"Il presidente Trump dovrebbe parlare in giornata con Benjamin Netanyahu. All'ordine del giorno del colloquio, il cessate il fuoco e l'accordo sugli ostaggi a Gaza, e i colloqui sul nucleare con l'Iran, secondo due fonti a conoscenza della questione". Lo scrive Barak Ravid, corrispondente di Axios. La Protezione civile di Gaza gestita da Hamas ha accusato oggi l'Idf di aver compiuto "esecuzioni sommarie" durante la sparatoria del 23 marzo scorso in cui sono morti 15 medici palestinesi nella Striscia
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"Il presidente Trump dovrebbe parlare in giornata con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. All'ordine del giorno del colloquio, il cessate il fuoco e l'accordo sugli ostaggi a Gaza, e i colloqui sul nucleare con l'Iran, secondo due fonti a conoscenza della questione". Lo scrive su X Barak Ravid, corrispondente da Washington di Axios. "La telefonata è prevista in un momento di stallo nei negoziati sull'accordo sugli ostaggi - sottolinea Ravid - dopo che la scorsa settimana è fallito un altro tentativo da parte degli Stati Uniti e dell'Egitto di raggiungere una proposta di compromesso accettabile per entrambe le parti. Gli Stati Uniti sono ansiosi di fare un altro tentativo questa settimana per raggiungere una svolta".
La Protezione civile di Gaza gestita da Hamas ha accusato oggi l'esercito israeliano (Idf) di aver compiuto "esecuzioni sommarie" durante la sparatoria del 23 marzo scorso in cui sono morti 15 medici palestinesi nella Striscia. La posizione delle autorità di Gaza è in netto contrasto con le conclusioni del rapporto dell'Idf sulle uccisioni pubblicato ieri, in cui parla di un "errore professionale".
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Usa, Nyt: altra chat di Hegseth con piani per attacchi a Houthi. Wp: fuga di documenti
L'amministrazione degli Stati Uniti ancora sotto l'occhio del ciclone con due nuovi casi svelati da Washington Post e New York Times. Da una parte, una nuova chat su Signal del segretario alla Difesa Usa con dettagli sugli attacchi agli Houthi in Yemen, un caso che ricorda quello portato alla luce da un giornalista dell'Atlantic. Dall'altra, una fuga di documenti e dati sensibili, comprese piantine della Casa Bianca, condivisi per errore con oltre 11mila persone tramite un link di Google Drive. LEGGI L'ARTICOLO
Usa - Iran, la trattativa per il nucleare accelera
Tra incertezze e diversi dubbi circa l’esito del negoziato, Washington e Teheran si avvicinano al momento cruciale. L’obiettivo-chiave sarà superare la tutt’altro che latente sfiducia reciproca che continua a dividere i due Paesi. LEGGI L'ARTICOLO SU SKY TG24 INSIDER
Il cordoglio del mondo arabo, il gelo di Netanyahu
Il Papa che per primo in duemila anni di cristianità celebrò messa in Medio Oriente, nel 2019 a Abu Dhabi, nel giorno della sua morte ha ricevuto l'omaggio dei leader di tutti i Paesi musulmani della regione. Mentre ancora a fine giornata nessun messaggio era arrivato dal governo d'Israele né dal suo premier Benyamin Netanyahu. Dal presidente egiziano Sisi al re di Giordania Abdallah, dal presidente degli Emirati Zayed al sovrano di Dubai Al Maktoum. Unanime il riconoscimento a Bergoglio di essere stato un "uomo di pace, promotore dei principi di convivenza e comprensione". Del resto anche le ultime parole pronunciate da Bergoglio in pubblico avevano ricordato quella che il Pontefice ha definito "una situazione ignobile" dal punto di vista umanitario a Gaza. Il presidente dell'autorità palestinese Abu Mazen lo ha definito un "amico fedele del popolo palestinese", ricordando che "ha riconosciuto lo Stato e autorizzato l'esposizione della sua bandiera in Vaticano". Il presidente dell'Iran Masoud Pezeshkian ha voluto sottolineare che il pontefice "ha condannato la guerra genocida del regime israeliano a Gaza". Così come l'organizzazione terroristica Hamas, non inaspettatamente, si è unita al cordoglio affermando che "Francesco era un difensore dei diritti del popolo palestinese nella sua ferma posizione contro la guerra e gli atti di genocidio perpetrati contro la popolazione di Gaza".
Idf: "Inseguiamo Hamas ovunque, dobbiamo liberare i rapiti"
Durante una visita al corridoio di Morag, nella Striscia di Gaza, il portavoce dell'Idf ha dichiarato che "l'obiettivo dell'operazione è aumentare la pressione su Hamas per riportare a casa gli ostaggi e distruggere il suo governo e la sua ala militare". "Gli ostaggi sono costantemente davanti ai nostri occhi, è una priorità assoluta per noi. Ogni soldato qui lo capisce. Hamas è sotto pressione, lo inseguiremo ovunque si trovi. Non ci fermeremo finché non riporteremo a casa tutti i nostri ostaggi", ha detto.
Per Israele cordoglio solo da Herzog, nessun commento da Netanyahu
Nel giorno della morte di Papa Francesco, dal governo israeliano è arrivato un solo messaggio ufficiale: quello del presidente Isaac Herzog, che ha espresso profondo cordoglio al mondo cristiano per la scomparsa del pontefice. Nessuna dichiarazione, invece, dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha parlato pubblicamente in occasione di una cerimonia commemorativa a Tel Aviv senza menzionare la notizia della scomparsa del Papa.
"Invio le mie più sentite condoglianze alle comunità cristiane in Israele – la Terra Santa – per la perdita del loro grande padre spirituale", ha scritto Herzog su X, definendo Francesco "un uomo di profonda fede e sconfinata compassione", che ha "dedicato la sua vita a sollevare i poveri e a invocare la pace in un mondo travagliato".
Herzog ha anche elogiato l’impegno del Papa nel dialogo interreligioso e nel rafforzamento dei legami con il mondo ebraico. "Spero vivamente che le sue preghiere per la pace in Medio Oriente e per il ritorno sano e salvo degli ostaggi trovino presto risposta", ha concluso. Un tributo solenne, che ha messo in evidenza l’assenza di parole ufficiali da parte del capo del governo israeliano.
In piazza San Pietro anche bandiere della Palestina
Yousef Salman, presidente della Comunità palestinese di Roma e del Lazio, è arrivato in piazza San Pietro con due bandiere della Palestina per il rosario e per portare l'ultimo saluto per Papa Francesco.
Attacco israeliano al campo di Bureij, 1 morto e 8 feriti
Un attacco con drone israeliano contro un gruppo di civili nel campo profughi di Bureij, nella zona centrale di Gaza, ha ucciso almeno un palestinese e ne ha feriti altri otto. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera.
Iran, Pezeshkian apre ad accordo con gli Usa, "solo se rispetta gli interessi nazionali"
Il presidente iraniano Masud Pezeshkian ha dichiarato che l’Iran è disposto a raggiungere un nuovo accordo con gli Stati Uniti sul programma nucleare, a condizione che vengano rispettati il quadro negoziale e gli interessi nazionali. "Siamo pronti a negoziare, ma non accetteremo condizioni di disparità. Se gli Stati Uniti non vogliono trattare alla pari, andremo avanti per la nostra strada", ha affermato il presidente, sottolineando l’importanza di rafforzare le relazioni con i Paesi vicini e del mondo islamico.
L’annuncio arriva dopo una seconda tornata di colloqui indiretti tra Washington e Teheran, svoltasi sabato a Roma e definita "costruttiva" dal ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi. Un terzo incontro è previsto per sabato prossimo in Oman. Secondo quanto riferito anche dal ministero degli Esteri omanita, l’obiettivo è raggiungere un accordo "giusto, duraturo e vincolante" che garantisca un Iran privo di armi nucleari e libero da sanzioni, ma in grado di sviluppare energia atomica a scopi pacifici.
Ambasciatore Usa in Israele esorta Hamas ad un accordo
Il nuovo ambasciatore statunitense in Israele ha invitato il gruppo militante palestinese Hamas ad accettare un accordo che garantisca il rilascio degli ostaggi, in cambio dell'ingresso di aiuti umanitari a Gaza. "Invitiamo Hamas a firmare un accordo affinchè gli aiuti umanitari possano fluire a Gaza verso le persone che ne hanno disperatamente bisogno", ha dichiarato Mike Huckabee in una dichiarazione video su X. "Quando ciò accadrà, e gli ostaggi saranno rilasciati, il che è una questione urgente per tutti noi, allora speriamo che gli aiuti umanitari fluiscano e fluiscano liberamente".
Al Jazeera: "Da stamattina 28 palestinesi uccisi in raid dell'Idf a Gaza"
Ventotto persone sono state uccise dall'alba nei raid israeliani su Gaza, di cui 18 in attacchi nelle zone centrali e meridionali della Striscia. Lo rene noto al Jazeera, citando fonti mediche di Gaza.
Netanyahu avverte gli Houthi: "Risposta forte per chi vuole farci del male"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha giurato di dare una "risposta forte" ai ribelli Houthi dello Yemen, che hanno ripetutamente lanciato missili contro Israele dallo scoppio della guerra a Gaza.
In un discorso rivolto "agli Houthi e a tutti coloro che vogliono farci del male", Netanyahu ha affermato che: "Qualsiasi attacco contro di noi non resterà senza risposta. Ci sarà una risposta forte".
Iran: "Pronti ad accordo con gli Usa se assicurano i nostri interessi"
Il presidente dell'Iran, Masoud Pezeshkian, ha affermato che la Repubblica islamica è pronta a raggiungere un accordo con gli Stati Uniti se questo garantirà gli interessi iraniani. "Nei negoziati con gli Stati Uniti, siamo pronti a raggiungere un accordo all'interno di un quadro preciso che tuteli i nostri interessi nazionali", ha detto Pezeshkian, citato da Mehr, facendo riferimento ai colloqui avviati con Washington, attraverso la mediazione dell'Oman. "Se (gli Usa) non vogliono negoziare con noi da un posizione equa, continueremo come prima", ha aggiunto il presidente iraniano. "Come ha detto recentemente il leader della Rivoluzione (Ali Khamenei), non siamo né ottimisti né pessimisti", ha detto Pezeshkian.
Iran, Trump: "Abbiamo avuto degli incontri davvero ottimi"
"Abbiamo avuto degli incontri davvero ottimi sull'Iran". Lo ha detto ai media il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Riferendosi al secondo round di colloqui sul nucleare con l'Iran, tenutosi sabato a Roma. Alla domanda su cosa succederà ora, Trump ha risposto: "Il prossimo passo è che abbiamo bisogno di un po' di tempo".
Hamas, 39 palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore
Nelle ultime 24 ore 39 palestinesi sono stati uccisi e 62 sono rimasti feriti a causa delle operazioni delle forze armate israeliane a Gaza. Lo ha riferito il ministero della Salute nella Striscia, guidato da Hamas, secondo il quale 1.864 persone sono morte nell'enclave dalla rottura della tregua, per un totale di 51.240 dall'inizio della guerra.
Ufficio di Netanyahu attacca il capo dello Shin Bet: "Ha fallito"
Il primo ministro Benyamin ha risposto attraverso il suo ufficio alle parole scritte dal capo dello Shin Bet Ronen Bar in una dichiarazione giurata da lui presentata oggi dopo essere stato licenziato dal governo, ma mantenuto in carica da una decisione dell'Alta Corte. "Involontariamente, Bar conferma che già nel novembre 2024 era stata annunciata l'intenzione di licenziarlo". "Ciò contraddice l'affermazione del Procuratore generale secondo cui il licenziamento di Bar è avvenuto a febbraio a causa dell'apertura dell'indagine sul Qatar. Non c'era lo scopo di impedire l'indagine, anzi, è avvenuto il contrario", si legge nella nota. Inoltre, "contrariamente a quanto affermato falsamente da Bar, il primo ministro non ha mai chiesto di rinviare il suo processo". "Bar ha poi ha fallito miseramente nel gestire l'incitamento violento contro i vertici politici, tra cui le richieste di assassinio", mentre "i ministri e il premier non hanno mai richiesto azioni illegali contro i manifestanti", afferma il comunicato.
Papa Francesco, il patriarca di Gerusalemme: "Gaza tra i simboli del suo pontificato"
“Ieri abbiamo celebrato il giorno della Resurrezione, oggi Dio ha chiamato a sé Papa Francesco. Una connessione significativa tra la celebrazione della vita e dell’amore con la Resurrezione e oggi Papa Francesco è stato chiamato a vedere il viso di Dio. Noi, come chiesa di Gerusalemme, preghiamo per la sua anima”. In un video messaggio diffuso dal Patriarcato latino di Gerusalemme, il patriarca di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, ricorda Papa Francesco, deceduto questa mattina in Vaticano.
Nel video, Pizzaballa rivela il suo primo incontro con l’allora card. Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, avvenuto poco tempo dopo la sua elezione a custode di Terra Santa e proprio nella capitale argentina durante la visita alla comunità francescana locale. In quell’occasione, ricorda il patriarca di Gerusalemme, “trafelato e un po’ nervoso perché in ritardo, lasciai le chiavi della mia auto, parcheggiata anche un po’ male, ad un sacerdote che era lì nel cortile dell’arcivescovado senza sapere che era lo stesso cardinale Bergoglio che mi aspettava. Compresi subito che era un cardinale ‘fuori dai protocolli’. Nel corso del tempo ho avuto modo di conoscerlo più da vicino, soprattutto in questi ultimi anni e durante questa terribile guerra che stiamo ancora vivendo”.
Il card. Pizzaballa, ricorda ancora nel video, “le continue telefonate, non solo a Gaza, per avere informazioni sulla situazione esprimendo la sua preoccupazione e anche la sua solidarietà concreta quando riceveva offerte speciali dalla gente, donazioni, voleva sempre lasciare qualcosa per la parrocchia di Gaza e la gente del posto”. “In un certo senso, Gaza è stato in qualche maniera uno dei simboli del suo pontificato. È stato sempre vicino ai poveri, contro la guerra, che definiva ‘una sconfitta’, per il lavoro e per la pace”. Altra cifra del pontificato di Papa Francesco, secondo Pizzaballa, è stato “il dialogo tra le diverse religioni e culture”. Mercoledì mattina si terrà una messa per il Papa presso la chiesa del Santo Sepolcro, presieduta dal patriarca e dai membri dell’Assemblea degli ordinari cattolici.

©Ansa
Attesa per la telefonata Trump - Netanyahu
"Il presidente Trump dovrebbe parlare in giornata con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. All'ordine del giorno del colloquio, il cessate il fuoco e l'accordo sugli ostaggi a Gaza, e i colloqui sul nucleare con l'Iran, secondo due fonti a conoscenza della questione". Lo scrive su X Barak Ravid, corrispondente da Washington di Axios.
"La telefonata è prevista in un momento di stallo nei negoziati sull'accordo sugli ostaggi - sottolinea Ravid - dopo che la scorsa settimana è fallito un altro tentativo da parte degli Stati Uniti e dell'Egitto di raggiungere una proposta di compromesso accettabile per entrambe le parti. Gli Stati Uniti sono ansiosi di fare un altro tentativo questa settimana per raggiungere una svolta. Il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdul Rahman al-Thani arriverà a Washington domani per colloqui con il Segretario di Stato Rubio e l'inviato della Casa Bianca Witkoff".
Il giornalista ricorda nel suo post che "questa sarà la prima telefonata tra Trump e Netanyahu dal loro incontro alla Casa Bianca due settimane fa, durante il quale Trump ha annunciato l'inizio dei negoziati con l'Iran e ha chiarito a Netanyahu che si oppone a un attacco all'Iran in questo momento. La chiamata prevista avrà luogo due giorni dopo il secondo round di negoziati tra Iran e Stati Uniti sull'accordo nucleare che si è svolto a Roma sabato. La Casa Bianca e l'ufficio del Primo Ministro non hanno commentato la telefonata programmata".
Medio Oriente, attesa telefonata Trump-Netanyahu su Iran e ostaggi
E' attesa una telefonata tra il presidente americano Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu per discutere dell'accordo sugli ostaggi e dei colloqui sul nucleare con l'Iran. Lo ha riferito il giornalista Barak Ravid, citando due fonti a conoscenza della questione.
Hamas: "Il Papa difendeva i palestinesi dal genocidio a Gaza"
"Papa Francesco era un fermo difensore dei diritti legittimi del popolo palestinese, in particolare nella sua ferma posizione contro la guerra e gli atti di genocidio perpetrati contro il nostro popolo a Gaza nel corso degli ultimi mesi". Lo ha detto Bassem Naim, membro dell'ufficio politico di Hamas, in un comunicato.
Il Parroco di Gaza: "Il Papa ci ha amato tanto"
Nella parrocchia di Gaza tutti sono riuniti in preghiera per Papa Francesco. E' stato esposto un suo ritratto nella chiesa. Da stamane è in corso una preghiera spontanea che alle 17 vedrà un momento con tutta la comunità. "Lo ringraziamo e preghiamo per lui che ha tanto amato la nostra chiesa di Gaza e ha lavorato tanto per la giustizia e la pace", dice il parroco, l'argentino padre Gabriel Romanelli che in questi anni di conflitto ha avuto un rapporto telefonico quotidiano con il Pontefice che non si è completamente interrotto neanche nei giorni del ricovero.
Hamas: nelle ultime 24 ore 39 palestinesi sono stati uccisi
Il ministero della Sanità di Hamas ha dichiarato che nelle ultime 24 ore 39 palestinesi sono stati uccisi e 62 feriti nelle operazioni dell'Idf.
Israele: domani rischio violenze contro connazionali all'estero
Il Consiglio per la sicurezza nazionale israeliano ha diffuso un avviso ufficiale rivolto ai cittadini all'estero, in vista della giornata di proteste pro-palestinesi prevista per martedì 22 aprile. Secondo l'avviso, online sono emersi numerosi appelli a manifestazioni, cortei e disordini in diverse città del mondo, promossi da attivisti filo-palestinesi. Le autorità israeliane temono che le proteste possano degenerare in episodi violenti contro cittadini israeliani, con il rischio che singoli attentatori o sostenitori del terrorismo possano infiltrarsi tra i partecipanti. Nel comunicato si sottolinea che, soprattutto dopo l'inizio della guerra, si è registrato un incremento dell'attività di gruppi estremisti in vari Paesi, con incitamenti pubblici alla violenza.
Israele verso arresto di massa di terroristi scarcerati
OIsraele sta valutando una mossa drastica contro Hamas: arrestare nuovamente i terroristi rilasciati durante l'accordo di tregua in cambio degli ostaggi, soprattutto quelli che sono tornati in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Lo riferisce Channel 12 spiegando che la proposta è stata messa sul tavolo più volte nelle riunioni di governo ed è stata ogni volta respinta dai responsabili della sicurezza. Dopo che i ministri del governo hanno continuato a premere in questa direzione, come il falco Bezalel Smotrich, la mossa è stata riconsiderata. Se ne discuterà domani nella riunione di governo, afferma l'emittente.
Herzog: "Il Papa era un uomo di grande fede e misericordia"
Il defunto papa Francesco era un uomo di immensa fede e grande misericordia, che ha dedicato la vita al progresso dei poveri del mondo e alla richiesta di pace in un'epoca complessa e turbolenta". Lo scrive su X il presidente di Israele Isaac Herzog.
Hamas: 'a Gaza esecuzioni sommarie dei medici a marzo'
Il funzionario palestinese ha inoltre accusato Israele di cercare di "aggirare" i propri obblighi imposti dal diritto internazionale. Il 23 marzo, pochi giorni dopo la ripresa dell'offensiva nella Striscia di Gaza, le truppe dell'Idf hanno aperto il fuoco sulle squadre della Protezione civile e della Mezzaluna Rossa a Rafah, nel sud del territorio palestinese. Israele afferma che sei membri di Hamas erano a bordo delle ambulanze colpite. Tuttavia, un'indagine militare interna, i cui risultati sono stati resi pubblici ieri dall'esercito israeliano, ha riscontrato una "cattiva condotta professionale", "disobbedienza" e "incomprensioni" tra i soldati israeliani in relazione alla sparatoria. Inoltre, l'esercito ha annunciato ieri l'imminente licenziamento di un ufficiale che quel giorno comandava le truppe sul campo e si è "rammaricato" per le vittime collaterali. "E' stato un errore, ma non pensiamo che sia un errore che capita tutti i giorni", ha affermato il generale (di riserva) Yoav Har-Even, responsabile delle indagini, durante una conferenza stampa. Le vittime erano otto membri della Mezzaluna Rossa, sei membri della Protezione civile di Gaza e un membro dell'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. I corpi sono stati ritrovati diversi giorni dopo la sparatoria, sepolti nella sabbia, in quella che l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) ha descritto come una "fossa comune". La Mezzaluna Rossa palestinese ha bollato come "pieno di bugie" il rapporto dell'esercito israeliano.
Min. Israele Smotrich: ritorno ostaggi "non è priorità" di Israele
Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha dichiarato che il ritorno a casa degli ostaggi da Gaza "non è l'obiettivo piu' importante" del governo. "Dobbiamo dire la verità, il rientro degli ostaggi non è la cosa piu' importante", ha detto intervenendo in un'intervista a Radio Galey Israel. "E' ovviamente un obiettivo molto importante, ma se si vuole distruggere Hamas in modo che non ci possa essere un altro 7 ottobre, bisogna capire che non può esserci una situazione in cui Hamas rimanga a Gaza", ha aggiunto. Hamas detiene ancora 59 ostaggi che promette di restituire in cambio della fine della guerra e del ritiro di Israele dalla Striscia. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ripetutamente affermato di non essere disposto a porre fine alla guerra finché Hamas, che governa Gaza, non sarà completamente smantellata.
Usa, Nyt: altra chat di Hegseth con piani per attacchi a Houthi. Wp: fuga di documenti
Amministrazione degli Stati Uniti ancora sotto l'occhio del ciclone con due nuovi casi svelati da Washington Post e New York Times. Da una parte, una nuova chat su Signal del segretario alla Difesa Usa con dettagli sugli attacchi agli Houthi in Yemen, un caso che ricorda quello portato alla luce da un giornalista dell'Atlantic. Dall'altra, una fuga di documenti e dati sensibili, comprese piantine della Casa Bianca, condivisi per errore con oltre 11mila persone tramite un link di Google Drive. LEGGI QUI
Media, domani Rubio incontra a Washington premier Qatar
Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, incontrera' domani a Washington il primo ministro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani. Lo riporta il quotidiano Haaretz.
Hamas, 'a Gaza esecuzioni sommarie dei medici a marzo'
La Protezione civile di Gaza gestita da Hamas ha accusato oggi l'esercito israeliano (Idf) di aver compiuto "esecuzioni sommarie" durante la sparatoria del 23 marzo scorso in cui sono morti 15 medici palestinesi nella Striscia. La posizione delle autorità di Gaza è in netto contrasto con le conclusioni del rapporto dell'Idf sulle uccisioni pubblicato ieri. "Il video girato da uno dei paramedici dimostra che la narrazione dell'occupazione israeliana è falsa e dimostra che sono state effettuate esecuzioni sommarie", ha detto all'Afp un funzionario della Protezione civile, Mohammed Al-Moughair.
Yemen: nuova ondata raid Usa, almeno 12 morti e 30 feriti
Almeno 12 persone sono state uccise e altre 30 sono rimaste ferite ieri in una serie di attentati effettuati da jet statunitensi contro il popolare quartiere di Farwah, nel centro della capitale yemenita Sanaa, ha riferito il ministero della Salute degli Houthi. Il dicastero ha affermato in una nota riportata dall'agenzia di stampa yemenita Saba che queste persone sono state vittime "di un attacco aereo lanciato dall'aggressione statunitense contro il popolare mercato nel quartiere di Farwah, nel distretto di Shaub", aggiungendo che il bilancio e' solo "preliminare". Nella nota, gli Houthi hanno condannato gli attacchi degli Stati Uniti "contro civili, quartieri residenziali e strutture, in flagrante violazione delle leggi, delle convenzioni e delle norme internazionali". Ieri, gli aerei da guerra statunitensi hanno effettuato una nuova ondata di bombardamenti su almeno tre province yemenite, tra cui la capitale, nel contesto di una campagna di raid simili che negli ultimi giorni ha causato decine di morti. Secondo l'agenzia di stampa Houthi Al Masirah, gli attacchi aerei hanno preso di mira anche diversi obiettivi sul monte Faj Attan a Sana'a. Gli abitanti della capitale hanno riferito che in quella zona montuosa ci sono delle grotte dove vengono stoccate armi e munizioni.
Mezzaluna Rossa, rapporto su soccorritori uccisi pieno di bugie
La Mezzaluna Rossa palestinese ha bollato come "pieno di bugie" il rapporto dell'esercito israeliano sulla sparatoria in cui sono rimasti uccisi 15 medici a marzo nella Striscia di Gaza. "Nella misura in cui il rapporto è pieno di menzogne, è nullo e privo di valore perché giustifica le uccisioni e attribuisce la responsabilità dell'incidente a un errore personale del comando sul campo, quando la verità è ben diversa", ha detto all'AFP Nebal Farsakh, portavoce della Mezzaluna Rossa a Ramallah, nella Cisgiordania occupata.
Soccorritori uccisi a Gaza, esercito israeliano ammette 'errore'
Un'indagine interna dell'esercito israeliano ha ammesso oggi una "cattiva condotta professionale", "disobbedienza" e "incomprensioni" nella sparatoria in cui sono morti 15 medici palestinesi nella Striscia di Gaza a marzo. L'esercito ha annunciato l'imminente licenziamento di un ufficiale e si è "rammaricato" per le vittime collaterali. "E' stato un errore, ma non pensiamo che sia un errore che capita tutti i giorni", ha affermato il generale (di riserva) Yoav Har-Even, responsabile delle indagini, durante una conferenza stampa. Il 23 marzo, pochi giorni dopo la ripresa dell'offensiva nella Striscia di Gaza, le truppe israeliane avevano aperto il fuoco sulle squadre della Difesa civile e della Mezzaluna Rossa a Rafah, nel sud del territorio palestinese. La sparatoria, in cui hanno perso la vita 15 persone, ha scatenato l'indignazione internazionale; l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, l'ha definita un possibile "crimine di guerra". Israele aveva affermato che a bordo delle ambulanze si trovavano sei membri di Hamas "L'indagine ha portato alla luce diversi casi di cattiva condotta professionale, disobbedienza agli ordini e mancata piena responsabilità dell'incidente", ha dichiarato oggi l'esercito israeliano. L'ufficiale che quel giorno comandava l'unità sul campo verrà sollevato dall'incarico, ha affermato. Le vittime erano otto membri della Mezzaluna Rossa, sei membri della Protezione civile di Gaza e un membro dell'Unrwa.