Perdite ingenti, pari ad almeno il 55%, interessano il 25,5% dei comuni. In meno di un comune su quattro (23,8%) le perdite sono inferiori al 25%
I numeri sono impietosi: più della metà dei comuni italiani (57,3%) ha perdite idriche totali in distribuzione uguali o superiori al 35% dei volumi immessi in rete. Perdite ingenti, pari ad almeno il 55%, interessano il 25,5% dei comuni. In meno di un comune su quattro (23,8%) le perdite sono inferiori al 25%. È quanto emerge da un report Istat sui numeri del sistema idrico italiano. (GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA, LE REGOLE DI LEGAMBIENTE)
La situazione
Il distretto del Fiume Po si contraddistingue per la maggiore quota di comuni con perdite contenute (il 54,5% ha perdite inferiori al 35%) e per la minore con perdite molto alte (12,4% ha perdite uguali o superiori al 55%). Di contro, perdite uguali o superiori al 45% si registrano in più della metà dei comuni dei distretti Appennino centrale, Appennino meridionale (che detiene la quota più alta, 41,6%, di comuni con perdite pari ad almeno il 55,0%) e Sardegna. Nei 109 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, dove i gestori spesso concentrano maggiori investimenti e migliori monitoraggi, la situazione infrastrutturale è nel complesso migliore: 36,2% di perdite totali in distribuzione (sei punti percentuali meno del dato nazionale e circa un punto in meno rispetto al dato registrato nel 2018). In 14 regioni e province autonome su 21 e in cinque distretti idrografici su sette aumentano le perdite idriche totali in distribuzione, con gli incrementi maggiori in Basilicata, Molise e Abruzzo.