Introduzione
Dopo il black-out che per diverse ore aveva colpito la zona, e l'ultimo red carpet di star come Cate Blanchett e Jane Fonda, nella serata di sabato 24 maggio la 78esima edizione del Festival di Cannes (LO SPECIALE) ha eletto i suoi vincitori. Alla guida della Giuria c'era l’attrice francese Juliette Binoche, che ha lavorato in sinergia con l'attrice americana Halle Berry, la regista e sceneggiatrice indiana Payal Kapadia, l'attrice italiana Alba Rohrwacher, la scrittrice franco-marocchina Leïla Slimani, la regista e documentarista congolese Dieudo Hamadi, il regista Hong Sangsoo, il regista e sceneggiatore messicano Carlos Reygadas e l'attore americano Jeremy Strong. Qui invece trovate la classifica con i 20 abiti più belli sfilati sul red carpet
Quello che devi sapere
Palma d'Oro a A Simple Accident di Jafar Panahi
L'attrice e produttrice australiana Cate Blanchett ha consegnato la Palma d’Oro al regista iraniano Jafar Panahi per il film A Simple Accident. “Il cinema è un luogo dove possiamo confrontarci, discutere. Il cinema è pericoloso. Il cinema è vita", ha detto Blanchett, che ha sottolineato il ruolo della settima arte come spazio di libertà e di resistenza. Il titolo internazionale con cui il film sarà distribuito con il titolo It was Just a accident.. In italia lo vederemo grazie a Lucky Red
Panahi è infatti una figura simbolo del dissenso in Iran, tanto da aver realizzato la pellicola dopo anni di censura e repressione: per oltre un decennio ha ricevuto il divieto di lasciare il Paese, e ha trascorso lunghi periodi in carcere, dove ha raccolto i racconti che ora ha trasformato in un’opera di grande forza narrativa e umana. "Credo che sia il momento per chiedere a tutti gli iraniani che sono nel mondo: mettiamo da parte problemi, le differenze, la cosa più importante è la libertà del nostro Paese", ha detto durante la premiazione. "Il cinema è una società, nessuno ha il diritto di dirci cosa fare e cosa non fare".
A Simple Accident racconta la storia di una famiglia in viaggio verso casa. Una notte, la loro auto investe un cane. Si tratta di un evento apparentemente banale che, però, innesca una spirale drammatica. Il padre si ritrova infatti in un’officina, dove crede di riconoscere nel meccanico l’uomo che l'aveva torturato in prigione. Incerto sulla sua identità, coinvolge allora altri ex detenuti in una dolorosa indagine alla ricerca della verità.
“Per il cuore e la tenerezza, per la libertà ritrovata, per la vita nuova", ha commentato la scelta la Presidente di Giuria, Juliette Binoche.
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Grand Prix a Sentimental Value di Joachim Trier
Il film Sentimental Value del regista norvegese Joachim Trier ha ricevuto dalla regista francese Coralie Fargeat il prestigioso Grand Prix della Giuria, il secondo riconoscimento per importanza dopo la Palma d’Oro.
La pellicola esplora con delicatezza le complesse dinamiche familiari tra un padre e le sue figlie. Il protagonista, Gustav (Stellan Skarsgård), è non solo un celebre regista inattivo da 15 anni, ma anche un genitore che, dopo una lunga assenza, tenta di riallacciare i rapporti con le figlie Nora (Renate Reinsve), attrice teatrale alle prese con attacchi di panico e depressione, e Agnes (Inga Ibsdotter Lilleaas), ormai segnati da anni di distanza e di incomprensioni conseguiti alla separazione dall'ex moglie. Quando il padre propone a Nora un ruolo nel film che segnerà il suo ritorno dietro la macchina da presa, la figlia rifiuta. La parte viene allora affidata a una giovane star hollywoodiana (Elle Fanning), e la decisione innesca così nuove tensioni emotive.
“È stato un privilegio lavorare con questi attori straordinari", ha dichiarato Trier durante la cerimonia. "Questo film appartiene anche a loro: è un’opera profondamente collettiva". Il regista ha poi ricordato commosso il padre, che per sfuggire al nazismo si era rifugiato in un piccolo villaggio dove aveva trovato trovato nella musica jazz una via di salvezza e di resistenza.
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Premio Speciale della Giuria ex aequo a Sirat e Sound of Falling
L'attrice premio Oscar statunitense Da’Vine Joy Randolph ha consegnato il Premio della Giuria, assegnato ex aequo a due opere profondamente diverse ma accomunate da una forte impronta autoriale: Sirat del regista franco-spagnolo Oliver Laxe e Sound of Falling della cineasta tedesca Mascha Schilinski.
Il primo è un intenso road movie ambientato nel deserto marocchino con protagonista un padre (Sergi López, già visto nelle pellicole L’amante inglese e Il labirinto del fauno) che intraprende un viaggio con il figlio alla ricerca della figlia scomparsa dopo un rave e svanita nel nulla ormai da cinque mesi. Lungo il percorso, i due si uniscono a una carovana di hippie appassionati di musica elettronica che attraversano a bordo di furgoni le strade impervie del Marocco. Durante la premiazione, Laxe ha condiviso un ricordo personale, un dialogo scambiato a Gerusalemme con un tassista palestinese, che gli aveva detto: “Forse, tanto tempo fa, ero ebreo”. Il regista aveva risposto: “Forse anch’io. Musulmano, ebreo... o vichingo”. Il tassista aveva allora citato un versetto del Corano: “Siete stati creati diversi affinché poteste conoscervi”.
Il secondo è un’opera poetica su quattro giovani donne appartenenti a epoche differenti, le cui vite si intrecciano in una fattoria tedesca fino a far svanire i confini temporali. Schilinski costruisce un affresco storico e intimo in quattro decenni di storia tedesca attraverso lo sguardo femminile.
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Miglior regia a Kleber Mendonça Filho per L’agente segreto
Il regista francese Claude Lelouch ha assegnato il premio alla Miglior regia al cineasta brasiliano Kleber Mendonça Filho per il film L’agente segreto. Visibilmente emozionato, Filho ha accolto il riconoscimento con parole cariche di orgoglio e gratitudine: “Il mio Paese è un luogo ricco di bellezza e poesia, e sono profondamente orgoglioso di essere qui a ricevere questo riconoscimento. È un momento di grande gioia per me. Ritengo che il Festival di Cannes rappresenti la vera cattedrale del cinema a livello mondiale. Un abbraccio caloroso a tutti coloro che arrivano dal Brasile".
La pellicola, ambientata in Brasile nel 1977, segue le vicende di Marcelo, un esperto di tecnologia poco più che quarantenne e in fuga. Arrivato a Recife durante la settimana di carnevale, spera di riunirsi al figlio, ma presto si rende conto che la città è ben lungi dall'essere il rifugio non violento che cerca.

Migliore sceneggiatura ai fratelli Dardenne per La Maison Maternelle
L'attore americano John C. Reilly, 60 anni oggi, ha consegnato il premio per la Miglior sceneggiatura ai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, registi de La Maison Maternelle. I due cineasti, noti per il cinema dal forte impegno sociale, sono tra i pochi ad aver conquistato due volte la Palma d’Oro: nel 1999 con Rosetta, e nel 2005 con L’Enfant. Sul palco hanno espresso gratitudine alle cinque giovani attrici protagoniste del film, Babette Verbeek, Elsa Houben, Janaina Halloy Fokan, Lucie Laruelle e Samia Hilmi.
Nella pellicola, Jessica, Perla, Julie, Ariane e Naïma sono ospitate in un rifugio per giovani madri. Sono cinque adolescenti, che sperano in una vita migliore per sé e per i loro bambini.

Migliore attrice a Nadia Melliti per La Petite Dernière
L'attore francese Daniel Auteuil ha consegnato il premio per la Miglior attrice a Nadia Melliti, protagonista del film La Petite Dernière di Hafsia Herzi, regista francese di origini algerine.
Nella pellicola, Melliti veste i panni di Fatima, la figlia minore di una famiglia di immigrati algerini. La giovane, cresciuta in un quartiere popolare, abbandona il liceo di periferia per iscriversi in un istituto d’élite. Musulmana praticante, si ritrova a mettere in discussione i propri valori quando scopre di essere attratta dalle ragazze. Un racconto intimo e coraggioso sull’identità, sul desiderio e sul confronto tra culture che ha conquistato anche la Queer Palm, il riconoscimento assegnato al Miglior film a tematica LGBTQIA+.

Miglior attore a Wagner Moura per L’agente segreto
L’attrice spagnola Rossy De Palma ha consegnato il premio per il Miglior attore a Wagner Moura, protagonista de L’agente segreto del regista brasiliano Kleber Mendonça Filho.
Thriller politico ambientato nel Brasile del 1977 durante gli ultimi anni della dittatura militare, segue la storia di Marcelo (Moura), un professore che torna a Recife in cerca di pace ma che si trova coinvolto in una rete di repressione e segreti di Stato. L'attore, reso celebre dalla serie Narcos e dal dittico Tropa de Elite, recita qui al fianco di Gabriel Leone (Ayrton Senna nella serie biopic Senna e interprete della pellicola Ferrari) e di Maria Fernanda Cândido (moglie di Buscetta ne Il Traditore). A causa dell'assenza di Moura alla cerimonia, il premio è stato ritirato dal regista.
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Premio Speciale a Résurrection di Bi Gan
Il Premio Speciale è andato al film Résurrection del regista cinese Bi Gan, un omaggio alla settima arte raccontata attraverso i generi e a partire proprio dal cinema muto degli esordi, con riferimenti ai fratelli Lumière. Una donna viene catapultata in un futuro post-apocalittico, dove cerca di riparare una creatura metà robot e metà umana verso la quale inizia a provare dei sentimenti, in un mondo dove chi sogna muore e chi rinuncia ai propri sogni invece sopravvive. Il regista ha dedicato il premio ai suoi figli.
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Camera d'Or a The President’s Cake di Hassan Hadi
Alice Rohrwacher ha assegnato la Camèra d’Or per l’opera prima al film iracheno The President’s Cake di Hasan Hadi. “Per questo premio abbiamo visto 28 sguardi sulla realtà e 28 porte, e a tutti vogliamo dire grazie per questo viaggio avventuroso”, ha detto la regista.
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Palma d'Oro per il Miglior cortometraggio - I’m Glad You’re Dead Now
La Palma d'Oro per il Miglior cortometraggio è stata vinta da I'm Glad You're Dead Now di Tawfeeq Barhum.
Due fratelli tornano sull'isola della loro infanzia, dove segreti sepolti e forti tensioni li costringono a confrontarsi con un oscuro passato che li unisce.
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Menzione Speciale Camera d’Or a My Father’s Shadow
La Menzione Speciale Camera d’Or è andata a My Father’s Shadow di Akinola Davies JR, un racconto semi-autobiografico ambientato nel corso di una sola giornata nella capitale nigeriana Lagos durante la crisi elettorale del 1993. La pellicola segue un padre, separato dai suoi due figli piccoli, che attraversa la grande città mentre l'instabilità politica minaccia il loro ritorno a casa.
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Menzione Speciale per il Cortometraggio ad Ali di Adnan Al Rajeev
La Menzione Speciale per il Cortometraggio è andata ad Ali di Adnan Al Rajeev.
In una città costiera, alle donne non è permesso cantare. Un adolescente partecipa a un concorso canoro per avere la possibilità di trasferirsi in città, nascondendo la sua vera voce in modo sinistro.
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