
Siccità, come cambia l'agricoltura: addio riso al Nord, arrivano viti, ulivi e soia
Grandi cambiament nelle coltivazioni: in provincia di Ferrara e di Padova si coltiva l’arachide. Mentre il pomodoro pachino, che necessita di acqua salata, potrebbe esser prodotto sulle coste della Liguria e in zone dove l’acqua el mare entra sempre più nei fiumi secchi

La siccità sta cambiando l'agricoltura. Addio riso al Nord, ma arrivano viti, ulivi e soia. I cambiamenti climatici sono allarmanti ed è per questo che vigne, la coltura dell’ulivo e la produzione di olio si spostano sempre più al nord, in zone impensabili fino a qualche anno fa, come in Piemonte. Stessa sorte tocca anche ai vitigni che, per via delle alte temperature e la mancanza di acqua, vengono coltivati sulle Alpi e in Val di Susa
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Invece, in provincia di Ferrara e di Padova si coltiva l’arachide. Mentre il pomodoro pachino, che necessita di acqua salata, potrebbe esser prodotto sulle coste della Liguria e in zone dove l’acqua salata del mare entra sempre più nei fiumi secchi. Al posto del riso, numerose aziende hanno iniziato a coltivare la soia e frumento
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In Sicilia, invece, già da qualche anno si coltiva il banano e frutta esotica come mango e avocado al posto di limoni e arance. Sono alcuni esempi dell’impatto climatico sulle nostre colture
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In Emilia-Romagna si sta facendo fatica a produrre prodotti tipi come l'ortofrutta, mais, grano, cereali, uva. Nello scorso anno c’è stato il 30-40% in meno di produzione. "Si rischia di perder anche l’indotto dell’ agroalimentare con ricadute anche sull’export", è l’allarme al Corriere della Sera di Stefano Francia, presidente Cia-Agricoltori Emilia Romagna
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A causa del cambiamento climatico, per la prima volta da quasi 20 anni, il mondo produrrà meno di tre milioni di tonnellate di olio d’oliva, secondo le stime del Consiglio oleicolo internazionale. Gli otto principali Paesi produttori della Ue, tra cui l’Italia (al secondo posto) produrranno 1,50 milioni di tonnellate di olio d'oliva, ben al di sotto dei 2,27 milioni di tonnellate dello scorso anno e dei 2,17 milioni di tonnellate della media dell'ultimo mezzo decennio

Con il surriscaldamento del pianeta e, nello specifico, del sud del mondo, aumenta la produzione di olio in Turchia, Iran e Cina. In aumento anche i prezzi degli oli di oliva in tutte le piazze principali, dalla Spagna ala Grecia fino all’Italia. In Andalusia hanno raggiunto vette mai toccate prima, abbondantemente sopra i 5 euro/kg, rispetto a una media di poco superiore a 3 euro/kg

Gli esperti ritengono che con questo aumento della temperatura inizieranno a verificarsi drastici cambiamenti nel clima globale. A partire dai 2° C si temono conseguenze catastrofiche. La regione alpina è una di quelle maggiormente interessate da questo cambiamento e le conseguenze in campo agricolo sono già sotto gli occhi di tutti
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In soccorso arriverà l’agricoltura di precisione e la tecnologia. Secondo Nature Food nel 2050 la produzione di pomodori nel mondo calerà del 6% per il troppo caldo e la mancanza di acqua. Insomma, la siccità sta procurando molti danni