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Rapporto Migrantes 2022, nel mondo 103 milioni di rifugiati: raddoppio in 10 anni

Mondo
©IPA/Fotogramma

Questo uno dei dati emersi nel Report annuale sul Diritto d'asilo della Fondazione , organismo pastorale della Cei.  Si tratta, praticamente, di più del doppio delle persone rispetto a 10 anni fa

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Nel mondo i rifugiati sono 103 milioni, una cifra record mai raggiunta prima, pari ad un abitante su 77. Praticamente più del doppio rispetto a 10 anni fa, quando era un abitante su 167. Questo uno dei dati emersi nel Report 2022 sul Diritto d'asilo della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei. Sempre nel 2022 l'Europa ha dimostrato di poter accogliere oltre 4,4 milioni di profughi ucraini che hanno ottenuto la protezione temporanea, senza perdere nulla in termini di sicurezza e benessere. Nello stesso anno, però, l'Ue "ha fatto di tutto per tenere fuori dai propri confini poche decine di migliaia di persone bisognose di protezione provenienti da altre rotte ed altri Paesi", si legge nel rapporto.

Il Mediterraneo resta mare di morte

“Verso la fine di ottobre 2022 la stima (minima) dei rifugiati e migranti morti e dispersi nel Mediterraneo è poco inferiore alle 1.800 unità. Ancora una volta a pagare il tributo più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale, sulla rotta che porta verso l'Italia e Malta, dove si sono contati 1.295 morti e dispersi, contro i 172 del settore occidentale e i 295 di quello orientale”, ha segnalato ancora il rapporto, in un focus sull'area del Mediterraneo. “In quest'ultimo alcuni gravi incidenti negli ultimi mesi hanno già portato il valore provvisorio del '22 quasi al triplo di quello totale del 2021 ("solo" 111 fra morti e dispersi). Il 2021, invece, aveva visto crescere le vittime rispetto all'anno precedente in tutti e tre i settori, con un tragico + 57% nel Mediterraneo centrale”, è emerso. Il 2021 - si legge ancora - vanta anche il triste “record” del numero di migranti e rifugiati intercettati dalla cosiddetta Guardia costiera libica e “ricondotti (o meglio deportati) in un sistema organizzato di miseria, arbitrio, vessazioni, taglieggiamenti e violenze: 32.400 persone contro le 11.900 del 2020”. A partire dal 2017, anno del 'memorandum Roma-Tripoli', “i 'deportati di Libia' sono ormai 104.500 e a partire dal 2016, 118 mila”, viene spiegato ancora.

Cardinal Zuppi: “Numero morti nel Mediterraneo scandalizza”

Il Rapporto sul Diritto di asilo, "ci aiuta a capire le proporzioni reali e dobbiamo sempre dire che non si tratta mai solo di numeri, dietro c'è sempre tanta sofferenza, perché c'è una persona, ci sono numeri che non possono non preoccuparci, scandalizzarci come ci scandalizzano i 1.800 morti nel Mediterraneo, 1295 nella rotta tra Italia e Malta, credo che sia una evidenza a cui non possiamo mai abituarci”. Questo il commento del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, intervenuto alla pontificia università Gregoriana durante la presentazione del rapporto della Fondazione Migrantes.

I rifugiati con necessità di reinsediamento

Tra le specifiche analizzate nel report, anche quella che riguarda la stima globale dei rifugiati con necessità di reinsediamento da precari Paesi di primo asilo, che "nel 2023 supera i due milioni di persone (+ 36% rispetto al 2022)”. La stima globale dei rifugiati con necessità di reinsediamento “nel 2021 era pari a 1.445.000 persone. Nell'anno ne sono stati effettivamente reinsediati in tutto il mondo 57.500, il 4% scarso". Nel 2021, si legge ancora, “il Paese che ha effettuato più trasferimenti di richiedenti asilo è la Francia (3.145), seguita dalla Germania. Quest'ultima è stata invece il principale Paese ricevente (4.274 richiedenti ricevuti), seguita dall'Italia (1.525 secondo Eurostat e 1.468 secondo il Viminale)”.

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I profughi ucraini

Sono stati 10 milioni gli ingressi di profughi dall'Ucraina nei soli quattro Paesi membri confinanti ma anche 6,3 milioni i rientri più o meno stabili, prosegue il rapporto Migrantes. Nel 2022 l'Ue "ha fatto di tutto per tenere fuori dai propri confini" persone provenienti da altri Paesi. È avvenuto dalla Grecia a tutti i Balcani, dalla Libia alla frontiera con la Bielorussia, dalle enclave spagnole sulla costa africana alle acque del Mediterraneo e dell'Atlantico sulla rotta delle Canarie fino all'ultima "novità" dell'anno, i moli dei porti italiani.  Si tratta di un "pericoloso doppio standard" in materia di asilo - "solidali con gli ucraini e discriminanti e in violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali con altri" - che viene denunciato nel report stesso, curato da Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti.  "Per qualcuno le frontiere sono aperte, mentre per altri non lo sono nemmeno i porti dopo un naufragio - scrivono le curatrici -. A essere a rischio è lo stesso diritto d'asilo e persino lo stato di salute delle nostre democrazie". 

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