House of the Dragon, tra amore e potere. Trama e recensione dell'episodio 7

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Gabriele Lippi

Lunedì 3 ottobre, alle 3 del mattino, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, in contemporanea con gli Stati Uniti, è andata in onda la settima puntata in lingua originale con i sottotitoli della serie tv targata HBO, spin-off prequel de Il Trono di Spade - Game of Thrones. L'episodio andrà in replica il 3 ottobre alle 22:15 ed è disponibile on demand su Sky e NOW. Il 10 ottobre arriverà anche doppiato in italiano. Ecco cosa è successo

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Lunedì 3 ottobre, alle 3 del mattino, in contemporanea con gli Stati Uniti, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, è andato in onda il settimo episodio di House of the Dragon (LO SPECIALE), la serie HBO spin-off de Il Trono di Spade – Game of Thrones. Ecco cosa è successo nell’episodio.

House of the Dragon, episodio 7: la trama

Il settimo episodio di House of the Dragon si apre col funerale di Laena, nel quale ritroviamo anche Ser Otto Hightower, tornato Primo Cavaliere del Re. Durante le esequie, Jacaerys viene invitato da Rhaenyra a consolare le cugine, ma il ragazzo chiede di poter andare ad Harrenhal per piangere Lord Lyonel e Ser Harwyn Strong, ormai consapevole di essere figlio del secondo. Sempre durante il funerale scopriamo che Helaena, la secondogenita di Viserys e Alicent, è promessa al fratello maggiore Aegon, che però non vuole sposarla.

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Corlys parla con Lucerys, suo erede designato al seggio e ad Altamarea, gli dice che avrà un ruolo importante ma il ragazzo è reticente: “Se avrò tutto vuol dire che sarete morti”, gli dice. Laenor è colui che più piange la morte della sorella. Disperato va verso il mare e si ferma lì da solo a lungo, prima che Corlys intimi a Ser Qarl di andare a recuperarlo. Viserys chiede a Daemon di tornare ad Approdo del Re, ma quest’ultimo rifiuta, deciso a rimanere a Pentos.

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Rhaenys si confronta con Colrys sulla morte di Laena e le responsabilità di Daemon, convinta che la figlia avrebbe avuto maggiori chance di sopravvivere se fosse stata curata dai maestri dei Velaryon e dei Targaryen, quindi rimprovera il marito per la sua ambizione di recuperare la corona. Propone a Corlys di lasciare Driftmark a Baela. Laenor e i figli perderebbero così il loro diritto di successione, Corlys non è d’accordo, ma Rhaenys gli ricorda che quelli di Rhaenyra non sono figli di Laenor, non sono suoi nipoti, non hanno il suo sangue. “La storia non ricorda il sangue, ricorda i nomi”, risponde lui.

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Rhaenyra rivela a Daemon di aver provato a concepire un figlio con Laeonr ma che il tentativo è sempre stato vano. Ammette di aver cercato il piacere altrove e lo rimprovera di averla abbandonata. Poi lo bacia e i due hanno un rapporto sessuale. Aemond esce di notte e ha un incontro ravvicinato con Vhagar, il drago di Laena. Vhagar minaccia di dargli fuoco ma Aemond riesce a placarlo e lo cavalca. Questa cosa provoca una lite tra cugini, con Baela che rivendica per sé il diritto a cavalcare Vhagar. Aemond si rivolge allora a Lucerys e fa illazioni sul fatto che non sia figlio di Laenor ma di Harwin Strong. Jacaerys interviene ma Aemond pare avere la meglio finché non interviene Lucerys, che cava un occhio ad Aemond con un coltello. 

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Viserys convoca tutti i ragazzi per capire cosa sia successo, infuriato con le guardie che non sono intervenute. Durante la discussione, alla quale sono presenti anche Rhaenyra e Alicent, la regina  chiede un occhio di Lucerys e ordina a Ser Criston di cavarglielo. Viserys però interviene per placare la moglie e avvisa che chiunque metterà in dubbio la paternità dei figli di Rhaenyra avrà la lingua tagliata. Alicent sfila una daga al re e parte alla carica verso Lucerys, venendo bloccata da Rhaenyra che rimane ferita al braccio. Aemond dice alla madre di non preoccuparsi, ha perso un occhio ma ha guadagnato un drago. E gli va bene così.

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Ser Otto si reca da Alicent che, consapevole dei suoi errori, fa ammenda, ma lui mostra compiacimento nello scoprire questo aspetto del carattere della figlia, che non conosceva. Otto ha un piano a lungo termine ed è convinto che saranno loro a uscire vincitori dalla disputa con Rhaenyra. Laenor entra nelle stanze di Rhaenyra e chiede perdono per averla delusa, per essere stato spesso assente con lei e i figli. Lei si mostra comprensiva ma lui le rinnova il suo voto promettendo maggiore impegno nella crescita dei figli e nel ruolo di marito.

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Larys si offre di strappare l’occhio a Lucerys, Alicent gli dice che non è necessario ma apprezza l’offerta e aggiunge che un giorno avrà bisogno della sua amicizia. Rhaenyra chiede a Daemon di sposarla per poter rafforzare la linea di successione. Daemon le risponde che non possono sposarsi a meno che Laenor non muoia, lei dice di saperlo e dopo una lunga discussione accetta il piano dello zio. Daemon ingaggia Qarl per uccidere Laenor. Lo scontro avviene nella sala del trono di Corlys, Laenor viene ucciso e il suo corpo bruciato nel camino, irriconoscibile. Corlys e Rahenys piangono la morte di quello che ritengono il figlio, ma mentre vediamo le immagini del matrimonio tra Rhaneyra e Daemon, scopriamo che Laenor non è morto, è vivo, si è rasato i capelli e fugge con Qarl. Il corpo trovato bruciato non era il suo ma quello della sua guardia.

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La dinastia dei Targaryen è sempre più preda dei sentimenti di chi la compone. Sentimenti forti e accecanti, di amore e odio, di invidia e brama di potere. Ma nelle prime sequenze dell’episodio abbiamo forse il ritratto più intimo dei Targaryen e dei Velaryon, ritratti come una famiglia unita dal dolore per la perdita di Laena, in un cordoglio epico che solo Daemon spezza con una risata sprezzante davanti alle parole del cerimoniere.

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Il gioco del trono, però, non lascia tanto tempo al lutto, e in questo episodio assistiamo a un altro pezzo dello sviluppo dei protagonisti e alla crescita dei personaggi più giovani. Jacaerys appare sempre più consapevole della verità sulla sua famiglia, sempre più conteso tra gli affetti reali e il senso del dovere che gli viene impartito in quanto erede al trono. Aegon appare ben lontano dall’accettare un ruolo da potenziale erede al trono, come vorrebbe il nonno Otto e come sempre più vorrebbe la madre Alicent.

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Aemond si scopre un giovane coraggioso, intelligente, astuto e riesce a ottenere la fiducia di Vhagar, il più grande tra i draghi di Westeros. La lotta furiosa che scoppia tra cugini è il riflesso naif dei dissapori che covano all’interno della famiglia, espresso in modo ancora più violento, senza i filtri della saggezza e dell’opportunismo, tramuta in astio genuino con dinamiche da Signore delle Mosche.

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È tutta una questione di legacy e legami. La prima è quella che interessa a Corlys, disposto a sacrificare gli affetti più cari per riottenere per la sua dinastia quella corona che fu strappata alla moglie. I secondi invece sono quelli a cui fa riferimento Rhaenys, valori familiari che superano le scelte opportunistiche del marito. Legacy e legami entrano ancora una volta in conflitto sul potente ritorno di fiamma tra Rhaenyra e Daemon, persi in un’attrazione che continua a bruciare (soprattutto da parte della principessa). E sono, allo stesso tempo, il cruccio di un Viserys preso tra due fuochi, tra l’amore per la figlia e la volontà di non rinnegare la scelta fatta tempo prima e quello di tipo diverso per la moglie e i figli che lei gli ha dato.

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Viserys continua ad apparire, in molti frangenti, la figura più umana tra tutte. Non è un caso che, impartendo un ordine che dovrebbe quietare definitivamente la lite esplosa tra i figli e i nipoti, si identifichi come padre, nonno e solo in ultima istanza come loro re. Ma la rivalità tra Rhaenyra e Alicent ha ormai raggiunto il punto di non ritorno, con la regina che arriva addirittura a chiedere una grave punizione corporale per il giovane Lucerys, che rinfaccia alla principessa le sue bugie e di contro si sente rispondere di aver celato per anni la sua vera natura, esprimendola solo ora.

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Ancora una volta, però, nel momento in cui ci pare che Rhaenyra abbia imboccato definitivamente la strada della perdizione, rinunciando alla sua umanità, House of the Dragon ci stupisce con la capacità di raccontare l’amore anche tra le pieghe della violenza più spietata. Il piano di Daemon e Rhaenyra per potersi sposare si trasforma in un'occasione di libertà per Laenor. Una morte inscenata che permette a tutti di rinunciare ai vincoli imposti dalla società e perseguire i propri desideri. 

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