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Guerra Medioriente, Hamas: "A Netanyahu non interessa raggiungere un accordo"

Una delegazione di Israele andrà in Qatar per proseguire i colloqui sugli ostaggi. Ma i miliziani frenano sulle ricostruzioni dei media e parlano di "propaganda israeliana". Mentre il premier israeliano conferma la notizia: "Stiamo lavorando un accordo per gli ostaggi. Voglio arrivare a un'intesa e apprezzo gli sforzi degli Stati Uniti. Non so se la raggiungeremo, ma se Hamas riducesse le sue richieste deliranti per tornare alla realtà, allora un accordo ci sarebbe". Houti annunciano attacco contro petroliera Usa n

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"Stiamo lavorando un accordo per gli ostaggi. Voglio arrivare a un'intesa e apprezzo gli sforzi degli Stati Uniti. Non so se la raggiungeremo ma se Hamas riducesse le sue richieste deliranti per tornare alla realtà, allora un accordo ci sarebbe". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un'intervista a Cbs. 

L'aviazione israeliana ha colpito ieri due obiettivi sul confine fra Gaza e l'Egitto. La radio militare ha spiegato che gli obiettivi erano l'imbocco di un tunnel di contrabbando e un magazzino di armi. Una fonte palestinese ha riferito a Sky News Arabia che è probabile che il governo dell'Autorità Palestinese potrebbe dimettersi a breve per favorire un nuovo esecutivo tecnico entro la fine di questa settimana. Intanto, una delegazione israeliana partirà per il Qatar per proseguire i colloqui sul rilascio degli ostaggi e una possibile tregua a Gaza. Gli Houthi annunciano un attacco a una petroliera americana, Usa: "Abbattuto missile balistico nel Golfo di Aden". Nel frattempo, Netanyahu continua ad affrontare le proteste in piazza, con migliaia di persone scese in strada sabato a Tel Aviv, in una manifestazione non autorizzata dalla polizia, che ha risposto con idranti e 19 arresti, e con una fiaccolata a Gerusalemme. 


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Il piano di Netanyahu per il dopoguerra: a Gaza funzionari locali e chiusura dell'Unrwa

Il primo ministro israeliano ha presentato per la prima volta formalmente al gabinetto di sicurezza un documento di principi sulla gestione della Striscia dopo il conflitto. Dopo la distruzione della capacità militari e delle strutture di governo di Hamas, la sicurezza sarà garantita da Israele. L’Agenzia per i rifugiati Onu verrà chiusa. Ecco i dettagli. IL PIANO

Israele-Palestina, da Oslo a Trump: i piani di pace falliti negli ultimi decenni

Dopo mesi di conflitto a Gaza, si lavora a una road map per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi ancora in vita. Si lavora a un accordo di pace e una soluzione che appare complicata, anche guardando ai tentativi di risolvere le tensioni sempre naufragati negli ultimi decenni. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat al vertice di Camp David, fino alle proposte per “Due Stati, due popoli” e il Peace for Prosperity: ecco le tappe senza esito per risolvere la questione. L'APPROFONDIMENTO

Israele: gli ostaggi vivi a Gaza sono 101

Sono 101 gli ostaggi ancora vivi a Gaza. Lo si apprende da fonti israeliane. Il 7 ottobre 2023, secondo le stesse fonti, Hamas ha preso in ostaggio 253 persone. Oggi 134 ostaggi sono a Gaza, tra questi:

4 ostaggi tenuti prigionieri da Hamas dal 2014.

130 persone, che sono state rapite durante l'attacco

terroristico di Hamas il 7 ottobre 2023, sono ancora tenute in

ostaggio da Hamas.


Dei 130 ostaggi:

111 sono uomini, 19 sono donne, tra cui: due bambini sotto i 5 anni. 10 degli ostaggi hanno più di 75 anni. 119 sono cittadini israeliani o con doppio passaporto, 11 sono cittadini stranieri (8 thailandesi, 1 nepalese, 1 tanzaniano, 1 francese/messicano).

I corpi di 33 ostaggi (tra cui Hadar Goldin e Oron Shaul) sono

trattenuti da Hamas a Gaza.

Un israeliano è scomparso.

Le persone rilasciate sono 123:

- 5 israeliani sono stati rilasciati prima dell'accordo (schema)

con Hamas.

- 81 israeliani e 24 cittadini stranieri sono stati rilasciati

come parte dello schema con Hamas (24-30.11.23).

- 8 ostaggi sono stati uccisi da Hamas e i loro corpi sono stati

recuperati dalle forze IDF.

- 3 ostaggi sono stati uccisi per errore dalle forze IDF.

- Operazione "Golden Hand": Il 12/2/24, le forze di sicurezza di

Rafah hanno salvato Louis Har (71) e Fernando Marman (61) che erano stati rapiti da Hamas il 7 ottobre da Nir Yitzhak

Ostaggi a Gaza: quanti liberati, quanti uccisi e quanti ancora nella mani di Hamas

Il numero delle persone rapite durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre in Israele si aggira tra 240 e 253, secondo le stime più recenti. Ad oggi quelle che si trovano ancora nella Striscia sarebbero circa 130. Almeno una trentina sono morte. I rilasciati sono oltre 100. I NUMERI

Rafah, perché si rischia catastrofe umanitaria in caso di attacco

Dall’inizio dell’azione militare israeliana nella città e nell’omonimo governatorato della Striscia si sono radunati centinaia di migliaia di sfollati. L’esodo nelle immagini dal satellite. LE FOTO SATELLITARI

Netanyahu vuole che detenuti più pericolosi rilasciati vadano in Qatar

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto che vengano trasferiti in Qatar tutti i detenuti palestinesi sottoposti ad alto livello di sicurezza che verrebbero rilasciati in cambio degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza in base a un accordo con Hamas. Lo riporta l'emittente Channel 12, spiegando che la richiesta sarebbe stata formulata dopo il vertice di Parigi del fine settimana e non durante.

Unrwa, tutti i Paesi che hanno sospeso i fondi dopo le accuse

Sono 10 gli Stati che hanno finora bloccato tutti i finanziamenti all'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, in seguito alle accuse di un possibile coinvolgimento di dipendenti nell’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre. Gli Usa hanno immediatamente annunciato lo stop ai finanziamenti. La scelta è stata poi condivisa da Canada, Australia, Italia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi, Germania, Giappone e Austria. LEGGI

Un uomo si dà fuoco fuori ambasciata Israele a Washington

Un uomo è gravemente ferito dopo essersi dato fuoco davanti all'ambasciata israeliana a Washington. L'incidente è avvenuto poco prima delle 13, ore 19 in Italia. Lo riportano i media americani, sottolineando che è l'uomo è in ospedale in condizioni critiche. 

Israele inoltrerà aiuti umanitari nel nord della Striscia

Israele inizierà da domani ad inoltrare aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza, accogliendo cosi' pressioni giunte dagli Stati Uniti. Lo ha riferito la televisione pubblica Kan. Ieri l'Unrwa, l'ente dell'Onu per i rifugiati, aveva annunciato di aver sospeso la distribuzione di aiuti per cause di forza maggiore. Secondo Kan camion di aiuti provenienti dall'Egitto saranno ispezionati ai valichi con Israele di Niztana e Kerem Shalom. Proseguiranno in territorio israeliano fino all'altezza del settore nord della Striscia. 'Elementi locali', ha aggiunto la emittente, provvederanno infine a distribuirli alla popolazione.

Hamas: "A Netanyahu non interessa raggiungere un accordo"

"Le parole di Netanyahu dimostrano che non è preoccupato dal raggiungere un accordo" sugli ostaggi. Lo ha detto a Reuters il funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri, commentando le dichiarazioni del premier israeliano a Cbs. Zuhri accusa inoltre Netanyahu di voler "proseguire le trattative sotto i bombardamenti e il bagno di sangue" dei palestinesi.

Abbas da re Abdullah, focus su Gaza e Ramadan

Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas ha incontrato oggi il re di Giordania Abdullah II ad Amman. Durante l'incontro, i due hanno discusso degli ultimi sviluppi nella guerra tra Israele e Hamas a Gaza e degli sforzi per aumentare la quantità di aiuti umanitari che entrano nella Striscia, in particolare nel nord, affermano i media arabi. Abbas e Abdullah anche discusso dell'opposizione del presidente dell'Anp ai piani israeliani per un'operazione a Rafah, la città più meridionale di Gaza, che ospita centinaia di migliaia di rifugiati. I due leader hanno anche discusso del prossimo mese di Ramadan e della necessità di garantire la libertà di culto per i palestinesi nella moschea di Al-Aqsa. La settimana scorsa era stato riferito che il governo israeliano stava valutando di limitare il numero di persone autorizzate ad accedere al sito durante la festività musulmana.

Sullivan: Biden non ancora informato su attacco a Rafah

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non è stato informato del piano israeliano per le operazioni militari a Rafah, ma crede che la vita dei civili debba essere protetta, lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan al programma Meet the Press della NBC. "Non crediamo che un'operazione, una grande operazione militare, dovrebbe procedere a Rafah a meno che non ci sia un piano chiaro ed eseguibile per proteggere quei civili, portarli in salvo enutrirli, vestirli e ospitarli", ha detto Sullivan. 

Netanyahu: "Dopo operazione Rafah vittoria totale arriverà in settimane"

Una volta che le forze armate israeliane entreranno a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ''ci vorrà ancora qualche settimana e poi si arriverà alla vittoria totale'' su Hamas. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel corso di una intervista alla Cbs. Nelle prossime ore, ha aggiunto, incontrerà il suo ''capo di Stato Maggiore che mi presenterà un aggiornamento sulle fasi di preparazione del duplice piano militare'' che prevede l'evacuazione dei civili palestinesi a Gaza e un'operazione per distruggere i rimanenti battaglioni di Hamas. ''Non siamo in disaccordo, gli Stati Uniti e io, sulla necessità di evacuare la popolazione'' prima di lanciare l'operazione militare di Rafah, ha continuato Netanyahu, spiegando che ''li trasferiremo a nord di Rafah.

Usa, piano per tutelare civili a Rafah prima operazione militare

Gli Stati Uniti "non ritengono che un'operazione militare debba procedere a Rafah se non c'è un piano chiaro per difendere i civili". Lo ha ribadito il consigliere alla sicurezza nazionale Jake Sullivan in un'intervista a Cbs. 

Netanyahu: voglio accordo su ostaggi, Hamas riduca pretese

"Stiamo lavorando un accordo per gli ostaggi. Voglio arrivare a un'intesa e apprezzo gli sforzi degli Stati Uniti. Non so se la raggiungeremo ma se Hamas riducesse le sue richieste deliranti per tornare alla realtà, allora un accordo ci sarebbe". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un'intervista a Cbs.

Netanyahu: "Non è detto che verrà fuori un accordo sugli ostaggi"

Il primo ministro israeliano Netanyahu domenica ha detto che non è ancora chiaro se dai colloqui in corso si concretizzerà una vendita di ostaggi, rifiutandosi di discutere i dettagli ma dicendo che il gruppo militante islamico Hamas deve "scendere a una situazione ragionevole". Netanyahu, parlando in un'intervista con CBS News, ha aggiunto che domenica prossima avrebbe incontrato lo staff per rivedere un duplice piano militare che prevedeva l'evacuazione dei civili palestinesi a Gaza e un'operazione per distruggere i rimanenti battaglioni di Hamas. "Se abbiamo un accordo, sarà ritardato un po', ma accadrà. Se non abbiamo un accordo, lo faremo comunque", ha detto alla CBS.

Morto sergente rapito da Hamas, salgono a 33 gli ostaggi di Gaza deceduti

Il sergente israeliano Daniel Oz , finora considerato tra i 134 ostaggi ancora nella Striscia di Gaza, è stato ufficialmente dichiarato morto. Lo hanno annunciato le Forze di difesa israeliana (Idf). Sale così a 33 il numero delle persone decedute dopo essere state prese in ostaggio. Daniel Oz aveva 19 anni ed è stato ucciso e rapito da Hamas il 7 ottobre. Aveva prestato servizio nel 77esimo battaglione della settima brigata corazzata e il suo corpo è stato prelevato dal confine di Gaza, in seguito a una battaglia con i miliziani durante l'assalto di Hamas, spiegano le Idf.

Idf:"Terminate operazioni a ospedale Nasser di Khan Yunis"

L'esercito israeliano ha riferito di aver concluso le operazioni militari nell'ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo l'Idf, nelle ultime settimane sono stati arrestati circa 200 terroristi e sospetti terroristi nell'area dell'ospedale, riferisce Haaretz. 

Media egiziani, ripresi negoziati a Doha per accordo su Gaza e ostaggi

Sono ripresi a Doha, in Qatar, i negoziati per cercare di arrivare un accordo sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio di detenuti palestinesi. Lo riferisce l'emittente televisiva statale egiziana al-Qahira al-Ihbariya citando proprie fonti e spiegando che ai negoziati partecipano ''esperti provenienti da Egitto, Qatar, Stati Uniti e Israele", nonché rappresentanti di Hamas. Una volta completata questa prima fase di negoziati, i delegati si recheranno al Cairo per continuare i colloqui. I negoziati a Doha e al Cairo rientrano nel processo iniziato a Parigi il 23 e 24 febbraio, spiegano le fonti.

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