Guerra Siria, contatti Russia-Hts, Mosca: "Non ci ritiriamo da basi"

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II colloqui tra la Russia e il nuovo potere siriano proseguono. "Per il momento non ci ritireremo", afferma una fonte russa all'agenzia Reuters. Oltre 40 raid da parte di Israele nelle ultime ore. "Al 12 dicembre, 1,1 milioni di persone sono state sfollate in tutto il Paese dall'inizio dell'escalation delle ostilità. La maggior parte sono donne e bambini", ha affermato l'Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite

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II colloqui tra la Russia e il nuovo potere siriano proseguono. "Per il momento non ci ritireremo", afferma una fonte russa all'agenzia Reuters. Oltre 40 raid da parte di Israele nelle ultime ore. "Al 12 dicembre, 1,1 milioni di persone sono state sfollate in tutto il Paese dall'inizio dell'escalation delle ostilità. La maggior parte sono donne e bambini", ha affermato l'Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite. L'ex capo del sistema carcerario siriano, Ousman Alsheikh,  attualmente residente in South Carolina, è stato incriminato a livello  federale a Los Angeles per violazioni dei diritti umani e tortura. Lo ha  annunciato il Dipartimento di Giustizia americano.

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Ong: 60 attacchi aerei israeliani in Siria in poche ore

Più di 60 attacchi aerei israeliani hanno preso di mira siti militari in tutta la Siria nel giro di poche ore, quasi una settimana dopo la caduta di Bashar al-Assad.  L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riportato di aver rilevato 61 attacchi aerei in meno di cinque ore nella serata di sabato. Israele continua a intensificare i suoi attacchi aerei contro il territorio siriano, mirando in particolare ai tunnel sotto le montagne che contengono depositi di missili balistici", ha aggiunto l'Ong, che ha contato 446 raid aerei israeliani dalla caduta di Assad l'8 dicembre.

Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti

Dopo l'ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall'invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO

Che cos'è il Captagon, la "droga della Jihad" trovata in Siria e che effetti produce

Si tratta di una metanfetamina conosciuta anche come "droga dei kamikaze", spesso mischiata con la caffeina. Non è molto diffusa in occidente, mentre è una sostanza che si trova relativamente in abbondanza in Medio Oriente. In Siria sono stati scoperti diversi laboratori per la produzione del Captagon. Ecco di cosa si tratta e quali sono gli effetti. L'APPROFONDIMENTO

Siria, Halevi (Idf): "Non intendiamo gestirla"

Il Capo di Stato maggiore dell'Esercito israeliano, Herzi Halevi, ha detto alle truppe sulle alture del Golan occupate che "non stiamo intervenendo in ciò che sta accadendo in Siria. Non abbiamo intenzione di gestire la Siria". "Stiamo intervenendo in modo inequivocabile in ciò che determina la sicurezza dei cittadini israeliani qui, dietro di noi nelle comunita' delle alture del Golan, e lo stiamo facendo in modo professionale e corretto, e lo stiamo facendo con determinazione" ha proseguito Halevi.

Siria, le navi russe lasciano la base di Tartus. Cosa ci dicono le immagini satellitari

Continua a essere cauta la posizione della Russia nei confronti della situazione in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, in particolare per quanto riguarda la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartus, considerate da Mosca punti di appoggio strategici nel Mediterraneo. Nonostante il Cremlino abbia fatto sapere di essere in contatto con i ribelli jihadisti i quali avrebbero assicurato di voler garantire la sicurezza delle due strutture, alcune immagini satellitari degli ultimi giorni mostrano che le navi della marina russa hanno lasciato Tartus e alcune di queste hanno gettato l'ancora al largo della costa. LEGGI L'ARTICOLO

Siria, cosa succede ai curdi attaccati su due fronti

Dopo che i ribelli jihadisti filo-turchi hanno fatto cadere il regime di Bashar al Assad in Siria, i curdi siriani che vivono nel Nord-Est del Paese si trovano in una posizione difficile. Non sono mai stati così isolati e indeboliti. Dall’inizio degli attacchi dei miliziani contro Assad, a fine novembre, la Turchia ha infatti cominciato parallelamente una campagna di bombardamenti contro le postazioni dei curdi siriani più vicine al confine. Le forze curdo-siriane, comunque, non hanno intenzione di cedere. E oggi, 12 dicembre, hanno annunciato la decisione di issare su tutte le istituzioni della regione di fatto autonoma del Nord-Est siriano la "bandiera della rivoluzione". "Siamo parte della Siria unita e del popolo siriano", si legge in un comunicato. COSA SAPPIAMO

Al Jolani: "In Siria ci saranno elezioni"

Il capo della nuova leadership siriana, Ahmad Sharaa (noto come Abu Muhammad al-Jolani), ha affermato che il prossimo governo prevederà lo svolgimento di elezioni. In un'intervista ad Al Jazeera Siria, ha spiegato che verranno formati comitati e consigli per riesaminare la costituzione, e che la forma dell'autorità sarà lasciata alle decisioni di esperti, giuristi e del popolo siriano. E competenza e capacità saranno considerati la base per le valutazioni successive.

Mikati: è fine era, impatto cambiamenti va oltre caduta regime

In Medio Oriente "soffiano venti di cambiamento in una direzione" che segna "l'alba di una nuova era" e "pochi giorni fa abbiamo assistito a un cambiamento significativo in Siria, con la caduta di un regime di lunga data, segnando un momento fondamentale nella storia della Nazione e simboleggiando la fine di un'era politica e militare". Si è espresso così il premier libanese, Najin Mikati, sul palco di Atreju, da cui ha sottolineando come "l'impatto di questi cambiamenti vada oltre la caduta del regime" di Bashar al-Assad, "con effetti profondi attesi".

Hezbollah: 'Perse le forniture militari attraverso la Siria'

Il capo degli Hezbollah libanesi ha ammesso che il suo gruppo non può più ricevere rifornimenti militari attraverso la Siria, in seguito alla caduta del suo alleato Bashar al-Assad, rovesciato dai ribelli. "Hezbollah sta perdendo una linea di rifornimento militare attraverso la Siria, ma questa perdita rimane un dettaglio nel contesto dell'azione della resistenza" contro Israele, ha dichiarato Naïm Qassem in un discorso televisivo, aggiungendo che 'la resistenza deve adattarsi alle circostanze'. Il gruppo filo-iraniano ha sostenuto militarmente Bashar al-Assad durante più di un decennio di conflitto in Siria.

Siria, sequestrato laboratorio che produce Captagon, la "droga della Jihad". VIDEO

Le anfetamine sono richieste nei Paesi arabi del Golfo. Diffuso in rete un video sul deposito scoperto dai ribelli jihadisti che si trovava a Damasco. IL VIDEO

Siria, Mikati: 'Rifugiati tornino a casa, Europa aiuti per loro ritorno'

"Dopo la trasformazione politica in Siria", con la fine dell'era Assad, la "miglior soluzione per i siriani è tornare nelle loro terre". Lo ha detto sul palco di 'Atreju' Najib Mikati, premier di un Libano che dal 2011 ha accolto tanti siriani in fuga dalla patria, teatro di proteste anti-Assad presto bloccate da una sanguinosa repressione, poi sfociata in conflitto. 

"La comunità internazionale, in particolare l'Europa, dovrebbe assistere il ritorno dei siriani", ha aggiunto Mikati, affermando che "il Libano sta collaborando a stretto contatto con l'Europa per prevenire le migrazioni illegali". "Libano e Italia - ha rimarcato - condividono le stesse preoccupazioni e continueranno a lavorare insieme per la sicurezza della regione del Mediterraneo".

Al Jolani: "Scioglieremo tutti i gruppi armati"

Il dipartimento della Difesa siriano scioglierà tutti i gruppi armati esistenti nel paese. Lo ha affermato alla televisione siriana il leader delle formazioni armate salite al potere a Damasco, Ahmed al-Sharaa (conosciuto con il soprannome di Abu Mohammed al-Jolani). "Il ministero della Difesa sciogliera' tutti i gruppi armati siriani", ha detto al Jolani, sottolineando che "non ci saranno armi nel Paese che non siano sotto il controllo dello Stato siriano".

Contatti Russia-Hts, Mosca: "Non ci ritiriamo da basi"

I colloqui tra la Russia e il nuovo potere siriano continuano. "Per il momento non ci ritireremo dalle nostre basi", afferma una fonte russa all'agenzia Reuters.

Qassem: rifornimenti attraverso Siria sono interrotti

Il capo di Hezbollah, Naim Qassem, afferma che il gruppo terroristico libanese ha perso la sua via di rifornimenti attraverso la Siria dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad, avvenuta circa una settimana fa a causa di una vasta offensiva dei ribelli. Qassem non menziona Assad per nome e afferma che il gruppo non può  esprimere un giudizio sul nuovo potere in Siria finché il Paese non si sarà stabilizzato. Il capo di Hezbollah afferma inoltre che i nuovi governanti siriani non dovrebbero riconoscere il vicino Israele né stabilire legami con esso.

Blinken: summit Giordania chiede governo inclusivo in Siria

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che, durante i colloqui tenutisi oggi in Giordania, i diplomatici arabi, occidentali e turchi hanno concordato sulla necessità di un governo "inclusivo" in Siria dopo il rovesciamento di Bashar al-Assad. Blinken ha detto ai giornalisti che ai colloqui seguirà una dichiarazione congiunta in cui si afferma che "abbiamo concordato che il processo di transizione dovrebbe essere guidato dai siriani e di proprietà dei siriani e produrre un governo inclusivo e rappresentativo".

Blinken: "Contatti diretti tra Usa e i siriani di Hts"

Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, afferma che gli Stati Uniti hanno avuto "contatti diretti" con la principale fazione dei ribelli Hts che ha spodestato il regime di Assad in Siria.

Al-Jolani: "Con ritiro Iran no scuse Israele per operare"

Dopo il ritiro dell'Iran dalla Siria, in seguito alla caduta del regime di Bashar al-Assad, Israele non ha più scuse per interferire. Lo ha affermato il leader di Hayat Tahrir al-Sham, Ahmed al-Jolani, sottolineando che in passato lo Stato ebraico operava in Siria con il pretesto della presenza iraniana nel Paese. Ora, tuttavia, "non ci sono più scuse per un intervento straniero in Siria dopo la partenza degli iraniani".

Media: "Israele cerca in Siria resti della leggendaria spia Eli Cohen"

Israele sta negoziando con i siriani per scoprire dove fu sepolto Eli Cohen, leggendaria spia del Mossad catturato e giustiziato a Damasco nel 1965. Lo riferisce il quotidiano libanese al Akhbar citando fonti diplomatiche.  Secondo il report, Gerusalemme avrebbe avviato colloqui con funzionari siriani e di altri Paesi per localizzare i resti di Cohen, approfittando del momento di instabilità nel Paese. Nonostante i decennali sforzi internazionali per riportare i resti di Cohen in Israele, il luogo della sepoltura è rimasto sconosciuto. La storia della spia più famosa del Medio Oriente è stata raccontata da libri e anche in una serie di Netflix che ha riportato l'attenzione sulla sua vita e sul suo contributo alla sicurezza israeliana. Un precedente tentativo di recuperare i resti di Cohen risale al 2021, quando la Russia, in collaborazione con le autorità siriane, condusse ricerche nell'area del campo profughi di Yarmouk, a sud di Damasco. In quell'occasione, fu riportato il trasferimento in Israele di un oggetto appartenuto all'agente del Mossad, forse un documento o un indumento. Tuttavia, l'ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu negò queste affermazioni, lasciando dubbi sull'autenticità del ritrovamento. Il media legato a Hezbollah sostiene che Israele starebbe intensificando anche gli sforzi per individuare i corpi di Tzvi Feldman e Yehuda Katz, soldati dell'Idf dispersi nella battaglia di Sultan Yacoub contro le forze siriane in Libano nel 1982.

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