Introduzione
I raid aerei israeliani contro i siti militari e nucleari iraniani sono l'ennesimo capitolo in una storia di crescenti tensioni dall'inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Ecco i momenti chiave che, negli ultimi 20 mesi, hanno acceso il confronto fra le due potenze mediorientali.
Quello che devi sapere
La strage di Hamas
L'8 ottobre 2023, il giorno dopo l'attacco lanciato da Hamas contro Israele, l'allora presidente iraniano Ebrahim Raisi ha sottolineato di "sostenere la legittima difesa della nazione palestinese". In quelle ore convulse, un portavoce da Gaza ha confermato che Teheran era al fianco del movimento islamista palestinese. Non solo: secondo quanto emerso da report di fonti qualificate, la Repubblica islamica avrebbe fornito ai miliziani di Gaza sia le armi sia le indicazioni per geolocalizzare i diversi punti strategici da colpire in Israele, dopo diversi incontri riservati tra agosto e settembre di quell'anno. Il 28 ottobre 2023, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che "il 90% del bilancio militare di Hamas proviene dall'Iran. È questo Paese a finanziarlo, organizzarlo e guidarlo".
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L'eliminazione di Mousavi
Il 25 dicembre 2023 Israele ha eliminato uno dei più importanti comandanti iraniani, Razi Mousavi, in un attacco in Siria. Lo Stato ebraico "pagherà certamente per questo crimine", ha minacciato in quell'occasione Raisi, convinto che l'assassinio fosse "un altro segno della frustrazione, dell'impotenza e dell'incapacità del regime sionista nella regione". Un mese dopo, Israele ha ucciso altre cinque figure chiave dei Guardiani della rivoluzione, tra cui due alti funzionari, in un attacco aereo su Damasco. Lo Stato ebraico "inizi il conto alla rovescia", è stato l'avvertimento lanciato dal ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, mentre per il capo di Stato maggiore, Mohammad Bagheri, il raid ha avuto "il solo effetto di accelerare l'annientamento di Israele".
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La morte di Zahedi
L'1 aprile 2024, un attacco aereo distrugge la sede consolare dell'ambasciata iraniana, uccidendo secondo Teheran sette membri dei Guardiani della rivoluzione, tra cui il generale Mohammad Reza Zahedi e il suo vice. Un obiettivo di prim'ordine, considerato il più importante dopo la morte del generale Qasem Soleimani: il comandante della Forza Quds e responsabile per la Siria e il Libano era la testa di ponte tra Teheran e gli Hezbollah e, probabilmente, l'uomo che garantiva le armi iraniane al partito di Dio. "La risposta sarà dura", ha ammonito in quell'occasione l'ambasciatore iraniano in Siria Hossein Akbari.
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L'attacco diretto dell'Iran
Quasi due settimane dopo l'uccisione di Zahedi, l'Iran ha colpito direttamente Israele. Il 13 aprile il regime ha lanciato un attacco con droni e missili contro lo Stato ebraico, la prima operazione militare a prendere di mira direttamente il territorio israeliano dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979. Le difese aeree israeliane hanno intercettato quasi tutti gli attacchi, con l'aiuto degli Stati Uniti e di altri alleati. Sei giorni dopo, sono state segnalate esplosioni nell'Iran centrale, di cui Teheran minimizza le conseguenze senza accusare direttamente Israele, che non ne rivendica la responsabilità.
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L'assassinio di Haniyeh
Il 31 luglio 2024, il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh è stato ucciso in una residenza nel nord di Teheran dopo aver partecipato alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Massoud Pezeshkian. Teheran, Hamas e Hezbollah accusano Israele, che si assume la responsabilità dell'eliminazione diversi mesi dopo. Secondo alcune fonti citate dal Guardian, il regime dopo l'assassinio di Haniyeh ha cominciato a riconsiderare la portata e la forma della rappresaglia pianificata contro Israele, non facendosi scoraggiare dall'assenza di un sostegno esplicito da parte degli Stati musulmani all'eventuale azione militare.
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L'uccisione di Nasrallah
Il 27 settembre 2024, il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah è stato ucciso in un attacco israeliano nella periferia di Beirut, in Libano, insieme a un generale iraniano dei Guardiani della rivoluzione. Nell'operazione "Nuovo ordine", che ha eliminato uno dei nemici principali dello Stato ebraico, sono state sganciate più di 80 bombe del peso di una tonnellata ciascuna sul bunker dove si trovava Nasrallah. L'attacco, ha fatto sapere l'Idf, è stato effettuato mentre i vertici di Hezbollah si trovavano nel quartier generale per coordinare attività erroristiche contro cittadini israeliani. A guidare l'attacco è stato lo Squadrone 69 dell'Iaf ("The Hammers") con i propri aerei F-15I, considerati i principali bombardieri.
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Il secondo attacco diretto
Quattro giorni dopo la morte di Nasrallah, l'Iran ha lanciato decine di missili balistici contro Israele, un gran numero dei quali viene intercettato dal sistema di difesa Iron Dome. Israele ha poi reagito il 26 ottobre con attacchi aerei contro obiettivi militari iraniani. Teheran in quell'occasione ha minimizzato il contrattacco subìto, parlando di danni limitati. La risposta all'Iran è tuttavia durata più di tre ore, con tre diverse ondate, durante le quali lo Stato ebraico ha bombardato basi militari, sistemi di difesa aerea, impianti di produzione missilistica e lanciatori di missili terra-terra nei distretti di Teheran e di Khuzestan e Ilam, nella parte occidentale del Paese. Secondo il New York Times, la controffensiva ha colpito 20 obiettivi diversi. Secondo alcuni report, nel corso dell'azione, i sistemi di difesa aerea in Siria e Iraq sono stati colpiti da raid israeliani per lasciare libertà d'azione ai caccia diretti in Iran.
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Nuova guerra in Medioriente
Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2025, la guerra fra le due potenze mediorientali è esplosa. L'operazione "Rising Lion" dello Stato ebraico ha mirato a città e siti nucleari degli ayatollah, decapitando esercito e pasdaran. Colpiti anche il consigliere politico della guida suprema Khamenei e alcuni scienziati nucleari della Repubblica islamica. Alcune ore dopo, la vendetta iraniana con almeno cento missili lanciati sullo Stato ebraico, con forti esplosioni e colonne di fumo a centro a Tel Aviv e boati a Gerusalemme. "Apriremo a Israele le porte dell'inferno", ha detto il nuovo capo dei pasdaran. Alla vigilia dell'attacco israeliano, l'Aiea (Agenzia internazionale per l'energia atomica) ha lanciato un allarme sulle irregolarità negli impianti nucleari iraniani, da Natanz a Fordow.
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