Guerra Israele-Hamas, perché Gaza non è stata ancora invasa? I dubbi e i problemi politici
Da giorni si parla dell’operazione di terra che Tsahal, l’esercito israeliano, dovrebbe condurre nella Striscia, allo scopo di eliminare in modo definitivo l’organizzazione terroristica che ha dato vita agli attacchi del 7 ottobre. Molti i dubbi alla base, dalla sorte degli ostaggi al rischio di estensione del conflitto al nord e all’exit strategy, che potrebbero portare i generali israeliani a optare per una soluzione diversa da una grande offensiva militare, che rischia di costare molte vite
- Perché Israele non ha ancora invaso Gaza? La domanda circola tra gli analisti da giorni: l'operazione di terra che avrebbe dovuto portare Tsahal, l’esercito israeliano, a invadere la Striscia per mettere fine al dominio di Hamas, non si è ancora verificata
- “Ci stiamo preparando, ma non abbiamo detto quali piani saranno. Tutti parlano dell'offensiva di terra ma i piani potrebbero essere diversi dall'attesa invasione via terra della Striscia”, ha dichiarato il portavoce dell’esercito Daniel Hecht. Parole che sembrano contrastare con quelle del ministro della difesa israeliano Yoav Gallant che ha detto ai soldati del fronte sud che l'ordine di entrare a Gaza arriverà presto
- Netanyahu, ora a capo di un gabinetto di guerra, ha sia il sostegno interno che internazionale per procedere ma dagli stessi americani è arrivato l’invito all’autocontrollo, sebbene lo stesso Biden abbia manifestato al governo israeliano tutto l’appoggio possibile di Washington. Preoccupa certamente la presenza di decine di ostaggi, molti non israeliani, che rischiano la vita a Gaza
- Quello che temono gli israeliani sono le trappole dei terroristi di Hamas, rifugiatisi nei cunicoli di Gaza, dotati di generatori elettrici, dai quali sparano anche i missili verso le città. Il rischio è quello di subire numerose imboscate impreviste. Si tratta di "problemi molto impegnativi in un ambiente urbano", ha dichiarato alla Cnbc Daniel Kurtzer, ambasciatore americano in Israele dal 2001 al 2005. Per questo l’effetto psicologico “di non dire quando l'attacco potrebbe succedere”, potrebbe avere peso
- L’amministrazione americana, inoltre, è preoccupata anche dal fatto che l'invasione di Gaza possa accendere altri fronti: il nord ribolle e dal Libano continuano a piovere minacce e razzi. Sembra che l’America stia premendo su Hezbollah, il partito-milizia filoiraniano, per scongiurare un suo intervento diretto contro Israele, ma il fronte libanese non sembra ancora essere sedato. In caso di invasione non si esclude una reazione di Hezbollah o delle frange più estreme
- Un’operazione del genere potrebbe richiedere la presenza massiccia di numerosi uomini sul fronte e c'è il rischio di perderne tanti: Israele ha al momento richiamato 360 mila riservisti. Per quanto tempo Israele potrà permettersi di paralizzare larga parte della sua forza lavoro? Il rischio è che presto si presenti lo spettro della crisi economica
- L’opzione su vasta scala del territorio di Gaza è stata già sperimentata nel 2014, come ha evidenziato Frank Gardner, esperto corrispondente della Bbc. "La storia suggerisce che difficilmente questa sarà la soluzione miracolosa in cui alcuni sperano. Quando Israele ha invaso Gaza nel 2014, più di 2 mila palestinesi sono stati uccisi, e ogni funerale ha generato giovani sempre più radicalizzati”
- Come sottolinea sempre Gardner, “un assalto via terra potrebbe portare a un successo a breve termine, eliminando la maggior parte dei comandanti. Ma in assenza di un accordo di pace duraturo, Hamas probabilmente si rigenererebbe, con giovani combattenti arrabbiati e radicalizzati”
- Una possibilità, però, c’è: “Non escludo che l'esercito israeliano divida il territorio di Gaza in quattro parti, con barriere che separano il nord di Gaza dal sud e dal centro, e poi effettui operazioni per eliminare le istituzioni e i leader di Hamas. Dovesse riuscirci metterebbe fine al governo di Hamas e al suo controllo su Gaza”, ha dichiarato qualche giorno fa all'agenzia di stampa turca Anadolu Avi Issacharoff, noto giornalista, analista di sicurezza e volto noto in diverse trasmissioni televisive israeliane
- C’è poi un altro quesito irrisolto: cosa succede una volta dichiarata vittoria? Ammesso che si possa invadere Gaza, sconfiggere Hamas e il Jihad islamico e dichiarare la vittoria, poi c’è il problema del dopo, perché diventa inconcepibile ritirarsi. Una delle ipotesi sul tavolo è coinvolgere le Nazioni Unite con un'amministrazione temporanea