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The Brutalist, polemiche per l'uso dell'intelligenza artificiale nel film con Adrien Brody

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Golden Globes, The Brutalist miglior film drammatico
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Golden Globes, The Brutalist miglior film drammatico
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Il regista Brady Corbet si è giustificato per aver modificato alcuni dialoghi dei due protagonisti, Adrien Brody e Felicity Jones, allo scopo di "preservare l'autenticità" delle loro interpretazioni in lingua ungherese. La notizia, però, ha sollevato dubbi sull’opportunità di escludere gli attori dalla potenziale candidatura alla 97esima edizione dei premi Oscar

Nel film The Brutalist c’è traccia dell’intelligenza artificiale, e Hollywood insorge. Ieri il regista Brady Corbet si è giustificato con un comunicato stampa per aver usato un software di IA, Respeecher, per modificare alcuni dialoghi. Qualche giorno fa, infatti, il montatore ungherese Dávid Jancsó aveva ammesso in un’intervista di aver elaborato con il programma le registrazioni delle voci dei due protagonisti, lo statunitense Adrien Brody e la britannica Felicity Jones. Nel film, che racconta la storia dell’architetto ebreo László Tóth emigrato dall’Ungheria agli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale, molti dialoghi sono in lingua ungherese. Corbet ha spiegato che gli attori “hanno lavorato per mesi con l’insegnante di lingua Tanera Marshall per perfezionare i loro accenti, e l’innovativa tecnologia di Respeecher è stata usata solo per intervenire sui dialoghi in ungherese, nello specifico per affinare certe vocali e lettere per una maggiore accuratezza” e, insomma, per “preservare l’autenticità” delle loro interpretazioni. Jancsó ha allora utilizzato come modello una registrazione di sé stesso intento a parlare nella sua lingua madre, mentre i sound designer del film sono intervenuti manualmente sui dialoghi. Secondo il montatore non si tratterebbe di una tecnica innovativa, perché l'intervento non differirebbe dalle pratiche del passato, se non per la maggiore velocità e la minore spesa. La notizia, però, ha sollevato non solo critiche, ma anche dubbi sull’opportunità di escludere gli attori dalla potenziale candidatura alla 97esima edizione dei premi Oscar. In attesa dell’annuncio delle nomination del 23 gennaio, Hollywood discute sull'effettivo merito degli interpreti, anche se finora non esiste il divieto di vincere un premio in caso di uso di tecnologie di intelligenza artificiale.

ANCHE EMILIA PÉREZ HA USATO L'IA

Una questione simile ha recentemente riguardato anche il film-musical Emilia Pérez, per il quale uno degli addetti al suono, Cyril Holtz, aveva ammesso di aver usato proprio Respeecher per migliorare la vocalità dell’attrice Karla Sofía Gascón. L’uso dei programmi di intelligenza artificiale nel mondo del cinema aveva sollevato un enorme dibattito già nel corso degli scioperi di attori e sceneggiatori che nel 2023 avevano paralizzato Hollywood. Ora, se da un lato Lucasfilm, la casa di produzione di Star Wars, ha replicato la voce dell’attore James Earl Jones, morto lo scorso settembre, per il personaggio di Darth Vader in eventuali prossimi film, dall’altro la pellicola Heretic del 2024 si è apertamente schierato contro l’uso di programmi di IA nei titoli di coda: “Nessun programma di IA generativa è stato usato per fare questo film”.

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