Inchiesta sull'urbanistica a Milano, indagato anche il sindaco Sala. Protesta Fdi e Lega
CronacaPer il primo cittadino le ipotesi di reato sono di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone e di induzione indebita a dare o a promettere utilità. Lunedì 21 sarà in Consiglio comunale. FdI: "Non si faccia desiderare". Meloni: "Dimissioni? Decida in base alle sue capacità"
Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, è indagato nell'ambito delle inchieste sull'urbanistica per le quali i pm hanno chiesto sei arresti. Le ipotesi di reato, anticipate per primi dal Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa, sono di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone relativamente alla nomina del presidente della Commissione per il paesaggio del Comune, Giuseppe Marinoni, e di induzione indebita a dare o a promettere utilità intorno al progetto del 'Pirellino' dell'architetto Stefano Boeri e dell'imprenditore Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima. "Trovo allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura. Si tratta di un metodo inaccettabile", commenta il primo cittadino al Corriere. "Sala riferisca oggi in Consiglio comunale. Non si faccia desiderare" scrive in una nota il capogruppo di FdI al Comune di Milano, Riccardo Truppo. In totale sono 74 gli indagati nella "maxi" inchiesta della Procura milanese con accuse che vanno a vario titolo dalla corruzione al falso, dall'abuso edilizio alla lottizzazione abusiva fino all'induzione indebita.
Chiesti sei arresti
Sono sei gli arresti chiesti dalla Procura nell'ambito dell'indagine su un "sistema" di "speculazione edilizia selvaggia", rimasto "indisturbato" per anni. Per Giancarlo Tancredi, fino al 2021 dirigente comunale che già "si era trovato a decidere su interventi cruciali" sul fronte immobiliare e poi assessore alla Rigenerazione urbana, i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, hanno chiesto i domiciliari perché avrebbe dimostrato un "asservimento sistemico" a "società e gruppi finanziari". Le accuse nei suoi confronti sono di concorso in corruzione, falso e induzione indebita. Chiesti i domiciliari anche per un big del nuovo panorama dei costruttori, Manfredi Catella, fondatore e Ceo di Coima. "La trasparenza e la legalità sono fondanti per il nostro gruppo e per tutti noi, e avremo modo di affermarlo con determinazione", ha spiegato l'imprenditore. In più, richieste di carcere per Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione paesaggio fino ad aprile e definito dagli inquirenti "faccendiere" e "lobbista", per Alessandro Scandurra, anche lui componente della Commissione, e ancora per l'immobiliarista Andrea Bezziccheri di Bluestone e Federico Pella, manager e socio della società di ingegneria J+S.
Gli aut aut di Catella per l'ok al Pirellino: "Tra poco tempo finito"
Come riportato in una chat del giugno 2023, Catella minacciava "aut aut" nei confronti del Comune se la Commissione per il paesaggio non avesse approvato il progetto "Pirellino-Torre Botanica". "Vedete voi, da parte nostra faremo il possibile per affrontare al meglio i prossimi passaggi ma il tempo sarà poi finito", scriveva l'immobiliarista Coima per il quale i pm hanno chiesto i domiciliari.
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Pm Milano: “Da Sala pressioni su Marinoni”
Stando alla ricostruzione dei pm, l’ex presidente della Commissione paesaggio di Palazzo Marino avrebbe mostrato “mancanza di indipendenza, ricattabilità e cedevolezza” nei confonti di pressioni esercitate dal sindaco Sala, dall'assessore all’Urbanistica Tancredi, dal direttore generale Malangon e dell’architetto Boeri. Marinoni, si legge negli atti dell’inchiesta, si sarebbe confidato con Giacomo De Amicis, altro membro della Commissione paesaggio, esprimendo forti riserve sul progetto della “Torre Botanica” di Boeri in sostituzione del “Pirellino” salvo poi cedere alle pressioni indebite di Boeri, Catella, Tancredi e a quelle mediate di Sala e dare parere favorevole nonostante le bocciature della Commissione, risalenti al 2023. Sotto la lente è finita anche la nomina di Marinoni a capo della commissione paesaggio e in particolare "il patrocinio deliberato su proposta dell'assessore e del sindaco Sala allo Studio di Marinoni sulle Porte Metropolitane" che secondo i pm sarebbe stato uno "strumento artificioso per raggirare le regole e facilitare l'avvio di un piano di affari occulto intorno a nove nodi periferici, al confine tra la città e l'hinterland". Spinto da una delibera di giunta del gennaio 2023, Marinoni assumeva, secondo la Procura, il ruolo di un professionista che redigeva "un ampio piano urbanistico ad uso e consumo di finanziatori privati dai quali riceveva parcelle in cambio di una predispozione diretta tramite accordi di partenariato pubblico-privato concordati nei contenuti con l'assessore Tancredi".
Pm: "Sala sapeva dei conflitti di interesse di Marinoni"
Per quanto riguarda l'ipotesi di reato per "false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone", prevista dall'articolo 496 del codice penale, gli inquirenti - secondo quanto emerge dagli atti - la collegano all'attestazione di conflitti di interesse di Marinoni con costruttori o progettisti di lavori esaminati dalla Commissione. Per i pm, Sala era a conoscenza dei conflitti ma Marinoni, già indagato, nel dicembre del 2024 venne riconfermato come presidente dell'organismo, poi sciolto ad aprile, per il quinquennio 2025-2029. Secondo l'impianto accusatorio, il sindaco sarebbe "stato indotto dall'assessore Tancredi a scegliere Marinoni come presidente della Commissione paesaggio, conferendogli un potere da cui è pacifico che sia stato Tancredi per primo a trarre illeciti benefici, e nella consapevolezza che dalla Coima di Catella, così come da altri imprenditori, Marinoni ricevesse incarichi privati che lo condizionassero nelle decisioni sugli interventi di loro interesse".
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Centrodestra all'attacco, Sala riferisce lunedì in Consiglio comunale
Dopo gli ultimi sviluppi delle inchieste sull'urbanistica, Sala ha tenuto in mattinata una riunione di giunta dove ha annunciato l'intenzione di riferire, lunedì 21 luglio, in Consiglio comunale sull'indagine che lo vede coinvolto. Lega, Fratelli d'Italia e Movimento Cinque Stelle ieri hanno chiesto le dimissioni del primo cittadino e nel centro-destra si accelera la discussione sul prossimo candidato sindaco.
Meloni: "Avviso di garanzia non significa che deve dimettersi"
"La mia posizione è quella che ho sempre su questi casi: penso che la magistratura debba fare il suo corso, e per quello che riguarda il sindaco, io non sono mai stata convinta che un avviso di garanzia porti l'automatismo delle dimissioni. Si tratta di una scelta che il sindaco deve fare sulla base della sua capacità, in questo scenario di governare al meglio. Non cambio posizione in base al colore politico degli indagati", ha dichiarato la premier Giorgia Meloni. Per il presidente del Senato Ignazio La Russa "la politica avrebbe dovuto capire che quel percorso era sbagliato". Poi attacca la giunta: "Sicuramente ha dimostrato di non essere adeguata". Sulla richiesta di dimissioni di Sala è intervenuto anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana. "Io sono garantista ma non lo sono a giorni alterni, lo sono per tutte le persone che incorrono in questioni di questo genere", ha detto. Sulla linea "garantista" anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto che poi ha attaccato la Procura: "A Milano una parte della magistratura inquirente ha anche deciso di sostituirsi al legislatore, nel campo dell'urbanistica, del fisco, del lavoro, attraverso interpretazioni normative che a me sembrano, in molte parti, lontane dalle disposizioni di legge ed anzi molto pericolose".
Salvini: "Giunta Sala ha ingessato la città, si torni al voto"
Il vicepremier Salvini critica la giunta per aver "ingessato la città" e chiede di tornare al voto. "Non chiedo le dimissioni per l'inchiesta, perché io sono garantista, ma sarebbe giusto restituire la parola ai cittadini e andare a votare", ha affermato il leader della Lega. Nel pomeriggio, i consiglieri di Lega e Fdi hanno srotolato davanti alla sede del Comune uno striscione con scritto 'Dimissioni. Sala e la sua giunta liberino Milano'.
Pd Milano blinda Sala: "Continui fino a fine mandato"
Dalla maggioranza, appoggio formale a Sala arriva anche dalla segretaria del Pd Elly Schlein, che gli ha telefonato "per esprimere la sua solidarietà e vicinanza". Anche il partito nella sua divisione lombarda conferma il sostegno alla giunta Sala "bis", in carica dal 2021. "Continuiamo a sostenere il lavoro che il sindaco Sala e tutta l'amministrazione dovranno fare nei prossimi due anni. Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura attendiamo con fiducia l'evoluzione dei fatti, incluso quanto appreso dai giornali relativamente al sindaco", afferma Alessandro Capelli, segretario dem di Milano. A confermare l'appooggio è anche il capogruppo Pd in Regione Pierfrancesco Majorino che chiede una "svolta nel campo urbanistico". "Serve voltare pagina realizzando un nuovo Piano di governo del territorio che metta al centro l'emergenza abitativa e protegga Milano da tentazioni speculative", dice l'ex assessore alle Politiche Sociali.
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Tensioni in Consiglio comunale, contestazioni a Sala
Dopo la protesta fuori da palazzo Marino, tensioni si sono registrate in apertura di seduta del Consiglio comunale. I consiglieri di Lega e Fratelli d'Italia hanno occupato per alcuni minuti il centro dell'aula dove hanno appoggiato sui banchi scatolini con la scritta "il trasloco di Sala" di cui chiedono il passo indietro. Dagli scranni riservati al pubblico sono giunte urla, da "a casa, a casa" a "avete rovinato la città" e "vergogna".
Assessore Tancredi verso le dimissioni
Tra i 9 assessori su 12 presenti alla seduta odierna del Consiglio comunale non c'era Giancarlo Tancredi. Secondo fonti vicine a Palazzo Marini, l'assessore alla Rigenerazione urbana, per cui la Procura di Milano ha chiesto di domiciliari, sarebbe pronto al passo indietro e avrebbe dato al sindaco la sua "disponibilità a dimettersi".