primo aprile, che ha ucciso sette membri del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana (IRGC), tra cui due comandanti. "Come ha detto il nostro caro leader supremo Ali Khamenei, risponderemo a Israele, ma non agiremo in modo emotivo o frettoloso", ha detto Alireza Tangsiri, comandante della marina dell'IRGC, alla tv Al Arabiya.
Usa: "La risposta di Hamas sulla tregua non è incoraggiante"
La risposta di Hamas al cessate il fuoco finora è stata "meno che incoraggiante". Lo ha detto il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan.
Usa: "Da Israele ancora nessun piano per i civili a Rafah"
"Non abbiamo ancora visto un piano credibile e fattibile per portare i civili fuori da Rafah". Lo ha detto il Consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan in un briefing alla Casa Bianca sottolineando che Israele non ha presentato un piano "dettagliato su come ospitare, nutrire e fornire medicine ai civili"
Israele: "Oggi il Papa ha avuto un'udienza privata con i rappresentanti di 5 famiglie israeliane i cui parenti sono stati rapiti da Hamas il 7 ottobre"
Guerra a Gaza, cosa prevede la risoluzione Onu per il cessate il fuoco: il testo
Il documento approvato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è vincolante per gli Stati membri, ma Israele ne ha già ignorati altri in passato. La risoluzione condanna gli attacchi ai civili e i rapimenti, ma non cita mai direttamente Hamas. IL DOCUMENTO
Bando per collaborazione con Israele, cosa succede all’Università di Torino?
Tensione per la decisione del Senato accademico di non partecipare al bando ministeriale di collaborazione con Israele. LEGGI L'ARTICOLO
Guerra a Gaza, cosa prevede la risoluzione Onu per il cessate il fuoco: il testo
Il documento approvato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è vincolante per gli Stati membri, ma Israele ne ha già ignorati altri in passato. La risoluzione condanna gli attacchi ai civili e i rapimenti, ma non cita mai direttamente Hamas. IL DOCUMENTO
Austin: "Carestia di massa a Gaza allungherebbe il conflitto"
Una carestia mortale di massa a Gaza probabilmente accelererebbe la violenza e avrà l'effetto di garantire che ci sia un un conflitto a lungo termine: lo ha detto il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin in un'audizione al Senato. "Non deve accadere... Dovremmo continuare a fare tutto il possibile, e lo stiamo facendo, per incoraggiare gli israeliani a fornire assistenza umanitaria", ha aggiunto.
Usa: "Nessuna data sull'operazione israeliana a Rafah"
"Continuiamo ad avere un dialogo con Israele su un'eventuale operazione a Rafah e siamo profondamente preoccupati per la sicurezza dei civili". Lo ha detto Antony Blinken in una conferenza stampa a Washington con il ministro degli Esteri britannico David Cameron sottolineando di "non avere nessuna data" sull'inizio di un attacco israeliano nell'area, così come invece aveva annunciato ieri il premier Benyamin Netanyahu.
Austin al Congresso: "Nessuna prova di genocidio a Gaza"
Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha respinto le argomentazioni secondo cui Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi a Gaza, affermando di non aver visto alcuna prova che lo suggerisca. "Non abbiamo alcuna prova che un genocidio sia stato commesso" da parte di Israele a Gaza, ha detto Austin alla Commissione per le Forze Armate del Senato durante un'udienza sul bilancio, dove la sua testimonianza è stata interrotta più volte dai manifestanti.
Iran: "Eserciti islamici formino coalizione anti-Israele"
"L'unico modo per combattere i sionisti è formare una coalizione di eserciti islamici". Lo ha detto il comandante della Marina dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, Alireza Tangsiri, come riporta l'agenzia Isna. "Mi rivolgo ai Paesi islamici che pensano che i sionisti siano in realtà loro amici, se il nostro grande profeta fosse qui e vedesse questi crimini, rimarrebbe in silenzio oggi?", ha aggiunto il comandante.
Iran: presenza Israele negli Emirati è minaccia per noi
La presenza di Israele negli Emirati Arabi Uniti rappresenta una minaccia per l'Iran e questo "non dovrebbe accadere". Lo ha affermato il comandante della Marina dei Guardiani della rivoluzione iraniana Alireza Tangsiri, citato dalla semi-ufficiale Student News Agency. "Sappiamo che i sionisti non sono stati portati negli Emirati per scopi economici ma piuttosto per la sicurezza e l'ambito militare. Questa è una minaccia per noi e non dovrebbe accadere", ha sostenuto Tangsiri, sottolineando che il Golfo non è posto per gli israeliani. Abu Dhabi, insieme al Bahrein, nel 2020 ha firmato gli storici Accordi di Abramo con Israele, stabilendo relazioni diplomatiche.
Australia: "Riconoscere la Palestina unica speranza per mettere fine alla violenza"
Il riconoscimento dello Stato palestinese è "l'unica speranza per spezzare la spirale di violenza infinita" in Medio Oriente. Lo ha dichiarato la ministra degli Esteri australiana, Penny Wong, la cui posizione ricalca quella dei governi di diversi Paesi europei, primo tra tutti quello spagnolo di Pedro Sanchez, promotore di un'iniziativa politica per riconoscere la Palestina.
Esortando di nuovo il governo Netanyahu ad abbandonare i piani per un'operazione a Rafah, Wong ha spiegato che, a suo parere, l'attuazione della soluzione a due Stati andrebbe a beneficio di Israele e, allo stesso tempo, danneggerebbe Hamas. "C'è sempre chi sostiene che il riconoscimento sia un premio per un nemico. Questo è sbagliato. In primo luogo perché la sicurezza stessa di Israele dipende da una soluzione a due Stati", ha affermato durante un intervento all'Australian National University.
"La comunità internazionale ora sta considerando la questione dello Stato palestinese come un modo per dare slancio verso una soluzione a due Stati", ha aggiunto, auspicando che il futuro Stato palestinese venga guidato da un' "Autorità Palestinese riformata" e rifiutando categoricamente qualsiasi ruolo per Hamas.
Save the Children: "A Gaza in 6 mesi di guerra muore un bambino ogni 15 minuti"
Negli ultimi 6 mesi, a Gaza, ogni 15 minuti circa un bambino ha perso la vita. Per ricordare tutti loro e come monito alla comunità internazionale affinché si adoperi per fermare queste morti, lo staff di Save the Children si è riunito in prossimità della sede di Roma dell’Organizzazione, esponendo uno striscione con il terribile dato. Inoltre, lo staff, in silenzio, ha deposto sulla scalinata in prossimità del palazzo una serie di oggetti che rappresentano l’infanzia rubata ai bambini che vivono in zone di conflitto, a Gaza e in tante altre crisi dimenticate.
Sei mesi di guerra che hanno portato la popolazione allo stremo e sull’orlo di una crisi umanitaria senza precedenti. La distruzione di scuole e ospedali a Gaza è diventata la norma, e la maggior parte dei bambini è privo di cibo e non può ricevere nemmeno le cure più elementari. Circa 30 dei 36 ospedali sono stati bombardati e il sistema sanitario è ormai al collasso. Inoltre, da ottobre, l’escalation del conflitto ha danneggiato o distrutto quasi il 90% degli edifici scolastici e metà della popolazione sta affrontando un livello catastrofico di insicurezza alimentare, con zone come quelle del nord del Paese che sono a rischio di carestia.