Destinatario di una misura di custodia in carcere, a Daniele Gatta è contestato di aver cofinanziato l'acquisto di una partita di cocaina che si tentò di importare dall'Ecuador nel 2021. Perquisizioni sono state fatte nelle province di Reggio Emilia, Roma, Venezia, Brescia, Parma, Modena, Piacenza, Lucca e Ravenna
Al centro delle investigazioni ci sono le attività di un'organizzazione criminale italo-albanese dedita al narcotraffico. Tra i 15 arrestati da Guardia di Finanza di Reggio Emilia e Polizia, in un'indagine coordinata dalla Dda di Bologna su un traffico internazionale di droga, c'è anche Daniele Gatta, 40enne romano, genero di Fabrizio Piscitelli 'Diabolik', capo ultrà, estremista di destra e trafficante di droga ucciso nella Capitale nel 2019. Destinatario di una misura di custodia in carcere, a Gatta è contestato di aver cofinanziato l'acquisto di una partita di cocaina che si tentò di importare dall'Ecuador nel 2021. Perquisizioni sono state fatte nelle province di Reggio Emilia, Roma, Venezia, Brescia, Parma, Modena, Piacenza, Lucca e Ravenna. Sul registro degli indagati 26 persone, a cui vengono contestati anche reati fiscali. Tra gli arrestati, anche Domenico Bolognino, figlio di Michele Bolognino (considerato uno dei vertici della cosca al centro delle inchieste 'Aemilia'): 13 sono finiti in carcere, due ai domiciliari.
Le indagini delle forze di polizia francesi, olandesi e belghe
Le indagini hanno permesso di individuare l'organizzazione criminale che, di base nella provincia di Reggio Emilia - dal 2020, ha importato e acquistato droga dall'Albania, Kosovo, Ecuador, Colombia e Paesi Bassi. È stata accertata l'introduzione, dalla Spagna, nel territorio nazionale di 75mila euro in banconote da 500 euro falsificate. Fondamentale, nelle ricostruzioni investigative, l'acquisizione di conversazioni telematiche che i narcotrafficanti avevano scambiato tramite smartphone criptati e l'utilizzo dell'applicazione Sky-Ecc: grazie ad un'attività condotta dalle forze di polizia francesi, olandesi e belghe sulla piattaforma criptata sono stati trovati milioni di messaggi scambiati dai narcotrafficanti in diversi Paesi dell'Unione Europea.
Le attività in Italia
In Emilia c'era la sede direzionale ed operativa (oltre che di dimora della maggior parte degli associati) di Bibbiano di Reggio Emilia e ulteriori basi logistiche (Sassuolo e Polinago); dalla Calabria arrivava parte della cocaina e venivano distribuite eroina, hashish e marijuana. Gli inquirenti hanno sottolineato "l'elevata pericolosità sociale" degli indagati, anche per legami di natura familiare con esponenti della 'ndrina calabrese riconducibile alla famiglia Grande Aracri, da anni radicata nel territorio emiliano. Come spiegato dal comandante provinciale della Guardia di Finanza, Filippo Ivan Bixio, "le indagini hanno preso il via dopo il sequestro all'aeroporto di Bogotà (Colombia) di un pacco Dhl contenente 6,5 chilogrammi di cocaina e indirizzato a Bibbiano. Già i primi elementi indiziari ci hanno poi portato a identificare una organizzazione ben strutturata e attiva nello spaccio di droga, con approvvigionamenti da diversi canali, non ultimi il Sud America e l'Albania”.