Hamas-Israele: gli attacchi, le tempistiche e i luoghi simbolo. DOMANDE E RISPOSTE
Il 7 ottobre, una settimana fa, i terroristi di Hamas penetravano all'alba nel Sud di Israele, con un'operazione senza precedenti, a lungo pianificata, uccidendo oltre 1.300 persone. Dopo l'aggressione, l'esercito israeliano ha risposto con massicci bombardamenti su Gaza. Ma perché Hamas ha attaccato proprio in questo periodo? E in quali luoghi? E come ha reagito la comunità internazionale?
- È passata una settimana dagli attacchi di Hamas nel Sud di Israele. Da quel momento il conflitto è ri-esploso, con continui lanci di missili da Gaza verso i territori israeliani e i massicci bombardamenti di Israele sulla Striscia. “Questo è solo l’inizio”, ha detto ieri il premier israeliano Netanyahu parlando alla nazione, con Israele che è a un passo dall'operazione di terra a Gaza. Ecco alcune domande e risposte sull’attacco, su ciò che è successo dopo e sulle prospettive del conflitto. In foto, militari israeliani
- L’attacco è andato in scena all'alba di sabato 7 ottobre (nel 50esimo anniversario della guerra dello Yom Kippur). I terroristi di Hamas hanno dato vita a un’operazione senza precedenti, entrando nel Sud di Israele via mare, via terra e via aria. In contemporanea, sono stati lanciati verso i territori israeliani missili dalla Striscia di Gaza. In foto, soldati israeliani
- Hamas ha assaltato città e kibbutz israeliani vicini al confine con la Striscia di Gaza, sparando sulle persone, entrando nelle case e tentando di far esplodere - e in alcuni casi riuscendoci - le camere di sicurezza. Tra le zone più colpite ci sono la città di Sderot e i kibbutz di Be’eri e Kfar Azza, dove sono stati uccisi molti bambini (in foto). Ma l’attacco ha riguardato anche un rave party, il Nova Music Festival, nel deserto del Negev, dove i terroristi hanno sparato contro i giovani che ballavano
- I kibbutz sono piccole e circoscritte comunità ebraiche, nate intorno all’epoca della Seconda guerra mondiale. Ad oggi, in Israele, se ne contano circa 250 e raccolgono una popolazione complessiva pari a quasi 125mila abitanti. In origine erano nate come comunità egalitarie di agricoltori, ma con il passare del tempo hanno conosciuto alcune evoluzioni di carattere sociale. Nella foto, militari nel kibbutz di Kfar Aza, assaltato da Hamas
- Si stima (va ricordato che la situazione è in evoluzione, ndr) che siano morte più di 1.300 persone negli attacchi e che oltre 100 siano state prese in ostaggio e portate a Gaza
- Israele arriva da un periodo molto complesso, di tensioni sociali al suo interno e di forti contestazioni al governo di Bejamin Netanyahu. La crisi politica interna, secondo gli analisti, potrebbe aver fatto percepire ad Hamas un Israele più vulnerabile e, quindi, più facile da attaccare
- Un altro fattore potrebbe essere stato il processo, sostenuto dagli Usa, per la normalizzazione delle relazioni tra Israele e Paesi arabi del Golfo, Arabia Saudita in testa, osteggiato da Hamas
- L'intelligence israeliana, come sottolineato da diversi analisti, è stata colta impreparata dagli attacchi. Questo è dovuto in parte al fatto che Hamas abbia messo in campo un'operazione senza precedenti. Avrebbe preparato per due anni l’aggressione, con modalità top secret e con la data di inizio dell'operazione a conoscenza di pochissimi tra i vertici del gruppo islamico, come rivelato a Russia Today tv da un dirigente di Hamas, Ali Baraka. In foto, militari israeliani
- Poco dopo l’attacco, Netanyahu ha detto: “Siamo in guerra”. L’esercito si è quindi mobilitato per riprendere il controllo delle cittadine israeliane attaccate. Un’operazione, questa, complicata, perché alcuni uomini di Hamas sono riusciti a infiltrarsi nel territorio, rendendo le operazioni più lunghe e difficili
- Nel giro di pochi giorni Israele ha richiamato in servizio 300mila riservisti e ammassato oltre 100mila soldati vicino ai confini della Striscia di Gaza, sotto assedio. Sono poi iniziati i raid israeliani sulla Striscia che hanno causato la morte di almeno 1.900 persone, tra cui leader di Hamas. Israele ha promesso che a Gaza (in foto) non arriveranno acqua, luce o carburanti finché gli ostaggi non saranno rilasciati e ha dato il via ad azioni di commando nella Striscia, appoggiate con raid su vasta scala, per localizzarli
- Ferme condanne per gli attacchi di Hamas sono arrivate dalla comunità internazionale, Unione europea compresa. Gli Usa, in particolare, hanno fatto partire aiuti militari per supportare Israele e il segretario di Stato americano Blinken (in foto) si è recato sul posto il 12 ottobre, garantendo: "Forniremo ulteriori armamenti". Intanto, Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Benny Gantz, leader di uno dei partiti di opposizione, si sono accordati per formare un governo di unità nazionale
- Dietro gli attacchi alcuni ipotizzano che ci sia l’Iran. La guida suprema della Repubblica Islamica Ali Khamenei ha però smentito il coinvolgimento, ma ha comunque aggiunto: "Naturalmente difendiamo la Palestina, difendiamo la lotta, baciamo le mani di quei giovani palestinesi intelligenti e coraggiosi che hanno pianificato l'attacco al regime sionista. Siamo orgogliosi di loro”
- Hamas è l’acronimo di Harakat al-Muqawwama al-Islamiyya, che significa Movimento di Resistenza Islamica. La sua fondazione risale al 14 dicembre del 1987. Si tratta di un'organizzazione religiosa islamica palestinese di carattere paramilitare e politico. Il progetto dichiarato di Hamas è quello di costringere Israele a ritirarsi dai territori occupati nel 1967 e di costituire uno Stato islamico in tutta la Palestina storica (confini del pre-1948). Hamas include un braccio politico e una struttura sociale che controlla moschee, scuole e ambulatori
- Dopo gli attacchi a Sud, il partito armato libanese Hezbollah ha espresso vicinanza ad Hamas e, negli ultimi giorni, ha a sua volta lanciato missili verso il Nord di Israele, con cui il Libano confina. Il fronte Nord di Israele è massicciamente presidiato e l'artiglieria ha risposto ai razzi, ma restano molti timori legati a questa zona. Ieri un cameraman libanese della Reuters è stato ucciso in un attacco israeliano e altri cinque reporter sono stati feriti. In foto, zona al confine tra Israele e Libano
- Hezbollah in arabo significa “partito di Dio” ed è un’organizzazione politico-militare. Le sue origini risalgono al 1982, nel pieno della guerra civile libanese. Il gruppo trae ispirazione dalla repubblica islamica iraniana e dall’ayatollah e vuole distruggere lo Stato di Israele. A guidare Hezbollah è Hassan Nasrallah, segretario politico del movimento dal 1992