Inchiesta Covid Bergamo, pm: "Speranza firmò per decreto zona rossa, Conte no"

Cronaca

Per la Procura, anticipando le restrizioni si sarebbe potuta evitare la morte di migliaia di persone. L'ex premier ricorda: eravamo davanti a un "virus invisibile", contro il quale "almeno per la parte iniziale" anche gli esperti non avevano certezze. Intanto gli atti su Conte e Speranza sono arrivati ai pm di Brescia. Il leader del M5S: “Sono tranquillo, continuerò a offrire il mio contributo per fare chiarezza nelle sedi opportune”. Aperta inchiesta per fuga notizie

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Sono stati notificati i 17 avvisi di conclusione indagini con le ipotesi di reato di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio e falso in relazione allo scoppio della pandemia di Covid che, tra febbraio e aprile 2020, provocò a Bergamo e provincia oltre 6mila morti in più rispetto alla media dell'anno precedente. Secondo i pm, se fosse stata dichiarata prima la zona rossa, si sarebbe potuta evitare la morte di migliaia di persone. Sotto accusa, oltre al presidente della Lombardia Attilio Fontana, ci sono anche l'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro Roberto Speranza, i cui atti sono stati trasmessi dalla Procura di Bergamo a quella di Brescia. Le posizioni dei due sono però diverse. L'ex presidente del Consiglio è accusato di non aver istituito la zona rossa nel comuni di Nembro e Alzano Lombardo nonostante "l'ulteriore incremento del contagio" e "l'accertamento delle condizioni che corrispondevano allo scenario più catastrofico". La contestazione non riguarda Speranza, che risponde solo per la mancata attuazione del piano pandemico, perché ai tempi aveva firmato una bozza di decreto con cui proponeva di estendere la misura urgente di "contenimento del contagio", già adottata nel Lodigiano, ai due comuni della Bergamasca. Non fece lo stesso Conte. I pm bresciani hanno tempo 15 giorni per esaminare gli atti dei due politici, dopo di che li invieranno al tribunale dei ministri, un collegio di tre giudici bresciani, con eventuali richieste istruttorie. Intanto, la Procura di Bergamo - diretta da Antonio Chiappani - ha aperto anche un'inchiesta per fuga di notizie, dopo che mercoledì sera erano usciti i nomi degli indagati.

Conte: "Ben vengano le verifiche, pronto a collaborare"

"Ben vengano le verifiche", ha detto l'ex premier Giuseppe Conte, puntualizzando che non si sottrarrà alle richieste delle autorità giudiziarie ma ricordando anche come l'Italia abbia combattuto, per prima tra i Paesi occidentali un "virus invisibile", contro il quale "almeno per la parte iniziale" anche gli esperti non avevano certezze. "Ho seguito con umiltà" le loro indicazioni, rivendica l'ex premier sottolineando come non ci fosse un vademecum per affrontare la situazione. "Ci abbiamo messo il massimo impegno, lavorando giorno e notte, siamo stati accusati di tutto e il contrario di tutto, ho avuto denunce in tutte le Procure d'Italia per aver chiuso, accusato di essere un pazzo criminale e liberticida e adesso invece" ci sono "anche denunce per il fatto di non aver chiuso a sufficienza", ha aggiunto Conte. Poi, sul perché non ha firmato il decreto che stabiliva la zona rossa bergamasca, ha ribadito: “Ho già riferito alla procura le ragioni che ci hanno spinto ad adottare una misura restrittiva riguardante l'intero territorio lombardo e continuerò a offrire il mio contributo per fare chiarezza nelle sedi opportune, sono assolutamente tranquillo su tutte le scelte fatte”. "Ho la coscienza pulita. Ho sempre agito nell'interesse esclusivo del Paese", rivendica anche l'ex ministro della Salute Roberto Speranza. Mentre il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, va all'attacco spiegando di aver saputo dell'indagine a suo carico dagli organi di stampa.

Il nuovo procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani, Bergamo, 10 settembre 2020, ANSA/FILIPPO VENEZIA

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FdI chiede Commissione parlamentare d'inchiesta

Fratelli d'Italia, intanto, chiede l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta. Ma non manca chi nel centrodestra, come i centristi di Maurizio Lupi, bolla come "surreale" l'indagine bergamasca. "Dopo le attività di indagine compiute dalla procura di Bergamo - evidenzia Galeazzo Bignami, primo firmatario della proposta di legge sulla commissione - confidiamo che anche coloro che si dimostravano restii all'istituzione, oggi ne comprendano appieno l'importanza, attesa le finalità di completo accertamento della verità che questa dovrà assolvere". Il testo base per l'istituzione della commissione - spiega Ugo Cappellacci (FI),  presidente della commissione Affari Sociali della Camera dove il provvedimento è in discussione - sarà in Aula entro aprile.

L'inchiesta

Le ipotesi di reato più gravi, omicidio ed epidemia, sono a titolo colposo. Difficili da provare nel contesto di un'emergenza sanitaria, come già dimostrato da altre indagini archiviate, ma ritenute dai magistrati diretti da Antonio Chiappani le sole in grado di definire la posizione giudiziaria di chi guidava il Paese e la Lombardia nel 2020. Ecco che allora le 35 pagine, approdo di un'inchiesta durata 3 anni, restituiscono affermazioni come quella che accusa l'ex premier Giuseppe Conte e il ministro Roberto Speranza di aver "cagionato per colpa" la morte di una cinquantina di persone. Con l'attuale leader dei 5 Stelle che "nelle riunioni del 29 febbraio e 1 marzo 2020, con i componenti del Cts", si sarebbe "limitato a proporre misure meramente integrative senza prospettare di estendere la zona rossa ai comuni della Val Seriana nonostante l'ulteriore incremento del contagio in Lombardia" e "l'accertamento delle condizioni che corrispondevano allo scenario più catastrofico". E un passaggio che ritrae il presidente Attilio Fontana come incapace di aver protetto i suoi cittadini perché in due mail del 27 e 28 febbraio 2020 "chiese il mantenimento delle misure vigenti non segnalando le criticità relative alla diffusione del contagio in Val Seriana, inclusi Nembro e Alzano Lombardo". Inoltre, già dal 28 febbraio 2020, il primo Comitato tecnico scientifico era a conoscenza dello "scenario più catastrofico per l'impatto sul sistema sanitario e sull'occupazione delle terapie intensive" in Lombardia, scrive la Procura di Bergamo nell'avviso di chiusura delle indagini preliminari. E ciononostante - contestano i pm - i componenti, tra cui Silvio Brusaferro, Franco Locatelli e Agostino Miozzo, non proposero "l'estensione delle misure previste per la c.d. zona rossa ai comuni della Val Seriana, inclusi i comuni di Alzano Lombardo e Nembro". Proprio con la zona rossa si sarebbe evitato il contagio di 4.148 persone "pari al numero dei decessi in meno che si sarebbero verificati in provincia di Bergamo, di cui 55 nel Comune di Alzano Lombardo e 108 nel Comune di Nembro”, scrivono ancora i pm di Bergamo.

Camera di Deputati , comunicazioni del presodente del Consiglio sulle nuove misure di contenimento della pandemia Covid - 19 nella foto Giuseppe Conte  e Roberto Speranza (Roma - 2020-11-02, STEFANO CAROFEI) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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