Dopo aver vinto il Leone D'oro alla Mostra del cinema di Venezia, la pellicola scritta e diretta da Chloé Zhao con Frances McDormand ottiene 4 candidature ai Golden Globes: Miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior attrice protagonista
Fern non ama definirsi "homeless", semmai "houseless": conduce una vita errabonda spostandosi in giro per gli stati centrali degli USA a bordo di un van. La sua vita è stata segnata dalla morte del marito e dalla perdita del lavoro: in cerca di un nuovo posto nel mondo, pensa di trovarlo in una comunità di nomadi.
Chloé Zhao, nata a Pechino ma cresciuta tra l'Inghilterra e gli Stati Uniti, adatta per il cinema il romanzo di Jessica Bruder Surviving America in The Twenty-First Century e lo trasforma in un western contemporaneo che riprende i classici stilemi del genere, a cominciare dalla città fantasma: Empire, Nevada, una company town da cui nel 2011 è sparito anche il codice postale dopo la dismissione della fabbrica di cartongesso che era l'unica ragione di residenza dei suoi abitanti. Inizia un viaggio in the middle of nowhere, un middle che è anche geografico dacché gran parte delle riprese sono state effettuate nel South Dakota, al centro del nulla degli Stati Uniti, uno di quegli Stati dalle linee di confine troppo dritte per essere naturali. E Chloé Zhao cattura esistenze nel bel mezzo del viaggio: hanno tutti un trauma da assorbire, un lutto da elaborare, un motivo di disperazione che però è già successo, c'è già stato ed è stato sostituito da una lucida serenità e dall'accettazione che così è la vita. Un western "del dopo", popolato da reduci forse sconfitti ma non ancora arresi, a cui la regista dà dignità anche uno per uno, individualmente, e non solo come collettivo in cammino. Quasi tutti i personaggi portano il nome di battesimo dei rispettivi attori e qualcuno come per esempio Bob Wells, l'ideatore del "Rubber Tramp Rendezvous", esiste davvero: anche la misuratissima Frances McDormand, qui anche produttrice e molto lontana dalle asprezze dei suoi film precedenti, sembra portare il vero cognome (in una scena iniziale suggerisce all'impiegata le iniziali MCD). Un film lucido, composto, premiato con il Leone D'Oro a Venezia, che non ricatta lo spettatore costringendolo a soffrire ma lo accompagna naturalmente all'emozione. Nomadland ha ottenuto 4 nomination ai Golden Globes 2021
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