Guerra Israele-Iran, dalle Borse al petrolio: rischi e scenari per l'economia mondiale
EconomiaIntroduzione
La nuova escalation militare in Medio Oriente - con l'attacco di aerei e droni da parte di Israele ai siti nucleari e sensibili in Iran, e la conseguente risposta di Teheran con missili su Tel Aviv e Gerusalemme - rende ancora più nervosi i mercati finanziari, già provati dopo mesi di incertezza per le politiche commerciali americane che hanno innescato una contesa mondiale a colpi di dazi reciproci.
Quello che devi sapere
Mercati in agitazione
Dopo gli attacchi dello Stato ebraico all'Iran e la controffensiva di Teheran, i listini asiatici, europei e statunitensi hanno segnato perdite decise che testimoniano la volatilità del mercato. Tuttavia, tali ribassi sono inferiori a quelli registrati nelle calde giornate dopo l'annuncio dei dazi americani. In ogni caso, i trader temono soprattutto la scarsità di offerta nel campo delle materie prime e, come accade nei momenti di incertezza, tornano a puntare sui beni rifugio, con l'oro e il dollaro che guadagnano terreno. Vediamo più nel dettaglio cosa sta accadendo sui mercati.
Per approfondire: Nuovi raid di Israele sull'Iran, segui l'escalation minuto per minuto
Petrolio e gas osservati speciali
Anzitutto, un'ulteriore escalation del conflitto potrebbe avere ripercussioni sul mercato di petrolio e gas, che in Medio Oriente ha uno dei suoi fulcri mondiali di produzione. Teheran, ricordiamo, produce il 3% del greggio mondiale e il 7% di gas. Le sue riserve di petrolio sono tra le più ricche: non a caso, il Paese degli ayatollah è terzo in classifica fra gli esportatori dell'Opec, il cartello che riunisce molti dei maggiori fornitori e che, a seconda se apre o meno i rubinetti, influenza i prezzi. Negli ultimi anni, nonostante le sanzioni americane ed europee, la Repubblica islamica ha aumentato le vendite all'estero, aggirando le restrizioni e trovando nella Cina il suo principale acquirente.
Per approfondire: Trump cambia idea: l'attacco di Israele è utile ai negoziati
Prezzi in salita
Lato petrolio, i mercati sono preoccupati che anche la sola minaccia a siti e stabilimenti iraniani possa causare interruzioni o restrizioni nell'offerta, e quindi un'impennata delle quotazioni. Nelle scorse ore, i prezzi del petrolio sono saliti rapidamente: i future sono infatti schizzati di oltre il 13% nell'intraday, cioè nella stessa giornata di Borsa, chiudendo il periodo giornaliero di contrattazioni al Nymex con un rialzo dell'8%, riaccendendo i timori di un nuovo picco dell'inflazione.
Per approfondire: I rischi economici globali dopo l'attacco di Israele al regime iraniano
Occhi puntati su Hormuz
I mercati temono anche un possibile blocco dello stretto di Hormuz, che separa la penisola arabica dall'Iran all'imbocco del Golfo Persico, da cui passano le navi che trasportano circa un quinto del consumo globale di idrocarburi, ossia buona parte del carburante e del gas liquefatto che i Paesi dell'area vende all'estero. Si tratta di uno snodo strategico e caldo, oggetto in passato di forti tensioni, guardato a vista dalla quinta flotta degli Stati Uniti e che Teheran potrebbe sbarrare per rappresaglia. Tutti penseri che hanno inciso sui future europei sul gas naturale al Ttf (il punto di scambio virtuale per il gas naturale nei Paesi Bassi), che sono saliti di quasi il 5%, superando i 38 euro/MWh, il livello più alto dall'inizio di aprile.
Per approfondire: Iran, un programma nucleare in espansione: i principali siti
Possibili rischi per l'eolico
Oltre ai molteplici rischi geopolitici, altri fattori contribuiscono alla pressione al rialzo sui prezzi del gas, con gli analisti che prevedono un calo della produzione di energia eolica in questo fine settimana nell'Europa nordoccidentale, con conseguente riduzione dell'offerta di energia rinnovabile.
Per approfondire: Iran, Teheran in festa dopo la controffensiva missilistica su Israele
Sale anche l'oro
La guerra fra Israele e Iran incide non solo su petrolio e gas, ma anche sul prezzo dell'oro, che è balzato di oltre l'1%, superando i 3.420 dollari e avviandosi verso il massimo storico raggiunto ad aprile scorso di 3.500,05 dollari. Del resto, come già accennato, gli investitori sono in cerca di sicurezza in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche e incertezza economica mondiali.
Per approfondire: Atomica e Trump: come cambia il Medioriente dopo gli attacchi all’Iran
Le vie del commercio
Forti timori anche per l'accesso al Mar Rosso, altra strada del mare battuta dalle porta-container che trasportano tonnellate di merci tra Asia e Europa, e che sono state bersaglio degli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen finanziati dall'Iran. Rialzi dei prezzi potrebbero farsi sentire anche da noi, soprattutto nel caso di sabotaggi o attacchi agli impianti e alle vie del commercio.
Per approfondire: Iran, cos’è la bandiera della vendetta issata dopo l'attacco di Israele
Una rotta marittima cruciale
Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in audizione alle Commissioni riunite Esteri Camera e Senato sugli attacchi in Medioriente, ha sottolineato questa preoccupazione. "L'escalation tra Israele e Iran mette nuovamente a rischio la libertà di navigazione, in una rotta marittima cruciale per l'Italia e per il commercio globale. Appare quindi evidente come le implicazioni di un prolungato scontro militare tra Israele e Iran sarebbe di portata estremamente rilevante: le ripercussioni si farebbero sentire non solo sul piano della sicurezza regionale, ma anche su quello economico, energetico, umanitario e migratorio. Per questo il governo italiano è in prima linea per favorire la de-escalation", ha sottolineato Tajani.
Per approfondire: Tajani: "Teheran non può avere l'atomica. Serve una de-escalation"
L'immediato futuro
Questo è ciò che sta accadendo in queste ore. Ma cosa può succedere nei prossimi giorni? Secondo gli analisti, dobbiamo prepararci a un periodo di forte volatilità dei mercati. Secondo gli esperti di IG Italia, infatti, i mercati finanziari internazionali "si trovano in una fase di fortissima tensione". Il timore principale è che l'escalation possa estendersi ben oltre i confini di Israele e Iran, coinvolgendo attori regionali e globali, oppure innescando azioni di sabotaggio o rappresaglia su infrastrutture economiche critiche.
Per approfondire: Meloni convoca un vertice dopo gli attacchi: stretta sulla sicurezza
Le infrastrutture nel mirino
Tra gli obiettivi potenzialmente a rischio ci sono le infrastrutture petrolifere e del gas naturale: "Basti pensare agli impianti strategici di South Pars (il più grande giacimento di gas naturale al mondo), le raffinerie di Abadan e Isfahan, oppure i terminal per l'esportazione di greggio situati a Jas e nell'isola di Karg, veri e propri snodi vitali per le esportazioni energetiche iraniane. Un attacco a uno di questi siti, o anche solo la minaccia concreta, potrebbe causare gravi interruzioni dell'offerta globale di petrolio e gas, con conseguente impennata dei prezzi", spiegano gli esperti di IG Italia.
Per approfondire: Tajani: "Le crisi in Medioriente sono strettamente connesse"
Cruciali le prossime ore
La crisi in corso tra Israele e Iran rappresenta "una minaccia sistemica per la stabilità dei mercati globali", sottolinea IG Italia. "Le prossime ore e giorni saranno cruciali: ogni segnale di de-escalation potrebbe calmare gli investitori, ma un ulteriore deterioramento rischia di alimentare uno shock energetico e finanziario globale. Da monitorare con particolare i seguenti asset: petrolio, gas naturale, oro, settore energetico e della difesa, valute rifugio", concludono gli esperti.
Per approfondire: Appello di Leone XIV a Israele e Iran: "Responsabilità e ragione"
L'Iran alzerà l'asticella?
"Ci troviamo di fronte a un conflitto prolungato che quasi certamente manterrà elevati i prezzi del petrolio", ha affermato al Financial Times Helima Croft, ex analista della Cia, ora in forza a Rbc Capital Markets. L'esperta si chiede se l'ultimo attacco sia un intervento militare limitato, come quello avvenuto in autunno, o se l'Iran abbia invece deciso di prendere di mira le forniture energetiche regionali. "La domanda chiave è se l'Iran cerchi di internazionalizzare il costo dell'azione di ieri notte prendendo di mira le infrastrutture energetiche regionali", ha evidenziato Croft.
Per approfondire: La guerra sulle prime pagine dei giornali: la rassegna stampa
Un conflitto su larga scala?
"Gli operatori sono ora in allerta per le prospettive di un conflitto su vasta scala in Medio Oriente. Ciò manterrà alta l'incertezza e la volatilità", ha affermato Matt Simpson, analista senior di mercato presso City Index, come riporta Reuters. I mercati, come già detto, temono un possibile coinvolgimento diretto da parte di altri Paesi della regione, come il Libano, la Siria, l'Iraq, o persino attori del Golfo come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, o altri attori ancora più pericolosi e potenti come gli Stati Uniti (alleato di Israele) e la Russia (alleato dell'Iran).
Per approfondire: Israele-Iran, cronologia di una rivalità storica: da alleati a nemici
I riflessi sul dollaro americano
Secondo Lee Hardman, senior currency analyst di Mufg Bank, i prossimi sviluppi potrebbero fornire un "banco di prova tempestivo per l’attrattività tradizionale del dollaro Usa come valuta rifugio, dopo che ieri aveva toccato nuovi minimi annuali prima degli attacchi militari israeliani". Gli operatori di mercato osserveranno da vicino gli sviluppi, ma le dichiarazioni dei leader politici "fanno pensare che le tensioni continueranno anche nel breve termine, il che spingerà gli investitori a ridurre l'esposizione al rischio per il fine settimana".
Per approfondire: Iran, chi sono i capi militari e gli scienziati nucleari uccisi nei raid
Attendere è la parola d'ordine
Carsten Menke, analista presso Julius Baer, ha osservato che "con la situazione in forte evoluzione, è troppo presto per dire se questo shock farà aumentare i prezzi delle materie prime in modo duraturo. Se dovessero verificarsi interruzioni delle forniture di petrolio, sia direttamente a causa degli attacchi che indirettamente a causa di misure imposte dalla politica, o se il conflitto dovesse estendersi nella regione, l'oro potrebbe registrare un rialzo più duraturo nel tempo", ha aggiunto.
Per approfondire: Guerra fra Israele e Iran, un'escalation lunga 20 mesi