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Whirlpool chiude lo stabilimento a Napoli. Tutte le tappe della vicenda

Economia

Dal 25 ottobre 2018 al 15 ottobre 2019. A un anno dalla presentazione del piano industriale e dopo quasi cinque mesi di tira e molla, il prossimo 1 novembre l’azienda specializzata in elettrodomestici chiuderà il sito partenopeo. Ecco tutti i passaggi della vicenda

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L’attività produttiva di Whirlpool a Napoli terminerà il prossimo 1 novembre 2019. Neanche l’incontro a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli è servito a evitare la chiusura dello stabilimento in cui lavorano 420 persone: l’azienda specializzata nella produzione di elettrodomestici è rimasta ferma sulla sua posizione, ritenendo le misure proposte dal governo non risolutive. Si tratta solamente dell’ultima tappa di una vicenda cominciata un anno fa: ecco le principali.

Ottobre 2018: il piano industriale

Il 25 ottobre 2018 i sindacati siglano l’accordo sul piano industriale di Whirlpool, che prevede 250 milioni di investimenti in Italia per i successivi tre anni. Nel piano c'è, come atteso, il trasferimento dalla Polonia della produzione delle lavatrici e lavasciuga da incasso. Per quanto riguarda lo stabilimento di Napoli, il segretario nazionale di Uilm Gianluca Ficco spiega che “diventerà il polo di produzione delle lavatrici di alta gamma, ricevendo anche modelli oggi assemblati a Comunanza (Ascoli)”.

Maggio-giugno 2019: la “X” sullo stabilimento di Napoli e il tavolo al Mise

Il 31 maggio 2019 si tiene a Roma un incontro tra sindacati e azienda sull’andamento del piano industriale. Nell’occasione Whirlpool proietta una slide con una “X” sullo stabilimento di Napoli. È la conferma che il sito partenopeo verrà ceduto, i sindacati temono il licenziamento di tutti i 420 dipendenti e organizzano un presidio al ministero dello Sviluppo economico: “C’è un piano industriale, siglato circa sei mesi fa insieme al governo, che prevede investimenti e rilancio di tutti i siti, Napoli compreso”, dice un comunicato del segretario della Fim Cisl Alessandra Damiani. L’azienda risponde dicendo che il business delle lavatrici non è sostenibile e che lo stabilimento di Napoli registra perdite di 20 milioni: l’unica strada è la riconversione. Pochi giorni dopo, il 4 giugno, parte il tavolo al Mise e sette giorni più tardi l’allora ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio firma tre atti di indirizzo destinati alle direzioni competenti dei rispettivi ministeri e a Invitalia (l’Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa): si richiede la revoca dei finanziamenti concessi a Whirlpool nel corso di questi anni qualora la multinazionale non mantenga gli impegni sottoscritti nel 2018. A fine mese, il 25 giugno, governo e sindacati ottengono dall’azienda che non vi sarà nessuna chiusura, nessun disimpegno e che sarà assicurata la piena occupazione dei lavoratori.

Luglio-agosto 2019: obiettivo riconversione

Il 24 luglio l'azienda illustra cinque opzioni per garantire la salvaguardia dello stabilimento di Napoli. Tra le ipotesi presentate, la prosecuzione del confronto sugli investimenti nei prodotti di alta gamma, lo spostamento in Italia di alcune produzioni realizzate all'estero e l'individuazione di una nuova mission per il sito di Napoli, attraverso la realizzazione di un nuovo prodotto. Di Maio annuncia la presentazione di un decreto che permetterebbe a Whirlpool di accedere a una decontribuzione nei prossimi 15 mesi, con sgravi fiscali sugli oneri relativi ai contratti di solidarietà. Il dl mette a disposizione 10 milioni per il 2019 e 6,9 milioni per il 2020. L’1 agosto, dopo un incontro al Mise, l’azienda ribadisce che la riconversione è l’unica soluzione per lo stabilimento di Napoli.

Settembre 2019: comincia la procedura di cessione del ramo d'azienda

A inizio settembre l’azienda in una nota comunica che il decreto legge sulle crisi aziendali è una misura insufficiente e che l'unica soluzione per lo stabilimento Whirlpool di Napoli è avere una nuova missione produttiva. Il 17 settembre arriva l’annuncio di voler cedere il ramo d’azienda alla svizzera Prs (Passive refrigeration solutions, una startup che detiene un brevetto di container autorefrigerati). Il Mise parla di decisione “grave" che "disattende gli impegni" dell'azienda con il governo, anche i sindacati si dicono contrari e due giorni più tardi proclamano due settimane di mobilitazione in tutti gli stabilimenti e una manifestazione nazionale. Il 21 settembre il neo-ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, insediatosi da poco più di due settimane, lancia un ultimatum chiedendo a Whirlpool di ritirare la procedura di cessione per poter tornare a discutere.

Ottobre 2019: interviene il premier Conte, ma non basta

Lo scorso 3 ottobre Whirlpool sostiene in una nota che il piano dell'azienda svizzera Prs per la reindustrializzazione del sito di Napoli è un progetto solido, facendo poi notare che i sindacati non sono mai stati disponibili a un confronto. Il giorno successivo è indetto lo sciopero dei lavoratori di tutti gli stabilimenti e si tiene la manifestazione nazionale a Roma. Una delegazione sindacale incontra il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, che annuncia lo spostamento del tavolo a Palazzo Chigi. Cinque giorni più tardi si tiene l’incontro tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e i segretari generali di Fiom, Fiom, Uilm. Conte riferisce che l'azienda è pronta a sospendere la cessione dello stabilimento di Napoli fino al 31 ottobre e a proseguire il confronto. Per i sindacati, però, non è stato compiuto alcun passo avanti: l'unica strada da percorrere è la produzione di lavatrici come prevedevano gli accordi. Whirlpool conferma la disponibilità a riprendere il confronto con governo e parti sociali e, in attesa della convocazione, conferma la sospensione della procedura di cessione fino alla fine del mese.

La chiusura del primo novembre 2019

Il 15 ottobre 2019 l’ultima tappa, per ora, di questa vicenda, con l’incontro a Palazzo Chigi dell’ad di Whirlpool Luigi La Morgia con Conte e Patuanelli. L’azienda, ”vista l'impossibilità di una discussione sul merito del progetto di riconversione e i mesi di incontri che non hanno portato ad alcun progresso nella negoziazione", annuncia che procederà alla cessazione dell’attività produttiva dal prossimo 1 novembre. I lavoratori di Napoli scendono in piazza, i sindacati proclamano due ore di sciopero in tutti gli stabilimenti Whirlpool e si dicono pronti a nuove mobilitazioni.