Alt dall'Easa dopo gli stop arrivati da Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Irlanda, Austria, Olanda e Belgio. Pure diversi Stati esteri e compagnie private hanno deciso di tenere a terra i modelli uguali a quello coinvolto nell’incidente in Etiopia
Il Boeing 737 Max 8 non volerà più – almeno temporaneamente – nei cieli europei. L'Agenzia per la sicurezza del trasporto aereo dell'Unione europea (Easa) ha deciso di chiudere lo spazio aereo dopo che già molti Paesi singolarmente avevano imposto l'alt al velivolo in seguito all'incidente in Etiopia di domenica scorsa. L'Easa ha fatto sapere, attraverso Twitter di aver sospeso tutti i voli del Boeing 737 Max 8 e 737 Max 9 in Europa a partire dalle 19 del 12 marzo. Ad annunciare la serrata degli spazi aerei, in precedenza, erano state Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Irlanda, Austria, Olanda e Belgio. Oltre ai Paesi Ue, anche altri Stati nel mondo hanno annunciato il bando al modello della Boeing e diverse compagnie aeree hanno fatto sapere che lasceranno a terra i velivoli. Gli Stati Uniti al momento resistono, ma hanno chiesto alla compagnia produttrice con sede a Chicago di aggiornare il software di quel modello di aereo, indiziato principale per l'incidente di domenica. L'azienda ha annunciato che "entro aprile" procederà all'aggiornamento del software dell’intera flotta dei suoi 737 Max 8 (COS'È - LE FOTO DELLO SCHIANTO), il principale sospettato dell’incidente in Etiopia e del precedente di ottobre in Indonesia. (TUTTI GLI INCIDENTI DELLA COMPAGNIA ETIOPE - QUALI COMPAGNIE USANO IL 737 - Incidenti aerei: i dati sulla sicurezza in volo negli ultimi 40 anni).
Lo stop in Italia
Prima della decisione dell'Agenzia europea, l'Enac, l'autorità italiana dell'aviazione civile, aveva deciso che i Boeing 737 Max "non possono più operare da e per gli aeroporti nazionali, visto il perdurare della mancanza di informazioni certe sulla dinamica dell'incidente" dell'Ethiopian e "del precedente incidente di ottobre in Indonesia", che anche in quella occasione aveva coinvolto un aereo dello stesso modello.
Gli altri Paesi che hanno fermato il Boeing
Oltre ai Paesi Ue, anche Etiopia, Cina, Australia, Indonesia, Malesia, Mongolia, Isole Cayman e Singapore hanno temporaneamente vietato a tutti gli aerei Boeing 737 Max di entrare e uscire dai propri Paesi. A questi si è aggiunto pure l’Oman (con la compagnia di bandiera, Oman Air), che, decidendo di "sospendere temporaneamente" i voli dei Boeing 737 Max, è diventato il primo Paese della penisola araba a lasciare a terra quel modello di velivoli, seguito presto dagli Emirati Arabi Uniti. Nella notte il divieto è arrivato anche dalla Nuova Zelanda e dalle Figi e da due Paesi extra Ue: Serbia e Turchia. Boeing 737 Max a terra anche in India, Norvegia, Hong Kong, Guinea e Libano. Le Autorità dell’aviazione dei diversi Stati sono in attesa di “ulteriori informazioni sulla sicurezza di questi aeromobili”, prima di decidere un eventuale sblocco.
Stop anche da alcune compagnie
Lo stesso provvedimento di “sospensione” è stato preso anche da alcune compagnie aeree, come la sudcoreana Eastar Jet. Anche l'indiana Jet Airways ha deciso di fermare i voli dei suoi cinque Boeing 737 Max. "Nella nostra flotta abbiamo cinque Boeing 737, ma attualmente nessuno è impiegato nei voli. Siamo in contatto con la società produttrice", si legge in una nota della compagnia. Identica la decisione di Aerolineas Argentinas, che ha disposto un "riposo obbligato" per i suoi cinque Boeing 737 Max 8. In un comunicato la compagnia ha precisato che "il fermo degli aerei permetterà una loro ispezione e successivamente, secondo quanto comunicherà il costruttore Boeing, si deciderà se torneranno a volare". La brasiliana Gol ha invece spiegato che "la sicurezza è il valore numero uno che orienta in modo assoluto tutte le iniziative dell'azienda". Sospesi anche i voli dei 10 velivoli Boeing 737 Max 8 della Lion Air, la più grande compagnia aerea privata indonesiana. La stessa Lion Air era proprietaria del Boeing 737 Max 8 precipitato pochi minuti dopo il decollo il 29 ottobre scorso nel Mare di Java, causando la morte delle 189 persone a bordo. In Europa, è la compagnia aerea anglo-tedesca Tuifly che ha annunciato che lascerà a terra i suoi 15 Boeing 737 Max: tra gli apparecchi che non voleranno, anche quattro in dotazione alla flotta della compagnia in Belgio. Infine, la Norwegian Air Shuttle, compagnia privata low-cost, ha sospeso i voli dei suoi 18 modelli di 737 Max. Tomas Hesthammer, chief operating officer della Norwegian, ha spiegato: "La sicurezza dei nostri clienti e dei nostri colleghi non sarà mai compromessa, e una volta che le autorità ci suggeriscono di fermare le operazioni, noi certamente ci adeguiamo".
Le indagini sul disastro in Etiopia
Le indagini sull'incidente di domenica 10 marzo in Etiopia, intanto proseguono, nella speranza di trovare informazioni precise dall'analisi delle due scatole nere che sono state ritrovate ieri e che contengono le registrazioni vocali in cabina e i dati del volo. Il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha assicurato che "sarà dettagliata e sarà utile per il resto del mondo", per prevenire un'altra tragedia simile.
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