Covid, le news. Comunità scienziati difende chi era in prima linea a inizio pandemia

La Federazione delle società medico scientifiche: "Pienamente solidali con gli esponenti della comunità scientifica che erano in prima linea nel momento più buio, quando del virus Sars-Cov-2 non si sapeva ancora quasi nulla". Anche i 37 direttori dell'Iss in una lettera esprimono solidarietà a Brusaferro

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Riprende in modo significativo la discesa dei ricoveri Covid in Italia:  -22% il dato dell’ultima settimana, anche le intensive fanno segnare -19% di pazienti con infezione da Sars Cov-2. E' quanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella aderenti alla rete Fiaso del 7 marzo.
La Federazione delle società medico scientifiche italiane (Fism), attraverso il suo presidente, Loreto Gesualdo, ha espresso il suo sostegno agli "esponenti della comunità scientifica che erano in prima linea nel momento più buio, quando del virus SarsCov2 non si sapeva ancora quasi nulla". E c'è il sostegno di tutti i direttori dell'Iss a Silvio Brusaferro. Secondo l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, indagato nell'inchiesta, è mancato "il manuale di istruzione su come fronteggiare un virus sconosciuto". 
Lo stesso Speranza e i suoi predecessori, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin, sono indagati per omissione in atti d'ufficio in uno stralcio romano dell'inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione del Covid nella provincia più colpita dal virus.
Intanto il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato la posizione dell'ex premier Giuseppe Conte e degli ex Ministri Speranza, Lamorgese, Guerini, Di Maio, Gualtieri e Bonafede finiti indagati in seguito alle denunce da parte di associazioni dei familiari delle vittime, di consumatori e di alcuni sindacati relativamente alla gestione della pandemia. 

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Il rischio di malattia grave cala dell'88% in caso di reinfezione: lo studio

Un'indagine, basata sulla revisione sistematica di un elevato numero di ricerche e pubblicata sulla rivista The Lancet, indica che il rischio di ospedalizzazione o di morte per una persona precedentemente infettata dal SARS-CoV-2 è inferiore dell'88%, per almeno 10 mesi, rispetto al rischio di un individuo mai contagiato. 
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Long Covid, effetti sul cuore e malattie cardiovascolari. Lo studio

Ad anticipare i primi risultati di un'indagine internazionale che ha coinvolto 5,8 milioni di persone nel mondo è l'American College of Cardiology. I ricercatori hanno trovato prove coerenti sul legame tra Long Covid e sintomi cardiaci, con una probabilità significativamente maggiore di manifestare anche mesi dopo la guarigione dolore toracico, mancanza di respiro, palpitazioni e affaticamento. 
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Grillo a pm: "Piano pandemico non era questione politica"

Sentita dai pm di Bergamo come testimone il 3 marzo del 2021, l'ex ministra della Salute Giulia Grillo disse che "l'attività di aggiornamento del piano pandemico aveva natura prettamente tecnica e pertanto era di competenza dei vari dirigenti presenti in senso al Ministero (...). Si tratta di qualcosa che non rientrava proprio nell'attività politica". Grillo è tra gli 11 indagati (non 13 come scritto erroneamente in precedenza, ndr) la cui posizione è stata stralciata per competenza territoriale da Bergamo a Roma. L'accusa per lei è di omissione in atti d'ufficio.
 
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Wsj, per rapporto Usa pandemia Covid nata da una fuga in laboratorio

Per il quotidiano americano si tratta di una conclusione significativa perché proveniente da un'agenzia che sovrintende a una rete di 17 laboratori nazionali, alcuni dei quali svolgono ricerche biologiche avanzate. COSA SAPERE
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Covid, dentista no vax con braccio in silicone radiato dall'Ordine

L'uomo si era reso protagonista anche di diversi interventi televisivi, in cui spiegava le motivazioni del gesto, segnalando come voleva che questa provocazione fosse poste all'attenzione dei media. LA STORIA
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Covid a Bergamo, ecco com'è nata l'inchiesta: le tappe

Avviata dalla Procura nell'aprile 2020, è nata in seguito alle presunte anomalie nella gestione dei pazienti all'ospedale di Alzano Lombardo, dopo la scoperta dei primi casi positivi al Coronavirus, e per accertare se la mancata istituzione della zona rossa sia stato uno dei fattori che ha contribuito alla diffusione del virus. 
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Inchiesta Covid, il procuratore a Sky TG24: “Migliaia di vite potevano essere risparmiate”

Antonio Chiappani commenta l'inchiesta sulla gestione della pandemia nella Bergamasca, chiusa a carico, tra gli altri, dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza. I pm scrivono che "Brusaferro impedì l'adozione di misure". E aggiungono: zona rossa avrebbe evitato 4mila morti. 
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Inchiesta Covid, cosa emerge dalle carte dei pm? Le accuse in 10 punti

La Procura di Bergamo ha notificato la fine delle indagini e iscritto nel registro degli indagati 15 persone, tra cui l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza e anche l’attuale governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana. Ecco quali sono i presunti errori imputati alle autorità politiche e sanitarie che si trovarono a fronteggiare l’aumento incontrollato dei casi di coronavirus.

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Inchiesta Covid Bergamo, pm: "Speranza firmò per decreto zona rossa, Conte no"

Per la Procura, anticipando le restrizioni si sarebbe potuta evitare la morte di migliaia di persone. L'ex premier ricorda: eravamo davanti a un "virus invisibile", contro il quale "almeno per la parte iniziale" anche gli esperti non avevano certezze. Intanto gli atti su Conte e Speranza sono arrivati ai pm di Brescia. Il leader del M5S: “Sono tranquillo, continuerò a offrire il mio contributo per fare chiarezza nelle sedi opportune”. Aperta inchiesta per fuga notizie. LEGGI L'ARTICOLO
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Bulgaria a Ue: "Basta con acquisti vaccini Pfizer"

La Bulgaria insisterà presso la Commissione europea per la rescissione del contratto con la Pfizer per la fornitura di vaccini contro il Covid 19. Lo ha dichiarato oggi il ministro della Salute Assen Megidiev. Molto probabilmente, a suo dire, la posizione bulgara sarà appoggiata da altri sei o sette paesi Ue nel corso della riunione dei ministri della Salute a Bruxelles in agenda per la prossima settimana. "La Bulgaria non ha più bisogno di vaccini", ha rilevato Megidiev. "La fornitura obbligatoria di vaccini da acquistare in quantità così grandi, e che di conseguenza saranno distrutti per la scadenza, è estremamente irresponsabile e compromette l'immagine della Bulgaria, della Commissione Ue e dell'Unione europea", ha aggiunto. Megidiev ha precisato che in Bulgaria sono state distrutte per scadenza lo scorso anno oltre 2 milioni di dosi di vaccino. Entro la fine di quest'anno Sofia dovrà importare altri 8 milioni di dosi di vaccini, secondo l'agenda della Commissione Ue, e parte del lotto è stato già pagato in anticipo. Il ministro Megidiev ha affermato che queste ulteriori importazioni sono una "spesa inutile". "La distruzione stessa di queste ingenti quantità di dosi comporta una spesa rilevante", ha concluso. 
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Inchiesta Covid, Crisanti nella relazione: governo sapeva ma non ha agito in tempo

Il microbiologo lo scrive nella consulenza depositata alla Procura di Bergamo. Il piano pandemico fu scartato perché “era datato e non costruito specificamente su un coronavirus ma su un virus influenzale”, spiega. Governo e Cts sapevano degli "scenari di previsione" e "della gravità della situazione" e decisero "di secretare il piano per non allarmare l'opinione pubblica". Sulla mancata zona rossa in Val Seriana: altre considerazioni “hanno prevalso sull’esigenza di proteggere dalla diffusione del contagio”. 
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Covid, atti: "In 5 a vedere Atalanta-Valencia e ci ammalammo"

"Eravamo cinque amiche che ci siamo ammalate (...) eravamo tutte sullo stesso pullman". E' il racconto messo a verbale da una 69enne che, il 19 febbraio 2020, partì con un bus organizzato da Bergamo per andare allo stadio milanese di San Siro a vedere il match Atalanta-Valencia di Champions League, che si ritiene possa essere stata la partita 'detonatore' del contagio Covid nella zona della Bergamasca e non solo. La sua, come le deposizioni di oltre 160 altri tifosi in totale del club orobico, è contenuta in una informativa dei carabinieri dell'agosto 2021, agli atti dell'indagine della Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia. "Lunedì 24 febbraio - ha raccontato la donna - ho iniziato ad accusare stanchezza, mal di testa e affanno (...) un mese e mezzo dopo ho fatto il test seriologico ed è risultato positivo". Alcune delle persone sentite come testimoni hanno spiegato che ovviamente fuori e dentro lo stadio si era creata quella sera "un po' di calca" e hanno raccontato di essersi sentite male poche ore o qualche giorno dopo aver assistito alla partita. Un'altra donna, ad esempio, ha riferito agli investigatori che "terminata la partita siamo usciti dallo stadio ed il deflusso era molto affollato (...) due giorni dopo la partita ho iniziato ad avere i sintomi". Ad ogni modo, gli stessi carabinieri nell'annotazione segnalano che gran parte delle persone ascoltate hanno dichiarato di non aver "contratto l'infezione". Su "164 soggetti escussi - scrivono - solo 15 potrebbero aver contratto il Covid". In tanti, tuttavia, segnalano gli investigatori, non si sottoposero a tamponi o test seriologici.  
 
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Tribunale Ministri archivia Conte, Speranza, Lamorgese

Il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato la posizione dell'ex premier Giuseppe Conte e degli ex Minsitri Roberto Speranza, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede finiti indagati in seguito alle denunce da parte di associazioni dei familiari delle vittime, di consumatori e di alcuni sindacati relativamente alla gestione della pandemia.
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Bassetti: "Primo lockdown giusto, dopo si poteva fare meglio"

"Credo che a marzo 2020 il lockdown fosse l'unica soluzione possibile, limitando la circolazione delle persone e quindi anche quella del virus. In quel momento fu la soluzione presa dall'Italia, ma dopo anche da tutti gli altri, dalla Spagna alla Francia. Mentre la modalità in cui furono successivamente gestite le chiusure, anche a livello delle aziende, merita un'analisi. Si poteva fare in maniera diversa all'inizio? Probabilmente no, ma dopo sì. Il lockdown è stato troppo lungo, ricordiamoci che a maggio si è deciso di continuare la chiusura delle scuole e questo è stato un errore". Così all'Adnkronos Salute l'infettivologo Matteo Bassetti, primario Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, in occasione del terzo anniversario dell'annuncio del premier Giuseppe Conte del lockdown nazionale con lo slogan 'Io resto a casa'. 
"Abbiamo visto che il lockdown con il coprifuoco, e poi le zone rosse, quelle gialle e le arancioni, sono state una declinazione della lettura della pandemia che non mi ha visto concorde su come agire", continua Bassetti . "Se sono dell'idea che quel 9 marzo 2020 non potevamo fare altrimenti credo invece che nel prosieguo siamo stati chiusi troppo a lungo. Il lockdown è uno strumento che, per quanto barbaro, era l'unico modo per limitare la circolazione delle persone. Ma la Pasqua fatta tutti in casa o i divieti per Natale: ecco questo si poteva fare diversamente. Quelle terribili due settimane di fine febbraio e inizio marzo portarono ad una decisione presa anche al buio ma - conclude - non c'era una soluzione diversa che quella di dire di restare a casa". 
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Covid, tribunale ministri archivia inchiesta su governo Conte

Da un lato, l'inchiesta della procura di Bergamo, destinata ad essere trasmessa in questi giorni a Roma, sul mancato aggiornamento del Piano pandemico e su come l'esecutivo Conte ha gestito i primi casi di contagio da coronavirus agli inizi del 2020; dall'altro, l'archiviazione del tribunale dei ministri di Roma della denuncia presentata sempre quell'anno, a titolo gratuito, contro il governo in carica dall'avvocato Carlo Taormina per conto di centinaia di cittadini di varie parti d'Italia per i reati di epidemia, delitti colposi contro la salute, omicidio colposo, abuso d'ufficio, attentato contro la Costituzione, attentato contro i diritti politici del cittadino. Quest'ultimo filone di indagine, per il quale la stessa procura di Roma aveva sollecitato l'archiviazione, chiamava in causa l'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i ministri Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza. Nell'agosto del 2020, fu Palazzo Chigi a rendere noto che Conte e sei ministri avevano ricevuto un avviso di garanzia in seguito a denunce in relazione all'emergenza coronavirus. "Il tribunale dei ministri ha brutalmente archiviato tutto - ha
commentato oggi l'avvocato Taormina -. Io avevo interpellato decine di procure segnalando alla loro attenzione non solo i provvedimenti del ministero della Salute diramati sin dai primi giorni di gennaio del 2020 ma documentando in maniera circostanziata che anche gli assessorati competenti erano stati riservatamente avvertiti di quello che stava succedendo in Cina in quelle settimane. I cittadini su Facebook mi segnalavano i casi di mortalità, da censurare penalmente, e io mi sono attivato nell'interesse della collettività senza ottenere alcuna risposta dalle autorità giudiziarie".
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Inchiesta Covid, Conte: “Fontana non chiese la zona rossa. A marzo chiudemmo l’Italia”

Nel giugno 2020 sia l’allora presidente del Consiglio che Speranza hanno detto ai pm di non aver ricevuto alcuna richiesta dalla Regione Lombardia di istituire la zona rossa in Val Seriana, al contrario di quello che ha sostenuto il governatore. Agli atti anche una mail del 15 aprile 2020 inviata da Benedetta Allegranzi, all'epoca responsabile per il controllo infezioni dell'Oms, a Silvio Brusaferro: "L'Italia è il Paese con più bassa capacità di 'detection': avete trovato solo il 10% dei casi reali". IL PUNTO
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Covid, atti inchiesta Bergamo, Guerra: "Tampone a tutti una scemenza"

Emergono nuovi particolari nelle indagini sull'inizio della pandemia: "Fare i tamponi a tutti adesso è la scemenza del secolo", scriveva in una chat il numero due dell'Oms al presidente dell'Iss Brusaferro il 15 marzo 2020.
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