Guerra Israele-Hamas, Biden annuncerà costruzione di un porto a Gaza per gli aiuti

©Ansa

La Casa Bianca: "Sarà allestito un molo temporaneo in grado di accogliere navi cargo di grandi dimensioni che trasportino cibo, acqua, medicine e rifugi temporanei". Secondo il New York Times diminuiscono le speranze che un accordo sul rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre possa essere raggiunto la prossima settimana. Gli Houthi sono tornati a colpire nel Mar Rosso e per la prima volta dall'inizio della loro offensiva contro i mercantili occidentali hanno provocato vittime civili

LIVE

Terzo lancio aereo aiuti Usa su Gaza in una settimana

Gli Stati Uniti e la Giordania hanno eseguito il terzo lancio aereo di aiuti sulla Striscia di Gaza in una settimana. Lo ha riferito il Pentagono. "Aerei C-130 americani hanno elargito oltre 38 mila pasti" ha indicato il Centcom, Comando militare Usa per il Medio Oriente, su X.


Ambasciatore Usa in Israele: "Negoziati su ostaggi non sono finiti"

''E' un errore pensare che i negoziati sugli ostaggi siano finiti'': lo ha affermato l'ambasciatore degli Stati Uniti in Israele Jack Lew. ''Conversazioni sono ancora in corso. Ci sono persone che vanno e vengono. Divergenze vengono ridotte''. Lew ha così risposto ad una osservazione sottopostagli da un moderatore nel corso di un dibattito organizzato dall'Istituto di studi strategici (Inss) di Tel Aviv. ''Dobbiamo fare tutto il possibile per riportare gli ostaggi indietro'', ha detto ancora Lew, in uno dei suoi primi interventi pubblici in Israele da quando, quattro mesi fa, ha assunto l'incarico. 

Avs: oltre 100mila firme per petizione sui crimini di Netanyahu

 "La nostra petizione per accertare i crimini di guerra commessi da Benjamin Netanyhau e dall'esercito israeliano a Gaza e perche' ci sia un cessate il fuoco immediato ha appena superato le 100.000 firme". Ad annunciarlo sono i due leader di Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni in una conferenza stampa fuori Montecitorio. "E questo - aggiungono - è un risultato straordinario che testimonia quanto lo sdegno, la necessità di mobilitazione rispetto a quanto sta accadendo a Gaza, sia diffuso nel nostro Paese".

L'esercito israeliano avvia verifica interna per il 7 ottobre

L'esercito israeliano sta avviando una verifica delle proprie operazioni in seguito alla sorpresa per l'attacco di Hamas del 7 ottobre. ''Abbiamo vissuto episodi difficili - ha scritto oggi ai soldati il capo di Stato maggiore gen. Herzi Halevi. - Abbiamo fallito nella difesa dei civili, che è il nostro compito supremo. Se non analizzeremo con coraggio quanto abbiamo fatto, ci sarà difficile migliorare, ci sarà difficile confrontarci poi con i cittadini di Israele''. A rendere più difficile il compito di analisi, ha notato, c'è anche la constatazione che diverse decine di ufficiali e di altri responsabili sono morti nei combattimenti. ''L'obiettivo di questa verifica - ha precisato Halevi - è imparare per migliorare''. Secondo la radio militare la verifica sarà effettuata a partire dal 2018 e riguarderà anche la concezione di sicurezza elaborata per quanto concerne il confine con Gaza. ''Nei prossimi mesi - ha aggiunto Halevi - investigheremo in particolare la fase iniziale di difesa di fronte all'attacco e le circostanze che lo hanno preceduto. In seguito esamineremo anche le operazioni di terra condotte da allora a Gaza''. Intanto, riferiscono i media, anche lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno) sta investigando all'interno delle proprie strutture per comprendere come mai non abbia colto in anticipo le intenzioni offensive di Hamas.

Von der Leyen: 'Putin responsabile morte Navalny'

Il presidente russo Vladimir Putin "è responsabile. E' responsabile della morte di Alexey Navalny". Lo sottolinea la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, parlando al congresso del Ppe a Bucarest. "E' stato emozionante - continua - vedere il coraggio di quelli che hanno partecipato al funerale di Navalny. Una delle donne coraggiose ha detto: 'Navalny si è sacrificato per salvare il Paese. Putin ha sacrificato il Paese per salvare se stesso'". 

Contrammiraglio Lauretti: 'Su drone in Mar Rosso è stato fatto grande lavoro di squadra '

A bordo della Nave Duilio è impegnata in un'operazione molto sensibile di difesa della linea di comunicazione marittima e del traffico marittimo commerciale vitale per l'Italia; a bordo della nave si fa una sorveglianza completa e si cerca di creare una cornice di sicurezza all’interno della quale le unità mercantili possano navigare senza il rischio di subire azioni malevole da parte dei ribelli Houti. Ciò che è avvenuto in Mar Rosso è stata un’attività di difesa: è stato scoperto un drone ed è stato monitorato con i sensori radar a lunga portata presenti a bordo. Le squadre che fanno servizio 24 ore su 24 a bordo hanno fatto un grande lavoro di team, così come siamo addestrati a fare". A dirlo è stato Massimiliano Lauretti, contrammiraglio di Stato Maggiore della Marina militare italiana che al Festival del Management in corso a Milano ha ripercorso gli istanti in cui si è deciso di abbattere il drone degli Houthi che sabato scorso, al largo del Mar Rosso, si stava avvicinando pericolosamente al cacciatorpediniere. 

Del resto, spiega Lauretti, "per poter arrivare a gestire un'operazione di questo tipo, la nave ha fatto una preparazione a bordo degli apparati e dei sistemi di arma estremamente avanzati. Ha scelto il sistema d'arma migliore da impiegare, ha compreso la situazione e nel momento in cui la minaccia si è concretizzata il comando di bordo l'ha riconosciuta come una minaccia diretta verso l’unità; a quel punto il drone è stato neutralizzato". Questa azione "ha dimostrato quanto sia fondamentale sia l’addestramento, che la capacità dei team di lavorare insieme, quindi il 'management' di questa situazione. L’ampia reattività, che anche in una situazione di rischio e di pericolo permette di essere lucidi, freddi e di adottare le procedure in modo consapevole. In questo ci aiuta sicuramente la tecnologia, ma poi c'è l'uomo che decide e agisce, che in pochi secondi riesce ad avere subito l’intuizione e la chiara percezione di quello che deve fare".



Israele ritira nomina di Kashriel come nuovo ambasciatore a Roma

Israele ha ritirato la nomina di Benny Kashriel come nuovo ambasciatore in Italia dopo che, secondo quanto scrivono i siti di Ynet e del Jerusalem Post, il governo italiano avrebbe detto di non gradire la sua presenza in quanto, per 31 anni, è stato sindaco dell'insediamento Ma'ale Adumim in Cisgiordania. In passato Kashriel, 71 anni, è stato anche capo del Consiglio di Yesha, organizzazione che rappresenta gli insediamenti israeliani in Cisgiordania. ''Kashriel era pronto a trasferirsi a Roma, ma l'Italia ha detto di non voler accettare un 'colono' come ambasciatore'', scrive il Jerusalem Post. Sempre secondo fonti israeliane, Kashriel andrà quindi a guidare la sede diplomatica israeliana a Budapest, in Ungheria. La Farnesina, contattata da Adnkronos, non ha confermato il rifiuto italiano parlando di ''una decisione israeliana''. Fonti di Ynet aggiungono poi che questa mattina è stato pubblicato un bando generale per la nomina di un nuovo ambasciatore in Italia, che prenda il posto di Alon Bar.



Reuters: "Nave evacuata dopo le prime vittime civili negli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso"

Iran, Khamenei: "Ci opponiamo all'aggressione contro Gaza"

La Guida suprema della Repubblica islamica, Ali Khamenei, ha affermato che l'Iran non ha conflitti con governi o Paesi stranieri ma si oppone a situazioni di "oppressione, arroganza e aggressione" come gli attuali sviluppi nella Striscia di Gaza. "Un popolo sta subendo una grande oppressione nella sua stessa terra. Le loro donne, i loro bambini e le loro case sono distrutte con grande brutalità e alcuni Stati - gli Usa, la Gran Bretagna e alcuni Paesi europei - non cercano di impedirlo ma addirittura aiutano. Ci opponiamo a questo", ha affermato Khamenei, come riporta Mehr, durante un incontro con i membri, eletti dopo il voto di venerdì scorso, dell'Assemblea degli esperti, l'organo che ha il potere di nominare o eventualmente revocare il potere alla Guida Suprema nella Repubblica islamica. 

Perché gli attacchi Houthi nel Mar Rosso mettono a rischio la rete Internet nel mondo

Le acque della zona, che da mesi è teatro delle offensive dei ribelli yemeniti, ospitano una parte fondamentale del sistema di telecomunicazioni, collegando Europa e Asia. In molti hanno già attribuito alle milizie il sabotaggio di infrastrutture strategiche per il web. Secondo la società HGC è stato colpito il 25% del traffico. COSA SAPERE

Hamas, delegazione rientrata a Doha per le consultazioni

Un alto funzionario di Hamas ha confermato che la delegazione del gruppo ha lasciato il Cairo per consultazioni a Doha. "Stiamo aspettando la risposta ufficiale finale dal nemico", ha riferito, sottolineando che "le risposte iniziali non soddisfano i requisiti minimi per la cessazione permanente delle ostilità" o altre condizioni di Hamas per un cessate il fuoco. I negoziati al Cairo per raggiungere prima dell'inizio del

Ramadan un accordo per una tregua e la liberazione degli ostaggi sono in una fase di stallo ma secondo media egiziani riprenderanno la prossima settimana.

Il Qatar condanna il piano di Israele con 3.500 nuove unità abitative in Cisgiordania

Il ministero degli Esteri del Qatar ha condannato “nei termini più forti” i piani di Israele di costruire 3.500 nuove unità abitative in Cisgiordania. In un comunicato stampa, il ministero ha affermato che gli sforzi di Israele per “giudaizzare ampie parti della Cisgiordania” costituiscono una “flagrante violazione del diritto internazionale” e minano una potenziale soluzione a due Stati. Ha invitato la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché interrompa le sue politiche di insediamento.

"Israele ritira la nomina di Kashriel ambasciatore a Roma"

Il governo di Israele ha ritirato la nomina di Benny Kashriel, ex sindaco dell'insediamento di Maale Adumim (est di Gerusalemme), come prossimo ambasciatore a Roma "dopo il rifiuto del governo italiano". Lo riporta il quotidiano israeliano Ynet aggiungendo che a questo punto lo Stato ebraico potrebbe inviare in Italia Yoni Peled, candidato inizialmente per la sede di Budapest. Kashriel a sua volta potrebbe essere il prossimo ambasciatore israeliano proprio in Ungheria.

Inviato di Israele negli Emirati per corridoio marittimo a Gaza

Il generale Avi Gil, consigliere militare del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, è stato negli Emirati Arabi Uniti per una visita segreta volta a discutere la creazione di un corridoio marittimo che porti gli aiuti da Cipro a Gaza. Lo riferisce Yedioth Ahronoth, precisando che, secondo il piano, i carichi verranno acquistati da Abu Dhabi e controllati sull'isola, ma non è ancora chiaro chi distribuirà gli aiuti nella Striscia per garantire che Hamas non ci metta le mani sopra.

Nel frattempo, Washington sta facendo pressioni su Israele affinchè inizi a trasferire gli aiuti via mare e apra un terzo valico terrestre, quello di Karni, nel nord della Striscia di Gaza.

Idf: "Civili innocenti sono stati uccisi ieri nel Mar Rosso dal gruppo terroristico Houthi, usando armi iraniane e sotto la guida iraniana. L’Iran e i suoi terroristi armati continuano a mettere a rischio il mondo libero"

Medio Oriente, delegazione di Hamas lascia il Cairo: "Gli sforzi continuano"

La delegazione di alto livello inviata da Hamas al Cairo per i negoziati su un possibile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza ha lasciato la città sottolineando che gli sforzi "continuano", e il processo non è stato interrotto. Secondo le informazioni raccolte dal quotidiano palestinese 'Filastin', legato al gruppo islamista, la delegazione ha lasciato il Cairo "per consultarsi con la leadership del movimento". "I negoziati e gli sforzi per fermare l'aggressione, ottenere il ritorno degli sfollati nelle loro case e aiuti umanitari per il popolo palestinese continuano", si legge. 

Fonti ufficiali egiziane citate dal canale statale Al Qahera hanno confermato la partenza della delegazione di Hamas "per consultazioni sulla tregua" e hanno aggiunto che "i negoziati riprenderanno la prossima settimana", cosa che sembra escludere in linea di principio un cessate il fuoco prima dell’inizio del Ramadan, che inizierà il 10 marzo.

Ex Capo Shin Bet: "L'Anp sia inclusa nel futuro assetto a Gaza"

"L'Autorità nazionale palestinese è l'elemento per il quale dovremmo sforzarci affinchè in definitiva assuma il potere, o comunque detenga le redini, a Gaza, al posto di Hamas": lo ha affermato oggi in una conferenza nell'Istituto di studi strategici (Inss) di Tel Aviv l'ex capo dello Shin Bet (sicurezza interna), Nadav Argaman. Conscio che il suo parere contrasta con la linea attuale del premier Benyamin Netanyahu e di diversi ministri nazionalisti, Argaman ha precisato che mentre Hamas "è una organizzazione terroristica", l'Anp "di certo non è una organizzazione terroristica, e nemmeno fomenta il terrorismo". Mentre l'obiettivo di Hamas, ha aggiunto, è la distruzione di Israele, "l'Anp si considera invece un nostro vicino. Pur con problemi di carenze di governabilità e nelle forze di sicurezza, essa è l'elemento legittimo del popolo palestinese con cui possiamo fare affari e con cui dovremo raggiungere accordi, anche accordi di pace". Israele, ha concluso, "deve dunque fare tutto il possibile" perche' essa sia inclusa nei futuri piani di assestamento per Gaza.

Gaza

©Ansa

Cargo colpito dagli Houthi, due delle tre vittime sono filippine

Due delle tre vittime nell'attacco missilistico degli Houthi contro una nave mercantile al largo dello Yemen sono di nazionalità filippina. Lo riporta SkyNews citando il ministero filippino per i lavoratori migranti. Altri due marinai filippini, è stato precisato, sono tra i feriti gravi dell'attacco. La nave di proprietà della True Confidence Shipping SA, registrata a un indirizzo in Liberia e gestita dalla Third January Maritime Ltd in Grecia, aveva un equipaggio di 20 persone tra cui un indiano, 4 vietnamiti e 15 filippini. A bordo c'erano anche tre guardie armate, due dello Sri Lanka e una del Nepal.

Imam francese sotto scorta: 'Ramadan mese di dialogo, prego per fratelli ebrei

''Se siamo a favore della pace, siamo a favore degli ebrei''. E quale momento migliore per dimostrarlo se non il Ramadan, ''mese di pace, di carità, di perdono e di dialogo''. Così l'imam Hassen Chalghoumi, fondatore della conferenza degli imam francesi, risponde tramite Adnkronos a chi lo accusa di essere ''l'imam degli ebrei''. Il religioso tunisino naturalizzato francese, che da 17 anni vive sotto scorta, si dice convinto che ''non bisogna avere paura a parlare di pace''. E nemmeno a definire ''gli ebrei nostri fratelli, nostri cugini, sono i figli di Isacco''. Cita poi un ''proverbio dell'Islam che afferma che se una persona non ti è fratello nella religione, ti è fratello nell'umanità''. E si chiede: ''Io filo ebreo? Sono filo pace. La vera fraternità è essere musulmani pro ebrei ed ebrei pro musulmani, considerare tutti importanti come te stesso''.

Così, in occasione del mese sacro all'Islam che quest'anno inizierà domenica 10 marzo, l'imam Chalghoumi rivolge un appello perché ''Hamas ascolti il messaggio di pace del Ramadan, che ascolti le nostre preghiere, che liberi tutti gli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza e permetta così di arrivare a un accordo per un cessate il fuoco''. In modo che ''i palestinesi di Gaza e tutti i musulmani insieme a loro possano vivere il Ramadan in pace e serenità. Il mese sacro all'Islam non può essere accompagnato da un messaggio di morte, di massacro e conflitto. La nostra preghiera e speranza è che sia un mese senza conflitti e senza paura''.



Israele: 26 camion aiuti inoltrati ieri a Gaza Nord

Dati aggiornati sull'invio di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza sono stati pubblicati su X dal Cogat, l'ente di coordinamento delle attivita' israeliane nei territori palestinesi. La scorsa notte, precisa il Cogat, 11 camion di aiuti hanno raggiunto il settore nord di Gaza. Nelle ultime 24 ore, il loro numero complessivo e' stato di 26. Sono stati consegnati ''al settore privato'', afferma il Cogat. Ieri - provenienti dai valichi israeliani di ispezione a Nitzana e Kerem Shalom - nel sud di Gaza sono entrati complessivamente 257 camion di aiuti. Di questi 153 contenevano cibo, mentre gli altri trasportavano medicinali, materiale per la protezione nei rifugi ed acqua. Dall'inizio della guerra, secondo i dati del Cogat, le aviazioni di Stati Uniti, Emirati arabi uniti, Egitto, Giordania e Francia, hanno compiuto 25 missioni di lancio di aiuti, in prevalenza nel nord della striscia di Gaza.

Mondo: I più letti