Giornata Mondiale dell'Acqua, Milano tra le città più virtuose d'Italia per rete idrica

Cronaca
Diletta Giuffrida

Diletta Giuffrida

Un po’ per posizione geografica, si trova su una falda sotterranea dalla quale preleva il 100% dell’acqua potabile, un po’ per la buona gestione delle infrastrutture dell’acquedotto, la rete idrica del capoluogo lombardo ha una percentuale di perdite inferiore al 15% - contro una media nazionale che si aggira intorno al 40% - e prezzi tra i più competitivi

Questa volta è il caso di dire che “non fa acqua da nessuna parte”. Al contrario Milano è tra le città più virtuose d’Italia nella gestione dell’acqua potabile, una risorsa che storicamente in città non è mai mancata. Il perché è presto spiegato: Milano si trova esattamente su una falda sotterranea dalla quale preleva il 100% dell'acqua potabile e dunque nel breve-medio periodo non risente dei periodi di siccità, come invece avviene in molte altre città che attingono dagli invasi superficiali. L'altra ragione sta nelle infrastrutture e nella tecnologia utilizzata per controllare i flussi di acqua da immettere nell’acquedotto cittadino, iniziato a costruire alla fine dell’ ‘800 e dal 2003 gestita da MM S.p.a. (GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA: LO SPECIALE)

La fortuna della falda

Grazie all’abbondanza e alla superficialità della falda sotterranea (circa 80-100 metri) i pozzi costruiti per la captazione dell’acqua potabile sono sempre stati poco profondi. La falda inoltre negli ultimi anni ha visto progressivamente aumentare la sua portata d’acqua. “Questo a causa prioritariamente di due fenomeni – ci spiega Andrea Aliscioni, direttore divisione servizio idrico della MM S.p.a. Il primo risale alla fine degli anni ’70 quando la gran parte delle industrie idroesigenti sono scomparse dal territorio cittadino di Milano consentendo nel tempo una risalita della falda che si è ormai stabilizzata. Il secondo fenomeno è più recente ed è legato agli ultimi anni post covid, al lavoro sempre più delocalizzato accompagnato da una richiesta idrica che progressivamente è diminuita”. Certo la presenza di una falda sotterranea che non ha risentito finora della grave siccità degli ultimi anni non deve trarre in inganno facendoci pensare che Milano sia esente dai rischi. “Insieme con il Politecnico abbiamo studiato quali possano essere gli effetti a lungo termine dei regimi di scarse precipitazioni sulla falda e abbiamo appurato che per i prossimi 50 anni non dovrebbero esserci importanti fluttuazioni sulla quantità di acqua che abbiamo sotto i nostri piedi, per cui in questo momento a Milano siamo in una situazione che non desta preoccupazioni, precisa Aliscioni. Questo ovviamente non significa sentirsi esenti dal dover preservare la risorsa idrica da eventuali anomalie climatiche che dovessero perdurare nel tempo perché, magari non subito ma tra 90-100 anni, finirebbero con l’avere un impatto anche sulla falda”.

Sala macchine della Centrale operativa di MM S.p.a.

La rete idrica di Milano

L’acquedotto di Milano oggi è lungo 2.235,47 km e serve un territorio di 180 km2 portando acqua potabile a circa 2 milioni di persone. Per prelevare l’acqua dalla falda sotterranea viene utilizzato un sistema a doppio sollevamento costituito da 580 pozzi di captazione presenti in città e da circa 30 stazioni di pompaggio. Qui inizia il processo di potabilizzazione: l'acqua viene filtrata all'interno di grandi vasche dove sono i presenti carboni attivi per poi arrivare nei serbatoi di accumulo ed essere reimmessa nella rete di distribuzione attraverso una capillare rete a tela di ragno costituita da tubazioni in acciaio (il 19%) o ghisa (81%) del diametro di circa 1 metro. Fino ad arrivare ai rubinetti di casa. “Il nostro sistema di controllo della rete idrica cittadina riesce a fare una previsione di quello che la città ci chiederà ogni giorno in termini di consumo dell’acqua, spiega ancora il direttore della divisione servizio idrico della MM S.p.a. Il sistema ci propone in maniera automatica quali pozzi per il prelievo dalla falda e quali gruppi di pompaggio per spingere l'acqua nella rete di distribuzione cittadina dovremo azionare nelle diverse ore della giornata anche con una previsione del grado di riempimento dei nostri serbatoi che non dovranno mai scendere sotto il livello minimo di accumulo. Questo – conclude Aliscioni - ci consente di risparmiare acqua perché preleviamo lo stretto necessario a soddisfare la curva di domanda e ha un riflesso anche sui consumi energetici perché, sia i sistemi di pompaggio dai pozzi sia le pompe ad alta pressione che alimentano la rete di distribuzione, sono alimentate da energia elettrica per cui accendere quelle strettamente necessarie ci permette di avere efficienza sui consumi energetici”. La rete idrica milanese ha inoltre una percentuale di perdite inferiore al 15% - contro una media nazionale che si aggira intorno al 40% - e prezzi tra i più competitivi. L'ultimo Rapporto su tariffe, qualità e investimenti nel servizio idrico del centro studi Ircaf ha evidenziato come a Milano la spesa annuale per famiglia legata ai consumi di acqua potabile sia tre volte più bassa che a Enna, dove però gli standard di qualità sono nettamente più bassi.  

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Arrivata nei rubinetti dei milanesi l’acqua della falda continua a essere una risorsa fondamentale, questa volta per gli agricoltori della zona. I circa 230 milioni di m3 di acqua potabile utilizzata ogni anno a Milano finisce poi nella rete fognaria, che si estende nel sottosuolo per circa 1.579 km e confluisce nei due grandi depuratori della citta: Milano San Rocco e Milano Nosedo. Qui le acque reflue vengono trattare e depurate per essere poi restituite all’ambiente andando ad alimentare i canali e le cosiddette marcite, prati coltivati a fieno intervallati da fossi da cui l’acqua viene fatta tracimare tutto l’anno, che alimentano i campi agricoli che sorgono nei pressi della città.

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