Guerra Siria, Media: Russia prepara aerei per lasciare la basi nel Paese

live Mondo

L'emittente Usa cita le immagini satellitari raccolte oggi da Maxar che mostrano alla base aerea russa di Khmeimim, a Latakia sulla costa nordoccidentale siriana, due AN-124, aerei cargo militari, dispiegati sulla pista entrambi pronti per essere caricati. "Al 12 dicembre, 1,1 milioni di persone sono state sfollate in tutto il Paese dall'inizio dell'escalation delle ostilità. La maggior parte sono donne e bambini", ha affermato l'Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) delle Nazioni Unite

in evidenza

La Russia sembra che stia  caricando e preparando gli aerei per lasciare le sue basi militari in  Siria. E' quanto scrive la Cnn, citando le immagini satellitari raccolte  oggi da Maxar che mostrano alla base aerea russa di Khmeimim, a Latakia  sulla costa nordoccidentale siriana, due AN-124, aerei cargo militari,  dispiegati sulla pista entrambi pronti per essere caricati.

Le immagini mostrano, sempre nella stessa base, un elicottero da  attacco Ka-52 in procinto di essere smontato, probabilmente per essere  trasportato. Nelle immagini satellitari anche un sistema di difesa  missilistico S-400, smontato e preparato per il trasporto. "Al 12  dicembre, 1,1 milioni di persone sono state recentemente sfollate in  tutto il Paese dall'inizio dell'escalation delle ostilità il 27  novembre. La maggior parte sono donne e bambini", ha affermato l'Ufficio  Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) delle Nazioni  Unite.  L'ex capo del sistema carcerario siriano, Ousman Alsheikh,  attualmente residente in South Carolina, è stato incriminato a livello  federale a Los Angeles per violazioni dei diritti umani e tortura. Lo ha  annunciato il Dipartimento di Giustizia americano.

Gli approfondimenti:

Per ricevere le notizie di Sky TG24:

LIVE

Osservatorio: "Raid Israele su siti militari a Damasco"

L"Osservatorio siriano per i diritti umani, con base a Londra, ha riferito che Israele ha lanciato nuovi attacchi questa mattina contro siti militari a Damasco e nei suoi dintorni, ultimi di una serie di raid di questo tipo da quando i ribelli hanno rovesciato Bashar al-Assad quasi una settimana fa. "Gli attacchi israeliani hanno distrutto un istituto scientifico" e altre strutture militari correlate a Barzeh, nel Nord di Damasco, e hanno preso di mira un "aeroporto militare" nei dintorni della capitale, ha affermato l'Osservatorio. Gli attacchi hanno anche preso di mira "magazzini di missili balistici Scud" e lanciatori nell'area di Qalamun, così come "razzi, depositi e tunnel sotto la montagna", secondo l'Osservatorio, che ha una rete di fonti all'interno della Siria. L'Osservatorio ha affermato che diversi bombardamenti hanno preso di mira "siti militari delle ex forze del regime, come parte della distruzione di ciò che resta delle capacità del futuro esercito siriano". Gli attacchi aerei israeliani di ieri hanno preso di mira "una base missilistica sul monte Qasyun di Damasco", ha affermato il gruppo, così come un aeroporto nella provincia meridionale di Sweida e "laboratori di difesa e ricerca a Masyaf", nella provincia di Hama. Dalla caduta di Assad, Israele ha lanciato centinaia di attacchi contro siti militari siriani, colpendo depositi di armi chimiche fino alle difese aeree. Con una mossa che ha suscitato la condanna internazionale, Israele ha anche sequestrato una zona cuscinetto pattugliata dalle Nazioni Unite sulle Alture del Golan siriane poche ore dopo che i ribelli, guidati dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham, avevano preso Damasco. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso preoccupazione per le "ampie violazioni" della sovranità siriana e per gli attacchi israeliani nel Paese.

Siria, cosa succede ai curdi attaccati su due fronti

Dopo che i ribelli jihadisti filo-turchi hanno fatto cadere il regime di Bashar al Assad in Siria, i curdi siriani che vivono nel Nord-Est del Paese si trovano in una posizione difficile. Non sono mai stati così isolati e indeboliti. Dall’inizio degli attacchi dei miliziani contro Assad, a fine novembre, la Turchia ha infatti cominciato parallelamente una campagna di bombardamenti contro le postazioni dei curdi siriani più vicine al confine. Le forze curdo-siriane, comunque, non hanno intenzione di cedere. E oggi, 12 dicembre, hanno annunciato la decisione di issare su tutte le istituzioni della regione di fatto autonoma del Nord-Est siriano la "bandiera della rivoluzione". "Siamo parte della Siria unita e del popolo siriano", si legge in un comunicato. LEGGI QUI

Domani delegazione da Qatar, verso riapertura ambasciata

Una delegazione del Qatar sarà domani in visita in Siria, per incontrare i funzionari del suo governo di transizione dopo la cacciata del presidente Bashar al-Assad. Lo ha riferito un diplomatico del Qatar. "La prima visita della delegazione del Qatar in Siria dovrebbe avvenire domenica, si prenderanno le misure necessarie per riaprire l'ambasciata e discutere di come migliorare la distribuzione degli aiuti", ha detto il diplomatico, parlando all'Afp in forma anonima a causa della delicatezza della visita. Doha ha chiuso la sua missione diplomatica a Damasco e ha richiamato il suo ambasciatore a luglio 2011 dopo che la rivolta contro il governo di Assad si è trasformata in una guerra civile. A differenza di altri Paesi arabi, il Qatar non ha mai ripristinato i legami diplomatici con la Siria sotto Assad, che è stato rovesciato nel fine settimana da un'avanzata dei ribelli guidati dagli islamisti che ha travolto le principali città e poi la capitale Damasco. Il diplomatico ha affermato che i funzionari del ministero degli Esteri del Qatar si uniranno alla delegazione e ha descritto come "false" le notizie su una precedente visita del capo dell'intelligence del Qatar a Damasco. Questa settimana, un funzionario informato sugli sviluppi ha affermato che il Qatar aveva "stabilito il primo canale di comunicazione" con il gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), che ha guidato l'avanzata dei ribelli. Mercoledì il Qatar ha affermato che avrebbe presto riaperto la sua ambasciata nella capitale siriana Damasco "dopo aver completato gli accordi necessari". La mossa mira a "rafforzare gli stretti legami storici fraterni tra i due Paesi", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Majed al-Ansari, sottolineando che si mira anche a "migliorare il coordinamento con le autorità competenti per facilitare il flusso di aiuti umanitari attualmente forniti dal Qatar al popolo siriano" tramite un ponte aereo.

Siria, generale Usa Kurilla in Israele vede Katz e generali Idf

Il generale statunitense e comandante del Centcom, Micheal Kurilla, ha visitato Israele dall'11 al 13 dicembre e ha incontrato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz insieme al capo di stato maggiore dell'esercito (Idf), Herzl Halevi e altri alti funzionari militari. Secondo il Centcom statunitense "i leader hanno discusso una serie di questioni di sicurezza regionale, tra cui la situazione in corso in Siria e la preparazione contro altre minacce strategiche e regionali", ed è stato "informato sulle capacita' uniche delle Idf". Il generale Kurilla ha anche "ribadito la ferrea partnership militare-militare tra Stati Uniti e Israele", affermando che la sua visita "ha rafforzato l'importanza di vedere le attuali sfide e opportunita' in prima persona attraverso gli occhi dei nostri partner e dei comandanti sul campo".

Cnn, la Russia prepara il ritiro delle truppe dalla Siria

La Cnn sostiene che la Russia stia facendo i preparativi per ritirare le truppe dalla Siria. Secondo le immagini satellitari raccolte da Maxar venerdì mattina, la Russia sembra stia caricando e preparando gli aerei in partenza dalle sue basi militari in Siria. Presso la base aerea russa di Khmeimim, a Latakia, sulla costa mediterranea della Siria nord-occidentale, erano presenti due aerei da trasporto militare pesante An-124, entrambi con il muso sollevato, a indicare che sono pronti a imbarcare il carico. Anche un elicottero d'attacco veniva smantellato, probabilmente a indicare che era in fase di preparazione per il trasporto.

Siria: Unhcr, 'riprendono gradualmente le attività, ma serve sostegno per operatori umanitari'

"Negli ultimi 14 anni di conflitto e crisi, più di 13 milioni di siriani sono stati costretti a lasciare le loro case. Durante questo periodo, l'Unhcr e i suoi partner sono stati e continuano ad essere presenti sul campo in Siria, fornendo assistenza salvavita ovunque la situazione lo consenta. Le cifre non sono ancora disponibili, ma migliaia di rifugiati siriani hanno iniziato a rientrare nel Paese dal Libano attraverso il varco di confine ufficiale di Masnaa e altri non ufficiali. Allo stesso tempo, altri siriani sono fuggiti in direzione opposta verso il Libano". Lo ha reso noto il rappresentante dell'Unhcr in Siria, Gonzalo Vargas Llosa, in un briefing stampa dal Palazzo delle Nazioni di Ginevra.

"Anche i rifugiati stanno rientrando dalla Turchia attraverso i valichi di frontiera di Bab al-Hawa e Bab al-Salam verso il nord-ovest della Siria. L'UNHCR ha dovuto sospendere temporaneamente alcune attività al confine, ma ora la nostra presenza sta riprendendo. Ieri abbiamo avuto circa 2.000 rtorni di siriani dal confine principale con il Libano. I siriani sono tornati a Idlib, nella zona rurale di Damasco, a Damasco, a Daraa, ad Aleppo e in altre località. Migliaia di persone hanno lasciato la Siria e sono entrate in Libano. C'è quindi un movimento bidirezionale - ha detto Llosa - Una delle sfide principali è che non ci sono autorità di immigrazione sul lato siriano. I funzionari dell'immigrazione che operavano lì durante il precedente regime hanno tutti lasciato le loro posizioni. Le nuove autorità di transizione non sono ancora state in grado di stabilire procedure di immigrazione, il che crea, ovviamente, alcune sfide e difficoltà. "Inoltre, stiamo assistendo a qualche ritorno dalla Turchia. Ci aspettiamo che questa cifra cresca. Come abbiamo detto in precedenza, è chiaro che molti siriani sono in un atteggiamento di attesa. In Siria, la maggior parte delle nostre attività durante l'intenso periodo di combattimenti sono state sospese ma, fortunatamente, nelle ultime 72 ore siamo stati in grado di riprendere, attraverso i nostri partner locali, molte delle nostre attività in quelle aree che ora sono più sicure", ha detto. 

Siria: Scholz, 'anche l'Europa aiuterà nella ricostruzione'

Dopo la caduta del leader Bashar al-Assad in Siria, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha promesso di contribuire alla ricostruzione del Paese. "Anche l'Europa contribuirà alla ricostruzione" del paese, ha affermato Scholz in un video su X. "Dopo anni di sofferenza a causa della guerra civile, i siriani meritano una vita di libertà e sicurezza", ha sostenuto il cancelliere. "I nuovi governanti del Paese devono garantire questo", ha detto Scholz. "Lavoreremo con loro su questa base". Alcuni rifugiati siriani in Germania sperano di tornare presto nel loro Paese d'origine, ha aggiunto Scholz. "Sosterremo anche questo, non appena la situazione lo consentirà", ha detto. "Tuttavia, i siriani ben integrati in Germania continueranno a essere i benvenuti nel Paese", ha aggiunto Scholz.

Mondo: I più letti