Guerra Israele-Hamas, Netanyahu: "Forse necessaria un'operazione militare al nord"

Il premier israeliano spiega che l'esercito avanzerà nel sud della Striscia "a prescindere dall'accordo" eventuale con Hamas, le cui richieste vengono definite "folli". Poi fa riferimento a un nuovo possibile impegno militare nello scontro con gli Hezbollah in Libano. I ministri del G7 hanno "chiesto un'azione urgente per affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza, in particolare la difficile situazione di 1,5 milioni di civili che si rifugiano a Rafah"

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"Forse sarà necessaria un'operazione militare al nord". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu riferendosi allo scontro con gli Hezbollah in Libano. Netanyahu ha poi confermato che le richieste di Hamas per un cessate il fuoco "sono folli" e ha confermato: "Entreremo a Rafah a prescindere dall'accordo".

I negoziati in questi ultimi giorni per un cessate il fuoco a Gaza "non sono molto promettenti". Lo ha detto Sheikh Mohammed bin Abdul Rahman Al Thani, primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar. 

I ministri degli Esteri del G7 hanno "chiesto un'azione urgente per affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza, in particolare la difficile situazione di 1,5 milioni di civili che si rifugiano a Rafah, ed hanno espresso profonda preoccupazione per le conseguenze potenzialmente devastanti sulla popolazione civile di un'ulteriore operazione militare su vasta scala da parte di Israele in quella zona". Lo si legge nella dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della riunione G7 Esteri a Monaco.



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Israele-Palestina, da Oslo a Trump: i piani di pace falliti negli ultimi decenni

Dopo mesi di conflitto a Gaza, si lavora a una road map per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi ancora in vita. Si lavora a un accordo di pace e una soluzione che appare complicata, anche guardando ai tentativi di risolvere le tensioni sempre naufragati negli ultimi decenni. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat al vertice di Camp David, fino alle proposte per “Due Stati, due popoli” e il Peace for Prosperity: ecco le tappe senza esito per risolvere la questione. L'APPROFONDIMENTO

Tajani: "Civili palestinesi non hanno nulla a che vedere con Hamas"

"Oggi al G7 abbiamo affrontato anche la questione di Gaza e abbiamo detto cose precise: bisogna arrivare a due popoli, due Stati perché è l'unica soluzione per risolvere i problemi di quell'area. Poi bisogna lavorare per un immediato cessate il fuoco per permettere la liberazione degli ostaggi israeliani e per portare aiuti alla popolazione civile palestinese che non ha nulla a che vedere con Hamas". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Chesarà su Rai3. "Voglio ricordare che l'Italia sta aiutando la popolazione civile - ha aggiunto - con la chiarezza che neanche un euro debba finire nelle mani dei terroristi". Tajani ha infine sottolineato che bisogna "ridare potere all'autorità nazionale palestinese per riammodernarsi e buttare fuori Hamas dalla Striscia di Gaza. Bisogna anche dare una speranza ai palestinesi altrimenti Hamas rischia di diventare un catalizzatore delle speranze". 

Guerra Israele-Hamas, Wall Street Journal: "Egitto costruisce muro al confine con Gaza"

La struttura di 8 miglia quadrate servirebbe a contenere un nuovo afflusso di sfollati palestinesi nel deserto del Sinai, creando un campo profughi capace di ospitare fino a 100mila persone. Le immagini satellitari mostrano i dettagli dei lavori, ma il Cairo nega. LEGGI L'ARTICOLO

Tel Aviv, migliaia in piazza chiedono le dimissioni di Netanyahu

Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv ed altre città per chiedere le dimissioni del governo di estrema destra guidato da Benjamin Netanyahu e nuove elezioni. I dimostranti, tra i quali vi sono i familiari degli ostaggi, chiedono al premieri di accettare il cessate il fuoco e l'accordo per il rilascio degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. Proteste si sono registrate anche nei pressi della villa di Netanyahu a Caesarea. 

In Egitto un'area logistica per ricevere gli aiuti per Gaza

Le forze armate egiziane stanno allestendo una zona logistica per ricevere gli aiuti per Gaza vicino al valico di Rafah. Lo ha annunciato il governatore del Nord Sinai Abdel Fadil Shusha, spiegando che scopo dell'opera è ridurre il traffico della regione, ora ingolfato dai camion, e facilitare il trasporto e il lavoro della Mezzaluna Rossa egiziana. L'area, in fase di realizzazione, comprende parcheggi per camion, magazzini custoditi, uffici amministrativi e alloggi per gli autisti, ed è dotata di mezzi di sussistenza ed elettricità. Gli aiuti arrivano via terra, mare e aria. Oggi sono entrati a Gaza 60 camion di aiuti umanitari e 4 cisterne di carburante, tutte attraverso il valico di Rafah, regolarmente aperto dopo i disordini di ieri sul lato palestinese. Verso Gaza si sono diretti carichi di alimentari, medicinali e carburante consegnati all'Unrwa e alla Mezzaluna Rossa Palestinese, mentre in Egitto sono giunti feriti e malati, e persone con doppia nazionalità. Al porto di Al-Arish è arrivata intanto una nave con 4.544 tonnellate di aiuti proveniente dagli Emirati, la seconda proveniente dal vicino Paese del Golfo. 

Unrwa: "Non ci sono parole"

Medioriente, Ramaphosa (Sudafrica) incontra il premier palestinese

Il primo ministro palestinese, Mohammad Shtayyeh, e il Presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, si sono incontrati oggi ad Addis Abeba, in Etiopia, a margine del vertice dell'Unione africana. Shtayyeh ha espresso il suo apprezzamento per l'azione del Sudafrica davanti alla Corte delle Nazioni Unite che ha presentato l'accusa di genocidio contro Israele, affermando che "il Sudafrica sta processando Israele davanti alla Corte internazionale di giustizia in nome di tutte le persone libere del mondo e per la vittoria della giustizia, verità e umanita'". Ieri, la Corte internazionale di giustizia ha respinto una richiesta di misure aggiuntive contro Israele da parte del Sud Africa, in quello che equivaleva a un tentativo di convincere la Corte a ordinare lo stop all'operazione militare di Rafah pianificata da Israele. 

Netanyahu: "Entreremo a Rafah a prescindere da un accordo"

Israele andrà avanti con l'operazione militare a Rafah a prescindere da un accordo sugli ostaggi. Il premier Benyamin Netanyahu in una conferenza stampa ha confermato l'intenzione di entrare nell'ultima città del sud di Gaza - ad un passo dall'Egitto - dove si concentrano oltre un milione di sfollati palestinesi. Anche se si dovesse ottenere "un accordo sugli ostaggi - ha spiegato Netanyahu - entreremo a Rafah. Non c'è alternativa per una vittoria totale e non c'é altra maniera per eliminare Hamas e i suo battaglioni sul posto". Una mossa avversata dagli Usa e dalla comunità internazionale. "Coloro che voglio impedirci di agire a Rafah, in pratica - ha ribattuto Bibi - ci dicono di perdere la guerra. Così ho ripetuto anche al presidente Biden. 

Rafah

©Ansa

Netanyahu: "Le elezioni si terranno tra qualche anno"

"Le elezioni hanno una data: tra qualche anno. Suggerisco di non dividerci, abbiamo bisogno di unità in questo momento". Lo ha detto il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu nella conferenza stampa convocata stasera, facendo riferimento alle richieste di nuove elezioni. 

Netanyahu: "Allucinanti richieste di Hamas su ostaggi"

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito che le richieste del gruppo palestinese Hamas per liberare gli ostaggi sono "allucinanti". "Le richieste di Hamas sono allucinanti e non possiamo accettarle. Ma quando Hamas lascerà perdere queste richieste allucinanti, potremo andare avanti", ha detto Netanyahu in un discorso televisivo. Il leader politico del movimento islamista palestinese Hamas, Ismael Haniyeh, ha insistito oggi sul fatto che non accetterà uno scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi, se l'esercito israeliano non cessa la sua offensiva e si ritira dalla Striscia di Gaza.

Netanyahu: entreremo a Rafah a prescindere dall'accordo

Le truppe israeliane entreranno a Rafah a prescindere da un eventuale accordo con Hamas sul rilascio degli ostaggi. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu nella conferenza stampa di stasera. "Anche se dovessimo ottenerlo, entreremo a Rafah", ha avvertito Netanyahu aggiungendo che "coloro che voglio impedirci di agire a Rafah, in pratica ci dicono di perdere la guerra. Così ho detto anche al presidente Biden". 

Netanyahu: "L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono elezioni, esorto alla pazienza"

"L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento sono le elezioni". Così il premier Benjamin Netanyahu, in una conferenza stampa, risponde alle richieste di elezioni anticipate, affermando che andare al voto ora dividerebbe il Paese e favorirebbe Hamas. "Esorto tutti ad aspettare con pazienza", ha aggiunto, affermando che le elezioni si svolgeranno "tra qualche anno". 

Riguardo poi alla decisione di Moody's di declassare per la prima volta il rating di Israele ha detto di "non credere che vi sia un'economia in fallimento, i dati macro economici sono molto buoni" e il declassamento è dovuto solo alla guerra in corso.

In centinaia protestano a Gerusalemme: "Accordo ostaggi ed elezioni"

Centinaia di persone stanno manifestando davanti la residenza del presidente a Gerusalemme, chiedendo un accordo per il rilascio degli ostaggi e elezioni immediate. La manifestazione è stata convocata dopo che il premier Benjamin Netanyahu ha deciso di non inviare la delegazione israeliana ai negoziati al Cairo giovedì, con una decisione definita "una sentenza di morte" dal Forum che riunisce le famiglie degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. I manifestanti intendono spostarsi in corteo verso al residenza del primo ministro.

Netanyahu: "Attacco a Rafah solo dopo che i civili saranno sfollati"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, parlando in una conferenza stampa, ha affermato che "Israele combatterà fino alla vittoria completa. Ciò include anche l'azione a Rafah. Naturalmente, dopo aver consentito ai civili nelle zone di combattimento di evacuare in aree sicure". 

Netanyahu

Israele, colpite sale comando di Hamas a Gaza nel centro di Gaza

L'esercito israeliano ha effettuato numerosi raid contro "diverse sale di comando" di Hamas nella parte centrale della Striscia. Lo ha detto, citato dai media, il portavoce militare definendo i siti "quartier generali operativi" della fazione islamica a Nuseirat e Deir al-Balah, "in base a informazioni dell'intelligence secondo cui operativi di Hamas erano sul posto". 

Partito di opposizione Novo denuncia Lula per donazioni a Unrwa

Il partito brasiliano di opposizione Novo ha presentato una denuncia penale alla procura generale contro il presidente Luiz Inácio Lula da Silva per aver annunciato nuove donazioni all'agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). L'esposto, depositato dal direttorio nazionale del partito, si basa su un discorso fatto dal capo dello Stato durante una visita all'ambasciata palestinese, a Brasilia, l'8 febbraio. Nell'occasione, Lula ha criticato la decisione di più di 16 Paesi di tagliare i finanziamenti all'Unrwa, dopo che alcuni dipendenti sono stati accusati di aver aiutato Hamas a realizzare gli attacchi terroristici di ottobre in Israele. Novo sostiene che il leader progressista, rendendo pubblica la decisione di aumentare gli stanziamenti all'Unrwa, "dimostra a tutta la comunità internazionale che siamo complici del terrorismo". 

Netanyahu: "Se Hamas rinuncia a richieste deliranti progressi possibili"

Le richieste "deliranti" di Hamas sono il punto critico per arrivare ad un accordo sugli ostaggi e la sospensione delle ostilità, se il gruppo ci rinuncia potranno esserci progressi. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in una conferenza stampa, secondo quanto riferisce il Jerusalem Post.

Netanyahu: "Forse necessaria un'operazione militare al nord"

"Forse sarà necessaria un'operazione militare al nord". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu riferendosi allo scontro con gli Hezbollah in Libano. Netanyahu ha poi confermato che le richieste di Hamas per un cessate il fuoco "sono folli". "Il loro significato è sconfiggere Israele e noi - ha aggiunto - non lo possiamo accettare". Poi ha ribadito che solo "una pressione militare forte e trattative determinate porteranno al ritorno degli ostaggi". Il premier ha quindi confermato l'operazione a Rafah, previo "lo sgombero dei civili verso zone sicure". "Coloro che voglio impedirci di agire a Rafah, in pratica ci dicono di perdere la guerra. Così ho detto anche al presidente Biden. E ai leader mondiali - ha aggiunto - dico i che Israele combatterà fino a ottenere la vittoria completa. E questo include, ovviamente, anche l'azione a Rafah". " "Operiamo ora - ha proseguito - a Khan Yunis nella capitale del terrorismo. I capi di Hamas sono in fuga da un tunnel all'altro, chiuderemo i conti con loro". Sulla nascita di uno stato palestinese, Netanyahu ha detto che Israele "non accetta i diktat internazionali. Una intesa con i palestinesi avverrà colo con trattative dirette tra le parti e senza un riconoscimento unilaterale dello stato palestinese. Non c'e' premio maggiore per il terrorismo". 

Shoukry: "Conseguenze devastanti da operazione militare a Rafah"

Lo sfollamento dei palestinesi, "che è una violazione del diritto umanitario internazionale, sia esso interno o esterno, non può essere tollerata. Le sue conseguenze e le minacce che pone alla sicurezza nazionale dell'Egitto sono immense". Lo ha detto il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry nel suo intervento alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, ribadendo che è una questione che "mette a dura prova le nostre relazioni bilaterali con Israele".

"E dobbiamo evitare le tragiche conseguenze sui civili di Gaza che ora sono ammassati - 1,3, 1,4 milioni - nell'area più densamente popolata del mondo. Potete immaginare che qualsiasi azione militare di vasta portata avrà un effetto devastante sulla situazione umanitaria. Le persone stanno già soffrendo", ha affermato.

Soldati

©Ansa

Cnn, raid israeliano su parte centrale di Gaza: 30 morti

Almeno 30 palestinesi sono stati uccisi e decine di altri feriti in raid israeliani contro diverse aree di Deir al-Balah, nella parte centrale di Gaza. Lo hanno detto alla Cnn medici degli ospedali dei Martiri di Al-Aqsa e Al-Awda.

Hamas avverte: "Colloqui sospesi fino a quando non arrivano aiuti a Gaza"

Hamas "intende sospendere i negoziati fino a che non entreranno nella Striscia di Gaza gli aiuti". Lo ha detto un responsabile del movimento ad al Jazeera, secondo cui "i negoziati non possono tenersi mentre il popolo palestinese lotta per sopravvivere alla fame".

Egitto: "Nessun piano di emergenza per i profughi da Gaza"

Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha negato che il Cairo stia preparando un piano di emergenza per la gestione di profughi provenienti da Gaza in caso di attacco israeliano a Rafah: "no, non lavoriamo sulle ipotesi e continueremo ad appellarci ai tutti i nostri amici e tutti coloro che comprendono la complessità e il pericolo associati a ciò", ha detto riferendosi implicitamente ad un operazione di Israele sulla città meridionale della Striscia al confine con l'Egitto. Shoukry ha fatto la dichiarazione rispondendo a una domanda posta durante un incontro nell'ambito della Conferenza della sicurezza di Monaco. Nel negare che l'Egitto abbia intenzione di fornire "aree sicure o strutture", Shoukry ha detto comunque "se fosse il caso (...) agiremmo con la necessaria umanità e forniremmo sostegno ai civili innocenti". 

Profughi Gaza

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Qatar: "Intesa su tregua non sia condizionata a ostaggi"

L'accordo sulla tregua a Gaza fra Israele e Hamas "non sia condizionato" alla liberazione degli ostaggi. Lo afferma il premier del Qatar al Thani parlando a Monaco di Baviera. 

Ambasciatore di Israele in Brasile: "Nostro diritto e obbligo difesa da Hamas"

L'ambasciatore israeliano in Brasile, Daniel Zohar Zonshine, ha commentato le più recenti critiche a Israele del presidente brasiliano, Luís Inácio Lula da Silva, ed ha sostenuto che lo Stato israeliano non solo ha "il diritto ma anche l'obbligo" di difendersi da Hamas, contro il quale continuerà ad agire "con la forza". "Abbiamo ascoltato il discorso al Cairo, poi abbiamo visto l'incontro con il presidente Al-Sisi e i leader della Lega Araba, citando Hamas, ma anche menzionando le sanzioni israeliane e ciò che sta accadendo a Gaza. Non è solo un diritto di Israele difendersi, ma è un obbligo contro l'intenzione di Hamas di farlo di nuovo", ha detto il diplomatico a Diário do Poder. Zonshine ha poi ricordato che il gruppo terroristico usa i palestinesi come scudo umano, agendo "dall'interno della popolazione". "Hamas ha investito tutti i suoi sforzi nella costruzione di città sotterranee", ha aggiunto. 

Mar Rosso, nuovo attacco Usa-Gb nello Yemen

Almasirah, organo di stampa affiliato agli Houthi, ha riferito oggi che un attacco aereo congiunto USA-Regno Unito ha colpito la regione di Ras Issa nello Yemen. La notizia è rilanciata dal sito israeliano 'Ynetnews'.

Qatar: "Negoziati per la tregua non sono molto promettenti"

I negoziati in questi ultimi giorni per un cessate il fuoco a Gaza "non sono molto promettenti". Lo ha detto Sheikh Mohammed bin Abdul Rahman Al Thani, primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar. "Credo che potremo vedere un accordo realizzarsi molto presto. Eppure lo schema degli ultimi giorni non è stato molto promettente", ha precisato il primo ministro del Qatar, parlando alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco e riferendosi alla "parte umanitaria di questi negoziati". "Rimarremo sempre ottimisti, continueremo a spingere", ha aggiunto, parlando in inglese. 

Hamas minaccia la fine dei negoziati senza gli aiuti a Gaza nord

Hamas ha minacciato che sospenderà ogni negoziato su una possibile intesa con Israele se gli aiuti umanitari non arriveranno nella parte nord di Gaza. Lo ha detto un esponente della fazione islamica alla rete del Qatar Al Jazeera, ripresa dai media. "Non si possono tenere negoziati mentre la fame divora il popolo palestinese", ha aggiunto. 

Herzog a Blinken: "La priorità è finire di sradicare Hamas"

"La priorità è che venga preservata la sicurezza di Israele e per fare questo dobbiamo completare il lavoro di sradicamento delle strutture di Hamas". Così il presidente israeliano Isaac Herzog ha risposto a Antony Blinken che oggi a Monaco ha parlato delle "reali opportunità che abbiamo di fronte, per un futuro più sicuro per israeliani, palestinesi e tutti gli amici nella regione". 

"Ho sentito il suo discorso oggi - ha detto Herzog incontrando il segretario di Stato Usa a margine dei lavori della conferenza di Monaco- e credo che l'ho trovato interessante, credo che vi siano opportunità che debbano essere studiate". Ma Herzog ha insistito sul fatto che, oltre la distruzione di Hamas, per Israele "in questi momenti difficili", la priorità è la liberazione degli ostaggi. 

"Li vogliamo a casa e stiamo lavorando con la comunità internazionale, con voi sulla questione degli aiuti umanitari in modo da poterli aumentare in regola con le leggi umanitarie dove e quando sia necessario", ha concluso il presidente israeliano. 

Blinken a Herzog: "No operazione a Rafah senza piano per la sicurezza di un milione di rifugiati"

"Gli Stati Uniti non possono sostenere un'operazione militare di terra a Rafah senza un credibile ed applicabile piano per garantire la sicurezza dell'oltre un milione di rifugiati". E' quanto ha ribadito Antony J. Blinken nel suo incontro oggi a margine dei lavori della Conferenza per la Sicurezza di Monaco con il presidente israeliano Isaac Herzog. 

I due leader, rende noto ancora il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, "hanno discusso gli sforzi per garantire il rilascio degli ostaggi e ottenere una pausa umanitaria che possa rendere possibile l'aumento del flusso di aiuti umanitari ai civili palestinesi a Gaza.  

Il segretario di Stato infine ha "sottolineato la necessità per tutte le parti di adottare misure adatte a proteggere la vita dei civili ed impedire l'allargamento del conflitto". E ha ribadito "l'impegno degli Stati Uniti per una pace duratura nella regione che comprenda la creazione di uno stato palestinese con garanzie di sicurezza per Israele". 

Migliaia di manifestanti filo-palestinesi marciano a Madrid

Sventolando bandiere e striscioni filo-palestinesi, migliaia di persone hanno marciato oggi per le strade di Madrid per chiedere un cessate il fuoco immediato nella guerra tra Israele e Hamas. La folla ha attraversato in una giornata assolata le strade della capitale spagnola, dalla stazione ferroviaria di Atocha alla centrale Plaza del Sol, dietro un grande striscione con la scritta "Libertà per la Palestina". Al corteo hanno preso parte sei ministri del gabinetto del primo ministro Pedro Sanchez: tutti e cinque del partito di estrema sinistra Sumar, partner minori della coalizione, nonché il ministro dei trasporti Oscar Puente del partito socialista del premier. 

G7: "Armi dell'Iran agli Houthi aumentano le tensioni, ferma condanna per gli attacchi nel mar Rosso"

"La continua fornitura di armi e materiale collegato da parte dell'Iran agli Houthi, in violazione della risoluzione 2216 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e ad altri attori non statali nella regione ha aumentato pericolosamente le tensioni". Lo denunciano i ministri degli Esteri del G7 nella dichiarazione fatta da Antonio Tajani a nome della presidenza italiana del gruppo, nella quale rinnovato "la loro più ferma condanna degli attacchi perpetrati dagli Houthi contro le navi commerciali che transitano nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden e le navi della Marina Militare che le proteggono". 

I ministri sottolineano che "questi attacchi violano il diritto internazionale, mettono in pericolo vite innocenti e minacciano i diritti e le libertà di navigazione". 

Houthi

©Ansa

G7: "Conseguenze devastanti se Israele attacca Rafah"

I ministri degli Esteri del G7 hanno "chiesto un'azione urgente per affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza, in particolare la difficile situazione di 1,5 milioni di civili che si rifugiano a Rafah, ed hanno espresso profonda preoccupazione per le conseguenze potenzialmente devastanti sulla popolazione civile di un'ulteriore operazione militare su vasta scala da parte di Israele in quella zona". Lo si legge nella dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della riunione G7 Esteri a Monaco. 

G7: "Ferma condanna dei raid Houthi, bene l'operazione Ue"

"I membri del G7 hanno rinnovato la loro più ferma condanna degli attacchi perpetrati dagli Houthi contro le navi mercantili in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden e le navi della marina che le proteggevano" e "hanno accolto con favore l'imminente istituzione dell'operazione marittima dell'Ue Aspides e i continui sforzi dell'operazione guidata dagli Stati Uniti Prosperity Guardian insieme al sostegno del Regno Unito per proteggere queste rotte marittime cruciali". Lo si legge nella dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della riunione G7 Esteri a Monaco. 

G7: "Lavorare a pause che portino al cessate il fuoco a Gaza"

"I membri del G7 hanno espresso l'intenzione di lavorare per pause prolungate e durature nelle ostilità" a Gaza "che portino a un cessate il fuoco sostenibile e per l'attuazione urgente delle risoluzioni Onu UNSCR 2712 e 2720, compresi corridoi per facilitare l'assistenza urgentemente necessaria, lo spostamento dei civili e il rilascio degli ostaggi". Lo si legge nella dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della riunione G7 Esteri a Monaco. I ministri "hanno ribadito nei termini più forti possibili l'importanza per tutte le parti di proteggere i civili, nel rispetto del diritto umanitario internazionale". 

Medioriente, raid israeliani su Gaza: decine di palestinesi uccisi

Decine di palestinesi sono stati uccisi in nuovi raid e combattimenti con le forze israeliane a Gaza. Lo ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia, che denuncia 83 morti e 125 feriti nelle ultime 24 ore.

Leader chiesa afroamericana in Usa chiedono stop fondi a Israele

I leader della Chiesa episcopale metodista africana (Ame), una delle denominazioni cristiane afroamericane più antiche e importanti del paese, hanno chiesto questa settimana agli Stati Uniti di porre fine ai loro aiuti finanziari a Israele, affermando che la sua campagna militare a Gaza equivale a un "genocidio di massa". Lo scrive il New York Times. L'appello è stato lanciato dal Consiglio dei vescovi della Chiesa, il suo ramo esecutivo, e firmato da quattro vescovi senior, tra cui il presidente del consiglio, il vescovo Stafford J. N. Wicker. Le chiese afroamericane e altri gruppi religiosi hanno spinto per mesi per un cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas attraverso spot, lettere aperte e campagne sui social media. Ma l'appello dell'Ame va oltre la richiesta di cessate il fuoco, insistendo affinché gli Stati Uniti interrompano immediatamente il loro sostegno finanziario a Israele. 

Nyt: "Israele dietro gli attacchi a due gasdotti iraniani"

Israele ha effettuato attacchi segreti contro due importanti gasdotti all'interno dell'Iran, interrompendo il flusso di calore e gas da cucina verso province con milioni di persone: lo scrive il New York Times citando due funzionari occidentali e uno stratega militare affiliato al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane. Gli attacchi, secondo il Nyt, rappresentano un notevole cambiamento nella guerra ombra che Israele e Iran conducono da anni attraverso attacchi aerei, terrestri, marittimi e informatici. Israele, ricorda il quotidiano, ha a lungo preso di mira i siti militari e nucleari all'interno dell'Iran e ha assassinato scienziati nucleari e comandanti militari iraniani, sia all'interno che all'esterno del paese. Israele ha anche sferrato attacchi informatici per disabilitare i server appartenenti al ministero del petrolio, provocando disordini nelle stazioni di servizio in tutto il Paese. Ma l'esplosione di parte dell'infrastruttura energetica del Paese, su cui fanno affidamento industrie, fabbriche e milioni di civili, segna un'escalation in questa guerra segreta e sembra aprire una nuova frontiera, sostengono hanno i dirigenti e gli analisti contattati dal Nyt. Gli attacchi ai gasdotti richiedono una profonda conoscenza delle infrastrutture iraniane e un attento coordinamento,  specialmente perché le due pipeline sono state colpite in più punti contemporaneamente. 

Blinken: "Per Israele nei prossimi mesi opportunità straordinaria"

"Nei prossimi mesi Israele ha davanti a sé un'opportunità straordinaria". E' quanto ha sostenuto il segretario di Stato americano Antony Blinken, parlando a Monaco. "Praticamente tutti i Paesi arabi ora vogliono integrare Israele nella regione, normalizzare le relazioni se non l'hanno già fatto, fornire garanzie di sicurezza e impegni in modo che Israele possa sentirsi più sicuro e protetto", ha spiegato il capo della diplomazia di Washington. Che poi ha aggiunto: "Allo stesso tempo, sono in corso sforzi sinceri, guidati dai Paesi arabi, per riformare, rivitalizzare l'Autorità palestinese in modo che possa essere più efficace nel rappresentare gli interessi del popolo palestinese e possa essere un partner migliore per Israele in futuro". 

"E c'è anche - ha detto - l'imperativo che ho menzionato, che è più urgente che mai, di procedere verso uno Stato palestinese, che garantisca anche la sicurezza di Israele e prenda gli impegni necessari per farlo".

Blinken

©Ansa

Tajani: "Negare i due Stati giustifica adesione ad Hamas"

"La soluzione politica che noi prospettiamo è quella dei 'due popoli e due Stati': l'indipendenza e la sicurezza di Israele ma anche una prospettiva per il popolo palestinese, al quale non si puo' negare questa prospettiva perchè altrimenti si giustificherebbe un'adesione ad Hamas e questo vogliamo che non accada, anzi vogliamo l'esatto contrario". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in conferenza stampa a Monaco. 

Hamas: "Per la tregua cessate il fuoco e ritiro di Israele"

Il leader palestinese di Hamas, Ismail Haniyeh, ha ribadito che il movimento chiede un cessate il fuoco e il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, come parte dei negoziati in corso per una tregua. In una dichiarazione Haniyeh ha di nuovo dettato le condizioni spiegando che l'organizzazione "non accetterebbe meno di un cessate il fuoco, ritiro dell'esercito occupante dalla Striscia di Gaza, rimozione dell'oppressivo blocco e fornitura di un rifugio sicuro agli sfollati". Ha anche aggiunto che gli sfollati del nord della Striscia di Gaza dovrebbero poter ritornare lì, e ha chiesto il rilascio dei prigionieri di Hamas condannati a lunghe pene detentive in Israele. 

Tajani: "Carneficina di israeliani e palestinesi deve finire"

Per il Medio Oriente "l'unica soluzione possibile è quella di due popoli e due Stati, lo diciamo in maniera molto chiara a tutti. E' ovvio che c'è chi non vuole che questo obiettivo si raggiunga ma noi vogliamo la pace e che finisca questa carneficina che ha portato alla morte di migliaia di persone, di civili israeliani e palestinesi. Questa carneficina deve finire". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della Conferenza di Monaco. 

Wp: "Video mostra impiegato Unrwa in azione il 7 ottobre"

Il Washinton Post ha pubblicato un frame di un video - diffuso dal ministero della difesa israeliano di Yoav Gallant - in cui si mostra un impiegato dell'Unrwa ripreso lo scorso 7 ottobre "mentre rimuove il corpo inerte di un israeliano a cui era stato sparato nel Kibbutz Beeri, per poi andarsene" con il cadavere. L'impiegato dell'Unrwa - Faisal Ali Musalam Naami - fa parte dei 12 dipendenti dell'Agenzia dell'Onu che sono stati denunciati da Israele - come confermato dallo stesso Gallant - in quanto membri di Hamas e di aver sostenuto o partecipato al massacro del 7 ottobre scorso. E' la prima volta che si vede il fotogramma del video. 

Unrwa

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Medioriente, Tajani: "G7 chiede stop ostilità per ostaggi e aiuti"

Il G7 punta a garantire sicurezzadello Stato di Israele,  "chiediamo l'immediata liberazione degli ostaggi, lavoriamo per de-escalation e chiediamo la sospensione dei combattimenti sia per garantire la liberazione degli ostaggi sia per far arrivare aiuti ai civili che sono vittime di Hamas". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alla Conferenzza sulla sicurezza di Monaco.  "Puntiamo alla protezione di tutti i cittadini, della popolazione civile, soprattutto donne e bambini". 

Unrwa, Israele conduce una campagna per distruggerci

Israele sta portando avanti "una campagna estesa e concertata volta a distruggere Unrwa". E' la denuncia lanciata dal capo della stessa agenzia Onu per i palestinesi, Philippe Lazzarini, in un'intervista al gruppo giornalistico svizzero Tamedia. "E' un obiettivo politico a lungo termine nella convinzione che se l'agenzia umanitaria venisse abolita, lo status dei rifugiati palestinesi sarebbe risolto una volta per tutte. E con esso, il diritto al ritorno. Dietro questo c'e' un obiettivo politico molto piu' ampio", ha sostenuto. "Basta guardare il numero di azioni che il governo israeliano sta intraprendendo contro l'Unrwa", dalle misure adottate dal Parlamento israeliano alle iniziative per rimuovere l'esenzione Iva dell'agenzia e l'ordine agli appaltatori del porto israeliano di Ashdod di "smettere di gestire alcune consegne di cibo" per l'agenzia Onu. Israele ha accusato almeno 12 membri dello staff dell'Unrwa di aver preso parte direttamente ai massacri di Hamas del 7 ottobre e almeno altri 30 di aver fornito assistenza, oltre alle migliaia di suoi operatori ritenuti affiliati ad organizzazioni terroristiche. I 12 dipendenti sono stati licenziati e l'agenzia ha aperta un'indagine interna, mentre diversi Paesi donatori hanno sospeso i finanziamenti. Israele ha esortato Lazzarini a dimettersi. Le forze armate hanno anche scoperto un tunnel di Hamas che ospita un importante centro server sotto il quartier generale dell'Unrwa a Gaza City.

Blinken: "Essenziale che Israele tuteli i civili a Gaza"

Il segretario di Stato americano Antony Blinken, parlando alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha definito "assolutamente essenziale" che Israele assicura la "protezione dei civili" nella Striscia di Gaza. Blinken ha premesso che Israele debe poter assicurare che "non accada più" un attacco come quello di Hamas del 7 ottobre.

Haniyeh: "Hamas accetterà solo stop totale a ostilità e ritiro Idf da Gaza"

Haniyeh ha chiesto alle autorità israeliane la liberazione dei prigionieri palestinesi in carcere e ha accusato Israele per l'assenza di progressi verso un accordo che ponga fine al conflitto. Hamas "ha sempre trattato con i mediatori con spirito positivo e grande responsabilità per fermare l'aggressione contro il popolo palestinese", ha riportato anche il giornale 'Filastin', legato al gruppo che nel 2007 ha preso il controllo della Striscia di Gaza.

"Raggiungere un accordo di scambio di prigionieri tramite cui saranno liberati i nostri prigionieri, soprattutto i più anziani e quelli a cui sono state inflitte condanne pesanti, è uno degli obiettivi di questi negoziati". Secondo Haniyeh, si lavora "con tutti gli strumenti a disposizione per fermare il massacro che il nemico compie 24 ore su 24".

Media: stasera conferenza stampa Netanyahu

E' prevista per le 19.30 ora israeliana (le 18.30 in Italia) una nuova conferenza stampa del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Lo riferisce il Times of Israel.

Idf, identificato e ucciso autore lancio razzo su Ashkelon

Le forze armate israeliane hanno individuato e ucciso il miliziano di Hamas che stamane ha lanciato da Gaza un razzo in direzione di Ashkelon. Il missile è stato sparato dal quartiere di Sheikh Radwan a Gaza City ed è stato intercettato da Iron Dome: nel giro di mezz'ora, i militari hanno identificato il miliziano e hanno ordinato un attacco aereo nel quale è stato ucciso. 

Lula: "Risposta sproporzionata di Israele ad Hamas"

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è tornato a criticare Israele per la risposta "sproporzionata" agli attacchi di Hamas. "Essere un umanista significa anche respingere la risposta sproporzionata di Israele, che ha ucciso quasi 30.000 palestinesi a Gaza, la stragrande maggioranza dei quali donne e bambini, e ha causato lo sfollamento forzato di oltre l'80% della popolazione", ha detto il leader progressista al vertice dell'Unione africana a Addis Abeba. Prima del suo discorso, Lula - che ha chiesto ancora una volta la creazione di uno Stato palestinese riconosciuto dall'Onu - ha incontrato il premier dell'Autorità palestinese, Mohammad Shtayyeh, per discutere della situazione nella Striscia di Gaza. Il capo dello Stato brasiliano avrebbe dovuto vedersi anche con il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ma quest'ultimo alla fine ha annullato il suo viaggio in Etiopia.

Gruppi umanitari, attacco a Rafah sarebbe catastrofico

Sei agenzie umanitarie e organizzazioni per i diritti umani hanno lanciato un appello congiunto, avvertendo delle conseguenze "catastrofiche" di un'offensiva di terra israeliana a Rafah, nell'estremo sud della Striscia di Gaza dove sono ammassati un milione e mezzo di palestinesi. Tra i firmatari ci sono Oxfam, Amnesty International, ActionAid, ar Child, Consiglio danese per i rifugiati e Handicap International. "Siamo sconvolti dagli strazianti sviluppi a Rafah, l'area più popolosa di Gaza, dove 1,5 milioni di persone si sono rifugiate come ultima risorsa, tra cui oltre mezzo milione di bambini. Se Israele lanciasse l'offensiva di terra proposta, altre migliaia di civili verrebbero uccisi e l'attuale flusso di aiuti umanitari rischierebbe di interrompersi completamente. Se questo piano militare non verrà fermato immediatamente, le conseguenze saranno catastrofiche", si legge nella dichiarazione ripresa dal Guardian.

Israele: "Dopo lanci colpiti obiettivi in Libano e Siria"

L'esercito israeliano ha attaccato obiettivi in Libano e in Siria. Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che in Libano, dopo il lancio di razzi, è stata colpita "una infrastruttura terroristica di Hezbollah nell'area di Jabal Balat vicino al confine dove è stato ucciso un terrorista". "In nottata, in risposta al lancio di razzi dalla Siria nel sud della Alture del Golan non entrati in territorio israeliano, l'artiglieria -  ha proseguito - ha colpito l'area di partenza dei razzi e jet militari hanno centrato un deposito dell'esercito siriano nell'area di Mhajjah".

Haniyeh: "Colpa di Israele per la mancanza di progressi sugli ostaggi"

E' colpa di Israele se non ci sono progressi nei negoziati per raggiungere il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo ha affermato il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sottolineando che il Movimento islamico "non accetterà nient'altro che una completa cessazione dell'aggressione, il ritiro delle forze armate da Gaza e ila revoca dell'ingiusto assedio". Israele deve inoltre liberare tutti i prigionieri palestinesi, condannati a lunghe pene detentive.

Haniyeh: "Hamas accetterà solo stop totale a ostilità e ritiro Idf da Gaza"

Hamas non accetterà nulla di meno di una "completa cessazione dell'aggressione", di un "ritiro dell'esercito di occupazione (le forze israeliane, Idf) da Gaza" e della "revoca dell'assedio ingiusto" all'enclave palestinese nel mirino delle operazioni militari israeliane dall'attacco del 7 ottobre in Israele. E' quanto ribadisce il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in una dichiarazione di cui dà notizia la tv satellitare al-Jazeera.

Hamas: "Accordo solo con fine guerra e ritiro esercito"

Hamas ai fini di un eventuale accordo per il cessate il fuoco non accetterà "niente altro che una completa fine dell'aggressione, il ritiro dell'esercito d'occupazione da Gaza e la rimozione dell'ingiusto blocco della Striscia". Lo ha detto il leader di Hamas Ismail Haniyeh su Telegram accusando Israele per la mancanza di progressi nei negoziati su una possibile intesa. Haniyeh ha insistito anche su un altro: quello della liberazione "dei prigionieri palestinesi che scontano pene di lunga durata". Richieste che Israele ha già respinto in passato come "irricevibili". 

Gaza: "Quasi 29mila morti dal 7 ottobre"

Sarebbero quasi 29.000 i morti nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Il nuovo bilancio del ministero della Salute di Gaza, dal 2007 sotto il controllo di Hamas, parla di almeno 28.858 morti e 68.667 feriti. Lo riporta la tv satellitare al-Jazeera.

Egitto, al via la costruzione della zona chiusa da muri a ridosso del confine con Gaza

L'Egitto ha iniziato a costruire una zona inclusa entro alti muri di cemento lungo il confine con la Striscia di Gaza, forse in preparazione dell'esodo di profughi palestinesi in fuga dall'attacco israeliano di Rafah. Foto e video diffusi dall'ong Sinai Foundation for Human Rights, mostrano operai al lavoro con macchinari pesanti che tirano su barriere di cemento e torri di avvistamento proprio oltre il valico di Rafah, dal lato egiziano. Le immagini risalgono a giovedì.

Intergruppo per pace Palestina: "Solidarietà a Francesca Albanese"

"L'intergruppo per la Pace tra la Palestina e Israele esprime solidarietà a Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i diritti umani nei territori palestinesi, per gli attacchi ricevuti da alcuni mezzi di informazione e da qualche esponente politico soltanto per il fatto di svolgere il proprio lavoro: monitorare e denunciare la crisi umanitaria a Gaza. Francesca Albanese è una voce autorevole e rispettata per le sue analisi a livello internazionale, ma considerata scomoda - e per questo accusata di essere controversa e di parte - dal governo israeliano e i suoi alleati". Così le deputate e i deputati e le senatrici e i senatori dell'Intergruppo per la Pace tra la Palestina e Israele, tra cui Stefania Ascari, Laura Boldrini, Ida Carmina, Susanna Camusso, Dario Carotenuto. "Contrariamente a quanto sostenuto dal Ministro Tajani - si legge ancora nella nota - la decisione di Israele di vietare ad Albanese l'ingresso nel Paese non è una novità né è motivata dalle dichiarazioni della stessa successive al 7 ottobre: è dal 2008 infatti che lo Stato di Israele impedisce a tutti i relatori speciali delle Nazioni Unite l'ingresso nei territori palestinesi occupati, di fatto ostacolando chi opera nel campo della difesa dei diritti umani. Sarebbe dunque più che opportuno che lo stesso Ministro Tajani, anziché contribuire a diffondere informazioni fuorvianti, mediasse affinché fosse consentito alla relatrice Albanese di entrare nel Paese e svolgere al meglio il proprio incarico, a maggior ragione oggi che vi è l'impellente necessità del monitoraggio indipendente degli osservatori internazionali". 

Conferenza Monaco, Scholz: "Gaza può contare su Ue e Usa"

Il popolo di Gaza "può contare sull'Ue e sugli Stati Uniti": lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ribadendo il sostegno della Germania a una soluzione a due Stati. Scholz ha aggiunto che "gli aiuti umanitari devono raggiungere Gaza" e ha esortato Israele ad "agire in conformità con il diritto internazionale".

Suonano sirene ad Ashkelon, intercettato missile

Le sirene sono risuonate nella zona di Ashkelon, in Israele, a nord della Striscia di Gaza, e un missile è stato intercettato. Lo ha riferito il municipio, precisando che non sono stati registrati feriti o danni.


Israele, nella notte bombardata Siria in risposta a razzi

Nella notte l'artiglieria israeliana ha bombardato siti in Siria, in risposta a razzi lanciati verso le alture di Golan. Lo hanno riferito le forze armate israeliane, aggiungendo che raid aerei hanno anche colpito un deposito di munizioni dell'esercito siriano nella zona di Mahajjah.

Israele, al Nasser arrestati 100 sospettati di terrorismo

Truppe israeliane continuano ad operare nell'ospedale Nasser di Kahn Yunis - nel sud della Striscia - dove hanno "arrestato circa 100 sospettati di attività terroristica". Lo ha fatto sapere il portavoce militare, secondo cui l'operazione "si basa su informazioni dell'intelligence in base alle quali Hamas conduce la sua attività di terrore all'interno dell'ospedale stesso". Attorno alla zona dell'ospedale, inoltre, sono stati "uccisi terroristi". Le operazioni continuano anche nel resto della città e nel centro della Striscia. 

Wsj, "Usa prevedono un nuovo invio di armi ad Israele"

L'amministrazione Usa prevede di inviare armi ad Israele per un importo stimato di decine di milioni di dollari, nonostante gli stessi Usa spingano per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza. Lo hanno riferito fonti americane citate dal Wall Street Journal (Wsj), secondo cui la fornitura comprende circa un migliaio di bombe MK.82, sistemi KMU-572 per la precisione delle bombe stesse ed altro. Il piano, hanno spiegato le fonti, è tuttavia ancora in fase di revisione interna e potrebbe cambiare prima di essere inviato in Commissione al Congresso per la definitiva approvazione. 

Houthi rivendicano attacco con missili contro petroliera nel Mar Rosso

Gli Houthi dello Yemen rivendicano il lancio di missili contro la petroliera britannica Pollux nel Mar Rosso. Stamani su X il portavoce Yahya Sare'e rilancia un messaggio in cui si afferma che la nave battente bandiera di Panama e diretta in India è stata colpita in una "operazione mirata", un attacco "preciso e diretto". Gli Houthi ribadiscono la minaccia: non esiteranno "ad attuare ed espandere le operazioni militari in difesa dell'amato Yemen e a conferma della solidarietà concreta con il popolo palestinese" fino "a un cessate il fuoco e alla revoca dell'assedio alla Striscia di Gaza"

Unrwa, cosa è e come funziona l'agenzia Onu per i palestinesi

È stata per molto tempo un'ancora di salvezza vitale nella Striscia di Gaza e motivo di contesa con Israele, molto prima che alcuni dipendenti dell'agenzia fossero accusati di essere coinvolti nell'assalto di Hamas del 7 ottobre scorso. Offre una serie di servizi sociali alle persone registrate come rifugiati palestinesi nelle guerre risalenti al periodo della nascita dello Stato di Israele: costruisce e gestisce scuole, cliniche mediche, rifugi e fornisce cibo, assistenza abitativa e prestiti di emergenza. COME FUNZIONA

Unrwa, tutti i Paesi che hanno sospeso i fondi dopo le accuse

Sono 10 gli Stati che hanno finora bloccato tutti i finanziamenti all'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, in seguito alle accuse di un possibile coinvolgimento di dipendenti nell’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre. Gli Usa hanno immediatamente annunciato lo stop ai finanziamenti. La scelta è stata poi condivisa da Canada, Australia, Italia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi, Germania, Giappone e Austria. LEGGI

Israele-Hamas, trovato tunnel a Khan Yunis dove erano tenuti alcuni ostaggi

La struttura sotterranea presente nel sud della Striscia di Gaza si trovava sotto la residenza di un dirigente di Hamas e ha ospitato a varie riprese una ventina di ostaggi, compresa una bimba poi rilasciata. Secondo l'Idf, il tunnel scoperto era lungo circa 830 metri. I soldati che hanno fatto irruzione si sono scontrati con i terroristi prima di poter accedere. La struttura è stata distrutta. GUARDA IL VIDEO

Israele, migliaia di persone in piazza a Tel Aviv contro Netanyahu: "Deve andare a casa"

Nella capitale proteste nei confronti del premier, soprattutto da parte dei familiari degli ostaggi e delle vittime di Hamas. "Chi divide non unirà, chi distrugge non costruirà, chi distrugge non creerà", ha dichiarato Yonatan Shamriz, il cui fratello Alon, ostaggio a Gaza, è stato ucciso dai soldati israeliani. Manifestazioni anche a Cesarea, nel nord del Paese, di fronte all’abitazione di Netanyahu. LA PROTESTA

Egitto smentisce costruzione di campi per profughi palestinesi

L' Egitto smentisce decisamente di avere avviato alcun lavoro di costruzione di campi per accogliere profughi palestinesi, ribadendo che la posizione della presidenza resta quella di rigettare ogni sfollamento volto a "liquidare la causa palestinese". La notizia era stata diffusa da alcuni media stranieri, in particolare statunitensi, e supportata da alcuni video di una ong sui social e fonti locali. "L'Egitto - afferma il capo dell'Ufficio stampa statale Diaa Rashwan - nega totalmente le notizie di alcuni media stranieri su presunti piani del Cairo di costruire rifugi per i palestinesi in prossimità del confine egiziano con la Striscia di Gaza per ospitare civili nel caso in cui vengano sfollati con la forza a causa della sanguinosa aggressione israeliana contro di loro nella Striscia. 

Asse tra Qatar e Giordania per un 'cessate il fuoco' a Gaza

Il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha incontrato il re di Giordania Abdullah II alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, in Germania. E' quanto si legge in un comunicato pubblicato su X sul profilo del ministero degli affari esteri del Qatar. I due leader - secondo quanto si legge - hanno discusso degli "strumenti per rafforzare i tentativi regionali e internazionali per raggiungere un cessate il fuoco immediato a Gaza". 

Harris incontra Herzog, si è parlato di Gaza post-bellica

"A Monaco ho parlato con il presidente israeliano Herzog e ho ribadito il nostro impegno a riportare a casa gli ostaggi tenuti da Hamas e a garantire la sicurezza di Israele. Abbiamo discusso degli sforzi per ottenere una pausa prolungata nei combattimenti, dell'importanza di aumentare l'assistenza umanitaria e della continua pianificazione per la Gaza post-bellica". Lo ha scritto su X la vice presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, al termine di un incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog nell'ambito della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. 

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