Salva-Milano, decreto fermo al Senato. Cosa succederà dopo l’inchiesta sull’urbanistica
PoliticaIntroduzione
L’inchiesta della Procura di Milano sulla gestione dell’urbanistica nel capoluogo lombardo, che ha coinvolto oltre 70 persone e che al momento vede indagato anche il sindaco della città Beppe Sala, rischia di affossare definitivamente il decreto Salva-Milano, approvato in prima lettura alla Camera a fine 2024 e da allora rimasto bloccato in Commissione Ambiente a Palazzo Madama per la divisione tra gli schieramenti.
Quello che devi sapere
Cosa prevede il decreto Salva-Milano
La proposta si basa sulla modifica di un articolo della legge urbanistica del 1942 sulla limitazione dei volumi e delle altezze per quanto riguarda le costruzioni in territorio comunale. Tramite un’interpretazione autentica di due norme tra loro collegate, il testo consentirebbe il superamento delle soglie per opere edilizie effettuate, anche in assenza di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata.
Per approfondire: Inchiesta sull'urbanistica a Milano, indagato anche il sindaco Sala
Il superamento dei limiti
Stando a quanto previsto nel disegno di legge, l’obbligo di via libera preventivo al piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata verrebbe meno nel caso della costruzione di nuovi immobili su lotti che sono situati in ambiti edificati e urbanizzati. In secondo luogo cadrebbe nei casi di sostituzione di edifici esistenti oppure di interventi su edifici esistenti in ambiti edificati.
La telefonata Salvini-Sala
L’idea del provvedimento era nata da una telefonata del 17 maggio 2024 tra il vicepremier con delega alle Infrastrutture Matteo Salvini e il sindaco di Milano Beppe Sala sul futuro di alcuni grattacieli milanesi finiti al centro di un'inchiesta della Procura. Il ministro leghista aveva proposto una legge “bipartisan” da inserire in fase di conversione del decreto Salva-casa, progetto poi sfumato per dissapori in maggioranza.
Il ddl e le polemiche
Dopo l’impossibilità di associare la norma anche al decreto Infrastrutture per la mancanza di requisiti di ammissibilità, si era fatta strada l’ipotesi di una proposta di legge parlamentare poi ribattezzata “Salva-Milano”. Oltre a sbloccare alcuni cantieri fermi nella metropoli lombarda, la disposizione si sarebbe applicata anche al resto d’Italia e in modo retroattivo, elemento che ha suscitato le critiche dei detrattori preoccupati dal rischio di speculazione edilizia e cementificazione.
Centrosinistra diviso alla Camera
Le "disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia" hanno visto nel passaggio a Montecitorio un assetto inedito con Pd, Azione, Italia Viva e +Europa schierati per il sì insieme a tutta la maggioranza. Contrari invece Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra che non hanno risparmiato critiche ai dem.
Dietrofront di Sala e Pd al Senato
Con l'approdo del provvedimento al Senato, il Pd ha cambiato posizione, prima tentennando poi sfilandosi del tutto dal fronte dei partiti a favore. Sulla stessa linea si è posto anche il sindaco di Milano che fino a febbraio ha incalzato i democratici per l'approvazione definitiva poi da marzo ha frenato dopo che le inchieste hanno gettato ombre proprio sul "Salva-Milano", dettato secondo la Procura dagli stessi indagati.
Il Salva-Milano impantanato
La giunta di Palazzo Marino in carica dal 2021 ha quindi tolto il sostegno alla norma e annunciato la costituzione di parte civile nell'inchiesta. Dopo lo stop di Pd e Sala, il provvedimento si è sostanzialmente impantanato in Commissione Ambiente provocando divisioni anche nella maggioranza. In primavera, Fratelli d'Italia e Lega erano tentati dal temporeggiare mentre Forza Italia insisteva per il voto per tutelare gli investimenti di imprese e famiglie.
La nuova tegola
Dopo anni di indagini, il 16 luglio il caso giudiziario ha fatto un passo in avanti con la richiesta di misure cautelari. Secondo le accuse dei pm, a Milano si delinea “un vorticoso circuito di corruzioni tuttora in corso, che colpisce le istituzioni e ha disgregato ogni controllo pubblico sull’uso del territorio, svilito a merce da saccheggiare”. In un quadro di “avidità, spregiudicatezza, asservimento sistemico, modalità eversive di comportamenti”, fondato su “una rete occulta di rappresentanti delle istituzioni, professionisti e/o faccendieri, operatori privati dei settori immobiliare, finanziario e del credito”. La Procura del capoluogo lombardo ha chiesto 6 misure cautelari, tra carcere e domiciliari, per: Giancarlo Tancredi (assessore alla Rigenerazione Urbana); Manfredi Catella, (fondatore e Ceo di Coima); Giuseppe Marinoni, (ex presidente della Commissione paesaggio); Alessandro Scandurra, (componente Commissione); l'immobiliarista Andrea Bezziccheri di Bluestone e Federico Pella, manager e socio della società di ingegneria J+S.
Rischio decadenza
Dopo gli ultimi sviluppo giudiziari si fa strada l'ipotesi che il Salva-Milano, rimasto di fatto sospeso, si avvii verso un binario morto e la decadenza a fine legislatura nel 2027.
La Russa: "Non è Salva-Milano ma Salva-Giunta Sala"
Tra i detrattori del provvedimento c'è anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "Sono stato il primo, per non dire l'unico, a dire che non si poteva parlare di Salva Milano, ma di Salva Giunta Sala. Dopo questa mia definizione, il provvedimento che silenziosamente stava passando al Senato, dopo che alla Camera forse non l'avevano capito, fu bloccato", rivendica La Russa.
Per approfondire: Inchiesta Urbanistica Milano, chi sono le persone coinvolte